Skip to main content

Corso Brescia, le folte chiome dei tigli non nascondono la realtà: microcriminalità e spaccio regnano incontrastati

I cittadini lamentano che le fronde degli alberi stanno ormai invadendo i balconi fino ai quarti piani e soprattutto denunciano che il quartiere è da anni in mano a una criminalità arrogante e violenta. Nell’attesa di verificare se la nuova “potatura a verde” proposta da Lavolta sarà sufficiente a risolvere il problema dell’alberata, resta sconcertante l’approccio alla più grave delle due questioni da parte di questa Amministrazione: “Poiché alla Polizia Municipale non risultano segnalazioni da parte dei cittadini su spaccio o degrado, per noi è tutto tranquillo”.

Aspetto con fiducia che la nuova “potatura a verde” proposta dall’Assessore Lavolta risolva, come un colpo di bacchetta magica, l’annosa questione delle chiome dei tigli di corso Brescia, tanto lussureggianti da invadere letteralmente i balconi dei secondi, dei terzi e talvolta dei quarti piani; nel frattempo un paio di questioni restano ancora senza risposta: questo nuovo tipo di potatura si effettua durante la gemmazione delle piante o durante l’autunno? Perché, tra i sacrosanti diritti dei tigli e quelli almeno altrettanto sacrosanti dei cittadini, a prevalere devono essere sempre e soltanto i primi?

Ma è il secondo e più grave problema che mi angustia di più. E qui i casi sono due: o gli abitanti del quartiere fanno uso abbondante delle sostanze stupefacenti che così facilmente si possono acquistare nella loro zona, oppure residenti ed esponenti di questa Amministrazione vivono in due città diverse.

Di fronte ai ripetuti appelli dei cittadini, stufi di vivere in un quartiere in mano a balordi e spacciatori, in cui inquietanti personaggi bivaccano tra le auto o minacciano i passanti, e in cui anche uscire di casa nelle ore serali diventa un rischio per la propria incolumità, la reazione è all’incirca questa: “Alla Polizia Municipale non risultano segnalazioni o lamentele da parte dei cittadini, e dunque va tutto bene”.

Sono i cittadini a essere vittime di un’allucinazione collettiva? O non sarà piuttosto questa Giunta a non vedere i problemi reali del territorio?

Di una cosa sono sicuro: gli abitanti di corso Brescia, che sono anche elettori, in occasione della prossima tornata elettorale ricorderanno molto bene chi si è dimenticato di loro.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)

Stalli numerati per persone con disabilità

Stalli numerati persone con disabilità

Con questa interpellanza domando alla Giunta Comunale come si può intervenire su un’evidente misura discriminatoria che crea differenze arbitrarie – in questo caso dal punto di vista della mobilità – tra cittadini normodotati e disabili, consentendo a questi ultimi di richiedere un parcheggio riservato solo a fronte di un numero minimo di spostamenti mensili per ragioni di cura.

Continua a leggere

Niente utenze agli immobili occupati, a partire dal Gabrio (dove è ancora presente l’amianto)

Fondamentale impedire alle aziende fornitrici di stipulare contratti di erogazione presso gli stabili abitati abusivamente, anche se a firmare i contratti stessi sono i singoli occupanti.

Gabrio di via Millio: è scandaloso che non si prendano provvedimenti per la presenza di amianto ed è ridicolo che ci si accontenti di generiche promesse per quanto riguarda il disturbo della quiete pubblica.

Il recente caso del Gabrio di via Millio è l’esempio tipico di un meccanismo perverso: un certo stabile è abusivamente occupato, l’Amministrazione pubblica chiede di tagliare le utenze, uno degli occupanti – pare – firma un nuovo contratto a proprio nome ed ecco che in quell’immobile torna la luce elettrica. Funziona così sia nelle occupazioni a fine politico-antagonista sia nelle occupazioni delle case popolari.

Basterebbe una briciola di buon senso per risolvere il problema, vietando alle aziende fornitrici di erogare i loro servizi presso quegli stabili che risultino abusivamente occupati. Sarebbe un obbiettivo facile da raggiungere e garantirebbe la possibilità di affermare: “A Torino non si riattivano le utenze in nessuno degli stabili occupati”.

Tornando al singolo caso di via Millio, sono almeno tre gli elementi inaccettabili.

Primo: è grottesco che l’Amministrazione civica si accontenti di un generico, e autoreferenziale, impegno, da parte degli occupanti, a “limitare il frastuono e mantenere un comportamento accettabile per i residenti”.

Secondo: gli occupanti del Gabrio, forzata la saracinesca posta dalla Smat, utilizzano acqua corrente senza un regolare contratto, e quindi senza pagare. Dubito che la Smat intenda mettere a bilancio il passivo che ne deriva: sono pronto a scommettere che il costo sarà fatto pagare ai cittadini.

Terzo: l’edificio occupato dai militanti del Gabrio è inserito al numero 31 del catasto-amianto della Città. L’amianto è presente anche all’esterno della struttura e non è stato trattato per impedirne la volatilità. È gravissimo che la Città non intervenga per risolvere un problema che è tale, prima di tutto, per la salute dei cittadini. Gli occupanti sanno della presenza dell’amianto e restare lì è una loro libera scelta. Per i residenti le cose sono leggermente differenti.

Silvio Magliano – Consigliere Comunale (Moderati)