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Tag: Regione Piemonte

QUESTION TIME – Aumentiamo anche sui bus turistici la capienza massima consentita dei passeggeri

Premesso che:

  • ai sensi del Dpcm del 2 marzo 2021, nelle zone bianche è prevista la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla ad eccezione del distanziamento e dell’obbligo di mascherina;
  • dallo scorso lunedì 14 giugno c’è stato il passaggio della Regione Piemonte in “zona bianca”, reso possibile dal miglioramento dei dati relativi ai contagiati da Covid-19 e dalla crescente copertura vaccinale della popolazione.

Constatato che:

  • grazie a tale passaggio, dallo scorso lunedì 14 giugno il trasporto pubblico è tornato a viaggiare all’80% della sua capacità;
  • la capienza massima consentita per autobus, tram, metro e treni è salita dal 50% all’80%.

Rilevato che:

  • i bus turistici sono al momento ancora esclusi dalla nuova misura;
  • durante l’epidemia l’attività dei bus turistici è stata ferma per lungo tempo e ciò ha causato ingenti perdite al settore;
  • è fondamentale aumentare la capienza massima dei passeggeri anche sui bus turistici, essendo il periodo estivo il momento di maggior operatività del settore.

Considerato che:

  • la situazione pandemica è in continuo miglioramento ed è pertanto stata disposta la generale riapertura di tutte le attività;
  • pare opportuno fare chiarezza relativamente alla capienza massima dei passeggeri consentita attualmente sui bus turistici;
INTERROGA

Il Presidente della Giunta

L’Assessore

per sapere se la Giunta Regionale abbia intenzione, come già previsto per il trasporto pubblico, di estendere la capienza massima dei passeggeri consentita anche sui bus turistici, al fine di favorire gli spostamenti e la ripresa di un settore da tempo in crisi.

Quote sociali delle prestazioni socio-sanitarie agevolate secondo i parametri ISEE nazionali anche ai piemontesi, nuova fumata nera

La Giunta non ha ancora adottato le misure necessarie per il riconoscimento di questa tipologia di prestazioni a tutti i cittadini con i parametri previsti dalla riforma ISEE del 2013, che prevedono – tra le altre – l’esclusione dal computo di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento ai fini del calcolo ISEE: appena discussa a Palazzo Lascaris la mia più recente interpellanza sul tema. Resta così di fatto ancora demandata all’iniziativa dei singoli Comuni o Consorzi socio-assistenziali piemontesi, i cui regolamenti sono spesso non aggiornati, la regolamentazione relativa alla tematica per la parte di propria competenza. Sono passati 6 anni: un tempo infinito durante il quale gli utenti e a volte le loro famiglie hanno continuato ad aspettare e a fare sacrifici continuando spesso a pagare di tasca propria contribuendo con oneri non dovuti. Dal 2015 la Regione Piemonte applica una gestione transitoria della normativa ISEE di cui al DPCM del 5 dicembre 2013. Tornerò sull’argomento finché la Giunta non avrà portato a termine il proprio dovere politico e legislativo.

Gli emolumenti derivanti da pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento a favore di persone con disabilità presenti nel nucleo familiare sono esclusi ai fini del calcolo ISEE: lo stabiliscono le sentenze 838, 841 e 842 del Consiglio di Stato, recepite con una legge dello Stato e quindi dall’Inps dal 2016. Continuiamo a chiedere con forza che tali disposizioni siano recepite al più presto anche dalla Regione Piemonte, che deve dare risposta a specifiche competenze regionali in ordine di “programmazione, coordinamento e indirizzo in materia di servizi sociali”, con particolare riferimento all’Articolo 40, comma 5 della Legge Regionale 1/2004, al fine di ottemperare all’adozione di adeguate linee guida atte ad assicurare una omogenea applicazione nel territorio piemontese delle norme ISEE. Proprio l’ISEE è lo strumento di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate. 

Spiace che, rispondendo poco fa alla mia nuova interpellanza sul tema, la Giunta Regionale abbia sostanzialmente eluso il mio quesito, perdendo l’ennesima occasione di approfondimento. Sul tema, le Associazioni del territorio si stanno battendo. Ho chiesto l’apertura, in tempi brevi, di un tavolo di interlocuzione con le Associazioni stesse, nonché le risorse economiche necessarie a far sì che non siano più le persone con disabilità a dover pagare le prestazioni.

Attualmente accade troppo spesso che le persone con disabilità, i malati e le persone non autosufficienti non possano usufruire delle prestazioni di cui hanno diritto alla luce di un ISEE che appare troppo alto, proprio a causa del fatto che il locale regolamento comunale o consortile non è ancora adeguato alle nuove disposizioni dell’ISEE.

Una situazione che non è più accettabile. Gli enti territoriali non possono continuare a far seguire proroghe a proroghe. L’Assessora Caucino aveva dichiarato a verbale, lo scorso settembre, di considerare il recepimento della sentenza del Consiglio di Stato uno dei propri obiettivi politici. Stiamo ancora aspettando.

Non possiamo prosciugare ogni risorsa dei piemontesi interessati: anche perché costoro hanno magari la necessità di pagare altre tipologie di servizi per i quali l’impianto normativo della nostra Regione non ne prevede la gratuità. Invito ancora una volta la Giunta Regionale a fare il proprio dovere politico e legislativo: tornerò a breve sull’argomento, augurandoci di vedere finalmente un significativo passo avanti.

Kastamonu riapre a Frossasco: buona notizia, se saranno rispettati regole, salute e ambiente

La multinazionale ha presentato in Città Metropolitana un progetto di ripristino degli impianti ex Annovati e poi Trombini (produzione di pannello per l’industria dell’arredamento) sul territorio del Comune in provincia di Torino: voci preoccupate si stanno alzando relativamente all’impatto sul territorio, a vocazione agricola e residenziale, e a proposito del progetto di installazione di un nuovo bruciatore di biomasse a poche centinaia di metri da abitazioni e allevamenti. Tutte le valutazioni siano fatte, da parte delle Istituzioni, nella maniera più scrupolosa e ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso: queste le mie richieste alla Giunta Regionale, con un’interpellanza appena discussa a Palazzo Lascaris. Prossimamente un mio analogo atto sarà discusso anche in Città Metropolitana: ci auguriamo che l’attenzione di entrambi gli Enti sia massima per la difesa dell’ambiente e della salute dei residenti. Come Moderati, da sempre vicini a chi fa impresa, non vogliamo più dover scegliere tra salute e sviluppo. Vigileremo in ogni sede.

Il progetto della riapertura della Kastamonu di Frossasco è, di per sé, una buona notizia. A patto, però, che salute e ambiente siano tutelati: cosa che ho chiesto poco fa alla Giunta Regionale con un’interpellanza e che chiederò anche in Città Metropolitana con un analogo atto presto discusso. Lo dobbiamo a chi, nell’area circostante l’azienda, risiede o gestisce la propria attività agricola o di allevamento.

I Moderati sostengono da sempre, come forza politica, chi fa impresa: siamo convinti che fare impresa in maniera matura significhi anche rispettare le norme e l’ambiente. È interesse della stessa Kastamonu liberare il campo da qualsiasi preoccupazione. Chiediamo alle Istituzioni che le valutazioni siano fatte nella maniera più scrupolosa e che ai cittadini siano fornite, nella massima trasparenza, tutte le informazioni del caso. Il nostro obiettivo è che questo nuovo insediamento produttivo si integri senza traumi nell’ecosistema sociale ed economico esistente.  

L’impianto ex Annovati e poi Trombini a Frossasco, ora di proprietà Kastamonu, potrebbe ripartire dopo anni di inattività e dopo l’incendio della primavera del 2019: la multinazionale specializzata nella produzione di pannello per l’industria dell’arredamento ha presentato lo scorso 28 aprile, presso la Città Metropolitana di Torino, un progetto di ripristino dell’impianto di via Piscina 2-6. Sono un’ottima notizia le possibili ricadute occupazionali dopo due anni di crisi durissima, a patto che la sicurezza e la salute dei residenti siano garantite e che l’impatto su un territorio a vocazione agricola e residenziale sia ammortizzato.  In particolare, desta preoccupazione la prospettiva di vedere prossimamente in attività un nuovo Energy Plant (bruciatore da 25 MW) per lo smaltimento di biomasse dal sito produttivo. Chiediamo inoltre che siano previsti controlli e rilievi per verificare la salubrità del terreno e del sottosuolo di pertinenza dell’impianto, dal momento che, a sua volta, l’ipotesi di residui inquinanti o tossici presenti nel sottosuolo dell’area produttiva genera preoccupazioni.

