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Tag: Regione Piemonte

Raddoppiano i ricoveri al Regina Margherita: polmoniti, bronchiti, influenza (e Covid) colpiscono i bambini

I ricoveri per problemi respiratori passano da 29 a 59 presso l’Ospedale Infantile torinese, ma tante altre strutture, Ospedali e Pronto Soccorso del territorio sono in difficoltà: cosa farà la Giunta in merito? Lo chiederò domani in Consiglio Regionale con un Question Time appena protocollato. In assenza, dopo due anni, di mascherine e distanziamento interpersonale, l’incidenza settimanale delle forme virali risulta in netta crescita rispetto agli anni precedenti: raggiunti i 14 casi per mille settimanali.

Bronchiti, polmoniti e influenza colpiscono in queste settimane con particolare forza specialmente i pazienti più piccoli, mandando i Pronto Soccorso e gli Ospedali del territorio in forte difficoltà. L’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino è, in particolare, quasi al completo. La Giunta è consapevole di questa situazione? Quali misure intende mettere in atto per permettere ai Pronto Soccorso e alle strutture del territorio piemontese di garantire una risposta adeguata all’emergenza in corso? Lo chiederò domani in Consiglio Regionale del Piemonte con un Question Time appena presentato a Palazzo Lascaris. I reparti sono colmi e vi è carenza di posti letto: in pochi giorni i ricoveri per problemi respiratori al Regina Margherita di Torino sono, per esempio, saliti da 29 a 59. A questi 59 si devono aggiungere 7 ricoveri per Covid. Diversi altri virus sono stati isolati: adenovirus, rinovirus, virus parainfluenzale, virus respiratorio sinciziale (la causa più comune di bronchiolite, infiammazione delle piccole vie aeree dei polmoni). In assenza, dopo due anni, di misure obbligatorie di distanziamento e relative all’uso della mascherina, l’incidenza settimanale di casi è nettamente in aumento rispetto: siamo a 14 casi per mille settimanali segnalati dai medici sentinella, con crescita costante. Fondamentale è, ora, evitare di farsi cogliere di sorpresa, dal momento che la pressione verosimilmente continuerà ad aumentare nelle prossime settimane. Chiediamo alla Giunta risposte adeguate.

Ordine del Giorno – la Regione sostenga interventi precoci e intensivi in favore dei soggetti con Disturbi dello Spettro Autistico

Il Consiglio Regionale del Piemonte

Premesso che:

  •  il disturbo dello spettro autistico, o semplicemente autismo, è una sindrome comportamentale causata da un disturbo del neurosviluppo su base genetica a insorgenza precoce;
  • l’autismo si manifesta in modi diversi da persona a persona, ma il minimo comune denominatore risultano essere i deficit persistenti: le aree maggiormente interessate sono quelle relative alla comunicazione sociale e all’interazione sociale reciproca;
  • le cause sono ancora sconosciute, ma un intervento precoce (entro i primi 3 anni di vita del bambino) migliora notevolmente le prospettive di piena inclusione sociale e professionale per il futuro adulto.

Premesso, altresì, che:

  • da alcuni anni la Regione Piemonte promuove e appoggia sul suo territorio progetti e iniziative sul tema dell’autismo;
  • nel maggio 2009 l’Assessorato alla Tutela della Salute e Sanità della Regione Piemonte ha elaborato, mediante un gruppo di lavoro di operatori dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile, un documento di linee guida su “Autismo e Disturbi Pervasivi dello Sviluppo”: il documento fornisce indicazioni per la valutazione e il trattamento dell’autismo, come percorso personalizzato ed integrato; inoltre istituisce un Coordinamento Regionale per l’Autismo e Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, con un ruolo guida nella promozione e nel miglioramento dei percorsi assistenziali;
  • a oggi mancano tutti i documenti successivi alle DGR emanate in questi anni dalla Regione Piemonte.

Constatato che:

  • tanti sono i trattamenti proposti, dal metodo farmacologico a metodi non farmacologici, ma secondo le più aggiornate evidenze scientifiche il comportamento del soggetto con autismo risulta modificabile in base allo studio dell’interazione tra il suo comportamento e l’ambiente esterno;
  • è necessario effettuare una valutazione clinica caso-specifica per monitorare nel singolo bambino l’efficacia dell’intervento, valutando se e quanto questo produca i risultati attesi, e quindi capire quale tra i vari programmi intensivi comportamentali oggi proposti sia il più efficace.

Accertato che:

  • le più recenti linee guida sull’autismo adottate dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità raccomandano le tecniche cognitivo-comportamentali nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico stante l’evidenza scientifica dell’efficacia di questa metodologia.

