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Tag: Regione Piemonte

AIB, tre soli dipendenti per un Settore strategico

Ho chiesto alla Giunta Regionale, con un’interpellanza appena discussa, di investire nella prevenzione dei rischi, assumendo nuove risorse e valorizzando il Volontariato. Questo Settore è fondamentale: la Regione vi investa di conseguenza. La mia richiesta alla Giunta Regionale: potenziamo l’Anti Incendi Boschivi, assumiamo personale, valorizziamo il Volontariato AIB, investiamo sull’intero Settore.

Tre soli dipendenti in organico per il Settore AIB, per citare un dato, sono davvero troppo pochi. Sul tema ho appena discusso un’interpellanza in Consiglio Regionale, con la quale ho invitato la Giunta ad affrontare il problema in tempi brevi. Abbiamo dipendenti e collaboratori di eccellente qualità e professionalità, ma non possiamo pretendere che in tre facciano il lavoro di sei. Anche le attrezzature e i mezzi datati devono essere sostituiti. Ora la Giunta è a un bivio e deve scegliere: o potenziare il Settore AIB o tornare sui propri passi unendo nuovamente AIB e Protezione Civile. Basta che si prenda una decisione e lo si faccia in fretta. Mi auguro che la Giunta dimostri di aver compreso quanto il Settore AIB sia strategico, quale sia la mole di lavoro di cui è gravato e quanto sia fondamentale non solo nelle emergenze, ma anche in fase di ordinaria amministrazione.

Liberate i “prigionieri” delle nostre case ATC

Ci sono inquilini che attendono l’abbattimento di barriere architettoniche dal 2017 e da quattro anni sono, di fatto, bloccati in casa propria: una situazione indegna di un Paese civile. Ho chiesto alla Giunta Regionale, con un’interpellanza appena discussa, più fondi per portare a termine quanto prima tutti gli interventi. Attualmente abbiamo in attesa 154 richieste per quasi un milione e mezzo di euro.

Abbattimento delle barriere architettoniche nelle case ATC, tempi preoccupanti: abbiamo inquilini con disabilità o anziani di fatto prigionieri nei propri alloggi da quattro anni (abbiamo richieste di interventi datate 2017). Alcune di queste situazioni le ho viste con i miei stessi occhi in occasione dei miei sopralluoghi. Allarmante anche la sproporzione tra il gran numero di interventi necessari e le esigue risorse economiche disponibili. Sono 154 le richieste in attesa, per un importo stimato di quasi 1,4 milioni di euro.

Occorre cambiare marcia: ho portato il tema all’attenzione della Giunta Regionale con un’interpellanza discussa questa mattina. Un paio di settimane fa avevo discusso un analogo atto anche in Consiglio Comunale. Servono, e chiedo, più risorse.  Attualmente siamo costretti a stabilire un ordine priorità sulla base della percentuale di disabilità dell’inquilino, intervenendo solo nei casi di disabilità pari al 100%. 

Numeri
ATC Piemonte Centrale ha effettuato 37 interventi per l’abbattimento di barriere per 500mila euro complessivi. ATC Piemonte Nord stima di mettere in disponibilità circa 800mila euro per i prossimi cinque anni, mentre ATC Piemonte Sud ha in attesa interventi per un controvalore di 61mila euro (con richiesta di finanziamento), oltre a cinque altri interventi in programmazione con risorse proprie e contributo da fondazione bancaria per un controvalore di 230mila euro. Negli ultimi cinque anni sono stati effettuati interventi per oltre 1 milione di euro (dato regionale).

Sono spesso gli inquilini stessi a dover anticipare la somma per gli interventi (alla luce della Legge 80) sperando poi, fatture alla mano, di non dover attendere tempi biblici per il rimborso. Dobbiamo fare in modo che questa sia la prima graduatoria a essere esaurita.   Il nostro patrimonio immobiliare ATC è vetusto, progettato e costruito in tempi per fortuna lontani non solo cronologicamente, ma dal punto di vista culturale rispetto a quelli attuali. Oggi età media e aspettativa di vita sono molto più lunghe di una generazione fa. Le carrozzine tecnologicamente più avanzate e di maggiore ingombro rendono necessari spazi meno angusti.

Urge un cambio di marcia. Ho assicurato la Giunta che qualsiasi proposta di aumento delle risorse per l’abbattimento delle barriere architettoniche presso il nostro patrimonio immobiliare ATC avrà sempre il sostegno e il voto in Aula dei Moderati. Questa è una questione e una battaglia di civiltà.

Scuole Medie, sia apertura senza eccezioni

Assurdo che il secondo e il terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado rimangano in regime di didattica a distanza, come da volontà, pare, del Presidente Cirio. I danni a livello didattico e psicologico rischiano di essere gravissimi. Non siano gli studenti di oggi (imprenditori, professionisti e lavoratori di domani), né le famiglie, a pagare gli errori della politica (a partire dal mancato potenziamento del trasporto pubblico). Il Piemonte prenda esempio dalla Lombardia. Dal Presidente solidarietà a studentessa no-DAD e poi mancata riapertura? Sarebbe una clamorosa incoerenza e l’implicita ammissione che si trattava di una mera iniziativa di comunicazione.

La Lombardia, Zona Arancione, riapre le Scuole: e il Piemonte? Gli alunni del secondo e del terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado devono tornare in classe. 

Cirio ci dica piuttosto di chi è la responsabilità di un servizio di trasporto pubblico mai sufficientemente potenziato e reso sicuro in tutti questi mesi. Non devono essere i ragazzi e le loro famiglie a pagare l’inadeguatezza di chi governa. 

