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Tag: Cultura

Scuole Medie, sia apertura senza eccezioni

Assurdo che il secondo e il terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado rimangano in regime di didattica a distanza, come da volontà, pare, del Presidente Cirio. I danni a livello didattico e psicologico rischiano di essere gravissimi. Non siano gli studenti di oggi (imprenditori, professionisti e lavoratori di domani), né le famiglie, a pagare gli errori della politica (a partire dal mancato potenziamento del trasporto pubblico). Il Piemonte prenda esempio dalla Lombardia. Dal Presidente solidarietà a studentessa no-DAD e poi mancata riapertura? Sarebbe una clamorosa incoerenza e l’implicita ammissione che si trattava di una mera iniziativa di comunicazione.

La Lombardia, Zona Arancione, riapre le Scuole: e il Piemonte? Gli alunni del secondo e del terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado devono tornare in classe. 

Cirio ci dica piuttosto di chi è la responsabilità di un servizio di trasporto pubblico mai sufficientemente potenziato e reso sicuro in tutti questi mesi. Non devono essere i ragazzi e le loro famiglie a pagare l’inadeguatezza di chi governa. 

Riaprire dopo l’Epifania? Vorrebbe dire due mesi consecutivi senza lezioni in presenza, senza contare quelli del primo lockdown. Non ce lo possiamo permettere. In tanti dei nostri ragazzi stanno emergendo i primi segnali di difficoltà psicologica. La didattica a distanza non potrà mai sostituire una didattica in presenza, fatta di rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni. La mancata riapertura sarebbe inoltre un ulteriore disagio per le famiglie in una fase nella quale difficile o non opportuno è chiedere il supporto di baby sitter e nonni.  

La Lombardia, alla quale questa Giunta e questa Maggioranza di centrodestra guardano come a un modello, riaprirà senz’altro: mi auguro che il Piemonte non scelga di fare diversamente proprio questa volta. 

Il Governo Regionale, che giustamente sta provando a dare sostegno dal punto di vista finanziario al commercio cittadino, si renda conto che gli imprenditori, i professionisti e i lavoratori di domani sono i ragazzi che oggi hanno bisogno di tornare a scuola.

A poco serve farsi fotografare e riprendere insieme alle studentesse che protestano contro la didattica a distanza per poi non riaprire le Scuole: da parte del Presidente Cirio sarebbe un esempio di incoerenza difficile da spiegare agli studenti e alle famiglie piemontesi e la dimostrazione che si trattava di una mera iniziativa pubblicitaria.

La “lezione” delle Scuole di Lingua non è stata appresa

Dopo la “dimenticanza” della scorsa primavera, neppure per questo secondo lockdown sono stati previsti ristori per le Scuole di Lingua e per le Scuole di Italiano per Stranieri: occorre porre rimedio al più presto o le realtà di questo importante comparto culturale saranno decimate. Garantisco il mio impegno in Consiglio Regionale.

Ci risiamo: eccoci di nuovo a tentare una corsa contro il tempo per salvare il settore delle Scuole di Lingue e delle Scuole di Italiano per Stranieri dal collasso finanziario. Il codice Ateco 855930 (Scuole e Corsi di Lingua) è rimasto escluso dal Decreto Ristori bis: la lezione, evidentemente, non è stata imparata. Tale mancato inserimento nell’elenco dei beneficiari dei ristori rischia di avere risvolti drammatici: ancora una volta le realtà del settore della formazione linguistica in Italia e in particolare del settore dell’organizzazione dei soggiorni linguistici rischiano di essere decimate. Non basta la considerazione che queste attività possono proseguire online la loro attività. Queste attività hanno subito drammatiche perdite di fatturato negli ultimi dieci mesi e oggi hanno bisogno di un sostegno reale e immediato. Mi farò portavoce di questa esigenza in Consiglio Regionale: alla GIunta Cirio chiedo un atto di coraggio a tutela di realtà private che si sostengono con le quote versate dagli studenti stessi. Per queste Scuole la didattica a distanza non è, di fatto, un’alternativa praticabile, dal momento che il pubblico di riferimento concepisce corsi di questo tipo quasi esclusivamente in presenza. Almeno la Giunta Regionale ne tenga conto.

