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Tag: Cultura

“Regio Itinerante” da quattro anni in crisi, i piccoli Comuni rischiano di dover rinunciare a ospitare concerti di alto livello

Alla Giunta Regionale, che sul progetto mette fondi, va bene così?

Il trend negativo è iniziato nel 2018, ben prima, dunque, della pandemia: ho portato il tema in Consiglio Regionale con un’interpellanza appena discussa a Palazzo Lascaris. La Regione mette a disposizione risorse affinché, con questa iniziativa, la cultura di qualità arrivi capillarmente sull’intero territorio piemontese senza costi eccessivi: non può esimersi, dunque, dal far emergere la propria posizione politica e dal dettare le proprie priorità. La fondamentale figura professionale incaricata di stringere accordi con i Comuni è stata messa alla porta. L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è quasi triplicata) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio. Se la Giunta crede, come crediamo noi come Moderati, che questa iniziativa diffusa sia un valore in sé (d’altra parte è per sostenere questa tipologia di progetto che la Regione mette risorse), si muova perché a pandemia finita il calendario torni ai livelli pre-crisi.

Qual è il vero interesse, da parte della Giunta Regionale, nei confronti del “Regio Itinerante”? Che tipo di “Regio Itinerante” ha in mente? Lo scopriremo senza tema di smentite alla fine della pandemia, quando non sarà più possibile appellarsi alle limitazioni che gravano sugli eventi in presenza per giustificare il crollo verticale nel numero di appuntamenti organizzati. Il calo è iniziato nel 2018: ben prima dell’emergenza pandemica. Per ora, rileviamo che è impossibile, da una parte, affermare che il progetto è al centro delle preoccupazioni della Regione Piemonte e, contemporaneamente, rinunciare a fornire indicazioni programmatiche e strategiche, avallando semplicemente le decisioni del Commissario Straordinario, come se l’Ente Regionale non mettesse fondi a sostegno dell’iniziativa. Lo stesso responsabile dell’iniziativa con delega ai rapporti con gli Enti locali per l’organizzazione degli eventi è stato messo alla porta. L’Assessore Marrone ha risposto poco fa per conto dell’assente Assessora Poggio alla mia interpellanza sul tema.  

Cedere l’organizzazione del “Regio Itinerante” a un ente esterno al Teatro è compatibile con lo spirito stesso dell’iniziativa? “Il Regio Itinerante”, che ci auguriamo resti un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali e non sia limitato a un numero ristretto e fisso di località, ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, quasi 1.400 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium. Episodi come la cancellazione, il giorno prima dell’evento, di un concerto in calendario a Rivalta lo scorso ottobre o come il ritardo nella pubblicazione del bando per la selezione dei nuovi gruppi da camera non sono senza conseguenze e danno le dimensioni delle criticità che gravano, attualmente, sul “Regio Itinerante”. L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è quasi triplicata) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio.

Il resto del quadro lo tracciano i numeri: dopo il picco raggiunto nella stagione 2009-2010 con 62 concerti, il rallentamento del 2018 e il crollo nel 2020-21, con 13 soli eventi. Ora siamo a un bivio: questa Giunta crede nel “Regio Itinerante” oppure no? Se sì, occorrono misure politiche conseguenti e adeguate; se no, per correttezza, lo si dichiari esplicitamente.

L’ampliamento delle proposte del “Regio Itinerante” si è reso possibile anche grazie al crescente riscontro del pubblico e all’aumento della domanda di enti e associazioni che intendono ospitare i concerti. Un circolo virtuoso che sarebbe assurdo interrompere.

Bilancio Regionale, per la cultura un’occasione gettata al vento

Dopo un anno di crisi mai vista prima, il centrodestra respinge tutti gli emendamenti dei Moderati per sostenere questo comparto con nuove risorse finanziarie per 3 milioni e 950mila euro. Il taglio sulla cultura è stato ridotto, ma è comunque maggiore che in altri settori. Oltre ad aver bocciato numerosi emendamenti in Commissione, il centrodestra ha detto no a un emendamento da 3 milioni e 300mila euro per sostenere l’Associazionismo culturale.

Questa Maggioranza e questa Giunta, prontissime a dire no a tutti i nostri emendamenti pensati per dare ossigeno al settore della cultura dopo un anno di crisi terrificante, ha perso oggi un’occasione: se gli emendamenti dei Moderati fossero stati approvati, avremmo almeno recuperato la cifra allocata lo scorso anno per questo comparto; invece, siamo a commentare un taglio che, per quanto in parte ridotto, resta maggiore che in altri settori.

Avevamo richiesto, in particolare, fondi pari a 3 milioni e 300mila euro per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali (con un emendamento pensato per sostenere in particolare l’Associazionismo culturale del nostro territorio), risorse pari a 600mila euro per il restauro e la manutenzione di immobili di interesse storico e una cifra pari a 50mila euro per le società di mutuo soccorso.

Il segnale dato oggi fa il paio con il fatto che risultavano, a Bilancio, oltre 3,2 milioni di euro impegnati e non spesi, per il settore, a fine 2020. Dati che ci inducono a riflettere sulla capacità di pianificazione e programmazione di questa Giunta e sul suo reale interesse verso un settore che significa posti di lavoro per decine di migliaia di famiglie in Piemonte.  

