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Tag: Comune di Torino

Limitazioni al traffico ora? Follia, rischiamo di aprire una nuova catena di contagio

I mezzi pubblici non sono stati potenziati, non possiamo chiedere a chi si muove con un Euro 5 diesel di scegliere se rinunciare al lavoro o intasare ulteriormente tram e bus. Chi ha preso questa decisione è corresponsabile dei rischi che comporta e dimostra di non aver minimamente capito il momento che il mondo del lavoro sta passando.

Il livello del “semaforo dell’inquinamento” sarà anche arancione, ma sta di fatto che il Piemonte è zona rossa: questo – nel quale invece servirebbe buon senso – è il momento peggiore in assoluto perché, dalle ore 8.00 alle ore 19.00 fino a giovedì, tutti coloro che di solito si recano al lavoro a bordo di un mezzo escluso dalla possibilità di circolare si riversino sui mezzi pubblici. Mezzi pubblici che, ricordo, non sono stati potenziati né sono sufficientemente monitorati. Stiamo obbligando chi ha un mezzo Euro 5 diesel di scegliere: rinunciare a lavorare o salire a bordo di bus e tram, intasandoli ulteriormente. Rischiamo di creare un’altra catena di contagio: chi ha preso questa decisione ne sarebbe corresponsabile. Questa Giunta non ha assolutamente capito – oggi ne abbiamo l’ennesima conferma – della condizione nella quale si trova Torino, del periodo che sta vivendo il mondo del lavoro, di quello che stanno passando le categorie che lavorano. Il lavoro è, evidentemente, una dimensione sconosciuta a questa Amministrazione.

“Interpellanze del cittadino”, buco nell’acqua

L’ultimo atto di questo tipo è stato discusso in Sala Rossa il 30 settembre 2019: questa è la misura del crollo di una concezione di democrazia diretta alla quale gli stessi Cinque Stelle hanno dimostrato, nei fatti, di non credere. Domani si discuterà la mia interpellanza sul tema in Consiglio Comunale.

Interpellanze del cittadino? Fallimento (quasi) totale. Non se ne discutono da un anno: lunghissima è ormai la “coda” di atti presentati e ancora non calendarizzati. Il proposito di dedicare una seduta al mese a questo strumento di partecipazione resta lettera morta (e l’emergenza sanitaria non c’entra). Mi è stato riferito che, per alcune interpellanze recapitate via PEC, sono stati necessari due mesi e più per l’accoglimento e la comunicazione dell’esito al cittadino presentante. Se è questa la “democrazia diretta” della quale i Cinque Stelle tanto parlano, possiamo davvero parlare di buco dell’acqua o di ennesimo esempio di azione di facciata priva di seguito. I torinesi se ne stanno accorgendo. Si sarebbero dovute calendarizzare ogni mese sedute da cinquanta minuti a questo argomento, ma il proposito è rimasto lettera morta. Sono diverse le interpellanze “in coda”, in attesa di essere calendarizzate. Domani, con un’interpellanza, chiederò alla Giunta quali siano le ragioni del mancato rispetto del calendario mensile e se possiamo sperare, nelle prossime settimane, che gli atti “in coda” arrivino finalmente in Aula.

Via Nizza 22/F, chi vincerà la volata tra le bici, i monopattini, le auto e la sicurezza dei bambini?

Davanti agli Istituti Bonacossa/Fregonese sfrecciano ciclisti, monopattinisti e automobilisti, rischiando di travolgere genitori e piccoli alunni nelle fasce orarie di entrata e uscita da scuola. Ho appena presentato, sul tema, un’interpellanza in Sala Rossa.

La ciclabile c’era già. E funzionava. Come funziona tuttora, sul lato dei civici dispari di via Nizza, marciapiede est. Ma porta con sé una macchia irredimibile, l’essere stata voluta dalla precedente Giunta. E così l’attuale Amministrazione ne ha realizzata un’altra, parallela e adiacente al marciapiede ovest. Proprio così: una seconda pista ciclabile sulla stessa strada. La nuova ciclopista passa proprio davanti alle Scuole Bonacossa e Fregonese. Davanti al civico 22/F i genitori accompagnano e attendono. rispettivamente nelle fasce orarie d’entrata e di uscita, le bimbe e i bimbi: sono circa 200 a frequentare le classi della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria. Facile immaginare la quantità di persone presenti sul marciapiede nelle ore “di punta”. Sull’adiacente ciclabile a doppia corsia sfrecciano talora a velocità folle, come da me verificato personalmente, biciclette e monopattini. A centro strada accelerano le auto dopo lo stop al semaforo di largo Marconi. Le situazioni di pericolo sono all’ordine del giorno. Ho fatto mie le richieste delle Scuole e delle famiglie, che chiedono a gran voce maggiore sicurezza. In particolare, con un’interpellanza già depositata in Sala Rossa, chiederò alla Giunta Appendino interventi finalizzati a rallentare la velocità, in quel tratto di strada, sia dei veicoli a motore sia di biciclette e monopattini, tramite il posizionamento di dissuasori e con il potenziamento della segnaletica sia orizzontale sia verticale. Proporrò inoltre di realizzare un dosso in corrispondenza dell’attraversamento pedonale, sulla falsariga del manufatto già presente nella vicina via Emanuele Thesauro. Segnalo che a fine ottobre sono comparse nuove strisce bianche lungo la ciclabile, ma in posizione errata rispetto alle necessità (vedi foto in evidenza): anche su questo chiederò informazioni all’Assessore competente.

