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Tag: Regione Piemonte

Passa il mio Ordine del Giorno: gli screeening per la malattia di Chagas saranno gratuiti in Piemonte

Con i flussi migratori questa parassitosi originaria ed endemica in America Latina, in alcuni casi mortale, è da anni presente anche in Italia: la sua trasmissibilità materno-fetale rende a maggior ragione fondamentale la diagnosi precoce, volta a prevenire la trasmissione e a curare i neonati colpiti. Il tasso di guarigione a seguito del trattamento si avvicina al 100% nei primissimi anni di età, per poi ridursi sensibilmente nelle età successive. Grazie alla mia proposta, ora il Piemonte seguirà l’esempio di Toscana e Lombardia introducendo screening gratuiti nei propri protocolli sanitari.

Lo screening gratuito per la malattia di Chagas sarà introdotto nei protocolli sanitari della Regione Piemonte: il mio Ordine del Giorno è stato appena approvato dal Consiglio Regionale. A causa dei movimenti migratori della popolazione latinoamericana verso altri continenti, la malattia di Chagas è comparsa anche in aree non endemiche, tra le quali diversi Paesi europei, Italia compresa. Ora il Piemonte seguirà l’esempio di altre Regioni (Toscana, Lombardia) che si sono già mosse nella direzione di un’azione di prevenzione e screening gratuito della malattia di Chagas.   
Se la malattia di Chagas è spesso asintomatica nella prima fase e nella fase latente successiva (della durata di anni), circa il 30% delle persone infette sviluppa in seguito complicazioni debilitanti quali la cardiopatia di Chagas e disfunzioni del tratto gastrointestinale. La causa più comune di morte legata al Chagas negli adulti è lo scompenso cardiaco. Si stima che circa 8 milioni di persone siano colpite da questa parassitosi, con più di 10 mila morti ogni anno.  

L’Italia è, a livello europeo, il secondo Paese per popolazione di origine latinoamericana. Sono circa 400mila le persone di origine latinoamericana residenti nel nostro Paese; i residenti in Piemonte di origine latinoamericana sono circa 25mila. Anche in una fase di pandemia come quella che stiamo vivendo è fondamentale mantenere alta l’attenzione sulle patologie diverse dal Covid, malattia di Chagas compresa.

Crollano le ADP, aumentano i costi per la Sanità piemontese

Le Assistenze Domiciliari Programmate attivate passano dalle 6.594 del 2019 alle 5.517 del 2020: vedremo se, alla fine dell’anno in corso, il gap sarà stato colmato. Provare a risparmiare (poco) oggi evitando di attivare un’ADP significa perdere molto di più domani in caso di ricovero improprio. ASL e Aziende Ospedaliere comincino a ragionare in maniera unitaria e consolidata, cioè come settori di un unico sistema, per il bene dei piemontesi e della Regione.

Dati significativi, quelli riferiti dalla Giunta, poco fa a Palazzo Lascaris, in risposta alla mia interpellanza sull’andamento, negli ultimi mesi, delle Assistenze Domiciliari Programmate attivate: si è registrato un vero e proprio crollo, con 1.077 attivazioni in meno nel 2020 rispetto al 2019. Diverse sono state le segnalazioni di medici di medicina generale che hanno dichiarato di essersi visti ridurre o negare richieste di presa in carico di prestazioni ADP.

Quali le ragioni? Davvero le 5.500 attivazioni del 2020 rispetto alle 6.600 dell’anno precedente si spiegano soltanto con la situazione pandemica? C’è un punto che rimane aperto: stiamo agevolando le ADP come strumento fondamentale per garantire il più possibile ai pazienti piemontesi di essere seguiti a domicilio in fase preventiva e in fase di post-acuzie o, al contrario, ci stiamo basando su criteri meramente economici? Provare a risparmiare (poco) oggi evitando un’ADP significa spendere, a conti fatti, di più domani: un ragionamento totalmente miope.

Di certo il fine non è evitare che i medici di base e i pediatri di libera scelta siano controllati. Anzi, è vero il contrario: chi fa l’ADP svolge, per una manciata di euro, un’attività che comporta dei rischi (specialmente durante una fase pandemica) e che un numero di medici crescente preferisce evitare di portare avanti. “Siamo rimasti pochi” è il commento di chi continua a effettuare ADP: siamo certi che questi medici considererebbero un valore, e non una seccatura, la possibilità di verificare con qualcun altro l’appropriatezza dell’attivazione di un’ADP.

Sulla flessione accertata dai numeri dobbiamo fare chiarezza: sono i medici di base che hanno deciso di non attivare più ADP?  Oppure, al contrario, le ADP non sono state concesse perché rappresentano, apparentemente, un costo maggiore? Il costo dell’ADP grava sull’ASL, mentre un paziente in Pronto Soccorso rappresenta un costo in più per l’Azienda Ospedaliera. Finché chi governa ASL e Aziende Ospedaliere non comincerà a ragionare in termini unitari, di bilancio consolidato, senza tentativi di risparmio gli uni a scapito degli altri non faranno un buon servizio alla Regione Piemonte.

L’Assistenza Domiciliare Programmata (ADP) – che rientra nelle Cure Domiciliari (LEA) – è diventata ancora più necessaria al fine di tenere sotto controllo l’assistito, dare indicazioni ai familiari e al personale infermieristico. In alcuni casi l’Assistenza Domiciliare rappresenta una buona alternativa al ricovero in struttura, anche alla luce dell’impossibilità, durante il periodo di pandemia, di nuovi ingressi in convenzione nelle RSA.

