Il Piemonte riconosca la fibromialgia come malattia cronica e invalidante
Si definisca inoltre un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) e si preveda uno specifico capitolo di bilancio per finanziare queste azioni. Ho presentato una mozione a Palazzo Lascaris affinché la nostra Regione segua l’esempio di Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, che hanno intrapreso un percorso per il riconoscimento di questa sindrome. Ringrazio i colleghi Consiglieri di Minoranza che hanno voluto sottoscrivere il mio atto.
Il Piemonte inserisca la sindrome fibromialgica tra le malattie croniche e invalidanti: lo chiedo con una mozione presentata in Consiglio Regionale e sottoscritta da alcuni colleghi Consiglieri di Minoranza, che ringrazio. Con il mio atto chiedo inoltre la definizione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico per l’individuazione di competenze, riferimenti territoriali, procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti, così come l’istituzione di un gruppo di lavoro a livello regionale con la partecipazione di professionisti esperti e rappresentanti delle Associazioni. Con la definizione di un apposito capitolo di bilancio, da noi richiesto, si potrà garantire la fattibilità di queste azioni. Al momento non esistono esami diagnostici specifici o marcatori per l’individuazione della sindrome fibromialgica, né terapie risolutive di provata efficacia sul controllo del dolore e dei tanti sintomi collaterali.
A livello nazionale numerose Regioni (Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia tra le altre) hanno riconosciuto la sindrome fibromialgica come malattia invalidante o avviato percorsi per il riconoscimento e la presa in carico dei malati.
Sono quasi due milioni gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Tra i sintomi più gravi si segnalano dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, sintomi extrascheletrici come astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’alvo, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive) e sintomi di tipo psicologico (ansia, depressione, attacchi di panico). La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali. Non essendo a oggi le cure per la fibromialgia riconosciute nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), i costi sono a carico del paziente.