Ex Astanteria Martini, il lungo sonno delle Istituzioni

Da troppo tempo sul tema della struttura abbandonata di largo Cigna a Torino né la Regione né il Comune si muovono: il risultato è un ricettacolo di degrado, proprio quando più avremmo bisogno di posti letto.
 
Avremmo bisogno di posti letto, ci ritroviamo degrado e sospette occupazioni abusive: ecco la situazione attuale dell’ex Astanteria Martini di largo Cigna 74 a Torino. Il tema è oggetto di due mie interpellanze, una appena discussa in Consiglio Comunale e l’altra già presentata in Consiglio Regionale. 

All’Amministrazione Civica contesto la sostanziale inerzia, laddove si sarebbe potuto e dovuto cercare un’interlocuzione con l’ente regionale e con l’Asl proprietaria del bene per provare a dare una svolta a una situazione che, lungi dall’essere risolta, peggiora con gli anni. Viviamo in questi tempi difficili una drammatica carenza di posti letto e simili strutture sarebbero oggi più che mai utili. Per quanto riguarda la sospetta presenza di soggetti che si introducono abusivamente nell’ex Astanteria, la risposta “non ci sono giunte segnalazioni a riguardo” è, da parte dell’Assessore Iaria, assolutamente insoddisfacente. Mi auguro almeno che ora il Comune faccia, con la Municipale, le proprie verifiche.

Discuterò prossimamente la mia interpellanza anche in Consiglio Regionale: la prospettiva della realizzazione di un poliambulatorio è auspicata dai residenti e mi troverebbe assolutamente favorevole. Urge una programmazione seria per dare nuova vita a un bene inutilizzato dal lontano 2003 e per riqualificare un quartiere che si sente sempre più abbandonato dalla politica.

Servizio Trasporto Persone con Disabilità, è arrivato il momento di cambiare modello

Le criticità ancora irrisolte (che riguardano ora anche i Centri Diurni, oltre al Servizio Studenti e ai Buoni Taxi) e la necessità di un nuovo ricorso all’Articolo 30 da parte dell’Amministrazione sono segnali inequivocabili: serve un altro tipo di organizzazione, magari mettendo in campo GTT o introducendo procedure di accreditamento affinché i Centri stessi possano gestire autonomamente il servizio.

Se un’Amministrazione deve ricorrere più volte in pochi anni all’Articolo 30, significa che c’è un problema: esattamente questo è il caso del Servizio Comunale Trasporto Persone con Disabilità gestito da Tundo. Le criticità sono sotto gli occhi di tutti, tra stipendi non pagati o pagati in ritardo, TFR che non arrivano e disservizi per utenti e famiglie. Per quanto la Città stia provando a fare la sua parte (tutti gli stipendi arretrati saranno versati entro fine mese), dobbiamo pensare a un nuovo modello perché questo – come ormai sotto gli occhi di tutti – non funziona. 

Rilancio ancora una volta l’ipotesi di mettere in campo la società di trasporto pubblico GTT, garantendo così un servizio privo di intoppi operativi e di natura finanziaria. Per quanto riguarda i Centri Diurni, servizio che a sua volta sta cominciando a far registrare disservizi, è ora di provare a immaginare, per esempio, nuove procedure di accreditamento o modalità che permettano ai Centri di gestire direttamente il servizio di trasporto, magari dotandosi di personale aggiuntivo, Guardiamo in questo senso alle esperienze virtuose di comuni come Genova.

Soltanto in questi ultimi giorni, con un minor numero di persone da trasportare a causa del lockdown, è in parte rientrata l’emergenza disservizi. Pur nell’attenzione alla materia dimostrata dall’Assessorato, non nascondo la mia preoccupazione e mi auguro che, dove mancante, la ditta riceva le dovute sanzioni.

Nella mia interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale, ho toccato anche altre criticità, quali il numero ridotto di mezzi utilizzato (37, contro i 40 su strada indicati nel capitolato), la copertura assicurativa dei mezzi, la regolarità della licenza per l’esercizio del servizio di trasporto, la sanificazione dei mezzi, le visite mediche di controllo e le condizioni dell’uso del posteggio in piazzale Caio Mario. Mi auguro che la Città abbia la forza di controllare singolarmente tutti i vari casi, senza doversi basare sulle sole autocertificazioni da parte dell’azienda.