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INTERPELLANZA – Fenomenologia del Barattolo: fanno quello che vogliono, fanno quello che gli va, sono fuori controllo e delle regole tanto non ne hanno bisogno?

PREMESSO CHE

  • la gestione dell’attività di scambio e vendita occasionale di oggetti usati è disciplinata dal Regolamento n. 378;
  • tale attività, abitualmente denominata Barattolo, si svolge di sabato presso il Canale Molassi e di domenica presso l’area compresa tra le vie Varano, Carcano, Ravina, Nievo e Poliziano;

RILEVATO CHE

  • la gestione del Barattolo è affidata in concessione all’associazione ViviBalon;
  • ad essa sono state conferite molteplici responsabilità in materia di organizzazione, controllo e buon funzionamento delle attività di libero scambio, nonché compiti di mediazione e accompagnamento sociale;
  • inoltre, essa ha precise funzioni in tema di pulizia delle aree occupate dal mercato e di raccolta dei rifiuti;
  • gli operatori ammessi a partecipare alla manifestazione sono tenuti a corrispondere un contributo a copertura dei costi di gestione, della TARI giornaliera e degli eventuali costi relativi al COSAP;

CONSIDERATO CHE

  • con la Delibera mecc. 2018 00311 del 30 gennaio 2018 la Giunta ha prorogato l’attuale concessionario e contestualmente ha dato mandato alla Divisione Decentramento di avviare la procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del concessionario del servizio di gestione delle attività di libero scambio e vendita;
  • nel mese di luglio l’Amministrazione ha pubblicato l’avviso esplorativo per la manifestazione d’interesse a partecipare alla procedura per l’individuazione del concessionario del servizio di gestione delle attività di vendita e scambio occasionale di oggetti usati del sabato e della domenica;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quanti banchi vengano mediamente dichiarati da ViviBalon;
  2. quali importi vengano abitualmente corrisposti da ViviBalon alla Città e se essi siano conformi rispetto al numero di stalli occupati;
  3. se tali corrispettivi siano sempre puntualmente versati alla Città e se l’Amministrazione abbia mai inflitto penali;
  4. se il bilancio di ViviBalon sia mai stato esaminato dagli uffici della Civica Amministrazione;
  5. se e come gli importi incassati dalla Civica Amministrazione siano stati investiti a favore del territorio della Circoscrizione 7 per opere e interventi di pubblica utilità;
  6. se all’Amministrazione risultino fenomeni di subaffitto delle postazioni assegnate e quali gli eventuali provvedimenti;
  7. se sia stata verificata la regolare presenza dei punti per la somministrazione e se sia stato accertato il rispetto delle prescritte distanze dal Cimitero;
  8. entro quale limite temporale verrà individuata la nuova sede del Barattolo e in quale Circoscrizione lo si intende collocare in ossequio alla “necessità di sperimentare una rotazione sul territorio cittadino”;
  9. quanti e quali soggetti abbiano risposto all’avviso di luglio manifestando l’interesse a ricevere l’affidamento della concessione del servizio di gestione del mercato di libero scambio e vendita del sabato e della domenica;
  10. se risulti all’Amministrazione un recente furto di numerosi indumenti sportivi (casacche e calzoncini) presso la sede dell’USD Vanchiglia calcio.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Sotto la ciliegina dei fasciatoi, c’è poi anche, per caso, un accenno di torta?

Il Consiglio Comunale di Torino,                  

PREMESSO CHE

– molti sono i servizi del Comune aperti al pubblico;

– un elenco, probabilmente solo parziale, comprende per esempio:

  • – Anagrafe Centrale (via della Consolata 23) e sedi decentrate dello stesso servizio;
  • – Sportello Unificato per il Commercio (via Meucci 12);
  • – Ufficio Tributi (corso Racconigi 49);
  • – Centri di Servizi al Cliente GTT (in varie sedi);
  • – Ufficio Relazioni con il Pubblico (piazza Palazzo di Città 9/A);
  • – Servizi Civili – Ufficio di Stato Civile (via della Consolata 23);
  • – InformadisAbile (via Palazzo di Città 11);
  • – Lo.C.A.Re. (via Corte d’Appello 10);
  • – Divisione Servizi Educativi (via Bazzi 4);
  • – Uffici IAT (Informazione e Accoglienza Turistica, piazza Castello e piazza Carlo Felice);
  • – Sportello del Cittadino della Polizia Municipale (via Bologna 74);

CONSIDERATO CHE

  • sono circa 7mila le donne che partoriscono a Torino ogni anno (6.717 nascite nel 2017 secondo Urbistat);
  • servono, a tutti i livelli, politiche e azioni concrete a favore delle famiglie torinesi;
  • più volte la forza politica attualmente alla guida della Città di Torino ha affermato di voler supportare con aiuti concreti le donne che si trovino nel periodo della gestazione e le famiglie con figli piccoli;
  • la collocazione di un fasciatoio a Palazzo Civico non può esaurire il senso dell’intento di cui al punto precedente;

INTERPELLA

la Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

  1. presso i locali di quali dei servizi aperti al pubblico e degli sportelli della Città di Torino siano attualmente previste agevolazioni e/o infrastrutture dedicate alle donne in dolce attesa (per esempio sportelli ad hoc, posti a sedere dedicati, file riservate e simili);
  2. Se sia intenzione dell’Amministrazione estendere ulteriormente questa tipologia di servizi e di agevolazioni;
  3. In caso di risposta affermativa al quesito di cui al punto 2., presso quali dei servizi aperti al pubblico e degli sportelli della Città di Torino sia intenzione dell’Amministrazione implementare tali facilities, e quale sia la cifra stanziata a bilancio a questo fine;
  4. In caso di risposta negativa al quesito di cui al punto 2., quali siano stati i ragionamenti che hanno portato a considerare sufficiente l’offerta attualmente in essere;
  5. Quante volte sia stato effettivamente utilizzato il fasciatoio del pian terreno a Palazzo Civico dal momento della sua collocazione a oggi.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Impossibile ‘rifiuto’?

