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Impegno ed eroismo dei Volontari durante la pandemia: una medaglia per riconoscerli

Lo chiedo con un OdG il cui inserimento all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte ho appena chiesto e ottenuto: un atto simbolico importante come forma di ringraziamento per tutte le Associazioni, a partire dalle Pubbliche Assistenze, alle quali tanto dobbiamo per la loro dedizione anche nelle fasi più dure della crisi pandemica e come ricordo per coloro che, per aiutare gli altri, hanno perso la vita.

Per tutta la durata dell’emergenza, le Associazioni e i Volontari si sono costantemente ed eroicamente adoperati affinché non si interrompessero le attività a favore delle persone in condizioni di difficoltà o di bisogno e affinché non si arrestasse, grazie in particolare all’attività delle Pubbliche Assistenze, la connessione tra i cittadini e gli ospedali del territorio neppure nei mesi nei quali maggiore era il pericolo di contrarre il virus e dunque il rischio per la propria vita: un dato di fatto da riconoscere e per il quale ringraziare. Se approvato dal Consiglio, il mio Ordine del Giorno impegnerà la Giunta a consegnare a tutte le realtà che hanno partecipato alla gestione dell’emergenza COVID, in forma di benemerenza, una medaglia da apporre sul gonfalone dell’Associazione stessa quale forma di riconoscimento e ringraziamento nei confronti dei Volontari piemontesi che, con dedizione e professionalità, si sono impegnati in favore del Bene Comune e hanno dato il proprio fondamentale, coraggioso contributo durante tutta la durata della pandemia, in alcuni casi a costo della vita. Un piccolo, ma significativo riconoscimento da parte della Regione Piemonte della generosità, dello spirito di servizio e del coraggio dimostrati dai Volontari piemontesi durante gli anni di crisi pandemica.

«Abbiamo meno di 10 gradi in casa»

Al freddo gli inquilini ATC di via Bologna a Torino, con il termometro che – fanno sapere – scende in certi alloggi a temperature invernali in alcune fasce orarie. Domani il mio Question Time in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere la soluzione del problema.

Da quattro settimane sono al freddo molti appartamenti ATC del complesso di via Bologna 265-267 a Torino: dopo un guasto, il mese scorso, a una delle due caldaie che servono il caseggiato e nonostante un intervento provvisorio già messo in atto, la temperatura interna in diverse delle unità abitative di questo complesso di Barriera di Milano risulta diversi gradi più bassa rispetto alle temperature minime indicate dalla normativa e, in certe fasce orarie, scende – secondo le testimonianze dei residenti stessi – sotto i 10 gradi. Porterò domani il tema in Consiglio Regionale del Piemonte. ATC ha già provveduto a ordinare una nuova caldaia, ipotizzando in un primo momento la totale risoluzione del problema entro la seconda decade di novembre: ma ancora oggi, a fine mese e alla vigilia di un brusco calo delle temperature previsto dai meteorologi, molti appartamenti sono al freddo. Di certo non sono sufficienti le stufette elettriche, da settimane accese in diverse case, a riscaldare inquilini che, ora, pagano sia l’elettricità per farle funzionare sia, naturalmente, la rata mensile del riscaldamento. Chiederò alla Giunta, domani in Consiglio Regionale, quando e tramite quali interventi il problema sarà finalmente e definitivamente risolto, nella convinzione che una situazione come quella denunciata dai residenti comporti gravi disagi in termini di vivibilità e rischi in termini di salute.

Sulla Rete Reumatologica ora chiediamo un cambio di passo

Ancora non sappiamo quando la Rete sarà attiva in Piemonte: chiediamo sia introdotta al più presto per il bene dei pazienti e della stessa Sanità Regionale. E chiediamo il pieno coinvolgimento delle Associazioni di pazienti, che ancora non sono state messe nelle condizioni di cooperare al meglio, anche per quanto riguarda le patologie diverse dalla fibromialgia. Discusso poco fa il mio Question Time sull’argomento.

