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Tag: Comune di Torino

La spada di Damocle su piazza Baldissera (e dintorni)

Fra un anno, nuovi e ingenti flussi di traffico si riverseranno in zona dalle autostrade: attualmente, la conformazione urbanistica del quartiere non è attrezzata per assorbirli. Senza interventi, sarà il delirio. Non ci sono altre soluzioni: serve il tunnel.

Primi mesi del 2022: il traffico veicolare proveniente dalle autostrade Torino-Milano, Torino-Aosta e Torino-Caselle potrà incanalarsi su corso Venezia, grazie all’apertura del raccordo con corso Grosseto. Uno stress che piazza Baldissera, pur se semaforizzata, rischia di non essere in grado di assorbire e smaltire. Il rischio è il formarsi di ingorghi tali da bloccare completamente la circolazione. Rischiamo che gli scenari da “girone infernale degli automobilisti” visti alla fine del 2018 (e non solo allora) si ripresentino. Una spada di Damocle incombe su piazza Baldissera e sulle altre intersezioni del quartiere. Tutte le criticità si possono prevenire in un solo modo e in maniera definitiva: con il sottopasso. Le parole dell’Assessore Lapietra, secondo la quale la linea tranviaria lungo il diametro della rotonda e l’introduzione dei semafori garantiranno “la stessa efficacia a un decimo del costo” rispetto al tunnel, rischiano di essere clamorosamente smentite dai fatti già nei prossimi mesi. E non possiamo permettercelo. Piazza Baldissera ha bisogno di essere sgravata dall’afflusso di auto. E questo si ottiene in un modo solo: con il tunnel.

Insediamenti abusivi, intervenire quando i camper sono ancora pochi

Si parte con una manciata di mezzi, spesso utilizzati come punto di osservazione sui vicini appartamenti ATC da occupare: è questo il momento in cui l’Amministrazione deve agire. L’unica soluzione è anticipare i tempi, collocando dissuasori per impedire la sosta prima che la situazione precipiti. Il problema è diffuso in varie zone di Torino (sono oltre cento gli alloggi occupati sul territorio cittadino). Si è appena tenuta in Consiglio Comunale una Commissione sul caso specifico di corso Salvemini.

Oltre cento gli alloggi ATC abusivamente occupati sul territorio cittadini. Un dato che è in parte il risultato di una dinamica ricorrente: si parte con una manciata di mezzi posteggiati per giorni nei pressi dei caseggiati quale punto di osservazione sulle unità abitative. Da questo momento, in molti casi, la situazione precipita, con l’occupazione di alloggi non abitati. Bisogna intervenire prima che questo avvenga: prevenire (per esempio collocando New Jersey o altri dissuasori) è meglio che curare (cosa spesso difficilissima, nell’impossibilità di intervenire se con le famiglie occupanti ci sono minori o persone con fragilità). Ho ribadito, prendendo la parola nel corso della Commissione sull’argomento appena tenutasi in Consiglio Comunale, la necessità di tenere questa linea.Intervenire in questo senso è, in certi casi, necessario, anche a costo di rinunciare ad alcuni posti auto utili per i residenti. La strategia si è dimostrata efficace per esempio presso i giardini Ferruccio Novo, altro tema del quale mi sono occupato in questi anni. Il focus della Commissione è stato sulla situazione di corso Salvemini, area significativa di un’emergenza che in zona è particolarmente grave. 

Stop all’Esselunga in corso Bramante: davvero pensavamo che avesse senso collocare due ipermercati nello stesso isolato?

Il Consiglio di Stato blocca l’apertura dell’ipermercato: una buona notizia per il tessuto commerciale del quartiere, una pessima notizia per le casse del Comune, un nuovo grattacapo per l’Amministrazione. 

