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Tag: Regione Piemonte

Imparzialità, puntualità e uniformità nell’erogazione dei fondi: unica modalità affinché non siano Associazioni e Fondazioni a “fare da banca” per conto della Regione

Ho presentato un Ordine del Giorno collegato al Bilancio di Previsione per chiedere alla Giunta che siano rispettati questi criteri nell’erogazione dei contributi a sostegno delle progettualità di enti partecipati del settore dei beni e delle attività culturali: non possiamo permettere che siano queste realtà ad anticipare denaro in attesa dei tempi e dei comodi dell’Ente Pubblico.

Metà cifra in acconto, la seconda metà a saldo: un criterio che, parlando di contributi alle Partecipate Culturali della Regione, dovrebbe valere per tutti, ma che presenta invece alcune eccezioni. Nello specifico, questo criterio risulta non risulta applicato, nel 2021, alla “Fondazione Artea”, alla “Fondazione Film Commission Torino Piemonte” e alla “Fondazione Maria Adriana Prolo – Museo Nazionale del Cinema”.

Con un Ordine del Giorno appena presentato, chiedo alla Giunta Cirio un’adeguata copertura finanziaria per il capitolo di Bilancio relativo ai “Finanziamenti a enti, istituzioni, associazioni culturali partecipate o con cui vigono apposite convenzioni” per permettere un’equa e uniforme erogazione del contributo, che dovrà essere assegnato a tutti i soggetti secondo il parametro del primo 50% in acconto e del restante 50% a saldo, con tempi certi, brevi e uguali per tutti. Se il mio atto sarà approvato dal Consiglio, l’impegnativa sarà vincolante per la Giunta.

Imparzialità, puntualità e uniformità nell’erogazione dei fondi sono necessarie affinché Fondazioni e Associazioni non si trovino nelle condizioni di dover anticipare somme economiche, indebitarsi o “fare da banca” all’Istituzione Regionale. Un principio valido sempre e a maggior ragione in tempi, come questi, di crisi.  

Nel corso degli anni, la Regione Piemonte ha promosso la costituzione o aderito in via successiva a numerosi enti culturali che rappresentano punti di riferimento nel sistema culturale regionale e il cui interesse pubblico è imprescindibile e prevalente. Il contributo ai singoli beneficiari è riconosciuto per il loro ruolo strategico nella soddisfazione di esigenze di interesse pubblico che la Regione deve garantire e determinato in base alla documentazione presentata.

La salute mentale è la nuova emergenza: riaprire subito i Servizi di Psichiatria al Mauriziano

Chiuso per Covid a marzo 2020, il Reparto Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) presso l’Ospedale di largo Turati a Torino non è più stato riaperto: ho presentato un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris per impegnare la Giunta Cirio a restituire ai piemontesi questo presidio. Sono gli stessi dati e gli stessi numeri a dire che la riapertura, chiesta a gran voce anche da famiglie e Associazioni, è necessaria e urgente.

La Giunta Cirio si attivi e garantisca la riapertura a pieno regime del Reparto Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dell’Ospedale Mauriziano a Torino. La chiusura del servizio a marzo 2020, picco della prima ondata pandemica da Covid-19, sta pregiudicando in misura considerevole la qualità dell’assistenza psichiatrica del nostro territorio e ora solo una pronta riapertura eviterebbe di mettere a repentaglio il lavoro di rete tra tutti gli snodi assistenziali territoriali. La Giunta si impegni inoltre a implementare le risorse del Bilancio di Previsione 2022-2024 al fine di garantire la continuità di questo Reparto. Queste sono le richieste che, come Moderati, proporremo in Consiglio Comunale con un Ordine del Giorno già presentato.

Che siano misure necessarie lo dice il buon senso e lo confermano i dati: “Dopo la pandemia, è emergenza salute mentale”, avverte l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che stima che i casi di ansia e depressione siano aumentati del 25%, a livello globale, con la pandemia. Le donne e i giovani sono i più colpiti, ma i dati in nostro possesso potrebbero essere sottostimati: la conclusione dell’OMS è netta e si riassume nell’invito al potenziamento dei Servizi di Salute Mentale.

In numerosi casi recenti, a causa della chiusura del Servizio Psichiatrico, il personale del DEA-Pronto Soccorso del Mauriziano si è trovato a dover gestire, in spazi inadeguati, pazienti che necessitano di cure psichiatriche, a dover reperire un posto letto presso altri SPDC spesso già saturi, a dover trattenere per un tempo spesso indefinito i pazienti in Pronto Soccorso, con i disagi che si possono immaginare. La stessa decontestualizzazione del percorso di cura e la conseguente  discontinuità terapeutica possono creare disagio per gli stessi pazienti e per le loro famiglie.