Due richieste, semplici e chiare: si costituisca al più presto la Rete Reumatologica regionale – coordinata da un reumatologo – e si coinvolgano nel processo le Associazioni di pazienti. Sulla base di queste due esigenze ho presentato e discusso poco fa in Aula il mio più recente Question Time sul tema: l’Assessore Icardi ha definito «in corso di attivazione» la Rete Reumatologica – ci fa piacere, ma questo non costituisce un reale passo avanti rispetto agli scorsi mesi – e ha indicato nell’AO Mauriziano di Torino la guida delle attività della costituenda Rete: un fatto che verificheremo. Ci fa piacere anche il riferimento al fatto che le Associazioni siano state chiamate in causa, per quanto ci risulti che il coinvolgimento di AISFM, AFI e AAPRA, realtà citate dalla Giunta, sia limitato al tema della fibromialgia. Mi aspetto, ora, che il Tavolo di Incontro sia convocato anche per le altre patologie e attendo di vedere un cronoprogramma preciso dei prossimi passi, perché i 400mila piemontesi con patologie reumatiche se lo aspettano e ne hanno diritto. Che le Reti Reumatologiche possano fare la differenza è dimostrato dagli esempi di altre Regioni, quali Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Veneto, dove la qualità di vita dei pazienti reumatologici sta migliorando e dove si stanno riducendo i costi sociosanitari delle loro patologie. Chiediamo inoltre di sapere quando vedremo anche in Piemonte PDTA validati e condivisi.

Anche in Piemonte programmi di screening e diagnosi precoce per il mutismo selettivo

Lo chiedo con un OdG inserito all’ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte: questo disturbo si può curare, la diagnosi precoce e il giusto approccio sono in questo senso fondamentali.

Siano introdotti in Piemonte programmi di screening e diagnosi precoce del mutismo selettivo: questa la richiesta del mio OdG sul tema appena inserito nell’ordine del Giorno del Consiglio Regionale. Se approvato dall’Aula, il mio atto impegnerà la Giunta, inoltre, a espandere i servizi di supporto per i bambini che presentano questo disturbo, a promuovere programmi di formazione e sensibilizzazione su questo tema, a introdurre un sistema di monitoraggio e raccolta dati. Il mutismo selettivo, cioè l’incapacità di parlare in determinati contesti sociali che generano nel bambino un’ansia peculiare (nonostante vogliano farlo, i bambini con mutismo selettivo non riescono a parlare in certi contesti o in presenza di estranei), riguarda anche in Piemonte circa 7 bambini su 1.000. L’identificazione tempestiva del mutismo selettivo e il suo trattamento precoce sono essenziali per migliorare le prospettive a lungo termine dei bambini che presentano questo disturbo: mi auguro che il Consiglio possa esprimere voto favorevole al mio Ordine del Giorno, nella convinzione che le misure che propone possano essere determinanti e migliorare la vita di tanti bambini e delle loro famiglie.

Rete Reumatologica, a che punto è il Piemonte?

Domani, sul tema, il mio Question Time in Consiglio: anche la nostra Regione segua la strada già aperta da Emilia, Lazio, Puglia e Veneto.

È già stato istituito il Tavolo Tecnico per l’attivazione della Rete Reumatologica in Piemonte? Le Associazioni attive su questo tema sono state coinvolte? Lo chiederò domani alla Giunta Regionale con un Question Time appena presentato. La partecipazione delle realtà associative è fondamentale per la realizzazione di una Rete Reumatologica efficiente, appropriata e partecipata. La questione è urgente, dal momento che le patologie reumatiche non hanno ancora, in Piemonte, PDTA validati e condivisi. Il progetto della Rete Reumatologica non risulta essere progredito oltre lo stadio preliminare del censimento delle strutture, benché le Linee Progettuali in tema di “PDTA in Reumatologia: sviluppo della Rete Reumatologica piemontese” risalgano al 2018.  Reti Reumatologiche sono già attive da tempo in diverse Regioni: Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Veneto stanno dimostrando quanto le Reti Reumatologiche possano essere utili nel processo di miglioramento della qualità di vita dei pazienti reumatologici e conseguentemente nella riduzione dei costi sociosanitari, elevatissimi, delle loro patologie. Le Reti rappresentano strumenti di governance in grado di garantire quello scambio di esperienze e di dati necessario per l’elaborazione di percorsi diagnostici e terapeutici più appropriati ed efficaci. Chiamare in causa le Associazioni è inoltre utile per il coinvolgimento dei pazienti nelle condizioni di poter partecipare ai processi decisionali grazie all’intervento delle Associazioni. Sono oltre 400mila i piemontesi con patologie reumatiche. Le malattie reumatiche costituiscono, a livello nazionale, la seconda causa più frequente di disabilità dopo le malattie cardiovascolari.