Una legge sui disturbi dell’alimentazione: mancava in Piemonte, la propongono i Moderati

Con la Proposta di Legge 148/2021 appena presentata in Consiglio Regionale (“Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, nonché misure di sostegno per le famiglie coinvolte”), si insiste sulla prevenzione, sull’intercettazione precoce dei disturbi, sul sostegno alle famiglie, sull’informazione e sulla sensibilizzazione. Sono oltre 2 milioni in Italia i giovani con disturbi dell’alimentazione. In Piemonte i numeri sono in crescita e la pandemia ha aggravato la situazione. Il primo obiettivo della Legge, che prevede fondi per 2,5 milioni di euro per ciascuno dei due anni del biennio 2022-23, è far sì che del problema, finalmente, si parli. Un percorso efficace di cura ha la durata di anni: occorre dunque creare una rete sanitaria e assistenziale in grado di garantire cure di qualità per tutto questo arco di tempo. Emilia-Romagna e Umbria, che hanno creato circuiti in grado di gestire il problema, sono tra gli esempi da seguire.

Manca a oggi, in Piemonte, una Legge sulla prevenzione, sulla diagnosi e sulla cura dei disturbi del comportamento alimentare. Una mancanza inspiegabile e grave. Con la nostra Proposta di Legge 148/2021 sulla “Prevenzione, diagnosi e cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, nonché misure di sostegno per le famiglie coinvolte” intendiamo come Moderati colmare questo vuoto e portare questo tema, per troppo tempo non affrontato, al centro del dibattito.

Il problema è grave e diffuso: in Italia sono circa due milioni i giovani con disturbi del comportamento alimentare. In Piemonte, da marzo 2020 a gennaio 2021 (più recente dato disponibile), risulta quadruplicato il numero di chiamate al numero verde dedicato. Nella nostra regione sono diagnosticati 1.500 casi di anoressia e 5.000 di bulimia, con 260 nuovi casi di anoressia a 450 di bulimia diagnosticati ogni anno: ma queste cifre sono solo la punta dell’iceberg, perché non tengono conto del “sommerso” (solo il 10% delle persone con disturbi alimentari chiede aiuto e tantissime altre non riconoscono il fenomeno). Secondo il più recente rapporto Eurispes, oltre 2 milioni di ragazzi tra i 12 e i 25 anni soffrono, a livello nazionale, di disturbi del comportamento alimentare. Al dato quantitativo, di per sé impressionante, si aggiunge il fatto che questo fenomeno, anche quando riconosciuto come tale, è spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai familiari. 

Anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata e altre casistiche sono condizioni gravi; in un numero non trascurabile di casi, possono condurre alla morte. L’intercettazione precoce del disturbo è cruciale per limitarne le conseguenze. I percorsi di cura durano anni: manca, attualmente, un circuito regionale strutturato in grado di garantire cure e assistenza dal momento della diagnosi a quello dell’avvenuta e definitiva guarigione. Non sempre all’altezza si dimostrano, sul tema, le Istituzioni, le strutture sanitarie e soprattutto quelle assistenziali. Per chi soffre di disturbi di questo tipo sono necessari percorsi dedicati e ben distinti da quelli destinati alla salute mentale.

La Proposta di Legge presentata dai Moderati intende promuovere percorsi scolastici di informazione, progetti di prevenzione e programmi di cura efficaci. Sono previsti progetti specifici sull’educazione alimentare, da inserire nei cataloghi degli interventi di promozione ed educazione alla salute attraverso l’ausilio di specialisti nel settore. 

Con questa Proposta di Legge chiediamo un impegno da parte della Regione finalizzato al potenziamento, presso le strutture ospedaliere, degli ambulatori pediatrici e di medicina generale, nonché dei servizi territoriali, per garantire piani di cura finalmente strutturati e organizzati. È poi fondamentale che le attività terapeutiche di primo e secondo livello siano svolte in ambulatori dedicati e distinti rispetto a quelli destinati alla salute mentale. Altrettanto rilievo è destinato, nel Progetto di Legge, alle misure di sostegno delle famiglie coinvolte.

