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Piazza d’Armi nel degrado, l’area camper è un accampamento: ennesima sconfitta di questa Giunta

L’Amministrazione ci dica finalmente, prima delle elezioni, che cosa intenda fare di quello che è attualmente un vero e proprio ricettacolo di degrado (altro che zona campeggio turistica). La Circoscrizione 2, particolarmente colpita dal fenomeno delle occupazioni abusive, merita molto di meglio. Si accompagnino verso l’inclusione le 25 persone accampate con percorsi dedicati e si restituisca l’area ai torinesi.

Ma quale area camper turistica: in piazza d’Armi si trova attualmente un accampamento abusivo vero e proprio. Siamo giunti a questo punto per la totale assenza di progettualità da parte di questa Amministrazione, che a pochi mesi dalla fine del proprio mandato non è stata in grado di pensare a un futuro per questo spicchio di piazza. Vogliamo farne un’area attrezzata per i camperisti? Vogliamo estendere il parco? Preferiamo altre destinazioni d’uso ancora? Va bene (quasi) tutto, purché finalmente si decida. Attualmente sono 25 le persone accampate, che dovrebbero essere accompagnate con percorsi specifici di inclusione. I residenti che hanno presentato la petizione (li ringrazio ancora una volta per il loro impegno) non ne possono più di degrado, camper e bombole a cielo aperto, totale mancanza di sicurezza. Mi auguro che – dopo le mie innumerevoli interpellanze, l’impegno dei Comitati e l’odierna petizione – le cose cambino. La Giunta Appendino, che fa registrare oggi l’ennesimo fallimento di questa consiliatura, ci faccia sapere entro fine mandato che cosa intende fare per questa zona cittadina, che si trova in una Circoscrizione, la 2, già di per sé colpita in maniera preoccupante dal fenomeno delle occupazioni abusive. Finché questa Amministrazione non riconoscerà la gravità del fenomeno, di sicurezza non potrà neanche parlare.

Morosità, è crisi vera: ora la politica sostenga, con gli inquilini, anche i piccoli proprietari

Sempre più inquilini non riescono a pagare l’affitto: un problema che indirettamente colpisce anche le centinaia di piccoli proprietari (già fortemente gravati dalla pressione dell’IMU) che con i canoni di locazione integrano il proprio reddito mensile. Anche a questi cittadini la politica deve dare risposte: non depauperiamo ulteriormente quel ceto medio che sta tenendo in piedi il Paese. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive.

La sospensione delle procedure di sfratto non esaurisce il problema della crisi di morosità, emersa in tutta la sua drammaticità (dato in crescita del 5% presso le case ATC negli ultimi 12 mesi) questa mattina in Commissione. C’è infatti anche l’altro lato della medaglia, del quale la politica deve farsi carico: quell’ampia platea di centinaia e centinaia di piccoli proprietari per i quali l’affitto mensile incassato dall’inquilino è parte integrante del reddito. Ora queste persone, vincolate dal blocco degli sfratti, rischiano di non farcela più ad andare avanti. La politica deve rispondere anche alle esigenze di cittadini sui quali grava la forte pressione fiscale dell’IMU e di un ceto medio (non parliamo certo di alti tenori di vita) che rischia di essere ulteriormente depauperato. 

La morosità presso le unità abitative ATC è cresciuta, abbiamo visto, del 5% nell’ultimo anno: cresce anche la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive di case ATC. Siamo ora a quota 159, 68 casi in più da marzo in avanti. Anche qui, la politica deve intervenire in maniera decisa. Chi occupa abusivamente sta negando il diritto alla casa a chi ne avrebbe necessità e titolo.

Vaccino anti-COVID appena possibile per gli addetti alle vendite

Misura doverosa verso chi, fin dal primo lockdown, è in prima linea dietro alla cassa di un supermercato o a un bancone, assumendosi il massimo del rischio per permettere a tutti noi di condurre una vita quasi normale: porterò in Consiglio Regionale le ragioni di chi mi sta facendo pervenire, in questi giorni, decine di segnalazioni e richieste.

Sempre in prima linea – dietro a un bancone, alla cassa di un supermercato o in un magazzino – fin dalla scorsa primavera, tempo del primo lockdown (quando anche mascherine e guanti non si trovavano per tutti): cassiere, addetti alle vendite, magazzinieri e altre figure professionali hanno continuato a lavorare tutti i giorni, esponendosi in prima persona a tutti i rischi del caso, per permetterci di contare su una disponibilità costante di generi di prima necessità. L’impegno di queste persone sta continuando, con relativi rischi, in queste ultime settimane di zona gialla, arancione o rossa: permettere loro di fare il proprio lavoro in totale sicurezza è doveroso. La mia richiesta in Consiglio Regionale è che, subito dopo il personale impegnato a fronteggiare l’emergenza pandemica e subito dopo i soggetti più fragili, si proceda alla vaccinazione di chi lavora a contatto con il pubblico nelle strutture di vendita. Sarebbe un gesto degno di un Paese civile: mi farò portavoce a Palazzo Lascaris delle decine di segnalazioni che sto ricevendo. La Regione si muova e si faccia sentire per esempio presso il gruppo di lavoro permanente coordinato dalla Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute.

