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Autore: Redazione sito

Mirafiori Nord in un “cono d’ombra”, la Giunta prende atto del problema

La mia interpellanza sulla scarsa illuminazione presso le vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli ottiene almeno un risultato: l’Amministrazione ha riconosciuto l’urgenza di sostituire l’attuale sistema di illuminazione, che è palesemente inadeguato, e ha promesso che l’intervento per l’installazione dei led (progetto “Led per Torino”) inizierà entro l’anno in corso, per un investimento fino a 380mila euro. Seguiranno i fatti?

Illuminazione a Mirafiori Nord, problema almeno a parole preso in carico dall’Amministrazione: la Giunta ha riconosciuto, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sull’argomento, che l’attuale sistema presso le vie Pertinace, Don Grazioli, Dandolo e Fatebenefratelli è inadeguato e va cambiato, garantendo che i lavori per l’installazione dei nuovi led (progetto “Led per Torino”) inizieranno entro l’anno in corso. Bene: non possiamo accettare una Torino a doppia velocità dal punto di vista del diritto a una pubblica illuminazione adeguata. Del tema i Moderati si occupano da tempo, in Comune e in Circoscrizione. Un quartiere ben illuminato è un quartiere sicuro. Mi auguro che alle parole seguano i fatti e che la promessa sia mantenuta: si parla di un investimento fino a 380mila euro per l’area della quale stiamo parlando. I cittadini aspettano da tempo un intervento risolutivo. Ascoltare e poi non agire scredita la politica e le Istituzioni: mi auguro davvero che questo non avvenga. 

Museo dell’Artiglieria, la grande occasione (fin qui) sprecata del turismo torinese

Questa realtà ha un potenziale (culturale, turistico, economico) enorme e inespresso: in altre nazioni sarebbe al centro di progettualità ambiziose, noi quasi ne proviamo vergogna. Appena discussa in Consiglio Comunale la mia più recente interpellanza sul tema: il ritorno del Museo alla Cittadella pare ancora un obiettivo lontano.

Immobilismo totale: quasi ci vergognassimo, come Città, della nostra storia. Eppure il Museo dell’Artiglieria è, o meglio sarebbe, un’assoluta eccellenza, sulla quale sarebbe possibile, e politicamente doveroso, basare una progettualità a tutto tondo in grado di generare un indotto turistico di rilievo. Ma le priorità, negli ultimi anni e ancora di più con questa Giunta, sembrano essere sempre altre: una sensazione che la risposta che ho appena ricevuto a verbale alla mia più recente interpellanza sull’argomento non ha dissipato. La questione è politica e di certo la Giunta Appendino non ha accelerato i tempi. Tutt’altro. Né abbiamo mai cercato, come Città, di dare forza e gambe a un progetto unitario. Mi auguro, ora, che questa lenta agonia si interrompa: dopo anni di esilio, il Museo deve tornare al Mastio della Cittadella, per tornare a far parte a pieno titolo del patrimonio culturale e dell’offerta turistica torinese.

INTERPELLANZA – Scuola Primaria ‘Silvio Pellico’ e CPIA2: una convivenza forzata a cui servono regole di tutela rafforzata

