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Tag: trasporti

Appendino come Dracula: sospende la ZTL, ma non la zona blu

Ci saremmo aspettati una concomitanza di azioni, ma evidentemente per questa Amministrazione è più urgente fare cassa.

ZTL sospesa a Torino fino a venerdì 30 aprile: e la sosta sulle strisce blu? Si continua a pagare. Una Sindaca Appendino in versione novella Dracula prova a prosciugare le ultime gocce di sangue dei torinesi e le ultime residue risorse di coloro che, lavorando in centro, preferiscono evitare il rischio di muoversi sugli affollatissimi mezzi pubblici in piena terza ondata pandemica. Chi si aspettava una concomitanza di azioni è stato ancora una volta deluso. Neanche questa volta l’ideologia è stata messa da parte di fronte all’emergenza. I Moderati chiedono da settimane la sospensione della Zona Blu, misura non più rimandabile. La politica dovrebbe saper cogliere il senso dei tempi che stiamo vivendo e difendere il diritto dei cittadini alla salute: Appendino, sei d’accordo?

Le “code” di candidati in attesa di sostenere l’esame di guida sono un problema da risolvere, non da minimizzare

Dai dati emerge una situazione di vera emergenza, che va risolta e non relativizzata. Bene invece che la Città metta a disposizione, su nostra sollecitazione, le proprie graduatorie. Motorizzazione isolata, arrivarci è un’impresa, ma la Giunta fa orecchie da mercante da un anno e mezzo a questa parte: altro che servizio di prossimità, chiediamo una fermata di trasporto pubblico dedicata. Sul tema, si è appena tenuta una Commissione in Consiglio Comunale.

Isolata, dimenticata, abbandonata a se stessa: da un anno e mezzo la Motorizzazione attende da questa Giunta risposte rispetto alla necessità di essere collegata al resto della città da una linea di trasporto pubblico, con tanto di fermata dedicata, come qualsiasi altro servizio fondamentale del territorio. Di risposte, però, non ne ha ricevuta mezza: in queste condizioni, la Motorizzazione è il contrario di un servizio di prossimità, per usare un concetto caro agli stessi Cinque Stelle, e di un servizio accessibile e fruibile (non casualmente l’Associazionismo dei cittadini non vedenti ha presentato un esposto). Al momento, la fermata più “vicina” dista dieci minuti a piedi.

Sui dati, continuiamo a essere perplessi. Se la Direttrice Bosio, appena audita in Commissione, parla di tempi perfettamente in media con il dato nazionale, “Quattroruote” racconta una storia diversa, indicando per Torino in 100 giorni il tempo che intercorre dalla prenotazione dell’esame allo svolgimento del test (dato al quale si deve aggiungere l’attesa per l’esame di guida, al quale si può accedere solo dopo aver superato quello di teoria: e qui si raggiungono, nella nostra città, i 140 giorni).

Ma in generale, e al di là dei singoli dati, è l’approccio teso a minimizzare il problema che non ci convince: siamo e restiamo dalla parte delle autoscuole, settore gravemente colpito dalla crisi, e dei loro gestori. Quanto al confronto con realtà più piccole (Cuneo, per esempio, con i suoi 40 giorni necessari per prendere la patente), è ovvio che, per contesti più grandi come Torino, anche il personale impiegato deve aumentare in proporzione.

Ci fa piacere che l’Amministrazione, su nostra richiesta, metta a disposizione della Motorizzazione le proprie graduatorie. A questo proposito, ci piacerebbe sapere quale sia il tempo di intervento della Motorizzazione per assumere una volta resa disponibile la graduatoria; mi aspetto, inoltre, che con l’inserimento di nuovo personale amministrativo il personale esaminatore possa dedicarsi maggiormente agli esami.

Non possiamo negare l’esistenza di un problema strutturale. Serve un lavoro comune per azzerare ritardi che mettono in difficoltà chi fa impresa e paga le tasse. Alla fine del 2019 era stata rilevata una perdita di 1.700 posti d’esame rispetto al 2018 e nel 2020 la situazione è peggiorata ulteriormente. Il risultato sono circa 13.500 allievi che devono sostenere l’esame di guida e che con gli attuali ritmi saranno “smaltiti” in circa 7 mesi.

Strisce gialle e blu: un contrassegno da esporre sul cruscotto garantirebbe più posti liberi per i residenti

Il solo rischio di essere multati in caso di passaggio della Municipale non è un deterrente sufficiente: con un un pass da esporre, invece, permetteremmo di capire immediatamente se un’auto è di proprietà di un residente oppure no e se dunque ha titolo oppure no a parcheggiare negli stalli riservati a chi risiede in zona. Milano e Firenze si sono già adeguate: la richiesta dei Moderati è di fare lo stesso anche a Torino. La dematerializzazione farà risparmiare carta, ma non tempo né pazienza da parte dei residenti.

