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Tag: invasi

Si prevede un’estate torrida e senza piogge, urgono invasi

La perdurante siccità ha fatto sì che la prospettiva di una limitazione dei consumi agricoli dell’acqua sia stata oggi esplicitamente formulata dal Presidente Cirio (simili misure sono già realtà in altre Regioni). Le mutate condizioni climatiche sono o saranno la nuova “normalità”.

Ribadiamo in questo contesto – nel giorno dell’incontro tra Regione e Associazioni di Agricoltori sull’irrigazione dei campi – la necessità di una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi, fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura del Piemonte e precondizione affinché si possa affrontare il problema in maniera unitaria e coerente, senza limitarsi a privilegiare uno o l’altro degli interessi in gioco a scapito degli altri, ma garantendo risorse sufficienti per tutti. La nostra regione continua a soffrire un serio deficit pluviometrico. La Coldiretti prevede un’estate 2023 ancora più difficile di quella passata. Si stima che, rispetto agli anni Ottanta e Novanta, la possibilità di verificarsi di un’estate torrida e secca sia oggi del 70% superiore. Le prime proiezioni dei prossimi mesi non escludono un’estate dai fenomeni meteorologici estremi, assaggio di un futuro al quale dobbiamo farci trovare preparati.

Un Piemonte senza invasi adeguati non è pensabile alla luce dei cambiamenti climatici

Attualmente in Italia è trattenuto solo un litro su nove delle acque dolci.

Torna al centro del dibattito politico l’urgenza di riprendere in mano il piano invasi regionale e la cosa ci solleva. Le mutate condizioni climatiche sono o saranno la nuova “normalità” e dunque una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi è fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura del Piemonte. Un dato significativo: si prevede, per l’anno in corso, la minor superficie coltivata a riso da un quarto di secolo a questa parte, a causa proprio della siccità. Meno di un mese fa la nostra regione è risultata la più arida del Paese. La programmazione deve adeguarsi alla realtà e c’è un ritardo – non solo di azione politica, ma di mentalità – da colmare. Condividiamo la volontà di una richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti di un finanziamento per una “mappatura del territorio per comprendere dove possiamo immagazzinare l’acqua e dove distribuirla”, come annunciato dalla Giunta. La Coldiretti prevede un’estate 2023 ancora più difficile di quella passata. Attualmente in Italia solo l’11% dell’acqua è trattenuto, secondo i dati dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.

Dramma siccità, servono nuovi invasi

Domani il mio Question Time in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta misure urgenti e un aggiornamento sui nuovi progetti, in particolare sull’ipotesi di costruzione di un invaso all’imbocco di Traves/Germagnano del ramo della Stura di Viù.

Qualche esempio per descrivere la gravità del problema: già a fine inverno, al lago Maggiore mancavano i due terzi dell’acqua. Nell’anno tipo i metri cubi di neve normalmente accumulati sulle nostre montagne sono 1.600: quest’anno la stima non supera i 620. La portata del Po è dimezzata. Agricoltura, allevamento e industria stanno pagando un prezzo altissimo per questa situazione. Con un Question Time che, sul tema, sarà discusso domani in Consiglio Regionale del Piemonte, chiediamo quali misure intenda mettere in atto la Giunta. Chiediamo in particolare un aggiornamento sull’ipotesi di costruire cinque nuovi invasi artificiali a scopo multiplo sul territorio piemontese e un focus specifico sul nuovo invaso all’imbocco di Traves/Germagnano del ramo della Stura di Viù.

Ci è ben chiara la necessità di una migliore pianificazione e gestione della risorsa idrica sull’intero territorio regionale per affrontare questa situazione di crisi. Auspichiamo un confronto tecnico coordinato dalla Regione con Smat, Città Metropolitana, Unioni Montane e Comuni interessati dalle opere.

Sono di competenza regionale le dighe inferiori ai 15 metri di altezza e con un invaso inferiore al milione di metri cubi. Attualmente gli sbarramenti idrici di competenza regionale, censiti nell’apposito catasto, sono circa 700, di varie dimensioni e utilizzati principalmente per l’irrigazione o la produzione di energia idroelettrica, ma anche per numerosi altri scopi.