PREMESSO CHE

  • la raccolta differenziata domiciliare, nota come “porta a porta”, è una tipologia di raccolta che AMIAT e Città di Torino hanno adottato dal 2003;
  • essa è regolata da specifiche ordinanze ed è attiva su circa metà del territorio cittadino;
  • si prevede l’eliminazione dei grandi cassonetti su strada per sostituirli con altri più piccoli e collocati, ove possibile, all’interno dei cortili e degli spazi condominiali;
  • lo svuotamento dei contenitori è svolto da AMIAT nei giorni prestabiliti e secondo un calendario ufficiale;
  • ogni condominio si deve organizzare per l’esposizione dei contenitori nei giorni e negli orari stabiliti dal calendario;

RILEVATO CHE

  • come riferito allo scrivente da alcuni cittadini, i cassonetti collocati nei cortili condominiali – secondo specifiche disposizioni ricevute da AMIAT – devono essere posizionati a bordo strada entro le due ore antecedenti la raccolta da parte di AMIAT e poi devono essere ritirati oltre le due ore successive allo svuotamento;
  • accade con sempre maggiore frequenza che, in ossequio alle disposizioni operative, molti condomini debbano incaricare, e pertanto remunerare, un soggetto che si occupi dello spostamento dei cassonetti condominiali;
  • in uno dei condomini di residenza dei cittadini incontrati dallo scrivente la collocazione dei cassonetti, oltre a comprimere lo spazio libero ad uso comune, ha generato rilevanti problemi dal punto di vista igienico-sanitario causando la presenza di blatte, topi e corvi;

CONSIDERATO CHE

  • lo Statuto Albertino, Carta fondamentale del Regno di Sardegna promulgata il 4 marzo 1848, definiva la proprietà privata come “sacra, inviolabile, intangibile e solo in casi rarissimi ed eccezionali può essere sacrificata”;
  • l’articolo 42 della Costituzione repubblicana, in vigore dal 1° gennaio 1948, riconosce, garantisce e tutela la proprietà privata, prevedendone l’esproprio solo per motivi di interesse generale e dietro indennizzo;
  • l’articolo 832 del Codice Civile stabilisce che “il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico”;
  • l’articolo 10 del Regolamento n. 280 per la gestione dei rifiuti urbani stabilisce che “Il proprietario singolo o l’amministratore, laddove nominato, o i condomini, in solido fra loro, hanno l’obbligo, previa informazione agli stessi da parte del gestore del servizio, di consentire il posizionamento dei contenitori all’interno degli stabili negli spazi ritenuti idonei da parte del gestore del servizio che ne rimane proprietario”;
  • si è creata una situazione che, de facto, discrimina tra cittadini di serie A (che non ospitano i cassonetti del porta a porta nei loro spazi comuni) e di serie B (che ospitano i cassonetti nei loro cortili e pertinenze e poi pagano qualcuno per la collocazione degli stessi su strada e il successivo ritiro), imputando ai primi costi impliciti e ulteriori connessi alla tassazione per la gestione dei rifiuti;
  • il “lavoro” che il regime del porta a porta impone ai cittadini sgrava AMIAT di responsabilità e compiti che poi però non vengono riconosciuti ai cittadini stessi in termini di riduzioni tariffarie;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione si rifiuti si garantire l’eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini (come da dettato costituzionale) continuando a discriminare tra coloro i quali, per qualsiasi motivo, non ospitano i cassonetti del porta a porta nei loro spazi comuni/pertinenze e coloro i quali si vedono obbligati ad ospitare i cassonetti nei loro cortili e poi debbono remunerare qualcuno per la collocazione degli stessi su strada – e il successivo ritiro – secondo tempi e orari prestabiliti;
  2. se, in conseguenza di quanto enunciato al punto precedente, l’Amministrazione ritenga corretto causare maggiori costi ad alcuni cittadini (e, di conseguenza, minori oneri per AMIAT), rifiutando di riconoscere adeguate compensazioni in termini di riduzioni tariffarie;
  3. se l’Amministrazione rifiuti di farsi parte diligente promuovendo lo studio e la realizzazione di soluzioni per la collocazione dei cassonetti che possano soddisfare equamente sia le esigenze di AMIAT sia le legittime prerogative dei cittadini che intendono rifiutare l’utilizzo delle parti comuni dei loro condomini;
  4. se l’Amministrazione intenda rifiutare di intervenire in maniera attenta alle esigenze lamentate da molti cittadini, peraltro riprese dagli organi d’informazione (La Stampa del 9 settembre u.s.), al fine di evitare il proliferare di sfiancanti e antieconomici contenziosi.

Silvio Magliano