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Tag: Regione Piemonte

TV, dopo la risintonizzazione dei canali a Torino ovest si capta il TGR Lombardia

Intervenga l’azienda per non vanificare il lavoro di giornalisti e tecnici e per garantire il servizio ai cittadini.

Numerose le segnalazioni che lo confermano: in alcune zone di Torino, per esempio a Santa Rita, e in alcuni comuni della prima e della seconda cintura, il TG Regionale che si capta sul terzo canale dopo la risintonizzazione non è quello del Piemonte, ma quello della Lombardia. Mi aspetto che l’azienda intervenga urgentemente perché non sia vanificato l’ottimo e costante lavoro svolto sul territorio dai giornalisti e dai tecnici della RAI piemontese e per non escludere tanti nostri concittadini dalla quotidiana informazione del TGR Piemonte. Per i piemontesi quello con il TGR Piemonte è un appuntamento fisso e un canale imprescindibile di aggiornamento e informazione su quanto succede sul territorio. Lo switch-off, cioè il passaggio alle nuove frequenze del digitale terrestre, è avvenuto lo scorso lunedì, 11 gennaio 2022: il problema di ricezione riguarderebbe soprattutto i televisori meno recenti. Si segnalano anche casi non isolati di ricezione delle frequenze dell’Emilia-Romagna.

Scuola Secondaria, classi in DAD con un solo contagiato

Diverse segnalazioni giunteci in merito: vi sono ASL, vedi la ASL TO3, che interpretano in senso restrittivo la normativa nazionale (DAD al terzo contagiato), chiedendo ai dirigenti di attivare la didattica a distanza al primo positivo. Ancorché consentite dalla circolare regionale, iniziative di questo tipo da parte delle ASL mettono in difficoltà i dirigenti, gli studenti e le famiglie. Verificheremo se anche altre Aziende si stiano muovendo in questa stessa direzione. Che la quarta ondata, prevista da tutti, avrebbe comportato un picco nella richiesta di tamponi era ovvio e ci chiediamo come sia stato possibile farsi prendere alla sprovvista. Una tale prassi sarebbe un’ammissione di fallimento: ci auguriamo un cambio di rotta.

La ASL TO3 ha scelto – ci riferiscono alcune segnalazioni – di interpretare in senso restrittivo la normativa nazionale, chiedendo ad alcuni dirigenti scolastici del proprio territorio di attivare la didattica a distanza già al primo, e non al terzo, studente positivo al COVID-19 in ogni classe. Una possibilità che è sì consentita dalla Regione Piemonte, come specificato nella circolare della Direzione Sanità e Welfare sulle “Nuove modalità di gestione dei casi di positività”, ma che di per sé rappresenta un’implicita ammissione di non essere in grado, da parte del Sistema Sanitario Regionale, di assorbire la richiesta di tamponi che la quarta ondata, da più parti prevista, ha inevitabilmente portato con sé. La soluzione al problema non può essere il caricare i dirigenti scolastici di nuove responsabilità, il privare gli studenti delle lezioni in presenza e il gravare le famiglie di ulteriori difficoltà nell’organizzazione della propria vita quotidiana.

Da indicazioni ministeriali, presso le Scuole Secondarie di Primo e di Secondo Grado al primo positivo è prevista come prassi usuale l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell’antigene SarsCov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto (Circolare del Ministero della Salute 0060136 del 30/12/2021).

Ci auguriamo che la ASL TO3 (ed eventuali altre sul territorio piemontese) torni sui propri passi, non abdicando al proprio ruolo nei confronti dei cittadini e delle Scuole.

I cittadini chiedono a gran voce servizi sanitari, ma la Giunta non li vuole ascoltare

Nessuna speranza di un pronto ripristino delle prestazioni erogate presso gli ambulatori di via Gorizia e via del Ridotto a Torino, come da noi chiesto con un Question Time appena discusso in Consiglio Regionale: non possiamo accettare che visite cardiologiche, neurologiche e di neuropsichiatria infantile siano considerate “prestazioni procrastinabili”. La Giunta identifica nella scarsità di personale la principale ragione dell’interruzione dei servizi presso le due strutture, momentaneamente riconvertite, rispettivamente, in hub per le vaccinazioni infantili e per tamponi molecolari: verificheremo a questo punto le modalità di impiego dei fondi erogati dal Governo per le nuove assunzioni.