Niente Esselunga in corso Bramante: l’ipermercato non si farà. Non è stata la politica cittadina, ma il Consiglio di Stato a bloccare l’apertura del punto vendita, i cui lavori erano già a buon punto. Su questa apertura i miei dubbi sono sempre stati molti, espressi in Sala Rossa con diverse interpellanze. In particolare, chiedevo alla Giunta se il tessuto commerciale del quartiere potesse assorbire un nuovo “colosso” della vendita e se fossero del tutto scongiurati i rischi sanitari e ambientali. Si aprono tuttavia nuove e gravi preoccupazioni: quelle relative al bilancio e all’ipotesi che la Città debba restituire i 10 milioni di euro incassati nel 2017 da Esselunga come contributo per la valorizzazione di quell’area. Davvero pensavamo che collocare due ipermercati nello stesso isolato avesse senso, da qualsiasi punto di vista? Ora urge mettere una toppa (possibilmente coinvolgendo tutti gli attori del territorio) o le casse comunali, già in grave affanno dopo un anno di pandemia, dovranno restituire i dieci milioni.

Telecamere di sicurezza su Lungo Dora Napoli: buona notizia

Anni di degrado, spaccio, sporcizia, abusivismo dal ponte Carpanini a via Cigna: la Sindaca, rispondendo alla mia interpellanza sul tema, promette l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Notizia positiva, ora si mantenga la parola data. Da parte della Municipale, 6 interventi mirati e 27 esercizi commerciali controllati (con 36 sanzioni amministrative e 3 notizie di reato) nel 2020: non è bastato, però, per contenere i problemi della zona.

Dopo anni di disastri, una notizia positiva appresa, poco fa, discutendo la mia più recente interpellanza sulle criticità di Lungo Dora Napoli: esprimo la mia soddisfazione per la promessa, da parte della Sindaca Appendino, di installare in zona telecamere di sicurezza. Ora l’Amministrazione mantenga in tempi brevi la parola data. Che questa tecnologia sia un elemento fondamentale per la sicurezza cittadina è un fatto del quale sono profondamente convinto. La videosorveglianza in zona potrà costituire un decisivo fattore di deterrenza. Da anni, in questa porzione di territorio residenti e commercianti devono fare i conti con microcriminalità, degrado, sporcizia e abusivismo. Ci sono imprenditori (a loro il mio più sincero grazie) che, in zona, continuano a investire, dimostrando di non aver smesso di credere nel quartiere. Dovere della Città è, perlomeno, garantire loro le condizioni minime – di sicurezza e di vivibilità – per condurre la loro attività. 

NUMERI

Nel corso del 2020, la Polizia Municipale ha effettuato in zona 6 interventi mirati e ha controllato 27 esercizi commerciali (con 36 sanzioni amministrative e 3 notizie di reato): numeri importanti, che non sono stati sufficienti – tuttavia – per arginare le tante criticità. Recentemente è diventato più grave il problema dell’abusivismo, che da Canale Molassi si riversa sulle sponde del torrente, creando una sorta di mini-suk improvvisato.

Su Tundo l’Amministrazione fa scena muta

Dopo la pesante denuncia dei Sindacati sulla stampa cittadina (“stipendi in ritardo di due mesi”) e la decisione della sigla Faisa-Cisal di scioperare il 22 febbraio, la Giunta decide di non rispondere in Aula alla mia richiesta di comunicazioni urgenti. La situazione è grave: il servizio è assimilabile a un servizio pubblico, il diritto allo studio dei ragazzi è messo a repentaglio. Spetta alla Giunta trovare una soluzione.

Tundo: gli stipendi sono in ritardo di due mesi, una giornata di sciopero è stata indetta dalla sigla Faisa-Cisal per lunedì prossimo, il 22 febbraio. Sul tema, ho chiesto le comunicazioni urgenti in Sala Rossa: mi sono state negate. Il servizio di trasporto per persone con disabilità è a tutti gli effetti assimilabile a un servizio pubblico: l’Amministrazione proverà almeno a fare qualcosa per garantire l’operatività? Come? Il momento più consono per raccontarcelo sarebbe stato oggi, in Aula. E’ chiaro a tutti che Tundo non è più in grado di garantire alcuna affidabilità nei confronti dei dipendenti, degli utenti e della stessa Città. La mia più totale solidarietà va ai dipendenti e agli ex dipendenti ancora in attesa di ricevere il dovuto (stipendi e TFR), alle famiglie penalizzate dai disservizi, ai ragazzi che vedono continuamente attaccato il proprio diritto allo studio.