Riaprire dopo l’Epifania? Vorrebbe dire due mesi consecutivi senza lezioni in presenza, senza contare quelli del primo lockdown. Non ce lo possiamo permettere. In tanti dei nostri ragazzi stanno emergendo i primi segnali di difficoltà psicologica. La didattica a distanza non potrà mai sostituire una didattica in presenza, fatta di rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni. La mancata riapertura sarebbe inoltre un ulteriore disagio per le famiglie in una fase nella quale difficile o non opportuno è chiedere il supporto di baby sitter e nonni.  

La Lombardia, alla quale questa Giunta e questa Maggioranza di centrodestra guardano come a un modello, riaprirà senz’altro: mi auguro che il Piemonte non scelga di fare diversamente proprio questa volta. 

Il Governo Regionale, che giustamente sta provando a dare sostegno dal punto di vista finanziario al commercio cittadino, si renda conto che gli imprenditori, i professionisti e i lavoratori di domani sono i ragazzi che oggi hanno bisogno di tornare a scuola.

A poco serve farsi fotografare e riprendere insieme alle studentesse che protestano contro la didattica a distanza per poi non riaprire le Scuole: da parte del Presidente Cirio sarebbe un esempio di incoerenza difficile da spiegare agli studenti e alle famiglie piemontesi e la dimostrazione che si trattava di una mera iniziativa pubblicitaria.

Suicidi, con il Covid è sempre più emergenza

Dati in crescita dall’inizio della pandemia. Sul tema, il mio impegno a Palazzo Lascaris: con un’interpellanza, chiedo risposte alla Giunta sulla costituzione della Consulta per la Salute Mentale; con un ordine del giorno, chiedo l’approvazione della normativa nazionale di riferimento in materia di prevenzione di ogni tipo di atto autolesionistico.

Da marzo a settembre si sono registrati sul territorio nazionale 72 suicidi (e 37 tentati suicidi) correlati al Covid-19. A questi dati, si devono aggiungere altri 44 suicidi per il quali il Coronavirus è stato una concausa. È quanto emerge dal Convegno Internazionale sulle tematiche legate al suicidio, organizzato dall’Università La Sapienza di Roma in occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio (10 settembre). A livello nazionale, si registrano ogni anno circa 4.000 suicidi (quasi un decimo dei quali, riporta Istat, in Piemonte) e un numero dieci volte più alto di tentativi di suicidio. Il trend in crescita attribuibile alla pandemia si inserisce in un contesto di preoccupante aumento dei casi di malattia psichiatrica. Da più parti è stato lanciato l’allarme: i dati relativi al numero di suicidi sono in crescita dall’inizio della pandemia e ancora non sono stati monitorati e raccolti i dati relativi alla seconda ondata; potrebbe dunque registrarsi un ulteriore peggioramento del trend. Il 20% delle persone alle quali è diagnosticato il Covid-19 presenta disturbi psichiatrici dopo la diagnosi. La crescita dei tentativi di suicidio e degli atti di autolesionismo tra gli adolescenti è in crescita, secondo lo studio internazionale del Journal of Child Psychology and Psychiatry, a livello europeo.

Un’emergenza, dunque, sempre più grave: le politiche di prevenzione del suicidio non possano essere confinate al solo ambito sanitario, ma debbono tener conto anche dei potenziali fattori di rischio a livello di contesto sociale, economico e relazionale della persona. Il Consiglio Regionale ha approvato a gennaio 2019 il “Piano d’azione per la salute mentale del Piemonte”. Tra le misure previste spicca l’istituzione di un’apposita Consulta Regionale, con il compito di far emergere problemi e avanzare proposte. 

Ho appena presentato un’interpellanza e un ordine del giorno in Consiglio Regionale. Con l’interpellanza, chiedo se la Consulta Regionale per la Salute Mentale sia stata costituita, quali soggetti ne facciano parte e se sia prevista la partecipazione di Associazioni di Volontariato. Con l’ordine del giorno (che spero che i colleghi Consiglieri vogliano votare compattamente), chiedo alla Giunta di sollecitare Governo e Parlamento affinché sia approvata la normativa nazionale (che attualmente giace ferma in Parlamento) di riferimento in materia di prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo.

Adesso si torni a scuola

Mi preoccupa la prospettiva di una chiusura delle Scuole Secondarie di II e in parte di I grado protratta fino al nuovo anno: non siano gli studenti a pagare le mancanze della politica. Mi associo all’appello dell’AGeSC: si faccia di tutto per poter tornare quanto prima alla didattica in presenza.

Faccio mio l’appello dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche: la prospettiva di tenere chiuse le scuole fino a fine anno mi preoccupa. Il ricorso sistematico alla didattica a distanza è una scorciatoia imboccata perché non si sono applicate prima le giuste misure in termini di potenziamento del servizio di trasporto pubblico e di risorse stanziate per garantire alle Scuole margini di organizzazione autonoma. La didattica a distanza è una soluzione d’emergenza: di emergenza improvvisa di certo non si potrà parlare nel caso di un terzo picco, che peraltro tutti speriamo non si verifichi, a metà inverno. Il costo di una chiusura ulteriormente prolungata o di una riapertura a singhiozzo rischia di essere altissimo, specialmente per gli studenti più fragili e per le stesse famiglie. Una chiusura così drastica è, nel contesto europeo, un’anomalia quasi esclusivamente italiana. Facciamo il possibile per riaprire al più presto e in maniera definitiva le Scuole Statali e Paritarie.