Un “no” secco è la risposta della Giunta alla nostra richiesta, tramite Question Time appena discusso in Consiglio Regionale, di ripristinare le attività sanitarie ordinarie, attualmente sospese causa riconversione in hub per tamponi e in hub vaccinale infantile, presso i poliambulatori di via del Ridotto e di via Gorizia a Torino. Se comprendiamo in parte la difficoltà di garantire le prestazioni procrastinabili in questa fase di recrudescenza della pandemia e di scarsità di personale disponibile, comprendiamo decisamente meno come certe tipologie di esami e interventi possano non essere considerate urgenti e dunque garantite.

In via del Ridotto in particolare si erogavano, tra le altre, imprescindibili prestazioni di tipo cardiologico, neurologico e si effettuavano terapie anticoagulanti; in via Gorizia si garantivano essenziali servizi di neuropsichiatria infantile. Secondo un’indagine appena pubblicata e promossa da Fondazione Soleterre e dall’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano sugli effetti psicologici della pandemia sui più giovani, il 17,3% degli adolescenti ha pensieri suicidi o autolesionistici.

Verificheremo scrupolosamente se, come e in che misura siano stati impiegati i fondi arrivati da Roma per le assunzioni a tempo determinato da impiegare nel comparto sanitario. Ci saremmo aspettati, inoltre, interlocuzioni con le Circoscrizioni di riferimento (la 5 e la 2 nello specifico) e con il Comune di Torino per l’identificazione di altri spazi utili: interlocuzioni che non ci sono mai state.

I due ambulatori oggetto del mio atto rappresentavano presidi essenziali in particolare per prelievi e visite specialistiche: le prestazioni, quando non completamente cancellate, sono state ora trasferite in altri centri, talvolta non agevolmente raggiungibili se non con i mezzi pubblici, il cui uso in questa fase di aumento dei contagi dovrebbe essere il più possibile limitato. Il danno per i cittadini è gravissimo.

Torino, si riprendano i servizi presso gli ambulatori di via Gorizia e via del Ridotto

Domani la mia richiesta alla Giunta con un Question Time.

Chiediamo l’immediata ripresa delle normali attività presso i poliambulatori di via Gorizia e via del Ridotto a Torino: domani porteremo il tema in Aula in Consiglio Regionale con un Question Time. Sono a oggi diversi i poliambulatori che, sul nostro territorio, sono stati trasformati in hotspot per i tamponi o in hub vaccinali. Ringraziamo il Gruppo dei Moderati in Consiglio Comunale a Torino, al quale sono arrivate molte segnalazioni e che sta a sua volta portando avanti in Sala Rossa la battaglia per la riapertura di questi presidi. Tali ambulatori rappresentavano presidi essenziali in particolare per prelievi e visite specialistiche: le prestazioni, quando non completamente cancellate, sono state ora trasferite in altri centri, talvolta non agevolmente raggiungibili se non con i mezzi pubblici, il cui uso in questa fase di aumento dei contagi dovrebbe essere il più possibile limitato. Se misure eccezionali sono necessarie per far fronte alla situazione pandemica, vi sono oltre al Covid-19 anche altre patologie gravi e urgenti da curare. Le attività di hotspot per tamponi o hub vaccinali potrebbero essere svolte presso altri locali, messi a disposizione dalle Circoscrizioni o dal Comune: ci risulta tuttavia che la Regione non abbia mai chiesto né al Comune né alla Circoscrizione se vi fosse disponibilità di altri spazi utili allo scopo. Chiediamo dunque alla Giunta Regionale di tornare a garantire le prestazioni fornite presso i poliambulatori di via Gorizia e via del Ridotto a Torino, utilizzando piuttosto altri locali, messi a disposizione dalle Circoscrizioni o dal Comune, come hotspot per tamponi o hub vaccinali.

Sia la Regione Piemonte ad acquistare il volantino del sequestro Moro

Oppure il Comune di Torino o un’altra Istituzione: il documento sia poi conservato ed eventualmente esposto in un contesto opportuno come monito e come testimonianza di quello che è stato il terrorismo.

Non ci piace per niente che un documento ancora, metaforicamente, grondante sangue sia messo all’asta, mercificato come un cimelio e magari acquistato a suon di rilanci. Il passato tragico della nostra nazione non può essere trattato alla pari dei memorabilia di rock star e campioni dello sport. Ma se così deve essere, sia la Regione Piemonte o il Comune di Torino – proprio in Piemonte e a Torino particolarmente violenti e drammatici sono stati gli anni di piombo e la follia del terrorismo – o comunque un soggetto istituzionale ad acquisire il volantino con il quale le BR rivendicarono il sequestro dello statista e Presidente della Democrazia Aldo Moro. Il documento sia poi conservato ed eventualmente esposto in un contesto adeguato, come monito e testimonianza di crimini che hanno segnato la nostra storia e il nostro Paese.