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Doccia gelata: carichi familiari assenti anche nel Decreto Sostegni

Chiedevamo, insieme al Forum delle Associazioni Familiari e ad altre voci autorevoli, che le misure a favore della famiglia fossero calibrate in proporzione al numero di figli: ancora una volta, nulla di fatto. Politica sempre pronta a spendere parole su sostegno alla natalità e conciliazione tra famiglia e lavoro, ma poi priva della volontà di agire di conseguenza. Totale delusione, in questo Paese serve un cambio di paradigma culturale.

Ennesima occasione persa: nuova delusione chi sperava di veder inserito il parametro dei carichi familiari nel nuovo DL Sostegni. Avevamo chiesto, insieme ad altre voci importanti quali il Forum delle Associazioni Familiari, che congedi parentali, voucher baby-sitter e tutte le altre misure a sostegno della famiglia fossero calibrate sulla base del numero di figli. Nulla di tutto questo è stato fatto. 

Le tante parole spese dalla politica sull’urgenza di contenere la denatalità e di sostenere le famiglie che intendono mettere al mondo dei figli si sono rivelate, alla luce dei fatti, per quello che erano: pura e vuota retorica. Lo stesso valga per i tanti bei discorsi sulla conciliazione tra lavoro e famiglia. 

Lo Stato dimentica, ancora una volta, le famiglie, specialmente quelle numerose. Ancora una volta, non c’è alcuna differenza tra i nuclei composti da una sola persona e i nuclei con figli, e tra i nuclei con un solo figlio e quelli più numerosi. L’era Draghi inizia, da questo punto di vista, in piena continuità con il Governo precedente. Non ci sembra normale neppure che, a parità di perdita di fatturato, un artigiano, un imprenditore o una partita IVA con e senza figli ricevano la stessa cifra.

Ci auguriamo che le cose vadano diversamente ad aprile con il nuovo extradeficit. Si conferma la difficoltà da parte del Governo – anche di questo Governo – a comprendere il momento che stanno vivendo le famiglie, specialmente quelle numerose.

Ci auguriamo con altrettanta forza che le voci di timore che da più parti stanno cominciando ad alzarsi circa il destino dell’assegno unico per figlio siano messe a tacere con i fatti, cioè con il mantenimento, a partire dal prossimo luglio, della parola data.

Zona Rossa, stop agli educatori cinofili: si segnalano già i primi effetti negativi

Tra gli effetti negativi di un anno di attività a singhiozzo, si è registrata un’impennata di casi di aggressività da paura, problemi di separazione e di gestione dei cani oltre ad altre criticità e ad un rallentamento nella preparazione dei cani d’assistenza e per gli Interventi Assistiti con Animali. Si permetta una ripresa in sicurezza alla stregua di altre attività definite essenziali.

La loro attività è attualmente chiusa, come molte altre, in queste settimane di Zona Rossa. In realtà, è dalla scorsa primavera che gli educatori cinofili lavorano a singhiozzo e dovendo rispettare molte restrizioni. Gli effetti di una tale mancanza di continuità stanno cominciando a farsi sentire negli stessi cani: dal primo lockdown, infatti, si è riscontrata un’impennata di casi di aggressività da paura, problemi di separazione, paure generalizzate, di gestione e altre criticità. Ritardare un intervento, anche solo di qualche settimane, può portare allo sviluppo di problemi comportamentali poi difficili da correggere. L’effetto più macroscopico è, forse, la necessità di sospendere, in moltissimi casi, la preparazione dei cani da assistenza e per gli Interventi Assistiti con Animali, cioè quelle attività con un’utilità in campo medico e psicologico basate, come la pet-therapy, sul rapporto uomo-animale. Il mio appello è per una riapertura alla stessa stregua di altre attività definite essenziali. L’attività degli educatori cinofili è a basso rischio (come da analisi e definizione del Politecnico di Torino), individuale, svolta all’aperto e praticabile nel completo rispetto delle norme di sicurezza prescritte per l’emergenza in corso.

Vaccinare i donatori di sangue contro il Covid

Lo chiederò in Regione: la necessità di sangue non va in quarantena ed è giusto garantire a chi dona la possibilità di muoversi in sicurezza. Nel 2020, a causa della pandemia, la raccolta ha fatto registrare un calo del 5%.

