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Tag: Regione Piemonte

Occasione persa: a oggi la normativa sull’autorecupero non è nei fatti applicata dalle ATC piemontesi

Che le ATC abbiano al momento fatto, sul tema, poco o nulla è emerso con evidenza dalla risposta che ho ricevuto, poco fa in Consiglio Regionale, alla mia interpellanza. Questa è un’opportunità che ci stiamo lasciando sfuggire: un bene immobile ristrutturato o reso più accessibile non solo diventa più fruibile per l’inquilino, ma aumenta il proprio valore a vantaggio dell’ente proprietario. La Regione metta più risorse perché questa possibilità non resti solo sulla carta, le ATC comincino ad affrontare seriamente la questione stabilendo modalità e procedure anche in un confronto con i sindacati degli inquilini.

La normativa regionale sull’autorecupero degli appartamenti ATC non è, di fatto, applicata: la risposta della Giunta alla mia interpellanza sul tema conferma una situazione di sostanziale immobilismo. Spiace che ATC Piemonte Centrale affermi di non aver ricevuto domande per la realizzazione di lavori in autorecupero da parte di inquilini di propri alloggi, quando abbiamo notizia di diversi casi di domande rimaste senza esito per l’eliminazione di barriere architettoniche e di solleciti ignorati da parte degli Uffici preposti. Ribadiamo la richiesta di ulteriori risorse affinché le possibilità previste dalla normativa non restino tali soltanto sulla carta, ma sia garantito il rimborso dei costi anticipati dagli assegnatari (sul tema un emendamento dei Moderati, relativo nello specifico all’abbattimento delle barriere architettoniche, è stato respinto) o almeno, in alternativa, la riduzione del canone fino al raggiungimento dell’importo anticipato dal locatario. Queste sono infatti le possibilità previste dalla normativa.

Presenterò una richiesta di accesso agli atti per sapere che fine abbiano fatto, tra le altre, due richieste inviate ad ATC Piemonte Centrale da parte di inquilini torinesi, una relativa a via Pietro Cossa 280/37B e una a via Luserna di Rorà 11/1, entrambe per l’abbattimento di barriere architettoniche. ATC Piemonte Nord non ha ancora pubblicato bandi per l’autorecupero, né svolto azioni a tal fine. ATC Piemonte Sud comunica 19 casi formalizzati, ma vorremmo capire esattamente che tipo di interventi siano stati fatti rientrare in questa statistica. 

Lo stesso SICET (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) si sta impegnando a sostegno degli inquilini, sollecitando dalla Regione e dalle Agenzie risposte puntuali. A Torino e provincia risultano 2mila alloggi “di risulta”, di piccola e media metratura, che hanno bisogno di manutenzione per essere rimessi a norma ed essere quindi nuovamente utilizzabili. Con la piena e corretta applicazione della Legge Regionale sull’Autorecupero degli alloggi carenti di manutenzione da parte degli assegnatari non soltanto assicureremmo una soluzione abitativa a un gran numero di cittadini, ma riconosceremmo il principio per il quale la persona assegnataria può gestire e valorizzare un bene pubblico quale la casa popolare, migliorando l’accessibilità degli spazi e la qualità dell’abitare. 

Defibrillatori, serve un totale cambiamento culturale

Questi dispositivi possono salvare vite umane: dalla discussione in Consiglio Regionale della mia interpellanza sul tema, emerge chiaramente la necessità di cambiare l’approccio, passando da un sistema in cui registrazione, manutenzione e controlli sono spesso lasciati all’iniziativa del soggetto proprietario a una piena supervisione istituzionale. Controlli di mera forma non sono sufficienti, il numero totale dei DAE sul territorio ci sfugge perché non tutti sono registrati, non ha senso che i soggetti proprietari di questi dispositivi non abbiano obblighi precisi riguardo la loro manutenzione. Il defibrillatore deve diventare, nella prassi e nella percezione, uno strumento pienamente “quotidiano”, come l’estintore o la cassetta di primo soccorso.

