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Impedire ai fedeli di partecipare alla Santa Messa non è più accettabile

La Chiesa non può “fare comodo” soltanto quando ci sono poveri e bisognosi da accogliere, per poi essere dimenticata: Regione e Comuni, insieme a Prefetture e organi competenti, si mettano a disposizione delle Curie per garantire la libertà di culto. Ora sono le Istituzioni chiamate a dare una mano alle Parrocchie.

Sul bus sì, in chiesa no: riassunto brutale ma realistico di quanto permette e non permette il più recente DPCM. La Chiesa, che fa a tutti “comodo”, per esempio, nella sua imprescindibile opera di accoglienza e sostegno ai più bisognosi: ora sono le Istituzioni chiamate, per una volta, a sostenere le Parrocchie. Regione e Comune, insieme a Prefetture e organi competenti, si mettano a disposizione delle Curie per garantire la libertà di culto. Il significato della vita non vale meno della vita stessa. È inaccettabile sacrificare il primo pur con l’intento di preservare la seconda. La Chiesa ha il diritto di riprendere la propria azione pastorale, i fedeli hanno il diritto di tornare a partecipare alla Santa Messa e ad accostarsi ai Sacramenti. Urge un protocollo per garantire ai fedeli di tutte le confessioni la partecipazione alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza. Ipotizzare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie è assolutamente fattibile: dunque si faccia.

Covid-19, Decreto Conte, Santa Messa