TENUTO CONTO CHE

  • l’Istituto Comprensivo “Matteotti-Pellico” è composto da 6 plessi: uno di essi ha sede in via Madama Cristina 102 e ospita la Scuola Primaria “Silvio Pellico”;
  • con l’approvazione della delibera della Giunta comunale mecc. 2019 03533 del 27 agosto 2019, si stabiliva che: “presa in carico da parte della Divisione Servizi Educativi dell’ala “ampliamento anni 80” dell’edificio scolastico di via Madama Cristina 102, ospitante la scuola primaria “Pellico” appartenente alla Direzione Didattica Pellico (dall’anno scolastico 2019-20 Istituto Comprensivo “Matteotti – Pellico”) e contestuale assegnazione al CPIA 2 (Centri Provinciali Istruzione Adulti) dei locali del suddetto ampliamento per consentire il trasferimento dall’anno scolastico 2019-20 degli alunni del CPIA 2 attualmente ospitati presso la scuola secondaria di secondo grado, di competenza della Città Metropolitana di Torino, “Giulio” in via Bidone 11. Sia il “Giulio” sia il “Regina Margherita”, quest’ultima scuola collocata nel medesimo edificio scolastico e che ha consentito nell’anno scolastico 2018-19 l’utilizzo di alcuni locali propri, hanno infatti segnalato da un lato notevoli complessità gestionali, dall’altra la necessità di ampliamento dell’offerta formativa, che richiede di poter utilizzare appieno i locali dei propri istituti. Facendo riferimento alle competenze assegnate dalla Legge 23/96 ai comuni, art. 3 comma a, e alla nota del MIUR (prot. n. 0008041 del 07/09/2015) poiché il Comune deve provvedere alla collocazione dei CPIA attualmente ospitati presso le sedi di scuola secondaria di secondo grado di competenza di Città Metropolitana in sedi scolastiche di propria competenza, la Città ha avviato un’attenta ricognizione degli spazi disponibili nella zona di riferimento (quartiere San Salvario), individuando i n. 7 locali dell’ampliamento anni ’80 sopra richiamato per lo svolgimento dei corsi del C.P.I.A. 2 di via Bidone 11, secondo le indicazioni condivise con le dirigenze scolastiche interessate e contenute nel verbale della riunione svoltasi con le stesse presso l’Ufficio Scolastico Territoriale di Torino il 19/07/2019, condiviso con gli interessati e conservato agli atti della Divisione Educativi. Sarà cura delle dirigenze scolastiche della scuola “Pellico” e del C.P.I.A. 2 attraverso appositi accordi gestionali garantire il corretto funzionamento di entrambe le attività.”;
  • pertanto, nel medesimo compendio della Scuola Silvio Pellico è ospitato, da poco più di un anno, anche il CPIA2 (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti);
  • il tema della convivenza di due Istituzioni scolastiche senza dubbio eterogenee ha da subito suscitato perplessità e preoccupazioni presso i genitori della Scuola Pellico;

