Skip to main content

Fibromialgia, 375mila euro a rischio se la Regione non si attiva prontamente

La Regione Piemonte ha provveduto ai necessari adempimenti per ottenere questi fondi, pari al 7.35% dei 5 milioni messi a disposizione dal Ministero della Salute? In particolare: le strutture sanitarie beneficiarie sono state identificate e comunicate? Lo chiederò domani in Consiglio Regionale del Piemonte con un Question Time appena presentato. Le risorse servono per finanziare studio, diagnosi e cura di questa sindrome invalidante. Lo scorso marzo, il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità una mozione dei Moderati che impegna la Giunta a definire un PDTA specifico per questa patologia.

Cinque milioni di euro per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia: i fondi sono stati previsti dal Ministero della Salute e al Piemonte andrebbero 375mila euro. Condizionale d’obbligo, dal momento che, per attenere la propria aliquota (pari al 7,37% del totale, la Regione Piemonte deve comunicare – anzi, avrebbe già dovuto comunicare – l’elenco dei centri potenziali beneficiari dei fondi, tra quelli specializzati nella diagnosi e nella cura della fibromialgia. Senza questa comunicazione, non sarà possibile ottenere il contributo stabilito. Chiederò domani in Consiglio Regionale se – per non perdere questi fondi per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia – la Giunta abbia provveduto agli adempimenti previsti dal Decreto e in particolare se abbia comunicato le strutture beneficiarie di tali risorse. Il mese scorso la Giunta stessa ha definito “non possibile non essendo nota la cifra assegnata al Piemonte” l’iscrizione del fondo a Bilancio e “non opportuna” la formalizzazione di un atto volto all’approvazione del criterio di distribuzione del fondo con indicazione delle Aziende Sanitarie beneficiarie. Ma – Decreto dello scorso 8 luglio alla mano, che conferma i 375mila euro per il Piemonte – la Regione avrebbe già dovuto individuare e comunicare al Ministero della Salute l’elenco delle realtà beneficiarie. Ci auguriamo che tutti gli adempimenti siano, a questo punto, finalizzati al più presto dalla Giunta, che resta impegnata, dalla mia mozione dello scorso marzo, a definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico per la fibromialgia per l’individuazione di competenze, riferimenti territoriali, procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti.

Sono quasi due milioni le italiane e gli italiani con fibromialgia. La sindrome colpisce soprattutto le donne (9 casi su 10). Tra i sintomi più gravi si segnalano dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso, sintomi extrascheletrici come astenia, stanchezza, disturbi del sonno, problemi dell’area cognitiva (memoria, attenzione, rallentamento dei tempi di reazione, alterazione delle funzioni esecutive) e sintomi di tipo psicologico (ansia, depressione, attacchi di panico). La fibromialgia, che pure può osservarsi in ogni fascia d’età, compare nella maggior parte dei casi tra i 35 e i 60 anni. Sono in aumento i casi fra gli adolescenti. Questa sindrome compromette, nei casi più gravi, le attività quotidiane e professionali. 

Regione Piemonte, Sanità