Bilancio di Previsione 2021-23 approvato

La grande assente è la visione politica.

Abbiamo sempre provato, come Gruppo dei Moderati, a fare opposizione costruttiva. A fronte di questo nostro atteggiamento abbiamo tuttavia riscontrato – ed è ragione di preoccupazione – la totale assenza di visione della Giunta Cirio, che preferisce intervenire – con impegno e risorse – su singoli e circoscritti Comuni particolarmente cari piuttosto che immaginare, nel suo complesso, il Piemonte che sarà nel medio e lungo termine. Un atteggiamento che, politicamente, contestiamo. Non è questa la maniera di occuparsi dei grandi temi, dal contrasto alla denatalità al sostegno al Terzo Settore, dai diritti delle persone con disabilità (dalla “Vita Indipendente” all’abbattimento delle barriere architettoniche nei comuni del territorio fino all’accessibilità del trasporto scolastico) alla cultura, dalle emergenze relative alla neuropsichiatria ai disturbi dell’alimentazioni (con numeri in preoccupante crescita), dal sociale alla cultura fino al sostegno alla terza età. Da questo modo di (non) programmare e da questa totale assenza di visione ci sentiamo distanti anni luce.

Vittoria dei Moderati: la Giunta si impegna a reperire fondi per il sostegno alle donne con difficoltà economiche in gravidanza e per gli Oratori

Passano i miei due Ordini del Giorno sul sostegno alle donne che, in difficoltà economiche e lavorative, desiderano portare a termine la propria gravidanza e sul sostegno agli Oratori. L’Assessore ha chiesto di emendare l’impegnativa nella formula vaga e bizantina che impegna la Giunta “a valutare la possibilità di reperire” i fondi: saranno i fatti, cioè le finanze poi trovate o meno, a dimostrare le vere intenzioni della Giunta Cirio. La stessa dinamica si era verificata, sugli stessi temi, la scorsa primavera: caso in cui non abbiamo visto un euro. Dopo le molte parole, Giunta all’ultima chiamata per fare i fatti.

Sui miei due Ordini del Giorno appena votati in Consiglio, la Giunta ha dato parere positivo, pur condizionato alla formulazione meno stringente dell’impegnativa, e la Maggioranza ha votato a favore. Dunque, le forze politiche alla guida della Regione sono d’accordo, in linea di principio, con le mie richieste: risorse economiche per sostenere le donne che, in condizioni di difficoltà economica o lavorativa, intendono portare a termine la propria gravidanza e sostegno gli Oratori, che consideriamo luoghi di incontro e crescita imprescindibili e preziosi sul nostro territorio.

C’è la sincera intenzione di fare qualcosa, nonostante la richiesta di smorzare le impegnative dei due atti? Saranno i fatti, cioè i fondi poi trovati o meno, a fornire l’insindacabile risposta. Dopo il nulla di fatto (cioè agli zero euro allocati) della scorsa primavera (due miei Ordini del Giorno erano stati approvati con le stesse modalità e sugli stessi temi lo scorso aprile), questa volta mi aspetto i fatti. Diversamente, sarà evidente a tutti la sonora presa in giro. Su questi temi per me cruciali non intendo venir meno al mio impegno: aspetterò la Giunta al varco nel 2022.

Ecobonus? Così com’è, all’accessibilità serve a poco

Le spese per interventi quali l’installazione ex novo di ascensori, invece di essere considerate a parte, vanno a fare cumulo con gli altri lavori ai fini del tetto massimo di 96mila euro fissato dalla normativa. I tempi per una modifica ci sarebbero e ci auguriamo che il Parlamento possa apportare le necessarie migliorie. Presenterò un Ordine del Giorno per chiedere alla Giunta di sostenere in tutte le sedi l’introduzione di un monte-spesa a parte per gli interventi di abbattimento di barriere architettoniche.

Ecobonus e Sismabonus grandi occasioni: ma lo sono davvero da tutti i punti di vista? Non per l’accessibilità del nostro patrimonio edilizio. Le detrazioni per le spese per l’eliminazione delle barriere architettoniche, infatti, vanno a fare cumulo sia con quelle per gli interventi di recupero strutturale sia per quelle relative al Sismabonus. Unico resta anche il tetto di spesa di 96mila euro.

Questo criterio – esplicitamente confermato dall’Agenzia delle Entrate con riferimenti all’Articolo 12-bis del Tuir (DPR 917/1986) e alle Circolari 7/E/2021 – di fatto sancisce una drastica riduzione, rispetto alle possibilità teoriche, della possibilità per le persone con disabilità di eliminare le barriere architettoniche negli stabili presso i quali risiedono.

Un esempio tra i vari possibili: se un cittadino alle prese con la ristrutturazione del proprio stabile intendesse procedere all’installazione ex novo di un ascensore per garantire piena accessibilità alla struttura, dovrebbe sapere che questa spesa sarà cumulata, ai fini del tetto da 96mila euro, con gli altri lavori. Temiamo che l’occasione per rendere accessibili migliaia di edifici vada sprecata.

La partita non è, tuttavia, ancora chiusa e siamo fiduciosi sul fatto che il Parlamento possa ancora intervenire. Faccio miei gli appelli di chi sta scrivendo al Ministero per le Disabilità e presenterò un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere, sul tema, un impegno esplicito in tutte le sedi opportune, con l’auspicabile voto favorevole dei colleghi Consiglieri a Palazzo Lascaris, da parte della Giunta Cirio.