Non si chiuda il sipario sul comparto teatrale piemontese

Per la seconda volta consecutiva, la Giornata Mondiale del Teatro si celebra a sale chiuse causa pandemia: il settore non è “solo” svago e cultura, ma un asset strategico dell’economia regionale e fonte di sostentamento per migliaia di famiglie, la politica lo sostenga. La Germania dimostra che è possibile organizzare eventi in presenza nella massima sicurezza.

La Giornata Mondiale del Teatro si celebra per il secondo anno consecutivo a sale chiuse: le previsioni più ottimistiche, che avrebbero voluto proprio nella giornata odierna la riapertura dei sipari, sono state smentite dai fatti. I numeri spiegano perché è necessario permettere la ripartenza di un settore che sarebbe miope considerare di solo svago: una media (pre 2020) di 8mila spettacoli organizzati ogni anno sul nostro territorio e 1,3 milioni di biglietti venduti. Sono oltre 20mila le imprese culturali e creative in attività sul territorio regionale. Questo settore non è dunque “solo” svago e cultura, ma rappresenta la fonte di reddito per migliaia di famiglie e rappresenta un asset strategico dell’economia della nostra regione. Ci auguriamo come Moderati che non si ripetano in questo 2021, da parte della Giunta Regionale, le incertezze e i ritardi visti nel 2020 nella pubblicazione dei bandi e nella programmazione triennale. Garantiamo ai teatri piemontesi, messi alle corde dalla crisi, il sostegno necessario a non sparire. In Germania è stato lanciato un progetto pilota per la ripresa delle attività culturali. Diversi eventi, tra i quali un concerto con mille spettatori appena tenutosi alla Filarmonica di Berlino, dimostrano che, con rigide misure di sicurezza, è possibile.

Il grido di aiuto delle Associazioni culturali e di Terzo Settore

La Città di Torino faccia di tutto per venire incontro con sgravi e rilevanti facilitazioni a queste realtà, messe alle corde da un anno di sostanziale inattività: se le Associazioni chiudono i battenti, il danno è di tutti. Servono ulteriori e nuove forme di sostegno per permettere loro di sopravvivere. Discussa poco fa in Consiglio Comunale la mia interpellanza sull’argomento.

Sostegno, sostegno, sostegno. Non c’è altro modo per permettere alle Associazioni culturali e di Terzo Settore del nostro territorio di non soccombere dopo un anno di crisi durissima, dodici mesi nei quali portare avanti le normali attività è stato a tratti impossibile. La Città di Torino intervenga subito prorogando l’abbattimento dei canoni di concessione a favore delle realtà che usufruiscono delle sue strutture. 

Sgravi sulle concessioni e sulle tasse comunali sono fondamentali per dare respiro all’intero comparto. Non possiamo permetterci una moria di Associazioni Culturali, ritrovandoci in un prossimo futuro con una platea di Associazioni ridotta di un quarto, di un terzo, della metà.

La Giunta ha affermato a verbale, rispondendo al mio quesito, che la delibera con la quale lo scorso anno fu concessa una riduzione pari al 90% dei canoni relativi ai periodi di chiusura forzata e pari al 30% per le fasi di calo dell’attività sarà in automatico prorogata, a favore dei conduttori e concessionari di immobili e di impianti sportivi di proprietà comunale, quest’anno: mi assicurerò che ciò avvenga. Le Associazioni stanno facendo registrare non solo un crollo delle attività svolte, ma anche un proporzionale crollo del numero degli associati, con le conseguenze anche economiche che possiamo immaginare. La Giunta si metta al lavoro.

Tutto fa pensare che l’emergenza continuerà nei prossimi mesi. Il mondo dell’Associazionismo si costruisce in tempi lunghi e rischia di essere abbattuto in tempi brevi dalle difficoltà. Evitiamo che si creino situazioni estreme, come i casi da me conosciuti di Presidenti che hanno chiesto personalmente prestiti per dare respiro alla propria Associazione in un momento di difficoltà.

Cultura, nell’anno del disastro COVID lo spreco di 3,2 milioni di euro non utilizzati

Oltre 3,2 milioni di euro: a questa cifra rilevantissima ammonta quanto impegnato e non speso a fine 2020, anno terribile per il comparto culturale.

Un dato che ci induce a riflettere sulla capacità di pianificazione e programmazione da parte di una Giunta che, lo scorso dicembre, avrebbe potuto e dovuto provare a indirizzare questi fondi su altre attività e partite che ne avrebbero avuto bisogno. Ci preoccupa profondamente la diminuzione delle risorse in una fase che, invece, imporrebbe investimenti importanti per il rilancio. I 3,2 milioni di euro non utilizzati andranno a ridurre il disavanzo invece che a sostenere il comparto culturale. Le risorse disponibili confluiscono su pochi grand bandi, ai quali tutti cercheranno di partecipare, con il risultato di creare una sorta di guerra tra poveri che andrà a danno di tutti. 

Come Moderati, porteremo in Aula le istanze dell’Associazionismo culturale, facendo di tutto per sostenere un comparto per noi strategico. Fin da ora chiediamo a gran voce la convocazione dei Tavoli della Cultura, imprescindibile ambito di confronto tra Regione e attori pubblici e privati del settore culturale.