I defibrillatori – per svolgere al meglio il loro compito, che è salvare vite umane – devono entrare a pieno titolo nella “quotidianità”: esattamente come gli estintori e le cassette di primo soccorso. Quanto lontani siamo da un simile obiettivo è emerso con chiarezza dalla risposta che ho ricevuto poco fa a Palazzo Lascaris alla mia interpellanza sul tema. 

Serve un cambio culturale: la responsabilità del controllo deve essere pienamente in mano alle Istituzioni. Disseminare dispositivi sul territorio, di per sé, non basta, se poi non siamo in grado di sapere esattamente dove questi si trovino e se siano nelle condizioni di essere usati. Non bastano controlli solo formali; serve invece un nuovo approccio sistematico, che preveda la gestione da parte istituzionale e obblighi precisi da parte dei soggetti possessori dei dispositivi.

Al momento, non sappiamo esattamente quanti siano i defibrillatori disponibili sul nostro territorio, dal momento che, per esempio, quelli non registrati sfuggono a questa contabilità. Il monitoraggio sulle condizioni delle batterie e sulla manutenzione dei dispositivi non può essere lasciato alla libera iniziativa di chi detiene il possesso del dispositivo.

Quanto al 118, riteniamo che la Centrale debba, e non solo possa, in tutti i casi di emergenza fornire indicazioni precise sulla collocazione dei defibrillatori. Non ci risulta che questo accada sempre e vorremmo avere una statistica precisa a riguardo. Urge inoltre una mappatura dei defibrillatori nelle scuole e un controllo sistematico di quelli presenti negli impianti sportivi. Le volanti delle Forze dell’Ordine con un defibrillatore a bordo dovrebbero essere allertate ogni volta che si verifica un’emergenza. Non ci risulta che l’app attualmente in uso in Piemonte, FlagMii, geolocalizzi questi dispositivi sul territorio. Non vogliamo più scoprire, dopo una tragedia, che c’era un defibrillatore disponibile nel raggio di poche decine di metri.

Finché questo cambio di mentalità e di approccio non si sarà completato, non potremo dirci pienamente protetti e garantiti e le potenzialità della rete di defibrillatori sul nostro territorio non saranno pienamente sfruttate. 
NUMERIA oggi risultano registrati 2.272 dispositivi, dei quali 20 figurano “in manutenzione” e 37 “attualmente non disponibili”. La morte cardiaca improvvisa rappresenta circa il 10% delle morti totali in Italia. Il tasso di sopravvivenza in assenza di manovre salvavita è bassissimo (circa il 5%), ma la defibrillazione precoce può triplicare la possibilità di sopravvivenza.

Subito un Tavolo per garantire la rappresentanza alle Minoranze nelle Unioni Montane

Lo richiede anche il Ministero dell’Interno: ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte.

La lettera del Ministero dell’Interno inviata alla Prefettura di Torino conferma che presso i Consigli e le Giunte delle Unioni Montane devono essere rappresentate le Minoranze di tutti i Consigli Comunali: cosa che a oggi non sempre accade – vedi per esempio i casi di Valsusa, Val Sangone e via Lattea – con il risultato di un vero e proprio vuoto di rappresentanza democratica. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere alla Giunta Cirio di attivarsi tempestivamente per correggere ogni irregolarità e tornare a garantire una piena rappresentanza democratica di tutte le espressioni politiche, fatto particolarmente importante in un momento nel quale il nostro territorio, con la sua economia, sta provando a ripartire dopo quindici mesi di crisi. La Regione convochi subito un Tavolo con i soggetti interessati. Il Ministero precisa inoltre che i Sindaci non possono avere il doppio ruolo di governo e controllo nell’Unione Montana. Le Unioni Montane si sono sempre basate, per comporre Giunte e Consigli, sulle linee guida espresse dall’Uncem. Le Unioni Montane tutelano e promuovono lo sviluppo della montagna; svolgono inoltre, in forma associata, funzioni e servizi comunali. La Regione Piemonte individua nell’Unione Montana la forma organizzativa dei Comuni idonea a rendere effettive, in armonia con le specifiche politiche settoriali regionali, le misure di promozione e sviluppo economico, di tutela e valorizzazione dei territori montani.