Controllori GTT, no all’esternalizzazione (cioè parziale privatizzazione) del servizio

Davvero l’azienda vuole appaltare questo servizio a ditte esterne, come parrebbe da fonti giornalistiche e sindacali? Si riconverta, piuttosto, il personale dipendente attualmente in cassa integrazione. Ho presentato in Consiglio Comunale un’interpellanza sul tema: la Giunta può e deve farsi sentire.

GTT ha davvero intenzione di appaltare a un soggetto esterno il servizio di controllo biglietti? L’Amministrazione Civica che cosa ne pensa? Come si intende tutelare il personale dipendente? Queste le domande che rivolgerò alla Giunta Comunale, in una prossima seduta del Consiglio, con un’interpellanza da poco presentata. Apprendiamo dell’intenzione dell’azienda di potenziare il settore dei controllori appaltando il servizio a ditte esterne dagli organi di stampa e da comunicazioni sindacali: il risultato sarebbe una pur parziale privatizzazione del servizio. GTT ha la necessità di potenziare la propria squadra di assistenti alla clientela in questa fase di emergenza, che peraltro sta facendo sentire i propri gravi effetti anche sul bilancio aziendale. GTT ha fatto ricorso alla cassa integrazione per molti dipendenti: sarebbe ragionevole, prima di esternalizzare, riconvertire il personale dipendente destinato allo svolgimento di altre mansioni o richiamare in servizio il personale ora in cassa integrazione. Da questo punto di vista, anche un’auspicabile azione di moral suasion da parte della Città di Torino potrà fare la differenza.

ORDINE DEL GIORNO – Prevenzione dei suicidi, urge anche in Italia una normativa nazionale: la Regione solleciti in questo senso Governo e Parlamento

Il Consiglio Regionale del Piemonte

Premesso che:

• nonostante la prevenzione del suicidio sia stata individuata come obiettivo prioritario dai maggiori Organismi Internazionali, solo pochi Paesi nel mondo hanno sviluppato una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio e l’Italia non è ancora tra questi;
• una strategia nazionale di prevenzione del suicidio risulterà essere più efficace se implementata sulla base dell’individuazione dei principali fattori di rischio a livello locale con interventi mirati anche a livello di comunità.

Premesso, altresì, che:

• in data 8 ottobre 2019 è stata depositata presso la Camera di Deputati la Proposta di Legge n. 2151 “Disposizioni per la prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo” del Deputato Romaniello.

Tenuto conte che:

• tra i vari obiettivi e misure la suddetta Proposta di Legge intende: favorire la conoscenza del fenomeno del suicidio, i comportamenti ad esso connessi e i fattori e le cause che possono determinarlo; migliorare i sistemi di intervento e la formazione del personale; favorire la possibilità di inserimento nel proprio contesto sociale; promuovere la ricerca scientifica; limitare i rischi causati dal cattivo uso della rete; istituzione di un apposito numero verde.

Considerato che:

• in Italia si registrano ogni anno circa 4.000 morti per suicidio;
• secondo i dati ISTAT della “Indagine sulle cause di morte”, nel 2016 nel nostro Paese si sono tolte la vita 3780 persone. Il 78,8% dei morti per suicidio sono uomini, soggetti più vulnerabili a fattori sociali ed economici;
• questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto emergere o esacerbare paure e/o disturbi mentali già presenti nella popolazione;
• le cronache di questi mesi di pandemia hanno raccontato tante storie di sofferenza e si stima che da marzo 2020 ad oggi in Italia si siano registrati 71 suicidi e 46 tentativi di suicidio connessi in maniera diretta o indiretta al Coronavirus.

Constatato che:

• le politiche di prevenzione del suicidio non possono essere confinate al solo ambito sanitario, ma devono tener conto anche dei potenziali fattori di rischio a livello di contesto sociale, economico e relazionale del soggetto;
• è necessario un intervento legislativo che miri nello specifico a prevenire il fenomeno del suicidio e degli atti di autolesionismo.

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale a sollecitare il Governo ed il Parlamento affinché sia approvata una normativa nazionale di riferimento in materia di prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo.