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Tag: Regione Piemonte

INTERPELLANZA – Gara d’Appalto sugli Ausili Acustici: la Giunta Regionale intende tornare sulle decisioni prese?

PREMESSO CHE:

  • attualmente la fornitura di protesi acustiche è normata dal DM 332/99, pienamente vigente;
  • nel 2013 la Regione Piemonte ha regolamentato l’iter prescrittivo e ha richiesto un adeguamento tecnico e strutturale (oneroso) alle aziende audioprotesiche del territorio (DGR 10-6336 del 9 settembre 2013);
  • sono circa 30.000 i piemontesi con sordità.

TENUTO CONTO CHE:

  • le gare d’appalto per l’assistenza audioprotesica – introdotte del DPCM sui nuovi LEA del 2017, ma mai utilizzate – sono state dichiarate inappropriate in ragione della tipologia di assistenza cui sarebbero destinate;
  • lo spostamento (2017) nei nuovi LEA della fornitura delle protesi acustiche dall’elenco 1 (dispositivi su misura a tariffa unica) all’elenco 2 (dispositivi di serie, non personalizzabili) è stato riconosciuto come non consono in una sentenza del Tar della Basilicata;
  • in senso analogo si è espressa, con un proprio parere, la Regione Veneto;
  • con un emendamento di Bilancio del novembre 2019, la Camera dei Deputati ha dato parere favorevole per la ricollocazione delle protesi acustiche nell’elenco 1;
  • il Consiglio di Stato, con Sentenza N. 00759/2019 a seguito del ricorso presentato da ANAP e ASSOBIOMEDICA, ha annullato la gara indetta dalla Regione Basilicata per l’acquisto di apparecchi acustici;
  • risulta tuttora utilizzabile il precedente Nomenclatore Tariffario.

RILEVATO CHE:

  • il 15 maggio 2019, nonostante quanto precisato al punto precedente, è stato pubblicato dalla Regione Piemonte il bando di gara per la stipula di un accordo quadro per la fornitura di ausili per comunicazione e informazione e relativi servizi;
  • dal 4 agosto 2020 il bando di gara è disponibile sul sito di SCR Piemonte;
  • tale gara assegnerà a ogni cittadino con sordità un audioprotesista, il quale a sua volta gli assegnerà un apparecchio acustico standard;
  • nel bando si opta per la scissione tra il prodotto (l’apparecchio acustico, per il quale si segue il criterio della qualità) e la prestazione (l’assistenza audioprotesica vera e propria ad opera dell’audioprotesista, con il criterio del minor prezzo);

CONSIDERATO CHE:

  • si rischia, dato lo stato delle cose, di vedere negato o ridotto il diritto di libera scelta dell’assistito, il suo diritto di rivolgersi al professionista di fiducia e il suo diritto di ricevere un’assistenza appropriata e personalizzata;
  • una procedura, da parte della Regione Piemonte, come quella descritta in narrativa sarebbe in netta controtendenza con il resto del paese;
  • a rischio risulta, con una procedura a bando di questo tipo, la sopravvivenza delle piccole e delle medie aziende audioprotesiche del territorio – senza un apparente risparmio e anzi, addirittura, con un aggravio di spesa – a carico della Regione;
  • a rischio sono anche i posti di lavoro di centinaia di professionisti tecnico-sanitari laureati (valutato che attualmente il fabbisogno di tali figure professionali è annualmente determinato attraverso il Fabbisogno Formativo cda della Regione Piemonte e – caso raro e virtuoso – le percentuali di assunzioni entro 6 mesi dopo la laurea risultano prossime al
    100%);
  • l’assistenza audioprotesica non si esaurisce nella mera erogazione di un dispositivo, ma rappresenta una prestazione sanitaria complessa, duratura nel tempo e nella quale l’elemento della prestazione e quello dell’impiego del dispositivo sono, o dovrebbero essere, inscindibili.