Kastamonu riapre a Frossasco, buona notizia? Sì, a patto che siano tutelati salute e territorio

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: destano però preoccupazione l’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e il progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Ho presentato un’interpellanza in Consiglio Regionale e una in Città Metropolitana per assicurarmi che tutte le misure di sicurezza siano prese e che ambiente e salute siano opportunamente difesi.

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha infatti presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Una buona notizia per il territorio? Sì, alla luce delle possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima. A patto che la sicurezza e la salute dei residenti sia garantita e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato. Su entrambi i temi, vogliamo vederci chiaro. In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Ho presentato dunque due interpellanze, una in Consiglio Regionale del Piemonte e una in Consiglio Metropolitano, per avere un aggiornamento sui controlli e sulle misure necessarie per garantire sicurezza e salute, nonché sulle modalità di rilevamento dei dati sulle emissioni. Con i miei due atti chiedo inoltre se siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.

Entro nel Comitato Diritti Umani del Consiglio Regionale: un onore, una responsabilità

I colleghi Consiglieri hanno riconosciuto il mio impegno su questo cruciale argomento e li ringrazio per questo. Con 18 voti entro a far parte di questo Organismo di Consultazione e Partecipazione in rappresentanza delle Minoranze a Palazzo Lascaris. Tutti i casi di diritti umani negati o soffocati da poteri dittatoriali saranno oggetto del mio lavoro e del mio impegno, così come i diritti delle persone con disabilità e tutte quelle situazioni che vedono ancora i cristiani, in diverse parti del mondo, perseguitati e uccisi per la loro fede. Ringrazio l’Onorevole Portas, leader dei Moderati, per avermi sempre sostenuto in questa candidatura e i colleghi Capigruppo di Minoranza.

Da oggi entro a far parte ufficialmente e attivamente del Comitato Diritti Umani del Consiglio Regionale. Con 18 voti da parte dei colleghi Consiglieri, rappresenterò le minoranze a Palazzo Lascaris in questo Organismo di Consultazione e Partecipazione della Regione. Il voto dei 18 Consiglieri di Minoranza è la misura del riconoscimento da parte dei colleghi del mio impegno in tema di diritti umani. Negli ultimi mesi ho presentato atti, in Consiglio Regionale, a sostegno di persone e popoli ai quali i diritti umani sono negati, occupandomi, tra gli altri, della detenzione in Iran del ricercatore iraniano-svedese Ahmadreza Djalali, dell’affermazione della pace e della verità storica nella regione dell’Artsakh (Nagorno Karabakh), della difesa della democrazia in Myanmar/Birmania.

Questo incarico è per me una soddisfazione, un onore e una responsabilità. Interpreterò il mio nuovo ruolo con dedizione e in maniera propositiva. Ringrazio i Capigruppo e i colleghi di Minoranza per avermi votato. Oggetto della mia attenzione, del mio impegno e del mio lavoro saranno tutti i casi di diritti umani negati o soffocati da poteri dittatoriali; mi impegnerò per i diritti delle persone con disabilità e mi occuperò di tutte quelle situazioni che vedono ancora i cristiani, in diverse parti del mondo, perseguitati e uccisi per la loro fede, spesso nel silenzio dei media. Ringrazio l’Onorevole Portas, leader dei Moderati, per avermi sempre sostenuto in questa candidatura.

Il Comitato è un organismo di consultazione e partecipazione volto alla promozione della tutela dei diritti umani ad ampio raggio, con particolare riferimento all’autodeterminazione dei popoli. Compito dell’organismo è anche formulare proposte al Consiglio Regionale relative al rispetto e alla tutela dei diritti umani e collaborare con le associazioni e organizzazioni non governative nazionali e internazionali che si riconoscono nei principi di solidarietà internazionale e che si occupano della salvaguardia dei diritti umani.