Situazione tipo: sono un residente di Vanchiglia o di San Salvario o di qualsiasi altra zona di Torino nella quale vi siano stalli riservati per gli abitanti del quartiere, sono tornato a casa e sto cercando parcheggio ma, nonostante le strisce gialle e blu, non trovo un solo posto. Mi chiedo: queste auto saranno davvero tutte di residenti? O per caso qualcuno ha posteggiato senza titolo l’auto negli stalli gialli e blu? 

La domanda, al momento, è senza risposta: non c’è modo per l’automobilista-residente di riconoscere se un certo mezzo è di proprietà di un “vicino di casa” o di un “avventore”. Quanto possa essere utile, in termini di deterrenza, un ipotetico contrassegno “da residente” da esporre sul cruscotto è dunque immediatamente chiaro. 

Con una simile misura, chi cerca e spesso non trova posteggio potrà immediatamente identificare eventuali “abusivi” ed eventualmente chiedere l’intervento della Municipale. Gli Agenti possono sempre sanzionare chi posteggia senza titolo anche senza un contrassegno, naturalmente, ma solo in occasione dei passaggi sul territorio. Troppo poco per costituire un efficace elemento di deterrenza per i “furbetti”.

Chiederemo alla Giunta, come Moderati, di intervenire affinché anche Torino, come altri Comuni quali Milano e Firenze, adotti questa soluzione. Se la dematerializzazione fa risparmiare carta, di certo non sta evitando perdite di tempo e di pazienza ai torinesi. Gli stalli gialli e blu sono riservati, nell’orario serale dalle 19:30 alle 08:00, ai soli residenti o dimoranti in possesso dell’abbonamento di sosta D3.

Torino Zona Rossa: si sospenda immediatamente la Zona Blu

Chiediamo inoltre che la sospensione scatti in automatico nel caso in cui la Zona Rossa si attivi nuovamente in futuro.

Siamo in Zona Rossa: chiedo pertanto che si sospenda immediatamente la validità della Zona Blu del posteggio a pagamento. Chiedo inoltre che il Comune disponga che la gratuità del posteggio su strada su tutto il territorio cittadino si applichi automaticamente nel caso in cui la Zona Rossa scatti nuovamente in futuro, cosa che non ci auguriamo assolutamente. Le condizioni oggettive che hanno portato alla giusta decisione di sospendere, come da me richiesto, la sosta a pagamento nei mesi passati si stanno, purtroppo, verificando di nuovo. Vogliamo evitare che i mezzi pubblici tornino a essere affollati oltre un livello gestibile. Le tante richieste che, in questo senso, ci stanno arrivando da parte di cittadini ci fanno pensare che questo pensiero sia condiviso da molti: la Giunta Appendino prenda atto e agisca di conseguenza.

Borgata Lesna dice addio al capolinea del 15, ennesima beffa ai danni delle periferie da parte di questa Giunta

L’Assessore Lapietra lo ammette candidamente rispondendo alla mia interpellanza sul tema: la partenza del tram sarà spostata da via Brissogne a via Tofane, a un chilometro di distanza. Una scelta pensata? O ci è semplicemente sfuggito che i nuovi tram Hitachi sono di 6 metri più lunghi rispetto a quelli impiegati attualmente e dunque non possono sostare incolonnati presso l’attuale fermata?

Borgata Lesna e i quartieri Pronda e Aeronautica dovranno dire addio al capolinea del 15 in via Brissogne: l’Assessore Lapietra, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, conferma convintamente e candidamente la decisione. La partenza della linea 15 si sposterà, dunque, in via Tofane, presso l’ospedale Martini, a circa un chilometro di distanza. Non proprio due passi, specialmente per i cittadini con disabilità motoria o ridotta mobilità, le cui esigenze sono per l’ennesima volta ignorate dall’Amministrazione Appendino.

Scelta strategica consapevole? O, semplicemente, non ci siamo resi conto che i nuovi tram ordinati sono lunghi 28 metri e non 22 e dunque non possono sostare incolonnati in via Brissogne? Non lo sapremo mai. Quello che è certo, invece, è che migliaia di cittadini saranno penalizzati e dovranno rinunciare a un servizio fondamentale. Non esattamente la maniera più efficace di convincere i torinesi a utilizzare i mezzi pubblici per la mobilità urbana.

Oltre al danno, la beffa: su un documento consultabile sul sito web GTT, la linea 15 risulta elencata tra quelle che non subiranno modifiche. Per l’ennesima volta, un territorio delle nostre periferie subisce un danno da questa Giunta.