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Tag: Regione Piemonte

Torino non più sede principale dell’I3A? Chiederò conto in Aula

Di fronte alle voci che vorrebbero Torino non più indicata nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come sede principale dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale (I3A), non ci limitiamo ad alzare la soglia di attenzione, ma intendiamo, come Moderati, chiedere conto in Aula sia in Comune con una richiesta di comunicazioni urgenti sia Regione in merito allo stato dell’arte.

Non possiamo perdere questa opportunità di crescita, che porterebbe a sfruttare al meglio per il nostro territorio, da tutti i punti di vista: per i giovani, per l’Università, per il Terzo Settore. La proposta di Don Luca Peyron (Direttore della Pastorale Universitaria e Coordinatore dell’Apostolato Digitale di Torino) è stata da noi sostenuta fin dal primo momento, nella certezza di importanti ricadute in termini occupazionali, di sviluppo e di prestigio.

Di nuovo in presenza, subito: la scuola dovrebbe essere l’ultima a chiudere e la prima a riaprire

Nessun rischio epidemiologico negli spazi scolastici: uno studio lo conferma. Chiediamo l’immediata riapertura almeno dai Nidi fino alla Scuola Primaria. Il principio di precauzione obbliga ora a limitare i danni psicofisici causati da un anno di didattica a singhiozzo. Il Presidente Cirio faccia sentire la propria voce in Conferenza Stato-Regioni in difesa di alunni e famiglie.

Scuole aperte, subito. Lo chiediamo a gran voce come Moderati, lo chieda il Presidente Cirio in sede di Conferenza Stato-Regioni. Non ci sono più ragioni per non tornare in presenza almeno dai Nidi alla Scuola Primaria. Anzi, non ci sono mai state: uno studio appena pubblicato dimostra che con c’è correlazione tra aumento dei contagi e didattica in presenza. Scuola, dunque, totalmente scagionata. Inequivocabile il risultato emerso dallo studio: la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto al rischio di contagio. La chiusura delle scuole non influisce minimamente sugli indici Kd ed Rt. Se il rischio epidemiologico è scongiurato, ben diverso è il discorso per quanto riguarda i danni, che temiamo gravi, sulla salute psicofisica dei ragazzi, che da un anno fanno i conti con una didattica a singhiozzo che oscilla tra presenza (poca) e DAD (molta). A suggerire la riapertura delle scuole è dunque lo stesso principio di precauzione, che impone di agire affinché questi danni siano contenuti. Senza contare, naturalmente, la necessità di alleggerire la pressione sulle famiglie, da mesi alle prese con un quadro drammatico fatto di continue incertezze, con l’aggravante che per molte mamme lavoratrici e papà lavoratori ferie e permessi sono esauriti da un pezzo.

La Scuola in presenza non è responsabile del contagio: c’è la prova, ora si riapra

La conferma arriva da uno studio condotto sui dati relativi a 7,3 milioni di studenti: non c’è più ragione per non riprendere immediatamente le lezioni, dai Nidi almeno fino alle Medie. Basta didattica a distanza, si riprenda un rapporto personale e diretto tra insegnanti e allievi. Diamo finalmente un sollievo alle famiglie. Il Presidente Cirio si faccia portavoce, in sede di Conferenza Stato-Regioni, di questa necessità impellente.

Scuola scagionata su tutta la linea: non è responsabile del contagio. Lo conferma uno studio appena pubblicato (basato sui dati del Miur incrociati con quelli delle Ats e quelli della Protezione Civile), che smonta ogni ipotesi di correlazione tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza è scongiurata. Forti di questa certezza, riapriamo immediatamente le scuole, a partire da Nidi, Materne e Scuola Primaria e almeno fino alla Scuola Secondaria di primo grado. Chiedo che il Presidente Cirio si faccia portavoce di questa esigenza in sede di Conferenza Stato-Regioni. Per troppo tempo i nostri alunni e studenti hanno pagato un prezzo troppo alto. Non possiamo più rimandare il ritorno a una formazione basata sul rapporto diretto, in presenza, con gli insegnanti: la DAD non può e non deve diventare la nuova “normalità”. Il tempo passato all’interno degli ambienti scolastici è sicuro: serve piuttosto un rinnovato e forte patto educativo tra Istituzioni e famiglie per assicurare comportamenti consoni anche fuori dall’orario e dagli spazi della scuola. Evitiamo, con il ritorno a scuola, che si allarghi ulteriormente la forbice tra le famiglie in grado di procurarsi dispositivi e connessione sufficienti e famiglie che non possono permetterselo. Veniamo incontro alle famiglie, per le quali l’incertezza sui bonus e l’impossibilità, per molti genitori, di chiedere ulteriori permessi hanno causato gravissime difficoltà in queste settimane e in questi mesi.

Zona Rossa, stop agli educatori cinofili: si segnalano già i primi effetti negativi

Tra gli effetti negativi di un anno di attività a singhiozzo, si è registrata un’impennata di casi di aggressività da paura, problemi di separazione e di gestione dei cani oltre ad altre criticità e ad un rallentamento nella preparazione dei cani d’assistenza e per gli Interventi Assistiti con Animali. Si permetta una ripresa in sicurezza alla stregua di altre attività definite essenziali.

La loro attività è attualmente chiusa, come molte altre, in queste settimane di Zona Rossa. In realtà, è dalla scorsa primavera che gli educatori cinofili lavorano a singhiozzo e dovendo rispettare molte restrizioni. Gli effetti di una tale mancanza di continuità stanno cominciando a farsi sentire negli stessi cani: dal primo lockdown, infatti, si è riscontrata un’impennata di casi di aggressività da paura, problemi di separazione, paure generalizzate, di gestione e altre criticità. Ritardare un intervento, anche solo di qualche settimane, può portare allo sviluppo di problemi comportamentali poi difficili da correggere. L’effetto più macroscopico è, forse, la necessità di sospendere, in moltissimi casi, la preparazione dei cani da assistenza e per gli Interventi Assistiti con Animali, cioè quelle attività con un’utilità in campo medico e psicologico basate, come la pet-therapy, sul rapporto uomo-animale. Il mio appello è per una riapertura alla stessa stregua di altre attività definite essenziali. L’attività degli educatori cinofili è a basso rischio (come da analisi e definizione del Politecnico di Torino), individuale, svolta all’aperto e praticabile nel completo rispetto delle norme di sicurezza prescritte per l’emergenza in corso.

Vaccinare i donatori di sangue contro il Covid

Lo chiederò in Regione: la necessità di sangue non va in quarantena ed è giusto garantire a chi dona la possibilità di muoversi in sicurezza. Nel 2020, a causa della pandemia, la raccolta ha fatto registrare un calo del 5%.

Un calo del 5% nella raccolta di sangue, pari a 139mila unità, nel corso del 2020: un dato preoccupante che emerge dalle cifre rese note dal Centro Nazionale Sangue (febbraio 2021). La principale causa del calo, nemmeno a dirlo, è stata la pandemia da Covid-19: una situazione che ancora perdura in questo inizio di 2021.

Chiederemo in Consiglio Regionale, come Moderati, che i donatori di sangue siano inseriti tra le categorie prossimamente vaccinate contro il Covid-19 o che possano essere contattati nei casi di disdetta last minute da parte di soggetti prenotati e convocati. Garantendo a chi dona l’immunizzazione, porremo una delle condizioni necessarie a recuperare almeno in parte il gap rispetto ai quantitativi di sangue donati negli anni precedenti la pandemia, sia limitando la diffusione del virus tra i donatori sia limitando nei donatori stessi le ragioni di preoccupazione per la propria salute.