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Telemedicina, il Piemonte è drammaticamente indietro

Molto deludenti i risultati a oggi raggiunti su un fronte che non solo rappresenta il futuro del comparto sanitario, ma dovrebbe già costituire una buona parte del suo presente: la mia interpellanza a Palazzo Lascaris per chiedere alla Giunta Cirio un repentino cambio di passo.

In una regione dall’età media sempre più alta, la telemedicina può avere un ruolo decisivo nel dare risposte alle condizioni di fragilità e di cronicità dei cittadini. Ma al momento il Piemonte è, su questa strada, clamorosamente in ritardo: la telemedicina piemontese paga soprattutto l’incapacità di mettere in connessione e rendere reciprocamente compatibili i tanti e diversi software in uso nelle strutture sanitarie del territorio. Chiederemo alla Giunta, con un’interpellanza già protocollata, con quali azioni si intenda garantire l’omogeneità delle tecnologie utilizzate a livello regionale e se le progettazioni in essere nella nostra Regione siano relative a particolari patologie, per comprendere quali esigenze siano maggiormente avvertite dalle amministrazioni, per identificare soluzioni che possano ricomprendere le sperimentazioni già avviate.

Ci aspettiamo che la Giunta, il cui Presidente Cirio, a mezzo stampa, ha recentemente definito “inaccettabile” che i sistemi di diversi ospedali o strutture non siano attualmente in grado di scambiarsi dati e ha ribadito la necessità di “lavorare su questo”, faccia seguito a questo condivisibile proposito.

Un’indagine condotta dall’Assessorato Regionale alla Sanità della precedente Giunta in collaborazione con IRES Piemonte ha censito 45 progetti di telemedicina avviati sul territorio piemontese. I servizi di connessione telematica utilizzati si dividono quasi equamente tra servizi su rete fissa, su rete wireless e su rete mobile. Circa un terzo utilizza una combinazione di servizi di rete.

Lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedica un intero paragrafo alla telemedicina, a testimonianza di quanto questa modalità operativa sia considerata strategica e in grado di garantire ai pazienti una migliore qualità della vita, una maggiore tempestività nelle cure e l’accesso alle cure stesse da parte di pazienti fragili o in condizioni logistiche complesse. La telemedicina è essenziale anche per gestire al meglio i territori lontani dai centri ospedalieri specializzati, specialmente in una fase di incremento delle patologie croniche, con la conseguente modifica dei bisogni di salute della popolazione.

Regione Piemonte, Sanità