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Tag: Comune di Torino

Torino, Campo Nomadi diffuso

Corso Salvemini, via Gorizia e strada delle Cacce, ma anche via Bologna e via Aosta: ecco solo alcuni dei luoghi della nostra città da tempo trasformati, di fatto, in accampamenti. Aumenta la preoccupazione dei residenti. Ho portato il tema in Consiglio Comunale con un’interpellanza.

Diverse zone di Torino si stanno trasformando in una sorta di Campo Nomadi diffuso: in particolare a Mirafiori e a Santa Rita, Barriera di Milano e altri quartieri. Cresce, in proporzione, la preoccupazione e il disagio dei residenti, ai quali poco importano le questioni di pura forma, le minuzie, le riflessioni relative al fatto che i camper posteggiati da settimane siano o meno fissati all’asfalto della strada: aspettano, in compenso, di non dover più vedere degrado, bidoni dell’immondizia rovesciati a terra, fontanelle utilizzate per l’igiene personale delle persone accampate e altre talvolta ancora più gravi conseguenze. Questa situazione è il risultato di quindici anni nei quali abbiamo tollerato atteggiamenti invece non accettabili. Resto preoccupato dalla nostra lentezza nell’intervenire e nel trovare soluzioni. Sempre più spesso questi accampamenti improvvisati e totalmente abusivi si formano nei pressi di caseggiati di edilizia popolare. Con le conseguenze che ormai conosciamo: alloggi occupati, fenomeni di microcriminalità, degrado, furti, minori e soggetti fragili utilizzati come “scudi” per evitare lo sgombero, allacciamenti non autorizzati alle utenze. La nostra città è solidale: questo non vuol dire che sia nostro dovere tollerare comportamenti che sono invece intollerabili. Il mio impegno, sia in Sala Rossa sia a Palazzo Lascaris, continua.

Abbattimento barriere architettoniche in case ATC, i fondi non bastano

Dal 2006 la Regione Piemonte non eroga finanziamenti specifici per effettuare gli interventi: le sole economie residue non bastano per coprire tutti i lotti e le richieste che provengono da inquilini con disabilità inferiore al 100% vanno “in coda”. Servono quasi 1,4 milioni per coprire le 154 richieste in attesa dal 2016. Non nascondo la mia preoccupazione e mi impegnerò in Comune e in Regione perché si trovino altre risorse. I dati sono forniti dall’Assessorato in risposta a una mia interpellanza sul tema appena discussa in Consiglio Comunale.

Un quadro allarmante e una significativa sproporzione tra il gran numero di interventi necessari e le scarse risorse: questa la situazione relativa ai necessari abbattimenti di barriere architettoniche nelle nostre case ATC. Sul tema ho appena discusso un’interpellanza in Consiglio Comunale. Se fino al 2006 la Regione Piemonte (presenterò un analogo atto anche a Palazzo Lascaris) destinava finanziamenti specifici per l’eliminazione di barriere architettoniche in edifici di Edilizia Sociale, da quasi quindici anni l’Agenzia può contare sulle sole economie residue, che bastano appena per i casi più urgenti Troppo poco, alla luce di un patrimonio immobiliare che risale, in gran parte, ai decenni passati, quando gli standard erano ben diversi. I tempi, per fortuna, sono cambiati: l’aspettativa di vita è aumentata e le carrozzine motorizzate, molto più ingombranti, sono sempre più diffuse. L’età media dei torinesi si sta a sua volta alzando: sono sempre più numerose le richieste di trasferimento da alloggi non accessibili a unità abitative prive di barriere architettoniche, cosa che, anche quando è concessa, richiede tempi lunghissimi. Le risorse che stiamo mettendo a disposizione per abbattere le barriere non sono sufficienti: al momento l’Agenzia sta dando priorità agli interventi richiesti da persone con disabilità al 100%, senza riuscire a coprire 154 richieste (importo stimato: 1,36 milioni di euro) da parte di inquilini con invalidità parziale. Urgono fondi per finanziare altri lotti di interventi. Spero che il tema sia messo all’ordine del giorno per i prossimi mesi, sia a livello comunale e sia a livello regionale. Una vera e completa accessibilità conviene a tutti e aumenta il valore economico degli appartamenti.

Limitazioni al traffico ora? Follia, rischiamo di aprire una nuova catena di contagio

I mezzi pubblici non sono stati potenziati, non possiamo chiedere a chi si muove con un Euro 5 diesel di scegliere se rinunciare al lavoro o intasare ulteriormente tram e bus. Chi ha preso questa decisione è corresponsabile dei rischi che comporta e dimostra di non aver minimamente capito il momento che il mondo del lavoro sta passando.

