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Tag: Regione Piemonte

Lo abbiamo ripetuto in tutti questi anni, oggi c’è una targa che lo afferma pubblicamente: “Non accada mai più”

Appena inaugurata la targa in memoria di Andrea Soldi sulla “sua” panchina in corso Umbria a Torino: bello vedere questa mattina le Istituzioni presenti e unite, ma in precedenza per troppo tempo la famiglia è stata lasciata sola. È stata questa, come da noi richiesto, la prima inaugurazione a Torino dopo le chiusure da Zona Rossa: bel segnale. Ora si passi dalla testimonianza ai fatti: la politica provveda a un sostanziale ripensamento dell’intero modello regionale della psichiatria, allocando finalmente risorse finanziarie adeguate per fronteggiare un’emergenza, quella della salute mentale, che la pandemia ha ulteriormente aggravato.

Che non accada mai più“: lo abbiamo ripetuto in tutti questi anni. Oggi queste parole sono esposte sulla targa in memoria di Andrea Soldi appena inaugurata sulla “sua” panchina in corso Umbria a Torino. Bello vedere, questa mattina, tanti cittadini e la presenza compatta delle Istituzioni, ma per troppo tempo la famiglia è stata lasciata sola.

L’inaugurazione della targa in memoria di Andrea è molto più di un atto simbolico: è un fatto che deve indurre la politica a un sostanziale ripensamento del modello della psichiatria regionale e all’impegno per cambiare quanto, in questo ambito, ancora non funziona. Un risultato che non si potrà raggiungere senza che su questo settore si mettano finalmente risorse finanziarie adeguate. Le condizioni oggettive rendono questo cambio di rotta più che mai urgente: la pandemia da Covid-19 sta facendo aumentare in maniera drammatica i dati relativi alle patologie mentali. L’effetto della pandemia sulla salute mentale è stimato in un aumento di un milione di pazienti (+30%) presi in carico dal Sistema Sanitario Nazionale*,

Era il 5 agosto del 2015, sei anni fa: Andrea Soldi ci lasciava in un torrido pomeriggio d’estate, vittima di un TSO. La proposta di dedicare ad Andrea Soldi una targa ha sempre avuto la mia piena condivisione e il mio appoggio, umano e politico, in tutte le sedi.

La Gigafactory non sarà a Torino: da oggi il nostro territorio è un po’ più periferico

Amarezza e delusione per la sconfitta di Torino nella partita-Gigafactory.

La Giunta Appendino e la Giunta Cirio non sono state in grado di interloquire con il Governo e con l’azienda in maniera abbastanza convincente ed efficace da portare a casa un risultato diverso dall’ennesima batosta per il nostro territorio. Altra occasione gettata al vento: il ritorno in termini economici, occupazionali e di sviluppo sarebbe stato enorme. Torino e il Piemonte sono, oggi, un po’ più periferici rispetto alla parte che economicamente conta del nostro Paese. Faccio mie le parole dell’Arcivescovo Nosiglia, che parla di urgenza di varare una politica industriale condivisa e sottolinea come una città divisa non possa che perdere.

Gigafactory non a Torino, nuova sconfitta delle Giunte Appendino e Cirio

Termoli batte Torino.

Né il Comune né la Regione, pur avendo le due rispettive Giunte i piedi ben piantati in questo Governo, sono riusciti a portare a casa il risultato. Sconfitta e delusione gravissime, batosta assoluta per il nostro territorio. Chiederemo conto a Palazzo Lascaris e in Sala Rossa di questa ennesima occasione persa. Torino e il Piemonte non solo risultano sempre più periferici, ma continuano a perdere chance importanti per invertire la tendenza. Il fatto che un territorio con la nostra storia e tradizione industriale sia ancora una volta sconfitto è di per sé un segnale preoccupante. Perdiamo, con la Gigafactory, molto sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dello sviluppo, sia dal punto di vista occupazionale, sia dal punto di vista del prestigio.