Mi auguro che i colleghi Consiglieri votino compattamente a favore del mio atto e di una richiesta che restituirebbe un diritto alle persone fragili: di fronte alla “nuova pandemia” che coinvolge la salute mentale non ci può essere spazio per alcun taglio di posti letto. Un fatto che l’Associazionismo, che a gran voce chiede l’apertura dell’SPDC, ha capito da tempo. Ad agosto 2020 un mio precedente Ordine del Giorno sulla “Urgente riapertura dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) presso l’Ospedale Mauriziano di Torino” fu respinto con il voto contrario della Maggioranza.

USU Torino, la piscina c’è, ma non funziona: la progettualità della Giunta, invece, manca del tutto

Risposta non convincente, poco fa in Consiglio Regionale, al mio Question Time sull’argomento: andremo a fondo della questione e chiederemo la convocazione dei vertici dell’Unità Spinale in Commissione Sanità.

Sul futuro dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino questa Giunta sta dimostrando di non avere mezza idea, di non avere mezza prospettiva: sensazione confermata dalla risposta inadeguata che ho appena ricevuto al mio Question Time. Non capiamo le ragioni per le quali non si stia facendo ripartire un’eccellenza come la struttura di via Zuretti 24. 

Chiederemo di convocare in tempi brevi i vertici dell’USU in Commissione Sanità. Ci aspettavamo un ritorno alla normale attività ben più rapido, dopo la manifestazione dello scorso autunno, dopo la discussione del mio precedente Question Time e dopo le relative assicurazioni da parte della Giunta: la realtà è al momento ben diversa.

Non ci esimeremo dal cercare, anche attraverso specifici accessi agli atti, le vere e profonde ragioni di questo immobilismo. Altre realtà analoghe sono da tempo tornate alla piena attività. Siamo sicuri che il modo di riprendere in sicurezza l’attività si possa e si debba trovare (anche perché non per tutti gli utenti la presenza in acqua del terapista è necessaria): permettere la ripresa della riabilitazione in acqua è fondamentale per molti pazienti, per i quali può fare la differenza in termini di qualità della vita. Stiamo attualmente riscaldando la piscina e pagando due professionalità specifiche per l’assistenza a bordo vasca e in vasca dirottate su altre mansioni: una situazione assurda e uno spreco evidente.

Le liste d’attesa restano lunghissime, pertanto si dà la precedenza ai pazienti più gravi: il risultato è che altre situazioni rischiano di diventarlo, proprio perché non si interviene costantemente e tempestivamente secondo un normale programma di cure. Molti si stanno rivolgendo al privato. 

Attendiamo un cambio di rotta.

Penultimo al bando della Presidenza del Consiglio: il Piemonte perde quasi 320mila euro di finanziamento

Ma la Giunta, nonostante la mia specifica domanda, tace su quali fossero le manchevolezze del progetto a favore delle persone sorde e con ipoacusia, che ha meritato una posizione in classifica così bassa. Forse è stato poco condiviso? Non risultano coinvolte Associazioni come FIADDA, APIC e l’Istituto dei Sordi di Torino. Grande occasione sprecata, risultato non in linea con una Regione storicamente all’avanguardia in fatto di accessibilità: la mia interpellanza sul tema è stata appena discussa a Palazzo Lascaris.

La Regione Piemonte si piazza penultima nella graduatoria del bando della Presidenza del Consiglio per progetti a favore delle persone sorde e con ipoacusia: perde così 317.360 euro di finanziamento. Ho appena chiesto alla Giunta Regionale, con un’interpellanza, perché non si sia pensato a una co-progettazione con più soggetti (oltre al peraltro apprezzatissimo ENS – Ente Nazionale Sordi) del Terzo Settore e quali siano state le criticità riscontrate nel progetto proposto, che ha meritato una posizione così bassa in classifica. La risposta? Poco più di un riassunto del progetto presentato.

Ma se avessimo voluto, semplicemente, leggere il progetto avremmo fatto un accesso agli atti. Quali sono stati i punti critici? A questo quesito si deve rispondere in maniera chiara e convincente, anche per non ripetere gli stessi errori nelle prossime edizioni del bando. Da sempre all’avanguardia dal punto di vista dell’accessibilità, questa volta la nostra Regione porta a casa un risultato inaccettabile. Mi auguro che almeno la Giunta inizi ora un’interlocuzione approfondita con tutti i soggetti potenzialmente interessati.