CONSTATATO INOLTRE CHE:

  • il cittadino avente diritto risulterebbe penalizzato, dal momento che non potrebbe più scegliere il suo professionista di fiducia liberamente, né la protesi più adatta alle sue esigenze (neanche pagando personalmente la riconducibilità, salvo rinunciare alla fornitura regionale e acquistare privatamente il proprio dispositivo acustico);
  • non potrebbe accedere liberamente inoltre, come avviene attualmente, alle sedute di regolazione e di assistenza per ottimizzare la propria esperienza di ascolto e quindi migliorare la propria qualità di vita;
  • a fronte di una spesa regionale non ridotta risulterebbe potenzialmente depauperata l’assistenza al cittadino ipoacusico: sarebbe infatti fornita sì la protesi digitale, ma non erogato un numero sufficiente di sedute di fitting (è previsto attualmente 7 sedute in tre anni);
  • preoccupazione è stata espressa a vario titolo e con varie modalità da Associazioni, professionisti e realtà attive nel settore;
  • il Decreto Regionale del 2013 identificava come problema precipuo l’identificazione di laboratori territoriali certificati in qualità 13485 e 9001 che facessero assistenza tecnica per le protesi (assistenza tecnica fuori garanzia e certificazioni di non riparabilità);
  • le Commissioni “Igiene e Sanità” del Senato e “Affari Sociali” della Camera, in data 14 dicembre 2016, hanno dato esplicitamente mandato alla “Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA e l’appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale” di modificare il testo del DPCM sui Nuovi LEA riportando alcune tipologie di assistenza, tra cui quella audioprotesica, all’interno dell’elenco 1 del Nomenclatore Tariffario che contiene prestazioni e dispositivi erogati attraverso un regime tariffario, in ragione del fatto che “per le loro caratteristiche e per le specifiche necessità funzionali dell’utenza cui sono destinati necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo condotto da un’equipe multidisciplinare nonché di un adeguato training all’uso, al fine di garantire la massima personalizzazione e aderenza alle esigenze degli utenti, obiettivi difficilmente raggiungibili mediante procedure di gara”;
  • la Camera, con gli Ordini del Giorno n. 345 e n. 420 pubblicati nel quadro dell’iter di approvazione del Bilancio di Previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e Bilancio Pluriennale per il Triennio 2020-2022, ha rinnovato il proprio orientamento espresso coi il
  • sopracitato parere richiedendo ”al Governo di valutare l’opportunità di stabilire nell’ambito della Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei LEA, il ritorno al sistema a tariffa e dunque nell’elenco 1 dei dispositivi acustici, coinvolgendo la categoria per la negoziazione di un accordo quadro che garantisca risparmi per il SSN e appropriatezza e specificità per gli aventi diritto attraverso il necessario processo di adattamento individuale da parte del professionista sanitario”;
  • assurdo sarebbe – in una delicata fase di emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19, patologia che colpisce con maggiore frequenza e intensità i soggetti anziani, proprio coloro che sono maggiormente affetti dai deficit uditivi e che hanno maggiore necessità di dotarsi di ausili per l’udito – adottare una modalità di erogazione altamente penalizzante proprio per questi pazienti.

INTERPELLA la Giunta regionale per sapere:

  1. Per quali ragioni la Regione Piemonte abbia deciso di procedere con una gara d’appalto per le protesi acustiche pur alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, della sentenza del Tar della Basilicata e dei pareri contrari espressi da altri Enti e Istituzioni;
  2. Se la Giunta Regionale intenda tornare sulla propria decisione adeguandosi così alla tendenza di tutte le altre Regioni italiane;
  3. Se, all’interno del “Nucleo tecnico di supporto a SCR Piemonte S.p.A. nella convenzione centralizzata per la fornitura alle Aziende sanitarie regionali di ausili per l’udito di cui al DPCM sui nuovi LEA del 12 gennaio 2017” (costituito proprio ai fini di redigere l’indagine di mercato e successivamente il bando di gara oggetto di questa
    interrogazione), fosse prevista una rappresentanza del tecnico sanitario ordinato (Legge 3/2018) responsabile della scelta, dell’adattamento e del controllo periodico delle forniture di assistenza protesica e delle aziende fornitrici di tale assistenza all’interno
    delle quali opera l’Audioprotesista;
  4. Se la Regione si sia avvalsa di uno specialista laureato in audioprotesi;
  5. Se la Regione Piemonte abbia previsto un controllo sulle autocertificazioni di incompatibilità dei membri della commissione e che cosa sia emerso dai controlli.
  6. Se la Regione abbia interpellato, come consulenti, i Presidenti dell’ordine dei tecnici Audioprotesisti, in quanto organo sussidiario dello Stato, per il rispetto della legge 24.17 e il codice deontologico.