Evidenziato che:

  • numerose segnalazioni riferiscono che, a causa della carenza di personale qualificato, le terapie cognitivo-comportamentali sono raramente fornite dall’ASL;
  • le terapie cognitivo-comportamentali sono spesso sostituite da aspecifiche terapie psicomotorie e di logopedia per tre o al massimo quattro ore settimanali: trattandosi di terapie generiche, si rivelano certamente meno efficaci della prima (si sottolinea altresì che nel 2020 sono state bruscamente interrotte per via del lockdown);
  • l’unica soluzione alternativa per le famiglie appare dunque rivolgersi a centri privati in grado di fornire efficaci, ma molto costose, terapie.

Rilevato che:

  • le ripercussioni in ambito familiare sono molteplici: l’intera famiglia è coinvolta nel processo educativo del soggetto con autismo, in particolare i genitori, i quali sono responsabili del mantenimento e dello sviluppo di nuove abilità acquisite dal bambino;
  • l’impegno organizzativo, economico ed emotivo della famiglia è decisamente notevole.

Considerato, inoltre, che:

  • la tempestività dell’intervento è fondamentale, alla luce dei tempi rapidissimi di crescita nei primi anni di vita: più il tempo passa, meno trattabile risulta il disturbo e meno efficaci gli interventi;
  • è necessario tutelare il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della nostra Costituzione;
  • nell’attuale situazione rischia di configurarsi un’oggettiva penalizzazione per chi, a causa di limitate risorse economiche, non può accedere al privato;
  • le risorse economiche che la Regione trasferisce alle Asl sono limitate rispetto al numero di pazienti che necessitano di programmi intensivi comportamentali.

Impegna

il Presidente e la Giunta Regionale a valutare di reperire risorse nel Bilancio di previsione 2022-2024, ove disponibili, nel Bilancio di previsione 2022-2024affinché la Regione incrementi le risorse trasferite alle Asl al fine di sostenere le famiglie con programmi cognitivo-comportamentali e incrementare il personale necessario a raggiungere livelli di assistenza adeguati in favore dei soggetti con Disturbi dello Spettro Autistico.

Scarica il il mio OdG in pdf.

GTT, così non va: corse saltate e ritardi

L’Agenzia per la Mobilità Piemontese intervenga ed eventualmente sanzioni affinché sia garantito agli studenti il diritto di arrivare a lezione in orario, in particolare per quanto riguarda le linee 75, 49, 8, 2 e 57 (Torino).

Arrivare in orario a scuola? Un diritto in teoria scontato, di fatto però impedito da ritardi e corse saltate, soprattutto lungo la linea 75 (Torino, direzione Cimitero Monumentale), la linea 49 (da Settimo verso Torino) e la linea 8 (da San Mauro verso Torino), ma anche lungo le linee 2 e 57. Questo il tema del mio Question Time appena discusso in Aula: se la Giunta rivendica di aver messo 2 ulteriori milioni di euro rispetto alla spesa storica negli ultimi due anni per potenziare il trasporto su gomma e non esclude un ulteriore sforzo economico per il futuro, da parte nostra chiediamo, come Moderati, che queste risorse vadano subito a potenziare le tratte lungo le quali si stanno verificando i disservizi. L’Agenzia per la Mobilità Piemontese intervenga in maniera rapida e decisa con il Gruppo Torinese Trasporti, garantendo un servizio efficiente ed eventualmente sanzionando: ne va del diritto allo studio dei nostri studenti.

Che un potenziamento del servizio serva urgentemente è un fatto riconosciuto anche la Giunta, che ha definito “un fatto grave” la mancata erogazione del servizio da parte di GTT. Ci auguriamo che la segnalazione all’Agenzia per la Mobilità Piemontese, promessa dalla Giunta, sia fatta immediatamente (ci stupisce, anzi, che non sia già partita: con il nostro Question Time abbiamo forse rivelato criticità non note?).

Le risorse citate dalla stessa Giunta siano messe subito per potenziare le linee di cui noi abbiamo segnalato i disservizi. Gli studenti devono poter contare su un servizio affidabile, efficiente e puntuale. In gioco c’è il loro diritto allo studio, attualmente impedito dalla sostanziale impossibilità – specialmente per quanto riguarda alcuni Istituti: il Liceo Einstein, l’Istituto Beccari, l’Istituto Bodoni, l’Istituto Birago di Torino tra gli altri – di giungere in tempo utile alle elezioni a causa delle varie corse “saltate” dai mezzi.

Emessi gli ordinativi di pagamento del 5 per mille per 42mila Enti beneficiari

Buona (per quanto tarda) notizia: accolte le nostre richieste.

