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Tag: sicurezza

Tendopoli abusiva di via Brenta, incolumità dei netturbini a rischio: Forze dell’Ordine chiamate a scortarli mentre puliscono

Un intervento straordinario (e assolutamente necessario) sarà organizzato nel giro di un mese presso l’accampamento sorto da un anno in parco Sempione (Borgo Vittoria): saranno presenti Agenti per garantire la sicurezza fisica degli addetti. Ecco a che punto si arriva quando un territorio è per anni abbandonato dalla politica. Poco fa, sul tema, la mia interpellanza in Consiglio Comunale.

Un fatto gravissimo, che dà la misura della situazione di via Brenta e dintorni: un intervento straordinario di pulizia sarà effettuato dietro l’area cani di via Brenta, dove da un anno si è creata una tendopoli abusiva con una trentina di occupanti, ma, poiché l’intervento è pericoloso, saranno chiamati Agenti delle Forze dell’Ordine per garantire l’incolumità fisica degli addetti.

La notizia, comunicata poco fa dalla Giunta in risposta alla mia interpellanza sul tema, è particolarmente impressionante: ma in zona la quotidianità nel suo complesso è fatta di spaccio, degrado, insicurezza, atti vandalici e aggressioni. Tanto che, appunto, per gli stessi addetti dell’impresa incaricata intervenire significa rischiare in prima persona dal punto di vista fisico. Nelle prossime settimane i rifiuti ingombranti saranno rimossi con un intervento speciale, alla presenza delle Forze dell’Ordine.

Ecco che cosa succede quando non si interviene immediatamente e si lascia che le situazioni incancreniscano: questo spicchio di Borgo Vittoria è di nuovo terra di nessuno. Un danno enorme per la zona, sulla quale si era investito tanto (vedi riqualificazione di Cascina Fossata). Quando sarà sgomberato quell’accampamento abusivo? Quando restituiremo ai torinesi questa porzione di Città?  Due domande alle quali, poco fa in Sala Rossa, non ho ricevuto risposta.

Registriamo, per finire, l’ennesima promessa da parte della Giunta in merito all’allacciamento di via Brenta alla rete del metano: prima o poi il gas arriverà. Nulla è cambiato da quell’ormai lontano 3 novembre 2016, data della mia prima interpellanza sull’argomento. Capiamo che le gare d’appalto sono procedure lunghe ma capiamo di più ancora l’insofferenza dei residenti. 

«La gente chiede un presidio fisso della Municipale e la rimozione dei gradoni sul ponte Carpanini? Date loro aree sosta per le bici»

Lungo Dora Napoli: le risposte appena fornite dalla Sindaca Appennino alla mia ennesima interpellanza sul tema sono la misura del totale disinteresse dell’Amministrazione per questa porzione del quartiere Aurora, che ormai può affidarsi soltanto all’impegno e al coraggio di alcuni imprenditori, che non ringrazieremo mai abbastanza. Tra i molti interventi immaginati o promessi, mancano proprio i due richiesti da chi, nel quartiere, risiede o lavora: semplicemente assurdo.

Ci terremo le gradinate sul ponte Carpanini, non vedremo il presidio fisso della Municipale su Lungo Dora Napoli: la doppia brutta notizia riferita dalla Sindaca Appendino, che ha appena risposto alla mia più recente interpellanza sul tema, dà la misura del poco interesse di questa Giunta per questa porzione del quartiere Aurora. 

La conferma che alcune delle telecamere del Progetto Argo saranno posizionate su Lungo Dora Napoli (dove esattamente? Vigileremo, la questione è cruciale) non cancella la delusione per una risposta per il resto desolante.

La rimozione dei gradoni sul ponte Carpanini non compare neanche negli interventi compresi nel progetto “Valdocco Vivibile”, prossimamente al via: avremo dunque attraversamenti pedonali con segnalazioni tattili per ipovedenti (bene) e aree sosta per le bici, fermate di nuova generazione per i mezzi pubblici e nuove zone di accoglienza in prossimità delle scuole, addirittura infrastrutture ingegnerizzate per raccogliere le acque piovane, ma non ciò che i cittadini chiedevano e si aspettavano.