RISORSE FINANZIARIE
Il Progetto di Legge dei Moderati prevede risorse quantificate in 2,5 milioni di euro per ciascuno dei due anni del biennio 2022-2023, in particolare per l’ampliamento dell’offerta formativa nelle scuole (250mila euro), per le campagne di informazione e sensibilizzazione (150mila euro), per l’ampliamento e per il potenziamento dell’offerta dei servizi specialistici per il trattamento dei DCA, per la formazione e l’aggiornamento professionale del personale sanitario e socio-assistenziale, per il potenziamento degli ambulatori e dei servizi territoriali e per le misure di sostegno alle famiglie coinvolte (2,1 milioni di euro).

DICHIARAZIONI
Silvio Magliano (Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte): “Prima queste patologie sono identificate, più possibilità di guarigione ci sono. Con la Legge 148 proviamo a fare la nostra parte affinché le famiglie non siano abbandonate durante l’intera durata del percorso e anche dopo la fase acuta. Con questa Legge proviamo a mettere risorse finanziarie finalmente sufficienti a rafforzare il supporto territoriale, a fare prevenzione, a formare gli insegnanti e le famiglie su quali siano i primi sintomi da riconoscere. Speriamo di dare una speranza in più a tante famiglie piemontesi e di contribuire ad abbattere il muro di silenzio che ancora grava su questi temi”.

Benito Capellupo (Avvocato): “Formazione, rafforzamento delle strutture sanitarie esistenti, prevenzione e informazione: questi sono i punti forti e, insieme, gli obiettivi di questa Proposta di Legge, che speriamo davvero possa contribuire a cambiare le cose in questa Regione”.

Francesca Lazzari Seminatore (Associazione “Così come sei”): “Intendo dare voce, idealmente, a tutte le famiglie e a tutti i ragazzi che hanno affrontato, o stanno affrontando, questi disturbi. Che la loro voce si faccia sentire è necessario, anzi vitale. Il sommerso è, quando si parla di queste malattie, di proporzioni spesso nemmeno immaginabili. Mettere risorse economiche su questi temi non è una spesa: è un investimento. In futuro, in salute, in speranza. Per tutti noi. Perché quando un ragazzo si ammala di questi disturbi, quasi sempre con lui si ‘ammala’ anche tutta la sua famiglia”

Mauriziano, niente approvazione della trasformazione in “Struttura Complessa Universitaria” della Reumatologia da parte della Giunta: occasione persa


La Giunta assicura che le cure e i servizi nei confronti dei pazienti sono e saranno sempre garantiti: prendiamo atto e vigileremo. Ma resta il rimpianto per un’opportunità mancata, che avrebbe portato fondi e prospettive. Adesso l’Assessore accetti di incontrare le Associazioni di Volontariato formate da pazienti e loro familiari che da mesi chiedono un confronto e un chiarimento.

“La Giunta valuterà in piena autonomia”: è molto più simile a un “no” che a un “sì” la risposta della Giunta al mio Question Time relativo alla mancata approvazione della modifica dell’Atto Aziendale dell’Ospedale Mauriziano che sancisce il passaggio dalla “Struttura Semplice” alla “Struttura Complessa Universitaria” della locale Reumatologia. “Le cure verso i pazienti rimangono inalterate” garantisce ancora l’Assessore Icardi: prendiamo atto e verificheremo che così sia nei fatti, dal momento che questa resta per noi l’assoluta priorità. 

La mancata approvazione di Giunta della trasformazione in “Struttura Complessa Universitaria” della Reumatologia Ospedaliera del Mauriziano è a tutti gli effetti un’occasione persa: una trasformazione che non solo avrebbe portato un valore aggiunto in termini di prestigio, ma anche ulteriori fondi e ulteriori prospettive per la ricerca. 

Questioni di simile rilevanza non dovrebbero essere influenzate da altre logiche che non siano quelle strettamente legate al bene dei pazienti e all’attività delle Associazioni di Volontariato di pazienti e famiglie. Ora mi auguro che la Giunta voglia ricevere le Associazioni che da mesi chiedono un momento di incontro che dovrà essere, a questo punto, anche un momento di chiarimento.

Lo scorso marzo l’Ospedale Mauriziano aveva modificato il proprio Atto Aziendale, recependo la richiesta di trasformazione da “Ospedaliera” in “Complessa Universitaria” della Reumatologia Ospedaliera dell’Ospedale medesimo. Tale modifica attende di essere approvata dalla Giunta Regionale, ma il tema non è mai stato discusso. Nella cura della sclerosi sistemica, patologia gravemente invalidante, la diagnosi precoce e il follow-up sono fondamentali. In questi 15 mesi di pandemia molte cure e terapie sono state annullate o posticipate.