La graduatoria è stata pubblicata a dicembre 2020: il Piemonte si è aggiudicato appena 58 punti per un importo di finanziamento di 317.360,00 euro, non erogato per esaurimento delle risorse. Il Piemonte si è avvalso della collaborazione del Consiglio Regionale dell’ENS per la presentazione della proposta progettuale: non risultano invece coinvolte altre Associazioni come FIADDA, APIC e l’Istituto dei Sordi di Torino. Altre Regioni hanno invece ottenuto il finanziamento dei loro progetti: la Regione Umbria ha per esempio avviato delle co-progettazioni coinvolgendo anche Enti del Terzo Settore. L’Umbria ha ottenuto, insieme alle Marche, 73 punti e 349.500,00 euro. La Valle D’Aosta, come la Regione Umbria, ha pubblicato un avviso pubblico per l’individuazione di soggetti del Terzo Settore ottenendo un finanziamento di 226.353 euro (punteggio di 65).

Il bando in questione è quello pubblicato il 3 luglio 2020 sul sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio per le politiche in favore delle persone con Disabilità) per il finanziamento di progetti sperimentali per la diffusione di servizi di interpretariato in lingua dei segni italiana (LIS) e video interpretariato a distanza. Per la realizzazione dei progetti la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha previsto un finanziamento complessivo pari a 4 milioni di euro con un limite massimo di finanziamento per ciascun progetto di 400mila euro.

Ora le cose devono cambiare: priorità ai malati non autosufficienti

Ho presentato un Ordine del Giorno in Consiglio Regionale per chiedere adeguate cure e certezze per il futuro.

Ho presentato un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris che, se approvato dal Consiglio, impegnerà la Giunta Cirio a garantire il diritto prioritario alle prestazioni sanitarie domiciliari (con promozione dell’ospedalizzazione a domicilio, riorganizzazione del lavoro in equipe dell’ADI, assistenza domiciliare integrata e approvazione del Regolamento della Legge Regionale n. 10/2010). La Giunta dovrà inoltre attivare le convenzioni per l’eliminazione delle liste d’attesa per un posto convenzionato in RSA, ricorrendo anche a iniziative verso il Governo, affinché siano aumentate le risorse delle prestazioni sociosanitarie rientranti nei LEA. Nel Bilancio di Previsione 2022-2024 dovranno essere previste risorse sufficienti per estendere l’erogazione degli assegni di cura a carico delle ASL, finanziare le cure domiciliari per le persone non autosufficienti e i servizi territoriali per la psichiatria in tutto il Piemonte.

Numeri

Alcuni dati per tracciare il quadro della situazione: oltre 8mila sono stati i morti nelle RSA in due anni di pandemia; sempre meno sono gli utenti inseriti in convenzione dalla Regione nelle strutture; circa 5.000 sono attualmente i posti vuoti nelle RSA; oltre 4.500 sono in PIemonte gli anziani malati cronici con demenza o Alzheimer in lista d’attesa per avere la convenzione dell’ASL. Sono circa 30mila le famiglie piemontesi che pagano di tasca propria il cento percento della retta: dai numeri regionali risultano infatti 40mila posti letto autorizzati, dei quali 30 mila accreditati, e convenzionati soltanto 12 mila. Ma garantire un sostegno concreto alle moltissime famiglie che non sono in grado di assicurare ai propri congiunti non autosufficienti adeguata assistenza è compito della Regione.

Questo atto dei Moderati parte dal presupposto che la Sanità a domicilio debba garantire un progetto individualizzato di prestazioni indifferibili – relazioni sociali comprese – per il malato non autosufficiente, al quale vanno sempre riconosciute – come principio e nella prassi – prestazioni equivalenti a quelle assicurate alle persone ricoverate in ospedale o in RSA accreditate. A dieci anni dall’approvazione della Legge 10/2010, la Regione Piemonte non ne ha ancora approvato il regolamento attuativo. Le persone in condizioni di malattia e non autosufficienza sono in progressivo aumento. A garantire a queste persone l’assistenza quotidiana spesso sono le famiglie, le quali si sostituiscono a loro spese e con impegno personale, fisico e psicologico, al servizio pubblico. In mancanza di un intervento immediato in termini di risorse umane, economiche e opportuni provvedimenti, il nostro sistema di welfare nei prossimi anni rischia di cedere.