RICORDATO CHE

  • il tema è stato oggetto di un atto consiliare discusso in data 18 novembre 2019; si   riportano di seguito ampi stralci della risposta pronunciata dall’Assessore con delega alle Politiche Educative: “Sul percorso di condivisione, per quanto riguarda l’Assessorato, al fine di permettere il regolare svolgimento delle lezioni sia della scuola primaria, sia del C.P.I.A. e per dare risposte ai dubbi e perplessità sollevati dalle famiglie degli alunni della Scuola Pellico, la scrivente e gli uffici hanno svolto incontri con i dirigenti scolastici, con una rappresentanza dei genitori che hanno presentato richiesta scritta di chiarimenti, che è stata soddisfatta con nota dell’8 ottobre 2019, e inoltre è stata svolta un’assemblea con i genitori ed insegnanti della Pellico in data 15 ottobre. Il C.P.I.A. ha iniziato le sue attività di accoglienza il 17 ottobre. Sulla composizione dei 43 frequentatori del C.P.I.A. 2 al mattino, le percentuali corrette sono: su 20 lavoratori 47%, studenti universitari 36%, minori 10%, richiedenti asilo 7% tutte donne. Sul Protocollo d’intesa per l’accordo gestionale, è assolutamente corretto che sia redatto in autonomia dai dirigenti delle due scuole e dai rispettivi RSPP; il Comune non può essere firmatario di tale accordo interno e di integrazione del DVR dei due datori di lavoro delle scuole interessate. Tuttavia, l’Assessorato ha fornito supporto tecnico e di mediazione. L’accordo gestionale è stato consegnato ai genitori durante l’assemblea del 15 ottobre 2019 e il suo aggiornamento del 7 novembre è stato inviato via mail alla Scuola Pellico; il Comune lo ha a sua volta ricevuto e conservato agli atti. Le situazioni di coabitazione tra adulti e bambini sono state analizzate in occasione di numerosi incontri congiunti tra scuole e tecnici comunali, alla presenza del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione delle due scuole, i quali hanno studiato e definito nel dettaglio le procedure da adottare per i pochi spazi da utilizzare in comune, e in particolare per la scala di accesso, mentre per i servizi igienici la manica destinata al C.P.I.A. 2 è dotata di tre blocchi bagni distribuiti ai vari piani, che non interferiscono in alcun modo con gli spazi della Scuola Pellico. In merito al servizio igienico per le persone con difficoltà motorie del C.P.I.A. 2, è previsto l’adeguamento del blocco bagni al primo piano nella manica ristrutturata di via Madama Cristina; nel frattempo, come prescritto dall’ASL di Torino, l’eventuale disabile presente usufruirà del servizio igienico per disabili presente nel lato Pellico e sarà accompagnato dal collaboratore del C.P.I.A.. Tali opere di adeguamento potranno essere realizzate nel primo trimestre del 2020 con modalità e tempistiche da definire con la scuola. In data 12 novembre 2019 l’ASL di Torino ha fatto pervenire la relazione con le sue valutazioni igienico-sanitarie circa la copresenza delle due istituzioni scolastiche nel medesimo plesso. Dalla valutazione dei contenuti dell’accordo gestionale e a seguito del sopralluogo effettuato, l’ASL non ritiene che vi siano problematiche igienico-sanitarie tali da compromettere l’attività didattica in ambedue le istituzioni scolastiche. Aggiungo che già da diversi anni nella città di Torino alcuni punti di erogazione del C.P.I.A. sono collocati in scuole del primo ciclo, quali C.P.I.A. 1 presso la scuola primaria di via Zumaglia, C.P.I.A. 2 presso la scuola primaria di corso Giulio Cesare, C.P.I.A. 3 presso l’edificio scolastico di strada Castello di Mirafiori, ospitante sia la scuola primaria, sia la scuola secondaria di primo grado. I locali assegnati al C.P.I.A. sono in carico alla scuola e gestiti dal Dirigente Scolastico del C.P.I.A. stesso, che risponde dell’uso e delle attività svolte nei termini di legge, esattamente come qualunque altra autonomia scolastica. In aggiunta all’organico delle due autonomie scolastiche, l’Ufficio Scolastico Regionale Ambito di Torino ha incrementato di tre unità l’organico del personale ATA, di cui uno per l’istituto comprensivo Matteotti – Pellico e due per il C.P.I.A. 2. Durante il sopralluogo del 4 luglio 2019, presenti il Presidente del Consiglio di Istituto della Pellico, la Dirigente scolastica della Pellico, due docenti dei C.P.I.A. 2, la mia persona e i tecnici dell’edilizia scolastica, si è ritenuto di non redigere alcun verbale, in quanto si è trattato di un sopralluogo di carattere conoscitivo dei locali e pertanto finalizzato alla presa visione degli stessi da parte degli interessati. Concludo confermando la disponibilità dell’Assessorato a continuare a supportare le scuole sia per favorire la collaborazione e il dialogo in materia di sicurezza, anche con gli eventuali interventi migliorativi che dovessero essere ritenuti necessari in base agli esiti del ricorso sottoscritto da 32 genitori della Pellico, sia per riaffermare il valore del diritto allo studio per entrambe le utenze delle due scuole, evitando – come richiesto dalla maggioranza dei genitori della Pellico – di escludere dalla frequenza gli studenti del C.P.I.A..”;
  • le enunciazioni dell’Assessore non sono state ritenute sufficienti a placare le ragionevoli perplessità delle famiglie, a ciò si aggiunga – e questa certamente non è colpa imputabile all’Amministrazione comunale – che la successiva ondata pandemica ha contribuito ulteriormente ad amplificare ansie e preoccupazioni;

