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Tag: Sanità

È emergenza patologie psichiatriche, ma il Piemonte non ha ancora costituito la Consulta per la Salute Mentale

Non c’è emergenza pandemica che possa giustificare questo grave ritardo. La risposta in Consiglio alla mia interpellanza sul tema è stata desolante. Per i Moderati la costituzione della Consulta è una priorità, chiediamo un’accelerazione sull’iter affinché sia costituita entro la fine del 2021. L’allarme degli psichiatri dà la dimensione del problema: “800mila nuovi casi di depressione nei prossimi mesi a livello nazionale, non solo tra chi ha contratto il virus“.

Adesso occorre accelerare: chiediamo che la Consulta per la Salute Mentale sia costituita entro la fine dell’anno. Le patologie psichiatriche saranno le malattie del secolo: la loro diffusione aumenta a ritmi preoccupanti e la pandemia da Covid-19, con il senso di incertezza e paura che porta con sé, sta aggravando la situazione. 

Eppure, la Consulta Regionale per la Salute Mentale non è ancora stata costituita, come candidamente confermato dalla Giunta, poco fa in Consiglio Regionale, rispondendo alla mia interpellanza sul tema. “Il percorso riprenderà a fine pandemia” puntualizza la Giunta, ma la Consulta ci serve adesso: non ci sono attenuanti, tanto meno in tempi di riunioni che si tengono in videoconferenza, per un ritardo ormai francamente inaccettabile.

Neppure il Comitato promotore transitorio previsto dall’Azione 1 del Piano di Azione Regionale per la Salute Mentale (PASM) è stato costituito. Quali esattamente saranno i soggetti che faranno parte della Consulta? Neanche questo, ancora, è dato sapere. In compenso, si chiudono i Reparti Psichiatrici di Diagnosi e Cura, vedi Mauriziano di Torino.

Alcuni numeri aiutano a comprendere le dimensioni del problema: secondo gli psichiatri ci saranno nei prossimi mesi 800mila nuovo casi di depressione, tra chi si è contagiato ma non solo, a livello nazionale. La crisi economica provocata dalla pandemia incrementa a sua volta il disagio mentale in tutta la popolazione: il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15.000 euro all’anno e triplica in chi è disoccupato. *

Questo immobilismo è la misura, da parte della Giunta, della sua incapacità di cogliere la gravità di quello che sta accadendo a livello di diffusione delle patologie psichiatriche, di quello che stanno soffrendo le persone colpite da queste patologie e dalle loro famiglie, che si vedono oltretutto abbandonate dalle Istituzioni. 

La Consulta può e deve essere un ambito di lavoro e monitoraggio, può e deve svolgere attività di prevenzione e attenzione su una serie di fenomeni sui quali, diversamente, rischiamo di perdere completamente il controllo. I dati sono in spaventosa crescita, ma da questa Giunta non vedo contromisure. Insieme ai Moderati, a chiedere di accelerare sono tutti i piemontesi che hanno a cuore il contrasto a queste patologie.

Il Consiglio Regionale aveva approvato a gennaio 2019 il “Piano d’azione per la salute mentale del Piemonte”, che recepisce quello nazionale.

  • Fonte di tutti i dati: “Quotidiano Sanità”, gennaio 2021.

Contro il Covid-19, sull’ozonoterapia il Piemonte può e deve puntare

Oltre 100 pazienti sono stati trattati, sul territorio nazionale, con ossigeno-ozonoterapia, facendo registrare percorsi clinici migliori dei non trattati. Questa terapia può efficacemente supportare, pare, l’effetto dei farmaci: diversi studi internazionali confermano gli effetti positivi sui pazienti. Si arrivi in Piemonte a un più esteso e sistematico uso di questa terapia non solo in ambito ospedaliero, ma anche in ambito extraospedaliero, contribuendo così a sgravare gli ospedali stessi. Discussa poco fa la mia interpellanza sul tema in Consiglio Regionale.

Il protocollo sull’ozonoterapia sta portando risultati positivi: vari dati lo confermano. Discutendo, poco fa, la mia interpellanza sul tema ho invitato la Giunta a continuare con questa sperimentazione in un più ampio numero di ospedali sul nostro territorio. Mi auguro che si acceleri su questa strada e si possa utilizzare questa terapia presso tutti gli ospedali Covid e anche in ambito extraospedaliero. Il trattamento è meno oneroso di altri e non causa effetti collaterali. Una ventina di pubblicazioni scientifiche internazionali sull’uso dell’ozonoterapia contro COVID-19 hanno confermato gli effetti positivi. Le nostre strutture ospedaliere sono, come più volte ripetuto dall’Assessore, sotto pressione; terapie che si possono portare avanti in ambito extraospedaliero possono aiutare a scaricare gli ospedali, attualmente sotto pressione come più volte affermato dalla stessa Giunta.

Recenti articoli suggeriscono la possibilità che l’ozonoterapia sistemica sia un efficace supporto in fase precoce di cura del Covid-19, con miglioramento del fenotipo clinico e dell’outcome rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia convenzionale. L’ozonoterapia sembra garantire, inoltre, una riduzione della carica virale. L’ozonoterapia è attualmente sperimentata, sul nostro territorio, presso l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino e presso l’Ospedale di Vercelli. Un nuovo studio su un campione più vasto di partecipanti è già stato avviato: se gli effetti positivi saranno confermati, si potrà estendere questa terapia sia presso gli Ospedali Covid sia in ambito extraospedaliero su tutto il territorio piemontese.

