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Tag: siccità

Anche le recenti piogge sono “inutili” senza invasi

Urge un sistema regionale di infrastrutture in vista di stagioni dal clima sempre più arido e caldo.

Dopo che, dopo due anni di siccità, lo scorso mese di marzo ha fatto registrare un deficit medio quantificabile in -40% per quanto riguarda il Piemonte, l’errore più grave sarebbe considerare le ultime precipitazioni come risolutive del problema. Non è così, al netto del sollievo dato alle coltivazioni primaverili: la nuova “normalità” del clima, che vede e vedrà temperature più alte e precipitazioni sempre più scarse, impone di immagazzinare e valorizzare la risorsa idrica nel modo più ampio ed efficiente. Ribadiamo oggi la necessità di una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi, fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura e dell’industria del Piemonte. La nostra regione continua a soffrire un serio deficit pluviometrico e, anche alla luce delle previsioni di un’altra estate torrida con eventi meteorologici estremi, chiediamo di abbandonare ogni preclusione ideologica sull’ipotesi di creare una rete di infrastrutture di questo tipo sul nostro territorio.

Si prevede un’estate torrida e senza piogge, urgono invasi

La perdurante siccità ha fatto sì che la prospettiva di una limitazione dei consumi agricoli dell’acqua sia stata oggi esplicitamente formulata dal Presidente Cirio (simili misure sono già realtà in altre Regioni). Le mutate condizioni climatiche sono o saranno la nuova “normalità”.

Ribadiamo in questo contesto – nel giorno dell’incontro tra Regione e Associazioni di Agricoltori sull’irrigazione dei campi – la necessità di una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi, fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura del Piemonte e precondizione affinché si possa affrontare il problema in maniera unitaria e coerente, senza limitarsi a privilegiare uno o l’altro degli interessi in gioco a scapito degli altri, ma garantendo risorse sufficienti per tutti. La nostra regione continua a soffrire un serio deficit pluviometrico. La Coldiretti prevede un’estate 2023 ancora più difficile di quella passata. Si stima che, rispetto agli anni Ottanta e Novanta, la possibilità di verificarsi di un’estate torrida e secca sia oggi del 70% superiore. Le prime proiezioni dei prossimi mesi non escludono un’estate dai fenomeni meteorologici estremi, assaggio di un futuro al quale dobbiamo farci trovare preparati.

Un Piemonte senza invasi adeguati non è pensabile alla luce dei cambiamenti climatici

Attualmente in Italia è trattenuto solo un litro su nove delle acque dolci.

Torna al centro del dibattito politico l’urgenza di riprendere in mano il piano invasi regionale e la cosa ci solleva. Le mutate condizioni climatiche sono o saranno la nuova “normalità” e dunque una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi è fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura del Piemonte. Un dato significativo: si prevede, per l’anno in corso, la minor superficie coltivata a riso da un quarto di secolo a questa parte, a causa proprio della siccità. Meno di un mese fa la nostra regione è risultata la più arida del Paese. La programmazione deve adeguarsi alla realtà e c’è un ritardo – non solo di azione politica, ma di mentalità – da colmare. Condividiamo la volontà di una richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti di un finanziamento per una “mappatura del territorio per comprendere dove possiamo immagazzinare l’acqua e dove distribuirla”, come annunciato dalla Giunta. La Coldiretti prevede un’estate 2023 ancora più difficile di quella passata. Attualmente in Italia solo l’11% dell’acqua è trattenuto, secondo i dati dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.