Solo grazie all’impegno di alcuni imprenditori e al loro coraggio il quartiere ha ancora una speranza. Ringrazio ancora una volta i proprietari e i gestori di attività quali “Pausa Cafè” e “Locanda sul fiume”. Se l’Amministrazione si impegnasse non dico altrettanto, ma un decimo, avremmo già risolto da tempo ogni criticità. 

Le gradinate del ponte, inutili per la cittadinanza (sono sporche e deteriorate), sono da anni il punto di ritrovo degli spacciatori della zona e dei loro clienti. Invito dunque la Giunta, per l’ennesima volta, a un ragionamento, anche per rispetto della figura politica alla quale quel ponte è intitolato. Stiamo assistendo a dinamiche fin troppo simili a quelle già viste, per esempio, in via Cesare Balbo, dove non siamo ancora riusciti a rimuovere l’assurda e decisamente antigienica pavimentazione in moquette. 

La Giunta ritiene o no che un territorio attivo e vivace dal punto di vista commerciale sia anche un territorio più sicuro? La Giunta ritiene o no che, affinché un territorio sia vivo dal punto di vista commerciale, gli imprenditori debbano essere messi nelle condizioni di fare il proprio lavoro e questa è responsabilità anche di chi guida politicamente la Città? Se sì, finora si è comportata come se pensasse il contrario.

Rimozione delle gradinate dal ponte Carpanini, telecamere e presidio fisso: le mie richieste alla Giunta per Lungo Dora Napoli

Lunedì in Consiglio Comunale chiederò, con un’interpellanza sul tema, l’applicazione di queste e altre soluzioni necessarie alla sicurezza di cittadini e commercianti e alla fruibilità di questa porzione del quartiere Aurora.

Una piena sicurezza dei cittadini e dei commercianti e una reale fruibilità degli spazi pubblici non sono garantite, sul Lungo Dora Napoli e dintorni, da troppo tempo. Con un’interpellanza che si discuterà lunedì in Sala Rossa, proporrò all’Amministrazione alcune misure concrete e immediatamente applicabili. Il primo e urgente intervento è la rimozione delle gradinate presenti sul ponte Carpanini: queste sedute, nel progetto originale pensate come luogo di aggregazione, sono nei fatti da troppo tempo appannaggio esclusivo di chi spaccia o acquista stupefacenti. In parallelo, chiederò all’Amministrazione di garantire, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, un presidio fisso sul territorio. Mi aspetto infine un aggiornamento sull’utilizzo anche in questa porzione di Aurora telecamere e droni: quest’ultima ipotesi era stata illustrata in una recente Commissione relativa al progetto Argo.

Continuo a credere che le potenzialità anche commerciali di questo tratto di lungofiume siano importanti. Spetta all’Amministrazione porre le condizioni perché siano sfruttate: obiettivo che non si potrà pienamente raggiungere finché la zona sarà in mano a degrado, spaccio, sporcizia, bivacchi, violenza e microcriminalità. I residenti e diversi imprenditori che, per la zona, stanno facendo davvero molto meritano un deciso cambio di passo da parte di questa Giunta.

Insediamento abusivo in corso Salvemini: ecco che cosa accade quando non si interviene immediatamente

Una zona vivibile trasformata in una zona di degrado: hanno ragione i residenti, che hanno raccolto centinaia di firme, a chiedere misure urgenti; misure che, però, si sarebbero già dovute applicare da tempo. Il tema, del quale mi sono sempre occupato, è stato appena approfondito in Commissione dopo il Diritto di Tribuna dello scorso 11 maggio. Si applichi fino in fondo la normativa regionale sui sequestri dei mezzi.

