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INTERPELLANZA – Sotto la ciliegina dei fasciatoi, c’è poi anche, per caso, un accenno di torta?

Il Consiglio Comunale di Torino,                  

PREMESSO CHE

– molti sono i servizi del Comune aperti al pubblico;

– un elenco, probabilmente solo parziale, comprende per esempio:

  • – Anagrafe Centrale (via della Consolata 23) e sedi decentrate dello stesso servizio;
  • – Sportello Unificato per il Commercio (via Meucci 12);
  • – Ufficio Tributi (corso Racconigi 49);
  • – Centri di Servizi al Cliente GTT (in varie sedi);
  • – Ufficio Relazioni con il Pubblico (piazza Palazzo di Città 9/A);
  • – Servizi Civili – Ufficio di Stato Civile (via della Consolata 23);
  • – InformadisAbile (via Palazzo di Città 11);
  • – Lo.C.A.Re. (via Corte d’Appello 10);
  • – Divisione Servizi Educativi (via Bazzi 4);
  • – Uffici IAT (Informazione e Accoglienza Turistica, piazza Castello e piazza Carlo Felice);
  • – Sportello del Cittadino della Polizia Municipale (via Bologna 74);

CONSIDERATO CHE

  • sono circa 7mila le donne che partoriscono a Torino ogni anno (6.717 nascite nel 2017 secondo Urbistat);
  • servono, a tutti i livelli, politiche e azioni concrete a favore delle famiglie torinesi;
  • più volte la forza politica attualmente alla guida della Città di Torino ha affermato di voler supportare con aiuti concreti le donne che si trovino nel periodo della gestazione e le famiglie con figli piccoli;
  • la collocazione di un fasciatoio a Palazzo Civico non può esaurire il senso dell’intento di cui al punto precedente;

INTERPELLA

la Sindaca e l’Assessore competente per sapere:

  1. presso i locali di quali dei servizi aperti al pubblico e degli sportelli della Città di Torino siano attualmente previste agevolazioni e/o infrastrutture dedicate alle donne in dolce attesa (per esempio sportelli ad hoc, posti a sedere dedicati, file riservate e simili);
  2. Se sia intenzione dell’Amministrazione estendere ulteriormente questa tipologia di servizi e di agevolazioni;
  3. In caso di risposta affermativa al quesito di cui al punto 2., presso quali dei servizi aperti al pubblico e degli sportelli della Città di Torino sia intenzione dell’Amministrazione implementare tali facilities, e quale sia la cifra stanziata a bilancio a questo fine;
  4. In caso di risposta negativa al quesito di cui al punto 2., quali siano stati i ragionamenti che hanno portato a considerare sufficiente l’offerta attualmente in essere;
  5. Quante volte sia stato effettivamente utilizzato il fasciatoio del pian terreno a Palazzo Civico dal momento della sua collocazione a oggi.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Impossibile ‘rifiuto’?

PREMESSO CHE

  • la raccolta differenziata domiciliare, nota come “porta a porta”, è una tipologia di raccolta che AMIAT e Città di Torino hanno adottato dal 2003;
  • essa è regolata da specifiche ordinanze ed è attiva su circa metà del territorio cittadino;
  • si prevede l’eliminazione dei grandi cassonetti su strada per sostituirli con altri più piccoli e collocati, ove possibile, all’interno dei cortili e degli spazi condominiali;
  • lo svuotamento dei contenitori è svolto da AMIAT nei giorni prestabiliti e secondo un calendario ufficiale;
  • ogni condominio si deve organizzare per l’esposizione dei contenitori nei giorni e negli orari stabiliti dal calendario;