Impianti cocleari, a Torino numero anomalo di ritardi nelle autorizzazioni

Si accumulano, nel capoluogo, i casi di pratiche in attesa di via libera: riguardano soprattutto minori e ultraottantenni con fragilità. Grave il danno per le persone interessate; per la Regione c’è il rischio di un aggravio di spesa. Non si segnalano simili tendenze nei territori delle altre ASL. Porterò il tema, del quale si sta occupando anche l’APIC, in Consiglio Regionale con un’interpellanza, chiedendo risposte sulle ragioni di questi differimenti.

Siamo stati messi a conoscenza di un numero considerevole e crescente di casi di pratiche per la fornitura di endoprotesi cocleari, come anche di materiali e ricambi, che giacciono in attesa di essere autorizzate dall’Asl Città di Torino. Alcune di queste pratiche aspettano di essere approvate dallo scorso gennaio, con buona pace della normativa che prevede la concessione automatica in assenza di parere contrario entro 20 giorni. Niente autorizzazione, niente protesi: le persone che attendono di ripristinare o migliorare la propria funzione uditiva pagano ancora una volta un prezzo altissimo, in una fase – quella della pandemia – nella quale più persone patiscono condizioni di isolamento forzato. Vorremmo capire la ragione di questi ritardi, che si stanno verificando, a nostra conoscenza, nella sola Torino. L’Associazione Portatori di Impianto Cocleare (APIC) ha inviato sul tema all’Assessorato alla Sanità piemontese, alla Responsabile della Protesica Regionale e alla Responsabile dell’ASL Città di Torino una lettera i cui contenuti condivido in pieno. Ogni ritardo significa disagio per la persona che aspetta la protesi e, spesso, anche un aumento della spesa sanitaria, dal momento che l’assistito avrà bisogno di nuovi cicli di riabilitazione per il ripristino delle precedenti capacità uditive. Il fatto che molti di questi ritardi riguardino minori e over80 è un’ulteriore ragione di preoccupazione. Gli impianti cocleari sono considerati sostituti d’organo e tutte le componenti a essi collegati sono comprese nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e dunque erogate dal Sistema Sanitario Nazionale.

Chi non è operativo sul territorio, almeno non rilasci interviste TV

Per quanto ci riguarda, essere operativi significa stare sul territorio. Quando questo non accade, almeno bisognerebbe evitare di rilasciare dichiarazioni televisive da una località di mare.

Le immagini dell’intervista di Mario Raviolo, responsabile per il Piemonte della maxi emergenza, stridono con il senso della circolare del DIRMEI, che sollecita il personale sanitario a limitare l’uso delle ferie nei giorni di Pasqua. Medici, infermieri e personale sanitario non hanno bisogno di essere sollecitati: hanno dimostrato la loro totale dedizione in questi tredici mesi di pandemia, dando prova di un senso di responsabilità spesso superiore a quello della politica e, a differenza di Raviolo, il mare non lo vedono da mesi. A loro va il mio più grato ringraziamento. 

Regione, personale ostetrico inutilizzato per vaccini e tamponi: uno spreco senza alcuna logica

La Giunta non ha pensato di chiedere al Governo l’autorizzazione necessaria affinché questa categoria, che garantisce disponibilità e professionalità e che ha più volte espresso la propria disponibilità attraverso la propria Federazione Nazionale, possa mettersi a disposizione per vaccinare e sottoporre a tampone anti-Covid i piemontesi: eppure in questo momento il contributo delle ostetriche farebbe la differenza.

Risposta desolante al Question Time presentato dai Moderati e appena discusso in Consiglio Regionale sulla possibilità di avvalersi del personale ostetrico per le vaccinazioni e i tamponi anti-Covid: la Giunta, imbarazzata, si trincera dietro una risposta assurdamente burocratica, parlando di “possibilità non esplicitamente prevista dalla normativa” e di ipotesi di “esercizio abusivo della professione”. Questa Giunta non ha colto – è evidente – l’opportunità rappresentata dal contributo di una categoria che garantisce disponibilità e un alto livello di professionalità. La Giunta avrebbe potuto e dovuto farsi portavoce di questa possibilità a livello nazionale, ma di questa possibilità nessuna traccia nella risposta dell’Assessore Icardi. Da una parte abbiamo personale ad alta professionalità, dall’altra una Giunta che non perde occasione di ripetere che manca personale, ma nel frattempo non fa nulla, né ascolta le proposte che arrivano dalle Minoranze. Perdere altro tempo prima di avvalersi del contributo del personale ostetrico per vaccini e tamponi sarebbe un’ulteriore assurdità. La Federazione Nazionale Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) ha più volte richiesto l’inclusione del personale ostetrico nella campagna vaccinale, tra dicembre 2020 e marzo 2021. Cirio e i suoi Assessori smettano di proporre l’introduzione di nuove categorie, come i maturandi, tra le priorità vaccinali, se poi non sono in grado di interloquire con il Governo né di fare tesoro delle proposte dei Consiglieri.

I Moderati

Al centro della visione politica della lista civica per la quale mi sono candidato ci sono la persona, la libertà e la dignità di ogni essere umano, la centralità della famiglia e del lavoro, la solidarietà sociale e il rispetto per l’ambiente.

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