Bandi regionali per la cultura, abbiamo già perso troppo tempo

Nuova promessa della Giunta, che garantisce la pubblicazione di un bando in settimana: 20mila realtà culturali e creative attendo questi bandi da mesi per non dover cessare o ridimensionare la propria attività. Il comparto culturale, che ha già sentito tante promesse in queste settimane, dà lavoro a decine di migliaia di piemontesi e dà da vivere a decine di migliaia di famiglie. Discuterò domani in Consiglio Regionale un mio Question Time sul tema.

Nuova promessa, dopo tanto tempo perso, da parte della Giunta Regionale, che oggi garantisce la pubblicazione di un bando per la cultura nei prossimi giorni. Si discuterà domani in Consiglio Regionale un Question Time su questo argomento. Chiederò conto del ritardo di mesi accumulato e delle precedenti promesse non rispettate (“Entro la prima settimana di settembre usciranno i bandi per il Settore Cultura”). Mi auguro che le procedure siano veloci e che si proceda in fretta: non c’è più tempo da perdere e i tempi devono essere certi. In gioco c’è la sopravvivenza di un intero comparto. Anche con i contributi regionali Enti, Istituti, Fondazioni, Associazioni culturali e altri soggetti – imprese sociali, Onlus e altre realtà comprese – portano avanti la loro attività. Oltre a essere un valore di per sé, la cultura dà da vivere a decine di migliaia di famiglie piemontesi. Sostenerla è un dovere.

Sostegno agli operatori dello spettacolo domani in piazza

Manifestazioni in tutta Italia, Torino compresa: i lavoratori del comparto reclameranno pacificamente risorse certe per superare la crisi e per essere in grado di ripartire a emergenza finita.

Imprenditori, professionisti, dipendenti del mondo della cultura e dello spettacolo saranno in piazza, domani mattina, nelle principali città italiane, Torino compresa (ore 10.00, piazza Castello). Chiederanno un sostegno vero in questo momento di crisi. Faccio mio il grido di aiuto di operatori che, pacificamente, reclameranno risorse certe per superare la crisi e per essere in grado di ripartire, quando finalmente questa emergenza sarà finita. Cultura è ricchezza. Cultura significa posti di lavoro per decine di migliaia di famiglie. Siamo convinti, come Moderati, che non esistano lavoratori di Serie A e lavoratori di Serie B. Le oltre 20mila le imprese culturali e creative in attività sul territorio regionale hanno bisogno di sostegno oggi più che mai. Le Istituzioni rispondano.

Sostegno a chi sostiene la cultura

Il Gruppo dei Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte sostiene convintamente e senza mezzi termini le richieste portate avanti dal Comitato Emergenza Cultura Piemonte, che ha manifestato poco fa davanti a Palazzo Lascaris chiedendo che la Regione non abbandoni il comparto culturale in questa fase di crisi profonda.

La cultura è un valore di per sé. Cultura è ricchezza. Cultura significa posti di lavoro per decine di migliaia di famiglie. Siamo convinti che non esistano lavoratori di Serie A e lavoratori di Serie B. Sono oltre 20mila le imprese culturali e creative in attività sul territorio regionale. La Giunta Regionale convochi al più presto il Tavolo Generale della Cultura, come richiesto dal Comitato. Urge decidere la programmazione per il triennio 2021-2023, slittata a causa della crisi epidemiologica. Siano al più presto pubblicati i bandi, che di solito escono a luglio e dei quali per quest’anno ancora non si ha notizia, per garantire alle realtà culturali del nostro territorio (le cui casse sono state gravemente provate dalla contrazione di fatturato e incassi dovuta all’emergenza e alle relative limitazioni nell’operatività) la disponibilità economica necessaria a non sparire.