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Autore: Redazione sito

Tundo, utenti trasportati in taxi

Quello segnalatomi è un fatto mai visto prima, se confermato sarebbe gravissimo. Qual è la ragione? La mancanza di mezzi? Stiamo arrivando al punto di pagare corse in taxi invece di utilizzare i mezzi dell’azienda? Ho presentato richiesta di comunicazioni urgenti in Consiglio Comunale.

Adesso vogliamo risposte, chiare e puntuali, sullo stato dell’arte del Servizio di Trasporto per persone con disabilità. Si parla di taxi (speriamo almeno abbiano usato mezzi accessibili) pagati per trasportare gli utenti: questo il contenuto delle segnalazioni che mi sono pervenute in merito all’operatività odierna di Tundo. Fatto mai visto prima e, se confermato, gravissimo. Ho presentato richiesta di comunicazioni urgenti per sapere se ciò corrisponda al vero e quale sia la ragione di questa scelta. La situazione sta precipitando al punto da pagare corse in taxi invece di utilizzare i mezzi dell’azienda? Mi auguro che questa volta la Giunta dia risposte in Consiglio, nella seduta di lunedì. Vogliamo capire che cosa stia succedendo e come sia stato possibile arrivare a questo punto. La scorsa settimana le comunicazioni urgenti in merito alle accuse di “soffiare sul fuoco” rivolte alla politica (e ad altre gravi dichiarazioni da parte di Tundo) non mi sono state accordate. 

Candidati agli esami di guida, che ingorgo

Motorizzazione in difficoltà, lunga “coda” di quasi 14mila allievi che attendono di sostenere l’esame, tempi di “smaltimento” di mesi e mesi: un mio Ordine del Giorno in Sala Rossa per provare a risolvere il problema.

Le autoscuole del nostro territorio preparano più candidati di quanti poi sia possibile esaminare: una situazione che rappresenta un problema, da vari punti di vista. Con un mio ordine del giorno in Consiglio Comunale chiedo che si giunga a un piano organizzativo di emergenza della Motorizzazione Civile per consentire alle Autoscuole di proseguire nell’opera di formazione delle future generazioni di utenti della strada.

Un sistema che tende a ingolfarsi rappresenta un problema per le Autoscuole, ma anche per gli stessi cittadini. La politica comunale ha, ritengo, ampi margini di manovra per la risoluzione di queste criticità: ancora di più se forte di un Ordine del Giorno approvato dalla Sala Rossa. Mi auguro che i colleghi Consiglieri votino compattamente a favore del mio atto.

Sostengo senza mezzi termini la proposta di permettere alla Motorizzazione di assumere impiegati sulla base dello scorrimento delle graduatorie di altri concorsi (per esempio, dell’Anagrafe: le graduatorie possono infatti essere considerate da enti diversi). 

Le difficoltà, peggiorate negli ultimi mesi di pandemia ma remote per origine, riguardano sia gli esami teorici che quelli pratici. Per quanto riguarda l’esame di teoria, le difficoltà sono iniziate a partire dallo scorso giugno (da quando cioè l’aula di teoria è stata dimezzata nel numero di postazioni per garantire il distanziamento tra i candidati quale misura di contenimento della pandemia). Alla riduzione del numero di postazioni non è però corrisposta un’adeguata programmazione di sessioni d’esame tale da soddisfare le richieste. La conseguenza è stata una riduzione intorno al 25-30%, con conseguente considerevole aumento del numero di allievi in attesa dell’esame di teoria e con la documentazione ormai prossima alla scadenza. Esami di guida: in questo caso l’emergenza è antecedente allo scoppio della pandemia ed è determinata dalla carenza di organico del personale esaminatore conseguente al blocco delle assunzioni dal 1994 al 2018. 

QUALCHE NUMERO SIGNIFICATIVO
Alla fine del 2019 è stata rilevata una perdita di 1.700 posti d’esame rispetto al 2018 e nel 2020 la situazione è peggiorata ulteriormente. Il risultato sono circa 13.500 allievi che devono sostenere l’esame di guida e che con gli attuali ritmi saranno “smaltiti” in circa 7 mesi. Molti si vedranno negata la possibilità di sostenere l’esame entro la scadenza del foglio rosa; nessuno potrà usufruire di una seconda opportunità in caso di esito negativo della prima prova.