EVIDENZIATO CHE

  • nel mese di agosto 2020 è stata completata una raccolta firme tra i genitori della Scuola Pellico a sostegno di una petizione inviata via PEC alle Istituzioni territoriali e ai Gruppi consiliari in data 4 agosto 2020;
  • le famiglie hanno inteso pronunciare e rendere esplicita tutta la loro preoccupazione per le ineludibili e molteplici difficoltà derivanti dalla convivenza presso il medesimo compendio di due Istituzioni scolastiche profondamente eterogenee;
  • si riporta un ampio stralcio della lettera: “Siamo un gruppo di genitori, con figli in fascia d’età di scuola primaria, iscritti alla Scuola elementare Silvio Pellico, appartenente all’IC Matteotti-Pellico di Torino. Con molta apprensione seguiamo, da settimane e tramite i media, le proposte che le Istituzioni scolastiche, la Circoscrizione 8 e il Comune stanno vagliando per il rientro dei nostri figli, in aula a settembre. Ci è giunta notizia che, al fine di assicurare il distanziamento sociale ed evitare assembramenti, in Circoscrizione 8 – a cui la nostra scuola appartiene – sono stati individuati spazi extra da dividere tra i diversi istituti. Così come è trapelata la richiesta, avanzata da parte dell’amministrazione comunale ai dirigenti scolastici, di mettere a disposizione le classi attualmente inutilizzate nelle scuole del plesso di appartenenza, sempre per la medesima finalità, con relativo costo dei trasporti a carico del Comune. L’edificio di via Madama Cristina 102 ha però una sua specificità che non può passare inosservata: esso è sede condivisa di 2 istituti; la scuola primaria Pellico e il CPIA2 (Centro per l’istruzione degli adulti). Una convivenza che, in tempi di contagio da Covid-19, renderebbe largamente disagevole, per entrambe le istituzioni, l’uso degli spazi disponibili e quelli condivisi. Proprio per quella “promiscuità” adulti/bambini che potrebbe essere foriera di complicanze ed aggravi di rischi sanitari. Da genitori, ci poniamo una domanda: alla luce del periodo pandemico che tutti noi abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, al fine di scongiurare un ulteriore disagio a carico dei bambini e delle loro famiglie (l’ennesimo da quando è iniziata l’emergenza), è possibile per il Comune rivedere solo temporaneamente le scelte di messa a disposizione dei locali ceduti al CPIA2? Si potrebbero così scongiurare sia il rischio di dover rinunciare alla didattica in presenza, sia quello di dover gestire trasferte di minori da un istituto all’altro (con conseguente risparmio dell’onere finanziario a carico del Comune). In un’ottica di cura dello stato psicologico dei minori, inoltre, non va sottovalutata la serenità di poter tornare a vivere la scuola sicuri dei propri riferimenti, senza, quando è possibile evitare, spezzettarsi in altre sedi. In aggiunta, il CPIA2 potrebbe avere degli spazi dedicati, in uso esclusivo, azzerando i rischi indotti dall’uso promiscuo e assicurando la partecipazione anche ad un’utenza maggiore rispetto all’attuale, oggi già numericamente vincolata dal piano di evacuazione per la condivisione delle vie di esodo. La nostra richiesta non vuole essere oggetto di alcun tipo di strumentalizzazione politica ma muove dal principio logico per cui, se sono state individuate delle strutture idonee ad essere adibite a locali scolastici nell’ambito del territorio, deve comunque essere considerata la modalità più agevole di utilizzo di questi spazi, oltre che la meno costosa. Perché far spostare i bambini, già sufficientemente penalizzati in tutto questo periodo, quando i locali già individuati potrebbero soddisfare l’attività formativa del CPIA2? Con il risultato di usare tutti “male” degli spazi che sotto il profilo edilizio hanno mancanze ed inadeguatezze che non si avrebbe il tempo materiale di risolvere, anche ammesso che vi fossero gli stanziamenti finanziari necessari. Ricordiamo infine, per collocare le nostre richieste in un contesto di analogia che, nei mesi scorsi, sempre a causa dell’emergenza Coronavirus, il Comune di Torino ha rinviato il progetto di accorpamento della primaria Gianelli, che avrebbe dovuto trasferirsi nei locali della media Turoldo, per fare spazio al CPIA1. Chiediamo dunque anche per la scuola elementare Silvio Pellico che, in considerazione dell’attuale delicata situazione dovuta all’emergenza epidemiologica, si rivedano in via eccezionale e temporanea gli accordi di concessione degli spazi in favore del CPIA2.”;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se si possa ricevere copia del verbale redatto dall’ASL, quali locali siano stati visionati, quale documentazione sanitaria sia stata visionata o richiesta in copia, copia della richiesta di chiarimenti presentata dall’Assessore (a cui pare che l’ASL abbia fornito riscontro);
  2. se l’accertata inesistenza di problematiche igienico-sanitarie sia stata recentemente rivisitata, tenuti conto del rischio di contagio da Covid-19;
  3. se precedentemente fossero state vagliate anche altre sedi, sempre in Circoscrizione VIII (se sì, quali siano state e per quali motivi siano state escluse);
  4. quale sia la reale esigenza numerica, in tema di aule e altri spazi, da parte del CPIA2 (atteso che quando i corsi erano ospitati in orario diurno presso la Scuola Giulio venivano occupati solo 2 locali);
  5. se e quando siano stati svolti i lavori di adeguamento citati nella risposta dell’Assessore del 18 novembre 2019;
  6. se e quando siano stati eseguiti i lavori propedeutici al rilascio del Certificato Prevenzione Incendi;
  7. se si ritenga che il personale ATA sia funzionalmente adeguato per fornire un’attenta sorveglianza con riferimento alla fascia d’età degli scolari della Scuola Primaria.    