Come anche da noi richiesto con un Ordine del Giorno a Palazzo Lascaris, è stata appena effettuata l’emissione degli ordinativi di pagamento del 5 per mille relativo all’anno finanziario 2021 in favore dei 41.666 Enti beneficiari con contributo inferiore a 500mila euro ciascuno. Con il mio atto, approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale lo scorso 25 ottobre, chiedevo alla Giunta di sollecitare il nascente Governo in merito alla tempestiva liquidazione delle somme relative al 2021. Il totale erogato è pari a 222 milioni di euro. Risultano già erogate le somme dovute agli Enti beneficiari di contributi superiori alla soglia del mezzo milione di euro. Ci auguriamo che nei prossimi anni i tempi siano più brevi: le somme del 5 per mille dovrebbero essere erogate, per prassi e per logica, entro il mese di settembre di ciascun anno, per consentire di programmare le attività dell’anno successivo, ma anche far fronte alle spese, sempre più ingenti, che le Associazioni devono sostenere nell’immediato. Ringrazio la Fondazione Promozione Sociale ETS, Anfaa (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie OdV), Utim (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva OdV) e tutte le altre realtà che a lungo e con forza si sono impegnate e battute per un’esigenza di tutti.

DGR non applicata: servizi di Neuropsichiatria Infantile attivati in due sole Aziende Ospedaliere piemontesi

Mancano all’appello le Aziende Ospedaliere di Novara e Cuneo (mentre alla Città della Salute di Torino e ad Alessandria il servizio è stato attivato): ci chiediamo perché. Rispondendo poco fa alla mia interpellanza, la Giunta ha inoltre riconosciuto che i ricoveri presso la Struttura di Neuropsichiatria Infantile del Regina Margherita avvengono in numero maggiore rispetto alle altre strutture di analoga rilevanza e che i letti per la riabilitazione mancano: la vaga promessa che altri posti letto saranno collocati «all’esterno del nosocomio» (dove? Quando? Con che modalità?) non ci basta. C’è una pandemia dopo la pandemia, quella del disagio psicologico: la Giunta se ne prenda carico. Al momento segnalazioni e dati ci dicono di una rete regionale fragile e di una grave carenza di medici.

La Deliberazione della Giunta Regionale del 2014 “Sull’adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012, del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale” risulta, al momento, non applicata. O meglio applicata a metà: rispondendo alla mia interpellanza sul Reparto di Neuropsichiatria Infantile del Regina Margherita di Torino, infatti, la Giunta ha chiaramente e onestamente riferito che, delle quattro Aziende Ospedaliere previste dalla DGR, sono la Città della Salute e l’AO Alessandria hanno visto effettivamente l’attivazione dei posti letto di NPI. Non pervenute, al momento, Novara e Cuneo. Perché?

Dalla discussione emerge un altro fatto: il dato relativo ai ricoveri presso la NPI del Regina Margherita è superiore rispetto a quello delle altre grandi strutture analoghe a livello nazionale, dal Gaslini di Genova al Bambin Gesù di Roma. Eppure i posti letto per la riabilitazione, nella struttura di piazza Polonia a Torino, mancano. La Giunta afferma di voler collocare quei posti letto «all’esterno del nosocomio», promessa vaga già nella sua formulazione: vorremmo sapere esattamente dove, quando e in che modalità. Al momento, non ci è stato detto.

Urge evitare che il disagio psicologico diventi disagio psichiatrico. Gli stessi dati forniti per il triennio 2019-2021 (rispettivamente 422, 419 e 437 ricoveri ospedalieri ordinari: il dato si ferma al momento della presentazione del mio atto) e, relativamente ai ricoveri della fascia 14-18, per il triennio 2020-22 (108 ricoveri nel 2020, 154 nel 2021, cifra già raggiunta nei primi dieci mesi dell’anno in corso) ci preoccupano, segnando una tendenza di crescita tanto evidente da non avere bisogno di interpretazioni.

Occorre arginare la nuova pandemia – altrettanto terribile – che si sta diffondendo dopo quella da Covid-19. Contro la pandemia del disagio psicologico servono risorse, medici e posti letto. Il dolore dei più piccoli è particolarmente inaccettabile. Senza un investimento da parte delle Istituzioni il rischio è che alla seconda pandemia ne segua una terza, quella del disagio psichiatrico: i danni sarebbero gravissimi sia per le persone sofferenti sia per le loro famiglie.

Quanto al Regina Margherita, presso il quale ciclicamente si annuncia in pompa magna l’inaugurazione di reparti e di macchinari, ci chiediamo: avremo medici in numero sufficiente per farli funzionare? Potranno essere utilizzate, queste nuove tecnologie e strutture? Le segnalazioni e i dati dicono di una rete neuropsichiatrica in grave difficoltà e di una grave carenza di medici specializzati. Sempre più piemontesi si rivolgono al privato: almeno, lo fanno quelli che se lo possono permettere.