Una zona cittadina fino a poco tempo fa sicura e vivibile è ora diventata segnata da insicurezza e degrado. Più che condivisibile la raccolta firme dei residenti, che chiedono interventi urgenti da parte dell’Amministrazione: interventi che, però, sarebbero stati necessari molto tempo fa. Si parte con una manciata di mezzi, spesso utilizzati come punto di osservazione sui vicini appartamenti ATC da occupare: è questo il momento in cui l’Amministrazione deve agire. Chiedo ancora una volta che la normativa regionale sui sequestri di camper e roulotte sia applicata fino in fondo. Limitarsi alle sole diffide è una scelta politica. Intimidazioni nei confronti dei residenti, furti, abbandono di rifiuti e illegalità non sono più tollerabili.

Infarto Luca Zambelli, il dissuasore non si abbassò all’arrivo dei mezzi di soccorso: ma ancora non c’è un perché

Appena discussa la mia seconda interpellanza sulla tragedia dello scorso gennaio al Valentino, ma di nuovo non ho ricevuto al mio interrogativo una risposta degna di questo nome. È emersa in compenso una gestione della sicurezza indegna di un Paese civile, fatta di ruoli non chiari e totale sciatteria. Mi sono sentito rispondere che azionare i dissuasori in caso di urgenza è compito, quando attiva, della portineria della Facoltà di Architettura e che, testuale, “non risultano richieste” alla Municipale per l’apertura del varco nella domenica della tragedia. Evitata in maniera inaccettabile, facendo appello a un guasto, anche la mia domanda sul numero di telefonate effettuate negli ultimi tre anni da mezzi di soccorso che chiedevano di accedere al parco. Risposte inaccettabili, fossi un runner avrei timore di allenarmi in quel parco in queste condizioni. Seguirà una mia richiesta di accesso agli atti.

Perché, quella maledetta domenica 10 gennaio 2021, il dissuasore non si è abbassato all’arrivo dei mezzi di soccorso che dovevano portare aiuto all’avvocato e runner Luca Zambelli, colto da malore? Nuova interpellanza da parte mia appena discussa, ma una risposta degna di questo nome a tale quesito ancora non c’è stata. Emerge, in compenso, una situazione nella quale le responsabilità si rimpallano, i ruoli non sono chiari e l’intera gestione appare improvvisata. In una parola: attualmente, l’Amministrazione non sta garantendo la sicurezza di chi fa sport presso il parco del Valentino. La gestione dei varchi di sicurezza è attualmente lasciata, da risposta della Giunta, alla portineria dell’adiacente Facoltà di Architettura. Nelle fasce di chiusura della portineria, occorre telefonare alla Municipale, ma alla domanda precisa su quanto successo lo scorso 10 gennaio mi sono sentito dire a verbale che il giorno della morte dell’avvocato e runner Luca Zambelli “non risultano richieste in merito all’apertura del pilomat in questione”. E le ripetute, insistenti chiamate dei Volontari che provavano a entrare nel parco per portare soccorso? Secondo la Municipale, evidentemente, i nostri Volontari se le sono inventate. Neanche la domanda sul numero di telefonate effettuate da mezzi di soccorso negli ultimi tre anni ha ricevuto risposta: la Giunta ha addirittura scelto, pur di non dare riscontro, di appellarsi a un guasto che impedirebbe di consultare tutti i dati relativi al sistema utilizzato fino allo scorso novembre. Di questi dati non esiste un backup? Quanti mesi sono necessari per risolvere il problema? Quando potremo accedere alle informazioni richieste? 

Capire esattamente a chi spetti il compito di azionare i dissuasori appare impossibile, così come impossibile è sentirsi sicuri, in queste condizioni, allenandosi presso il principale parco cittadino. È evidente che l’Amministrazione non sta controllando quell’area in maniera adeguata. Ho dovuto presentare questa seconda interpellanza dopo che il mio precedente quesito, il mese scorso, non aveva ricevuto risposte soddisfacenti. La situazione si è di fatto ripetuta oggi: presenterò dunque un accesso agli atti. Chissà se risposte puntuali mi saranno negate anche così.