Silvio Magliano

INTERPELLANZA – Museo dell’Artiglieria, Mastio, ‘Federal Building’: quali le intenzioni dell’Amministrazione in questo ultimo scorcio di mandato

PREMESSO CHE

  • la Cittadella di Torino fu una fortezza pentagonale sabauda ubicata lungo l’antica cinta muraria, posta a sud-ovest rispetto al centro cittadino;
  • eretta nel periodo 1564-1577 su disegni di Paciotto e guida dei lavori del Generale Robilant, fu commissionata dal Duca Emanuele Filiberto che intendeva rafforzare le difese urbane dopo lo spostamento della capitale del Ducato da Chambery a Torino;
  • viene ricordata soprattutto come teatro della Guerra di successione spagnola, durante i giorni dell’assedio del 1706 da parte dell’esercito franco-spagnolo del re Luigi XIV;
  • nella primavera del 1799 il Mastio ospitò per breve tempo papa Pio VI, in viaggio verso la Francia;
  • durante l’occupazione napoleonica nel 1800-1814 molte mura e bastioni della città furono demoliti, ma il Mastio fu risparmiato;
  • l’evoluzione delle tecniche d’assedio nel corso dell’Ottocento portò all’obsolescenza della Cittadella, degradata a semplice caserma;
  • caduta la sua funzione difensiva, nel 1856 si decise la completa demolizione della fortezza ad esclusione, appunto, del solo Mastio;
  • nel 1891 venne ceduto al Comune di Torino con il vincolo, tuttora vigente, che fosse destinato a sede del Museo Storico Nazionale d’Artiglieria;
  • attualmente esso costituisce l’unica parte esterna dell’antica Cittadella ed è sempre adibito a Museo Storico Nazionale d’Artiglieria;

TENUTO CONTO CHE

  • nel 2008 hanno avuto inizio i lavori per la ristrutturazione del Mastio della Cittadella;
  • tutti gli allestimenti e i preziosi documenti conservati nel Museo dell’Artiglieria sono stati opportunamente traslocati presso la Caserma “Carlo Amione” in piazza Rivoli;
  • per circa un decennio (2008-2018) il Mastio è rimasto nella disponibilità della Città per i lavori di restauro e sono anche state allestite alcune mostre temporanee, quali “World Press Photo” (3 novembre-3 dicembre 2017) e “Senzatomica” (17 gennaio-27 febbraio 2018);

RICORDATO CHE

  • con un’interpellanza presentata dallo scrivente il 26 giugno 2018 (mecc. 2018 02674), considerato che poche settimane prima erano stati completati i lavori di restauro del Mastio inerenti al “Lotto 1”, che tutti i beni del Museo d’Artiglieria erano conservati presso la Caserma “Carlo Amione” e che era stato bandito dall’Agenzia del Demanio, in accordo con Città di Torino, Ministero della Difesa e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il concorso di idee finalizzato alla predisposizione di una proposta ideativa per la rifunzionalizzazione della Caserma “Carlo Amione” (nella quale era in programma la realizzazione del “Federal Building”, destinato a ospitare le pubbliche amministrazioni centrali attualmente in locazione passiva), si rendeva necessario trovare una nuova collocazione per il vasto patrimonio del Museo d’Artiglieria e, non possedendo certezze in merito alla disponibilità del Ministero della Difesa e dell’Esercito italiano ad allestire parte delle collezioni del Museo d’Artiglieria nuovamente presso il Mastio della Cittadella, pertanto lo scrivente domandava quali fossero le idee e i progetti dell’Amministrazione per valorizzare le preziosissime collezioni custodite dal Museo d’Artiglieria e per aumentare l’offerta culturale della Città facendo leva sulla propria ricchissima storia, per quanto tempo ancora il patrimonio del Museo dovesse restare presso la Caserma “Carlo Amione” e, infine, quali interlocuzioni fossero state avviate dalla Città con Agenzia del Demanio e Ministero della Difesa per verificare la concreta realizzabilità del trasloco alla Caserma “Vittorio Dabormida.”;
  • la prima parte della risposta era stata letta in Aula il 16 luglio 2018 dall’Assessore Leon: “A questa interpellanza risponderemo, io per una parte e il Vice Sindaco Montanari per un’altra. Allora, al punto 1 – questo è il Consigliere Magliano il firmatario e mi scuso col Consigliere Morano – “quali siano le idee e i progetti dell’Amministrazione per valorizzare le preziosissime collezioni custodite nel Museo d’Artiglieria per aumentare l’offerta culturale della città facendo leva sulla propria ricchissima storia”. Il restauro del Mastio della Cittadella è stato progettato in funzione della sua destinazione a sede del Museo Nazionale di Artiglieria come da concessione a suo tempo stipulata dalla Città a favore dell’Amministrazione della difesa. Approssimandosi l’avvio dei lavori dell’ultimo lotto relativo alla parte cinquecentesca e in previsione dell’avvio della progettazione definitiva di quelli relativi al padiglione costruito nel 1961 apparve necessario definire i caratteri fondamentali del futuro allestimento. A tal fine si è considerato indispensabile riflettere approfonditamente sulla natura del Museo, sul suo inserimento nel contesto urbano, sul pubblico a cui si rivolge anche alla luce dei vincoli che l’edificio destinato ad ospitarlo imponeva. La superficie espositiva disponibile infatti appare largamente insufficiente a contenere le collezioni del Museo di Artiglieria attualmente conservato presso la Caserma Amione. Due delle strutture del Mastio risultano idonee ad un allestimento addensato di reperti di grande massa, ingombro e peso. Suscitava inoltre perplessità l’ipotesi di un Museo unicamente centrato sulle esposizioni di strumenti bellici per quanto di straordinario rilievo ed interesse; si ritenne quindi, con un lavoro che ha coinvolto tutti i soggetti che ruotano attorno al tema della storia difensiva della nostra città, che una tale impostazione non avrebbe garantito un’adeguata capacità di attrazione nei confronti di un pubblico di non specialisti a cui si ha invece l’ambizione di rivolgersi. La collocazione del Museo in un edificio di grande importanza storica come il Mastio della Cittadella inoltre impone di porre le collezioni in relazione con il contenitore e con il suo significato nella storia urbanistica e militare della Città. Il contesto urbano infine, caratterizzato dalla presenza dei numerosi siti di straordinario interesse dal punto di vista delle strutture difensive, costituisce una preziosa occasione per fare del Mastio e del Museo il fulcro, il centro di interpretazione di un sistema museale diffuso. La bozza di progetto si fonda sul principio di creare una sintesi sinergica tra Museo collezione e Museo sito. Il Mastio della Cittadella dovrebbe pertanto divenire contemporaneamente luogo di esposizione e di valorizzazione di parte delle collezioni del Museo Nazionale di Artiglieria e il museo di se stesso, nonché il perno di un sistema di siti visitabili per ulteriori approfondimenti e nuove esperienze. Nel Mastio troveranno posto i reperti più significativi di tali collezioni inseriti in un contesto narrativo che li connetta con le vicende storiche di Torino ed in particolare con l’evoluzione delle strutture difensive e il loro ruolo nella definizione urbanistica ed architettonica della Città, con i progressi scientifici, tecnologici ed industriali che (incomprensibile) alla luce il loro ruolo nella definizione dell’identità torinese, quegli episodi bellici salienti che ne segnalano la storia, si mira in questo modo ad evitare un’eccessiva specializzazione nel contempo attraverso un Museo Militare non militarista immersivo, tecnologico ed emozionale a rendere esplicito il ruolo fondamentale finora mai adeguatamente sottolineato che i militari della tecnologia bellica hanno assunto nel disegnare il volto e il destino di Torino. Il Padiglione Italia 61 poi sarebbe destinato ad ospitare mostre temporanee di approfondimento, ad acconsentire la rotazione delle collezioni. Al tempo stesso il Museo e il Mastio dovrebbero costituire il centro di un sistema di rimandi ad altri siti perlopiù compresi in un