Sull’azzardo, scontro in Aula tra due visioni della politica e della società: ha vinto la peggiore

Una Legge efficace c’era, ma è stata smantellata: è stata abbattuta, con la 9/2016, una barriera di protezione e difesa dei cittadini più fragili che si era dimostrata efficace. Se la Giunta Cirio ha in mente una ripartenza post-pandemia basata su slot e macchinette, non avrà mai il sostegno dei Moderati.

Oggi in Aula si sono viste due visioni diverse della politica. Due visioni opposte della società. Due visioni inconciliabili dell’essere umano. Ha vinto la peggiore. Per il contrasto al gioco d’azzardo patologico avevamo una Legge, la 9/2016. Una Legge unanimemente considerata argine efficace contro gli effetti di un grande male. La Maggioranza ha preferito liberarsene. Con quella legge crolla una barriera a protezione dei cittadini più fragili.

Difficile, impossibile guardare alla realtà dei fatti dopo aver promesso “Se arriviamo noi, cambieremo quella Legge”. Oggi è scaduta quella cambiale elettorale ed è stato necessario pagarla: ma la realtà dei fatti è lì, implacabile. E testimonia la verità: da oggi, ogni nuovo piemontese che entrerò nel baratro della ludopatia sarà un peso sulla coscienza di questa Maggioranza e di questa Giunta. Che politica è quella che permette a donne e uomini fragili di rovinarsi? La salute dei piemontesi è un bene da tutelare e un valore da difendere. Questa Legge del centrodestra non lo fa.

Se questa è la strategia con la quale la Giunta Cirio pensa di far ripartire il Piemonte, a colpi di macchinette e slot machine, sappia che la cosa ci preoccupa molto e che non avrà mai il nostro sostegno. Lega e Forza Italia hanno votato convintamente una legge che toglie potere ai Sindaci e riduce le distanze tra i luoghi sensibili e i luoghi delle macchinette. Ci sono state numerose audizioni di Ires, dirigenti regionali che si occupano di Sanità, tutto il mondo del Terzo Settore che chiedevano di non farlo. Per salvare poche centinaia di posti di lavoro la Giunta Cirio mette a rischio la salute di migliaia di piemontesi – che, se si dovessero ammalare, graveranno oltre tutto sui bilanci della Regione – attorno ai quali ci sono altrettante famiglie.

Ristori per il turismo montano, la Regione ha dimenticato le attività di noleggio sci

Adesso si recuperi il tempo perso: ho appena discusso a Palazzo Lascaris il mio Question Time per chiedere sostegno economico anche per le attività connesse al turismo di montagna finora non incluse nelle misure regionali. La Giunta ha promesso impegno affinché con i 700 milioni allocati dal Ministero del Turismo siano ristorate anche le attività di affitto di attrezzature tecniche sciistiche (codice ATECO 77.21.09). Vigilerò affinché alle parole seguano i fatti.

Regioni come l’Abruzzo ci hanno pensato per tempo: il Piemonte no. E così, al momento, esercizi quali i noleggi sci non hanno ricevuto ristori, a differenza delle altre attività del comparto. Una dimenticanza grave, della quale non si comprende la ragione. Anche perché, di certo, la crisi non ha risparmiato questo specifico ambito del comparto turistico montano.

Ho ottenuto, discutendo in Aula, la promessa che la Regione provvederà al completamento delle risorse ancora a disposizione e che, per il tramite della Commissione Turismo nella Conferenza Permanente delle Regioni, si farà parte attiva affinché siano incluse tutte le attività connesse al turismo in montagna. Il Ministero del Turismo ha allocato 700 milioni di euro per gli indennizzi a questo comparto.

Mi auguro che anche agli imprenditori di questo specifico ambito non sia negato il necessario sostegno economico. I comprensori sciistici hanno duramente subito il colpo delle ridotte, e per mesi cancellate, attività stagionali invernali, principale voce del fatturato annuale. Questo ingente danno economico richiede adeguati interventi. Le attività del noleggio sci non devono essere escluse.

La nostra Regione ha garantito aiuti a fondo perduto ad altri ambiti del comparto turistico montano: maestri di sci e di snowboard, agenzie di viaggi, tour operator, servizi di prenotazione. Le attività di noleggio attrezzatura, finora escluse da ogni forma di sostegno economico, sono presenti in gran numero sui nostri territori montani.