RILEVATO CHE

  • come riferito allo scrivente da alcuni cittadini, i cassonetti collocati nei cortili condominiali – secondo specifiche disposizioni ricevute da AMIAT – devono essere posizionati a bordo strada entro le due ore antecedenti la raccolta da parte di AMIAT e poi devono essere ritirati oltre le due ore successive allo svuotamento;
  • accade con sempre maggiore frequenza che, in ossequio alle disposizioni operative, molti condomini debbano incaricare, e pertanto remunerare, un soggetto che si occupi dello spostamento dei cassonetti condominiali;
  • in uno dei condomini di residenza dei cittadini incontrati dallo scrivente la collocazione dei cassonetti, oltre a comprimere lo spazio libero ad uso comune, ha generato rilevanti problemi dal punto di vista igienico-sanitario causando la presenza di blatte, topi e corvi;

CONSIDERATO CHE

  • lo Statuto Albertino, Carta fondamentale del Regno di Sardegna promulgata il 4 marzo 1848, definiva la proprietà privata come “sacra, inviolabile, intangibile e solo in casi rarissimi ed eccezionali può essere sacrificata”;
  • l’articolo 42 della Costituzione repubblicana, in vigore dal 1° gennaio 1948, riconosce, garantisce e tutela la proprietà privata, prevedendone l’esproprio solo per motivi di interesse generale e dietro indennizzo;
  • l’articolo 832 del Codice Civile stabilisce che “il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico”;
  • l’articolo 10 del Regolamento n. 280 per la gestione dei rifiuti urbani stabilisce che “Il proprietario singolo o l’amministratore, laddove nominato, o i condomini, in solido fra loro, hanno l’obbligo, previa informazione agli stessi da parte del gestore del servizio, di consentire il posizionamento dei contenitori all’interno degli stabili negli spazi ritenuti idonei da parte del gestore del servizio che ne rimane proprietario”;
  • si è creata una situazione che, de facto, discrimina tra cittadini di serie A (che non ospitano i cassonetti del porta a porta nei loro spazi comuni) e di serie B (che ospitano i cassonetti nei loro cortili e pertinenze e poi pagano qualcuno per la collocazione degli stessi su strada e il successivo ritiro), imputando ai primi costi impliciti e ulteriori connessi alla tassazione per la gestione dei rifiuti;
  • il “lavoro” che il regime del porta a porta impone ai cittadini sgrava AMIAT di responsabilità e compiti che poi però non vengono riconosciuti ai cittadini stessi in termini di riduzioni tariffarie;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione si rifiuti si garantire l’eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini (come da dettato costituzionale) continuando a discriminare tra coloro i quali, per qualsiasi motivo, non ospitano i cassonetti del porta a porta nei loro spazi comuni/pertinenze e coloro i quali si vedono obbligati ad ospitare i cassonetti nei loro cortili e poi debbono remunerare qualcuno per la collocazione degli stessi su strada – e il successivo ritiro – secondo tempi e orari prestabiliti;
  2. se, in conseguenza di quanto enunciato al punto precedente, l’Amministrazione ritenga corretto causare maggiori costi ad alcuni cittadini (e, di conseguenza, minori oneri per AMIAT), rifiutando di riconoscere adeguate compensazioni in termini di riduzioni tariffarie;
  3. se l’Amministrazione rifiuti di farsi parte diligente promuovendo lo studio e la realizzazione di soluzioni per la collocazione dei cassonetti che possano soddisfare equamente sia le esigenze di AMIAT sia le legittime prerogative dei cittadini che intendono rifiutare l’utilizzo delle parti comuni dei loro condomini;
  4. se l’Amministrazione intenda rifiutare di intervenire in maniera attenta alle esigenze lamentate da molti cittadini, peraltro riprese dagli organi d’informazione (La Stampa del 9 settembre u.s.), al fine di evitare il proliferare di sfiancanti e antieconomici contenziosi.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Giardino Cenisia: come d’autunno sugli alberi le foglie

PREMESSO CHE

  • i giardini Revello e Cenisia si trovano nel territorio della Circoscrizione 3, nel quadrilatero delimitato dalle vie Frejus, Revello, Cesana e corso Vittorio Emanuele II;
  • hanno entrambi una superficie di oltre 5000 mq e sono destinati ad aree verdi ad uso pubblico;
  • con la delibera del 2 dicembre 2014 (mecc. 2014 06211) la Giunta Comunale approvò il nuovo progetto definitivo dei lavori di manutenzione straordinaria in via Revello 3 e 5 e connessa bonifica e demolizione di edifici;

RILEVATO  CHE

  • nel corso degli ultimi anni alcuni interventi hanno interessato l’area del giardino Revello;
  • sono stati eseguiti lavori di bonifica e rimozione di tre serbatoi di gasolio, messa in sicurezza del patrimonio arboreo, demolizione del muro perimetrale di via Frejus, rimozione delle recinzioni e dei cancelli su via Revello, spietramento e formazione dell’area a prato, posa di primi elementi di arredo urbano e collocazione di un impianto di illuminazione;
  • l’attuale Amministrazione ha ritenuto opportuno intervenire sull’area in due momenti distinti, procedendo dapprima all’apertura del giardino, attraverso una sistemazione di massima che ne consentisse la fruizione, nel frattempo, attraverso un percorso partecipato di co-progettazione con i cittadini, si voleva decidere la destinazione futura del giardino e le ulteriori funzioni che vi potranno trovare posto;
  • tale percorso partecipato tra Città e cittadini (“Il verde che vorrei – via Revello”) ha comportato periodici incontri e assemblee pubbliche per definire attraverso il confronto diretto con i residenti come meglio portare a compimento il risanamento e il recupero alla libera fruizione pubblica del giardino Revello;

CONSIDERATO CHE

  • il complesso sportivo Cenisia è sito tra le vie Cesana, Revello e corso Vittorio Emanuele II e comprende l’impianto sportivo, il giardino pubblico e i locali pertinenziali;
  • con la deliberazione del Consiglio Comunale del 7 ottobre 1996 (mecc. 9605625/10) la Città affidò la gestione dell’impianto sportivo in oggetto all’Associazione Sportiva Borgata Cenisia (successivamente denominata Associazione Sportiva Cenisia) fino al 30 giugno 2001;
  • con la deliberazione del 24 aprile 1997 (mecc. 9702655/46) la Giunta Comunale affidò la gestione del giardino Cenisia (compreso tra le vie Cesana, Revello e corso Vittorio Emanuele II) alla sopra citata Associazione, con scadenza 30 giugno 2001 e con l’onere a carico dell’Associazione di provvedere all’apertura e chiusura al pubblico del giardino;
  • con la deliberazione del Consiglio Comunale del 13 aprile 2001 (mecc. 2001 01673), su proposta della Circoscrizione 3, l’Associazione ottenne il rinnovo della concessione per l’intero complesso (impianto sportivo, giardino pubblico e locali pertinenziali) fino al 30 giugno 2016 a fronte dell’impegno di realizzare migliorie che avrebbero rivalutato il patrimonio della Città e pertanto della collettività;
  • il giardino Cenisia – della cui conduzione, manutenzione, apertura, chiusura e custodia è formalmente responsabile il concessionario in base alla Delibera del Consiglio Comunale mecc. 2001 01673 – versa in una situazione di assoluto degrado e abbandono;
  • i giochi bimbi sono rotti, molti degli arredi sono inutilizzabili, la vegetazione è priva di una costante e regolare manutenzione (eccetto per un recentissimo intervento di parziale sfalcio della siepe);

TENUTO CONTO CHE

  • il giardino Cenisia è sempre stato considerato nell’ambito della co-progettazione per il Giardino di Via Revello: in tutte le riunioni pubbliche si è sempre necessariamente parlato dei due giardini e in molte schede consegnate dai cittadini all’Amministrazione sono stati inseriti numerosi suggerimenti per la riqualificazione di entrambi i giardini;
  • il fatto che l’Amministrazione pubblicamente parli di evitare la “duplicazione delle funzioni” dei due giardini implica necessariamente il coinvolgimento di entrambi i giardini nell’alveo dello stesso progetto;
  • esistono i presupposti – quanto meno di fatto – per inserire il giardino Cenisia nella riqualificazione del giardino Revello nell’ambito della fase finale dell’attuale percorso di co-progettazione partecipata o, in alternativa, la riqualificazione del giardino Cenisia potrà essere inserita in un autonomo progetto dell’Amministrazione;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se la concessione tra Città e ASD Cenisia, scaduta il 30 giugno 2016, sia stata successivamente rinnovata oppure se essa risulti scaduta senza alcun atto formale di prorogatio ma con un mero tacito rinnovo;
  2. se l’Amministrazione ritenga che siano state rispettate tutte le prescrizioni elencate nel testo dell’articolo 6 del Regolamento (n. 295) per la gestione degli impianti sportivi comunali;
  3. se, tenuto conto della gerarchia delle fonti del diritto, una determinazione dirigenziale (mecc. 2016 42444/086) possa efficacemente derogare rispetto a quanto stabilito da un Regolamento comunale (Regolamento n. 295 articolo 6 comma 1);
  4. se nell’area in oggetto siano presenti impianti pubblicitari di qualsiasi natura (temporanei, permanenti, cartellonistica, teli, eccetera…), sia all’interno degli impianti sia nelle aree esterne di pertinenza, e se siano osservate tutte le prescrizioni di cui all’articolo 16 del Regolamento n. 295;
  5. se l’Amministrazione abbia intenzione di formalizzare un aggiornamento dei rapporti con il concessionario, in osservanza alle forme e alle tempistiche previste dalla legge, affinché si giunga ad una corretta disciplina degli obblighi e dei doveri del concessionario non solo nei confronti della gestione dell’impianto sportivo ma anche in relazione alla manutenzione di tutte le aree e zone di pertinenza specificamente indicante nel testo della concessione (giardino Cenisia e marciapiedi);
  6. in caso di risposta affermativa al punto precedente, se sia già stata avviata una gara pubblica per l’affidamento in concessione della gestione del sopra citato impianto sportivo (e delle relative pertinenze) e quali siano i termini previsti per la conclusione della procedura;
  7. se l’Amministrazione sia in grado di inserire il giardino Cenisia nell’ambito della fase finale del progetto di co-progettazione partecipata tra Città e cittadini afferente al giardino Revello affinché si possa giungere ad una completa riqualificazione delle aree verdi comprese nel quadrilatero oggetto del presente atto;
  8. se, in alternativa a quanto proposto al punto precedente, sia intenzione dell’Amministrazione di considerare, progettare e realizzare la riqualificazione del giardino Cenisia per portare a compimento una completa rivitalizzazione di entrambi gli spazi verdi ospitati nel quadrilatero in oggetto.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – SOS in via Montano: degrado rampante, sicurezza dimezzata e Amministrazione inesistente!

PREMESSO CHE

  • via Massimo Montano si trova nelle immediate vicinanze della frequentatissima piazza Bernini, nel territorio della Circoscrizione 4;
  • trattasi di una via molto frequentata da tossicodipendenti e da malintenzionati dediti prevalentemente al compimento di reati di furto con scasso;
  • da molti mesi, proprietari di autovetture, insegnanti e genitori (nella via sono ospitate anche una scuola primaria ed il Liceo Cavour) lamentano continue incursioni, furti, atti vandalici, rotture di vetri e specchietti delle autovetture in sosta, il tutto con particolare accentuazione nelle ore serali e notturne;

RILEVATO  CHE

  • le richieste del Comitato Campidoglio-Parella e di molti frequentatori delle scuole e degli impianti sportivi affinché i titolari di responsabilità politiche e istituzionali predisponessero adeguati sistemi di controllo, sono sinora tristemente rimaste lettera morta, nonostante i reiterati appelli;
  • la zona più interessata da episodi criminosi e vandalici, furti e rotture di vetri e parti di autoveicoli risulta essere quella adiacente al lato dell’edificio che ospita la SUISM (ex ISEF), il cui muro è totalmente imbrattato da scritte, murales e disegni che evidenziano un degrado che trascende la semplice apparenza superficiale descrivendo un livello molto intenso e profondo di insicurezza, sia percepita sia reale;
  • la situazione si è inasprita fino a divenire intollerabile, al punto che molti cittadini della zona temono di parcheggiare l’auto in via Montano, cercando uno spazio di sosta altrove, congestionando inevitabilmente piazza Bernini ed il controviale di corso Tassoni, con ulteriori rischi per la già notevole intensità di traffico della zona;

CONSIDERATO CHE

  • nei mesi estivi vi sono stati ulteriori e gravi casi di danneggiamenti e furti nelle autovetture parcheggiate, ripresi da organi di stampa (si allega eloquente documentazione fotografica tratta dal sito “torino.diariodelweb.it”) ed oggetto di diverse denunce, pare opportuno approfondire con urgenza, in relazione alle numerose richieste e proteste dei cittadini e dei Comitati, quale sia il ruolo della Città e degli altri soggetti istituzionali competenti e perché non si sia sinora provveduto, nonostante i molti episodi indicati, a dotare la zona di idonei strumenti di controllo e di vigilanza a fini sia deterrenti sia repressivi;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quale sia la precisa situazione giuridico/patrimoniale dell’immobile SUISM (ex ISEF) situato tra via Montano e piazza Bernini, di chi sia la proprietà, quali siano i vincoli inseriti nel P.R.G. e quali le prospettive;
  2. se il Corpo di Polizia Municipale sia in grado di aumentare la vigilanza in via Montano comprendendola nell’elenco delle zone sensibili da pattugliare con particolare attenzione nelle ore serali e notturne;
  3. se l’Amministrazione abbia intenzione di predisporre un adeguato sistema di controllo e videosorveglianza nella zona in oggetto, portando all’attenzione delle competenti istituzioni la situazione narrata nel presente atto e già resa nota dalle molteplici segnalazioni, richieste, comunicazioni e denunce di molti cittadini e Comitati.

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Il rinnovo della convenzione della Protezione Civile è urgente: anche l’Amministrazione lo considera tale?

PREMESSO CHE

  • la Protezione Civile svolge un ruolo fondamentale esercitando attività di pubblico soccorso in situazioni di calamità naturali o incidenti;
  • è compito e responsabilità dell’Amministrazione mettere i Volontari nelle condizioni di svolgere al meglio il loro compito;

RILEVATO  CHE

  • diverse Associazioni di volontariato hanno sottoscritto nel 2016 una convenzione con il Settore Protezione Civile della Città di Torino finalizzato all’inserimento nella Sezione Comunale di Protezione Civile;
  • tale convenzione risulta scaduta a gennaio 2018 ed è già stata prorogata in due occasioni;
  • l’ultima proroga ne ha esteso la validità fino a settembre 2018;

CONSIDERATO CHE

  • non risulta che l’Amministrazione, ad oggi, si sia preoccupata di far conoscere le proprie intenzioni a proposito del rinnovo di tale convenzione;
  • anche in situazione di proroga le Organizzazioni di Protezione Civile sono spesso chiamate a operare;
  • l’intervento è, in regime di proroga, svolto senza alcun rimborso e senza la possibilità di garantire la copertura assicurativa dei Volontari (l’assicurazione regionale prevede infatti la copertura solo se l’attivazione è effettuata direttamente dalla Sindaca; non basta l’attivazione da parte del Dirigente preposto);

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se debbano considerarsi confermate o smentite le voci secondo le quali non sarebbe intenzione del Comune di Torino procedere al rinnovo della convenzione con le Associazioni di Volontariato di Protezione Civile;
  2. quando l’Amministrazione intenda interloquire con le realtà dell’Associazionismo per comunicare le proprie intenzioni a proposito del rinnovo della convenzione;
  3. quali siano le ragioni dell’atteggiamento attendista dell’Amministrazione e dell’attuale situazione di stallo;
  4. quali siano le intenzioni, i progetti e le prospettive dell’Amministrazione a proposito della tematica in oggetto.

Silvio Magliano