raggio di poche centinaia di metri tutti estremamente significativi in un rapporto nella prospettiva storica qui tratteggiata e in particolare il sistema dovrebbe essere completato da Caserma Dabormida in piazza d’Armi come deposito visitabile delle collezioni del Museo Nazionale di Artiglieria che non troveranno posto all’interno del Mastio della Cittadella, come riserva accessibile dotata di laboratori e strutture di supporto sia agli studiosi che anche ai visitatori. Le gallerie del Museo Pietro Micca, le gallerie recentemente aperte al pubblico nel nuovo parcheggio sotterraneo di corso Galileo Ferraris, il Pastis, il Cisternone. Questi ultimi quattro siti in cui il visitatore può avere un’esperienza personale diretta delle strutture difensive della vita, della sofferenza dei difensori delle città assediate e delle tecniche belliche. E’ in corso la progettazione di opere complementari su cui si sta ragionando per una migliore fruibilità, accessibilità e visibilità del Museo, ovvero intervenire sulle sistemazioni superficiali nel contesto ed in particolare in concomitanza con il completamento delle opere del nuovo parcheggio interrato e si progetta lo spostamento sul nuovo viale di copertura dello stesso dei giochi dei bimbi attualmente posizionati sul retro del Mastio, l’ampliamento del giardino circostante il Mastio fino a comprendere l’attuale controviale di via Cernaia e le chiusure di tale giardino con il ripristino della cancellata storica; l’utilizzo del giardino e di parte del viale di copertura del nuovo parcheggio di corso Galileo Ferraris collegato ad esso mediante attraversamenti sopraelevati per ospitare le parti idonee alle esposizioni all’aperto ed altre installazioni che segnalino o anticipino la presenza del Museo. Questo è tutto, ovviamente, in fase di progettazione, ma quindi non tutte le collezioni troveranno spazio, per i motivi che ho detto, all’interno del Mastio, ma con l’avvio del trasferimento alla Caserma Dabormida, su cui adesso interverrà il Vice Sindaca, si troverà adeguato spazio per le collezioni.”;
  • la seconda parte della risposta fu letta dal Vice Sindaca Montanari: “Buonasera a tutte e a tutti. È solo un’integrazione molto rapida perché ha già detto praticamente tutto l’Assessora Leon. Solo per aggiungere che le interlocuzioni ora in corso col Demanio e il Ministero della Difesa vanno proprio nel senso di progettare la Caserma Dabormida nella quale verranno concentrati gli uffici delle Forze Armate e una parte di museo/deposito che ospiterà appunto le parti del museo che in futuro non potranno andare nel Mastio della Cittadella, quindi le interlocuzioni stanno andando avanti e la progettazione pure. Non è oggetto del concorso di idee, ma è un’attività, diciamo così, parallela. Ricordo, se mi permette un attimo ancora il Presidente, che questo concorso di idee sembra che abbia un grande successo di click sul sito apposito; è una bella operazione io credo di disegno di un pezzo della Città e naturalmente comprende anche in parallelo la costruzione di questo nuovo museo ad integrazione del Museo del Mastio della Cittadella. Grazie.”;
  • i lavori per il restauro conservativo e l’aggiornamento tecnologico del “dado” cinquecentesco, curati dal Comune sono finiti da parecchi anni e da tempo l’edificio è stato riconsegnato all’Esercito;
  • su indicazioni dell’Assessorato alla Cultura, da anni l’Esercito concede i locali a terzi per mostre di varia durata (l’ultima è “Il volto di Leonardo” da dicembre 2019). In cambio, viene pattuito un canone sotto forma di controprestazioni;
  • non pare siano stati avviati studi per un riallestimento museale della parte già agibile, ritenendo indispensabile attendere il rifacimento del padiglione laterale, da finanziare (circa 10 milioni di euro). Se ciò fosse confermato, significherebbe che la Città rimarrebbe ancora a lungo priva di un prezioso tassello del suo patrimonio storico;
  • l’Associazione “Amici del Museo Storico Nazionale d’Artiglieria”, da anni, sostiene che è prioritario utilizzare quanto è già disponibile e valorizzare il consistente investimento effettuato. A questo scopo ha preparato progetti tematici più o meno grandi secondo le disponibilità: si tratterebbe di scegliere la soluzione più opportuna e di finanziare progettazione architettonica e allestimento. L’Associazione si è dichiarata disponibile a ricercare, previe intese con l’Esercito, i necessari finanziamenti;
  • i locali della Caserma Amione in corso Lecce parrebbero essere considerati dismessi dall’Esercito, che non prevede quindi investimenti, ma per evitare la perdita delle collezioni la parte occupata dal Museo deve tuttavia essere manutenuta in sicurezza. Ciò avverrebbe in modo precario e da quasi due anni ha anche determinato la sospensione dell’attività dell’Associazione “Amici del Museo”, che curava e documentava direttamente il prezioso patrimonio museale (il Museo è praticamente privo di personale);
  • l’Associazione disponeva di un locale nella ex Caserma (base per segreteria, computer, stampanti, deposito libri), anch’esso al momento dichiarato inagibile e per il quale l’Esercito ritiene dovuto un canone di locazione (da determinarsi, pare, a cura di Difesa Servizi SpA);
  • da tempo sarebbe stata individuata una piccola parte della Caserma Dabormida, previo investimento da parte dell’Agenzia del Demanio: tale soluzione, inadeguata per insufficienza di spazi (occorrono più metri quadrati, non metri cubi), sarebbe propedeutica all’avvio dell’operazione “Federal Building” da parte dell’Agenzia del Demanio, da realizzarsi nell’area “ex Amione”. Il timing a suo tempo ipotizzato non pare rispettato e non si hanno notizie circa la ripresa dell’iniziativa, la questione non sembrerebbe prioritaria;