COVID-19, vaccino subito anche per i Volontari attivi nel contrasto alla pandemia

Con un Ordine del Giorno appena presentato in Consiglio Regionale, chiedo che i Volontari impegnati sulle ambulanze, nell’ambito socio-assistenziale e nel supporto alla popolazione rientrino nel primo segmento di vaccinati non appena le prime dosi saranno disponibili.

Volontari impegnati nel contrasto alla pandemia vaccinati subito contro il COVID-19: lo chiedo con un Ordine del Giorno appena presentato a Palazzo Lascaris. Come il personale medico e infermieristico, anche i Volontari sono costantemente a diretto contatto con le persone e dunque particolarmente esposti al rischio di contagio. Con il mio atto chiedo che anche i Volontari rientrino nel primo scaglione di vaccinazioni previsto per le prime settimane del 2021, insieme al personale sanitario e sociosanitario e alle persone considerate a rischio. I Volontari sono stati e sono tuttora decisivi – sulle ambulanze e sul territorio – durante tutta la durata della crisi pandemica. La Regione Piemonte sta predisponendo proprio in questi giorni il proprio piano relativo alle modalità di attuazione del programma vaccinale anti-COVID e relativa distribuzione. Il piano vaccini prevede una serie di fasi e si prevede che i primi saranno disponibili entro il mese di gennaio. Abbiamo sentito tante volte in questi mesi parole di ringraziamento e di lode per i Volontari. Oggi abbiamo la possibilità di fare qualcosa di concreto per loro e per le loro famiglie (a rischio tanto quanto quelle, per esempio, dei medici), affinché dalle parole si passi ai fatti. 

Ahmadreza Djalali salvo e libero subito: il mio OdG in Consiglio Comunale

Ho presentato un Ordine del Giorno in Sala Rossa che fa seguito a quello già protocollato in Consiglio Regionale: le due Giunte spingano il Governo a esercitare la necessaria pressione diplomatica con le autorità iraniane per la revoca della condanna capitale e per l’immediata scarcerazione. Il mio atto in Comune andrà in Aula, ex Articolo 93, già lunedì 14 dicembre.

Il Comune di Torino chieda al Governo di esercitare la necessaria pressione diplomatica affinché Ahmadreza Djalali sia immediatamente liberato. Lo chiedo in Consiglio Comunale con un Ordine del Giorno appena presentato in Sala Rossa. Ho presentato un analogo atto, insieme ai colleghi Domenico Rossi e Raffaele Gallo, anche in Consiglio Regionale.

È nostro preciso dovere fare tutto il possibile per salvare una vita innocente. La difesa dei diritti umani deve essere trasversale per ambito istituzionale e per nazionalità. Comune di Torino e Regione Piemonte siano in prima linea nella salvaguardia della vita e della libertà di una figura che ha tanto fatto per il nostro Paese e per la nostra regione – dove a lungo ha vissuto e lavorato – e che è da anni incarcerata da innocente da un regime che in questo modo costringe al silenzio il dissenso politico e di coscienza.

Djalali, medico e ricercatore, è un noto e stimato esponente della comunità scientifica internazionale. Il suo arresto risale all’aprile del 2016. Totalmente infondata è l’accusa (spionaggio). Attualmente è in corso una mobilitazione a livello internazionale (a partire dalla petizione lanciata da Amnesty International) perché la condanna a morte sia revocata e lo stato di detenzione cessi immediatamente.