Problemi di piazza Baldissera? Risolti definitivamente solo aprendo il sottopasso

I problemi di piazza Baldissera si risolvono in un solo modo: con il sottopasso. Alle parole dell’Assessore Lapietra, secondo la quale la linea tranviaria lungo il diametro della rotonda e l’introduzione dei semafori garantiranno “la stessa efficacia a un decimo del costo” rispetto al tunnel, crederemo soltanto dopo la prova dei fatti.

Fino ad allora, continueremo a credere – con buona pace di modelli e proiezioni anche autorevoli – al buon senso nostro e di tutti i torinesi, ai quali è chiaro che piazza Baldissera ha bisogno di essere sgravata dall’afflusso di auto. E questo si ottiene in un modo solo: con il tunnel. I Moderati lo chiedono da anni e lo stesso fanno i cittadini, che raccolsero oltre 2mila firme raccolte esattamente due anni fa. Oggi abbiamo avuto almeno la soddisfazione di vedere questa ipotesi al centro del dibattito, dopo che per mesi sembravamo noi i soli visionari a credere a questa  soluzione urbanistica.

Rifiuti radioattivi, tutte le informazioni siano messe a disposizione dei piemontesi

Riportiamo sui territori, a sostegno dei Sindaci e dei cittadini, le modalità di dibattito viste oggi in occasione della seduta del Consiglio Regionale aperto: solo permettendo a tutti di accedere ai dati eviteremo che la preoccupazione si trasformi in paura. Irresponsabile cercare consenso esasperando le posizioni: teniamo piuttosto una linea scientifica e informata. Il cambiamento va gestito e non subito.

Rifiuti radioattivi, mettiamo in campo tutti gli strumenti perché – a sostegno dei cittadini e degli Amministratori locali – i dati e le informazioni relative alle eventuali ricadute dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi siano accessibili a tutti. Anche questa è responsabilità democratica. Il cambiamento va gestito, non subito: questo si può fare soltanto tenendo una posizione rigorosamente scientifica e informata. La modalità di dibattito che oggi abbiamo visto tra Istituzioni in occasione di questo Consiglio Regionale aperto dovrebbero essere dunque riproposte sui territori. Non è materia sulla quale fare tifo da stadio: polarizzarsi acriticamente da una parte o dall’altra, magari per riscuoterne un vantaggio in termini di posizionamento e consenso, non è un atteggiamento degno di una classe dirigente che oggi si trova invece nelle condizioni di dover gestire la questione. Il deposito delle scorie è necessario se si vuole proseguire con lo smantellamento delle ex centrali. Non si può procedere finché non si sa dove mettere le parti attivate. Ogni giorno che passa è, in questo senso, un giorno perso.

“Riapertura o sostegno economico”: le Scuole di Lingue chiedono, Cirio risponda

Trenta Istituti scrivono al Presidente per chiedere di poter tornare a lavorare in presenza o, in alternativa, gli aiuti economici necessari al settore: sostengo convintamente le loro ragioni, delle quali mi farò portavoce in Consiglio Regionale (dove già ottenni per il comparto, lo scorso maggio, 1.000 euro di bonus a fondo perduto). L’alternativa è la chiusura di un numero imprecisato di aziende: sono in gioco 1.200 posti di lavoro sul territorio regionale.

Consentiteci di riaprire, sempre in piena sicurezza, oppure garantiteci i ristori

Faccio mio il grido di aiuto delle Scuole di Lingue piemontesi, che danno lavoro a 1.200 persone. Oggi trenta Scuole di Lingue chiedono alla Giunta Regionale di chiarire quali siano, sul nostro territorio, gli effetti del DPCM dello scorso 16 gennaio, in particolare in merito all’articolo 10-S, che di fatto impedisce a queste realtà di aprire in quanto svolgono un’attività che si può portare avanti, in teoria, in videoconferenza. Solo in teoria, però: perché, al lato pratico, la strada della didattica a distanza non è quasi mai percorribile ed è vista con sempre maggiore diffidenza dai potenziali clienti. Il comparto identificato dal codice Ateco 85.59.30 è chiuso dallo scorso marzo; come rivelato da un recente sondaggio, per più di una scuola su due sarà molto difficile restare in attività. Pochissimi i nuovi clienti; molti, di contro, i contratti non rinnovati. Tornerò a farmi sentire in Consiglio Regionale, chiedendo alla Giunta Cirio un atto di coraggio e di giustizia nei confronti di 1.200 famiglie piemontesi, dopo aver ottenuto, lo scorso maggio, il riconoscimento di un bonus a fondo perduto pari a mille euro per questo settore.