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. quali siano gli aggiornamenti che l’Amministrazione intenda riferire al Consiglio Comunale (rispetto alle precedenti comunicazioni);
  2. se non si ritenga opportuno, anche in considerazione del rilevante investimento del Comune, sollecitare il Ministero della Difesa a utilizzare al più presto il Mastio per ripresentare al pubblico il patrimonio del Museo;
  3. se e quando potranno essere realizzati gli ulteriori interventi sul Mastio;
  4. se e quando, in previsione della realizzazione del “Federal building”, si ipotizzi il preliminare intervento sulla Caserma Dabormida, peraltro insufficiente per le necessità del Museo.

Silvio Magliano

Collocare un defibrillatore in città? Impresa titanica

La burocrazia è troppo spesso un insuperabile muro di gomma: inaugurato questa mattina il DAE (dono di Specchio dei Tempi e dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco) presso il Circolo Cerea al Valentino, risultato ottenuto nonostante plurimi veti e soltanto grazie all’impegno delle Associazioni e dei cittadini. Presenterò un’interpellanza in Consiglio Comunale: la sicurezza di tutti non può essere messa a repentaglio da lungaggini assurde (a maggior ragione dopo la tragica scomparsa di un runner lo scorso 10 gennaio) e “no” utili soltanto a evitare di assumersi responsabilità.

Una montagna da scalare fatta di burocrazia: questo l’ostacolo che si trova di fronte chiunque intenda far collocare, sul territorio cittadino, un nuovo defibrillazione. Sembra davvero che le Istituzioni facciano di tutto per rendere impercorribile l’iter per dotare il nostro territorio e i nostri parchi di dispositivi in grado di salvare vite. Il più recente caso è quello del DAE inaugurato questa mattina al Parco del Valentino, grazie alla donazione di Specchio dei Tempi e dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione Lorenzo Greco con il contributo dei runner torinesi e con il decisivo supporto del Circolo Cerea, che ha messo a disposizione i propri spazi affacciati su viale Virgilio 61 (aggirando così i ripetuti veti a collocare il dispositivo e la relativa segnaletica su spazio pubblico) e la corrente elettrica. Diversamente, sarebbe stato impossibile arrivare al risultato: cittadini e Terzo Settore arrivano ancora una volta dove le Istituzioni non sono state in grado di giungere. Questioni estetiche, questioni di forma procedurale, questioni relative alle alberate: qualsiasi pretesto, o quasi, va bene pur di ostacolare il percorso (forse per qualcuno è più comodo trovare il modo di dire dei “no”, piuttosto che prendersi una responsabilità). Anche di questo chiederò conto in Consiglio Comunale con un’interpellanza. Siamo stufi di sentire scuse e pretesti (ancora più inaccettabili a due settimane dalla tragica scomparsa del runner e avvocato Luca Zambelli) per impedire misure reali di protezione dei cittadini e dei runner. E non si dica che i problemi sono i furti: tre episodi (con il recupero del dispositivo trafugato in due casi su tre) di questo tipo su 500 postazioni sono una percentuale risibile.