Un calo del 5% nella raccolta di sangue, pari a 139mila unità, nel corso del 2020: un dato preoccupante che emerge dalle cifre rese note dal Centro Nazionale Sangue (febbraio 2021). La principale causa del calo, nemmeno a dirlo, è stata la pandemia da Covid-19: una situazione che ancora perdura in questo inizio di 2021.

Chiederemo in Consiglio Regionale, come Moderati, che i donatori di sangue siano inseriti tra le categorie prossimamente vaccinate contro il Covid-19 o che possano essere contattati nei casi di disdetta last minute da parte di soggetti prenotati e convocati. Garantendo a chi dona l’immunizzazione, porremo una delle condizioni necessarie a recuperare almeno in parte il gap rispetto ai quantitativi di sangue donati negli anni precedenti la pandemia, sia limitando la diffusione del virus tra i donatori sia limitando nei donatori stessi le ragioni di preoccupazione per la propria salute.

Salviamo il Villaggio Olimpico di Bardonecchia

Senza sostegno da parte della Regione Piemonte (proprietaria della struttura), questa realtà da 100mila presenze l’anno potrebbe non sopravvivere al secondo anno di pandemia: gli effetti negativi si abbatterebbero a cascata sul turismo della zona e in termini di occupazione. Presenterò un’interrogazione in Consiglio Regionale: urge un sostegno economico.

La seconda Pasqua consecutiva persa dà la misura di una situazione tragica: il Villaggio Olimpico di Bardonecchia, esempio di come le strutture olimpiche possano essere punti di forza del nostro territorio e della nostra offerta turistica, ora rischia di non farcela.

Se gli introiti sono crollati in dodici mesi di pandemia, le spese fisse sono rimaste le stesse. Il canone di locazione pesa per una cifra pari a 1 milione di euro ogni anno. L’unica soluzione è riconoscere una sostanziosa riduzione del canone annuale: cosa già richiesta e non concessa lo scorso anno. La proprietà della struttura è regionale.

La Società D.O.C. scs, che gestisce il Villaggio dal 2011, è riuscita nonostante tutto, a prezzo di grandi sacrifici, a pagare alla concessionaria Parcolimpico Srl il dovuto per il 2020. Negli anni precedenti, una gestione saggia e strategica aveva rilanciato la struttura, ripianando i precedenti debiti e addirittura contribuendo a superare i tradizionali limiti stagionali invernali del locale turismo. Le presenze superano, in anni di normale attività, le 100mila. Senza un accordo, la Cooperativa rischia di perdere la concessione.

Il Villaggio Olimpico rappresenta un punto di forza per l’offerta turistica del comprensorio di Bardonecchia. Perderlo sarebbe imperdonabile anche in considerazione della conseguente perdita di posti di lavoro. Chiederò, con un’interrogazione a Palazzo Lascaris, sostegno dal punto di vista economico, magari con una riduzione del canone d’affitto, come peraltro consentito dalla normativa.

Decreto Sostegni: le misure a favore della famiglia siano calibrate in proporzione al numero di figli

Come Moderati facciamo nostra la proposta del Forum delle Associazioni Familiari: congedi parentali, voucher baby-sitter e tutte le altre misure, promosse a tutti i livelli istituzionali, a sostegno della famiglia siano ponderate sulla base del numero di figli.

Decreto Sostegni, tutte le iniziative di sostegno economico a favore della famiglia siano calibrate in proporzione del numero di figli di ogni nucleo. Sul tema si è già espresso il Forum delle Associazioni Familiari e ci troviamo, come Moderati, perfettamente concordi.

Il Decreto Legge Sostegni garantirà, tra le altre voci, congedi parentali e voucher baby-sitter; chiediamo come Moderati che tutte le misure, anche a livello istituzionale più basso, siano quantificate per ciascun nucleo sulla base del numero di figli. Tutto ciò è necessario non soltanto per una questione di equità, ma anche alla luce del fatto che – in una nazione, in una regione e in una città nelle quali la popolazione invecchia – l’arrivo di un nuovo nato è tra i principali fattori di povertà. 

È arrivato il momento di sostenere davvero le famiglie che desiderano mettere al mondo dei figli e che compiono così una scelta che punta sul futuro ed è a tutti gli effetti controcorrente. Proprio le famiglie e specialmente quelle numerose sono le più penalizzate in questa fase di crisi, dovendo districarsi tra didattica a distanza, permessi lavorativi in molti casi già esauriti e necessità di far quadrare organizzazione quotidiana, orari e conti.