Il livello del “semaforo dell’inquinamento” sarà anche arancione, ma sta di fatto che il Piemonte è zona rossa: questo – nel quale invece servirebbe buon senso – è il momento peggiore in assoluto perché, dalle ore 8.00 alle ore 19.00 fino a giovedì, tutti coloro che di solito si recano al lavoro a bordo di un mezzo escluso dalla possibilità di circolare si riversino sui mezzi pubblici. Mezzi pubblici che, ricordo, non sono stati potenziati né sono sufficientemente monitorati. Stiamo obbligando chi ha un mezzo Euro 5 diesel di scegliere: rinunciare a lavorare o salire a bordo di bus e tram, intasandoli ulteriormente. Rischiamo di creare un’altra catena di contagio: chi ha preso questa decisione ne sarebbe corresponsabile. Questa Giunta non ha assolutamente capito – oggi ne abbiamo l’ennesima conferma – della condizione nella quale si trova Torino, del periodo che sta vivendo il mondo del lavoro, di quello che stanno passando le categorie che lavorano. Il lavoro è, evidentemente, una dimensione sconosciuta a questa Amministrazione.

“Interpellanze del cittadino”, buco nell’acqua

L’ultimo atto di questo tipo è stato discusso in Sala Rossa il 30 settembre 2019: questa è la misura del crollo di una concezione di democrazia diretta alla quale gli stessi Cinque Stelle hanno dimostrato, nei fatti, di non credere. Domani si discuterà la mia interpellanza sul tema in Consiglio Comunale.

Interpellanze del cittadino? Fallimento (quasi) totale. Non se ne discutono da un anno: lunghissima è ormai la “coda” di atti presentati e ancora non calendarizzati. Il proposito di dedicare una seduta al mese a questo strumento di partecipazione resta lettera morta (e l’emergenza sanitaria non c’entra). Mi è stato riferito che, per alcune interpellanze recapitate via PEC, sono stati necessari due mesi e più per l’accoglimento e la comunicazione dell’esito al cittadino presentante. Se è questa la “democrazia diretta” della quale i Cinque Stelle tanto parlano, possiamo davvero parlare di buco dell’acqua o di ennesimo esempio di azione di facciata priva di seguito. I torinesi se ne stanno accorgendo. Si sarebbero dovute calendarizzare ogni mese sedute da cinquanta minuti a questo argomento, ma il proposito è rimasto lettera morta. Sono diverse le interpellanze “in coda”, in attesa di essere calendarizzate. Domani, con un’interpellanza, chiederò alla Giunta quali siano le ragioni del mancato rispetto del calendario mensile e se possiamo sperare, nelle prossime settimane, che gli atti “in coda” arrivino finalmente in Aula.

Via Nizza 22/F, chi vincerà la volata tra le bici, i monopattini, le auto e la sicurezza dei bambini?

Davanti agli Istituti Bonacossa/Fregonese sfrecciano ciclisti, monopattinisti e automobilisti, rischiando di travolgere genitori e piccoli alunni nelle fasce orarie di entrata e uscita da scuola. Ho appena presentato, sul tema, un’interpellanza in Sala Rossa.

La ciclabile c’era già. E funzionava. Come funziona tuttora, sul lato dei civici dispari di via Nizza, marciapiede est. Ma porta con sé una macchia irredimibile, l’essere stata voluta dalla precedente Giunta. E così l’attuale Amministrazione ne ha realizzata un’altra, parallela e adiacente al marciapiede ovest. Proprio così: una seconda pista ciclabile sulla stessa strada. La nuova ciclopista passa proprio davanti alle Scuole Bonacossa e Fregonese. Davanti al civico 22/F i genitori accompagnano e attendono. rispettivamente nelle fasce orarie d’entrata e di uscita, le bimbe e i bimbi: sono circa 200 a frequentare le classi della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria. Facile immaginare la quantità di persone presenti sul marciapiede nelle ore “di punta”. Sull’adiacente ciclabile a doppia corsia sfrecciano talora a velocità folle, come da me verificato personalmente, biciclette e monopattini. A centro strada accelerano le auto dopo lo stop al semaforo di largo Marconi. Le situazioni di pericolo sono all’ordine del giorno. Ho fatto mie le richieste delle Scuole e delle famiglie, che chiedono a gran voce maggiore sicurezza. In particolare, con un’interpellanza già depositata in Sala Rossa, chiederò alla Giunta Appendino interventi finalizzati a rallentare la velocità, in quel tratto di strada, sia dei veicoli a motore sia di biciclette e monopattini, tramite il posizionamento di dissuasori e con il potenziamento della segnaletica sia orizzontale sia verticale. Proporrò inoltre di realizzare un dosso in corrispondenza dell’attraversamento pedonale, sulla falsariga del manufatto già presente nella vicina via Emanuele Thesauro. Segnalo che a fine ottobre sono comparse nuove strisce bianche lungo la ciclabile, ma in posizione errata rispetto alle necessità (vedi foto in evidenza): anche su questo chiederò informazioni all’Assessore competente.