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Un Piemonte senza invasi adeguati non è pensabile alla luce dei cambiamenti climatici

Attualmente in Italia è trattenuto solo un litro su nove delle acque dolci.

Torna al centro del dibattito politico l’urgenza di riprendere in mano il piano invasi regionale e la cosa ci solleva. Le mutate condizioni climatiche sono o saranno la nuova “normalità” e dunque una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi è fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura del Piemonte. Un dato significativo: si prevede, per l’anno in corso, la minor superficie coltivata a riso da un quarto di secolo a questa parte, a causa proprio della siccità. Meno di un mese fa la nostra regione è risultata la più arida del Paese. La programmazione deve adeguarsi alla realtà e c’è un ritardo – non solo di azione politica, ma di mentalità – da colmare. Condividiamo la volontà di una richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti di un finanziamento per una “mappatura del territorio per comprendere dove possiamo immagazzinare l’acqua e dove distribuirla”, come annunciato dalla Giunta. La Coldiretti prevede un’estate 2023 ancora più difficile di quella passata. Attualmente in Italia solo l’11% dell’acqua è trattenuto, secondo i dati dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.

Ambiente, invasi, Regione Piemonte, siccità