Porto avanti a mia volta, con questi Ordini del Giorno (quello in Comune andrà in Aula, ex Articolo 93, in occasione della prossima seduta), le stesse richieste. Mi auguro che i colleghi Consiglieri votino compattamente a favore.

Salviamo il Natale degli ospiti delle strutture residenziali e dei residenti dei piccoli Comuni

Risparmiamo agli uni e agli altri un Natale di solitudine: permettiamo a migliaia di piemontesi di tornare a incontrare i propri familiari almeno per le feste.

Un Natale e un Capodanno all’insegna dell’isolamento: alla luce dell’attuale situazione pandemica e del DPCM attualmente in vigore rischiano di passare feste di sostanziale clausura sia gli ospiti delle strutture alloggio per persone con disabilità sia molti residenti dei piccoli Comuni del nostro territorio.

I Moderati sono pronti a sostenere ogni proposta sensata per garantire a migliaia di piemontesi il ricongiungimento familiare almeno per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, purché in totale sicurezza.

Sono tante le strutture residenziali che, in questi mesi, hanno lanciato il loro allarme: alcuni degli ospiti non incontrano i familiari dallo scorso febbraio e le restrizioni del secondo lockdown hanno reso ancora più difficile la situazione. Per molte persone la solitudine è diventata ormai intollerabile. Gravi e talvolta gravissime sono le conseguenze psicologiche, specialmente sui soggetti più fragili.

Il Piemonte, settima regione italiana per numero di abitanti, è seconda in assoluto per numero di Comuni (1.181): il 90% di questi è sotto i 5mila abitanti. Data la conformazione  peculiare del nostro territorio, vi sono Comuni isolati di poche centinaia o talvolta di poche decine di abitanti. Sono sicuro che sia possibile trovare il modo di permettere a chi abita in un piccolo Comune di spostarsi di pochi chilometri per raggiungere i propri cari senza compromettere la sicurezza.

Il Ministero della Salute ha recentemente emesso una circolare per regolare l’accesso dei familiari delle persone con disabilità alle strutture che le ospitano: si attuino subito queste direttive.

Adesso permettete ai ragazzi con disabilità ospiti di strutture residenziali di riabbracciare mamma e papà

Il grido d’allarme di tante comunità alloggio del territorio: alcuni degli ospiti non incontrano i familiari dallo scorso febbraio. Ora, con il Piemonte che si appresta a diventare Zona Gialla e alla luce della circolare appena emessa dal Ministero della Salute, si trovi il modo di interrompere questo drammatico isolamento.

“Da domenica 13 dicembre il Piemonte sarà Zona Gialla”: prendiamo atto della sicurezza con la quale il Presidente Cirio riferisce questa notizia. Apprendiamo contemporaneamente che il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute ha appena approvato una circolare che regola le visite dei familiari presso le strutture residenziali. A questo punto la Regione Piemonte e le ASL recepiscano immediatamente il testo ministeriale e definiscano le modalità tramite le quali le ragazze e i ragazzi con disabilità ospiti delle comunità alloggio possano finalmente tornare a incontrare i propri genitori. Molti di questi ragazzi non incontrano nessuno, familiari compresi, dallo scorso febbraio. La situazione si sta facendo drammatica. Le conseguenze di un isolamento così duro e così prolungato su persone con una disabilità intellettiva, fisica o sensoriale rischiano di essere gravissime, sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista fisico. Si studino ambienti sicuri e protetti, per esempio sul modello delle camere degli abbracci, anche per le strutture residenziali dedicate alle persone con disabilità. Attualmente le procedure impediscono, di fatto, ogni tipo di incontro, salvo sottoporre l’ospite con disabilità a quarantene di settimane dopo ogni incontro. Chiediamo inoltre, come già previsto dalla circolare ministeriale per le RSA, test antigenici rapidi per i familiari in visita ai propri congiunti ospiti delle strutture.