Che anche la Consigliera della Lega Sara Zambaia abbia depositato in Consiglio Regionale del Piemonte una Proposta di Legge sulla Fibromialgia, che si aggiunge al Progetto di Legge presentato sullo stesso tema dai Moderati lo scorso 16 maggio (PdL 201), è una buona notizia.
Promuovere la conoscenza, la prevenzione, la diagnosi e la cura di questa patologia è necessario e urgente: ci fa dunque piacere che anche altre forze politiche si stiano muovendo nella nostra stessa direzione. Siamo sicuri che ci si potrà confrontare e che si potrà concordare un efficace testo condiviso. È oggi più che mai necessaria una Legge Regionale per il riconoscimento della fibromialgia quale sindrome invalidante, per l’istituzione di un Tavolo di Lavoro con la partecipazione delle Associazioni, per la creazione di programmi di formazione e aggiornamento per il personale medico e per il lancio di campagne di sensibilizzazione presso i cittadini, nonché per l’istituzione del Registro Regionale della Fibromialgia.
Situazione non più sostenibile: domani in Consiglio Regionale il mio Question Time per chiedere soluzioni alla Giunta.
I dati appena pubblicati dall’Associazione CittadinanzAttiva sono inequivocabili: nello studio che misura, città per città a livello nazionale, il numero di pediatri attivi per numero di potenziali pazienti, ben sei delle dieci peggiori città elencate sono piemontesi. Asti è in assoluto, secondo il report, la città peggio classificata, con 1.813 bambini per ogni pediatra. Sempre secondo CittadinanzAttiva la media nazionale è di non più di 1.060 pazienti per pediatra. Discuterò domani in Consiglio Regionale un Question Time appena presentato per sapere quali misure stia attuando la Giunta affinché la situazione descritta migliori e per garantire sul territorio un numero adeguato di pediatri attivi. Significativi sono anche i posizionamenti in classifica di Novara (terz’ultimo posto, 1.370 bambini per pediatra) e di Vercelli (quart’ultimo posto, 1.367 bambini per pediatra). Anche Cuneo (1.331), Torino (1.320) e Alessandria (1.236) compaiono nelle peggiori dieci città elencate dallo studio. Questa situazione penalizza le famiglie piemontesi e i cittadini più giovani, il cui diritto alla cura è messo a repentaglio dalla scarsità di pediatri. CittadinanzAttiva è un’Associazione che, dal 1978, promuove la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni e il sostegno alle persone in condizioni di fragilità.
A questa cifra ammontano i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che potranno essere impiegati rispettivamente in Piemonte per l’ammodernamento delle grandi apparecchiature sanitarie (79 milioni) e per la digitalizzazione dei DEA (96 milioni). Per ottenere queste cifre, tuttavia, è necessario che le ASL piemontesi rispettino le scadenze del cronoprogramma approvato lo scorso aprile: a che punto sono? Lo chiederò alla Giunta in Consiglio Regionale con un’interpellanza appena presentata, nella convinzione che questi fondi siano un’occasione irripetibile.
L’accesso ai fondi del PNRR e il loro impiego virtuoso sono una sfida di cruciale importanza per la nostra Regione. L’occasione è imperdibile per esempio per rinnovare e digitalizzare il nostro Sistema Sanitario Regionale. Il Piano operativo regionale, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale lo scorso aprile, riporta esplicitamente il cronoprogramma da rispettare per accedere alle risorse, con dettagli relativi agli interventi da realizzare attraverso l’utilizzo delle risorse statali del PNRR specifiche per ogni intervento. In gioco ci sono 175 milioni di euro: 79 milioni per l’ammodernamento delle grandi apparecchiature sanitarie e 95 milioni per la digitalizzazione dei DEA. L’innovazione non è solo il perno sul quale ruota buona parte degli obiettivi del PNRR, ma un’esigenza primaria del nostro Sistema Sanitario. Con un’interpellanza appena presentata chiederò alla Giunta a che punto siano le nostre Aziende Sanitarie nella realizzazione delle fasi previste. In particolare gli investimenti della Missione 6 Salute del PNRR sono finalizzati a rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, a modernizzare e a digitalizzare il Sistema Sanitario, a garantire equità di accesso alle cure, a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l’innovazione, nonché lo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale sanitario.
La Giunta ha promesso queste risorse rispondendo, poco fa in Consiglio Regionale, alla mia interpellanza sul tema: il passaggio da 7 a 12 milioni sarebbe un’ottima notizia e andrebbe pienamente nella direzione delle nostre richieste Ci auguriamo che ciò avvenga già alla prossima variazione di Bilancio. Adesso, si proceda immediatamente con la convocazione del Tavolo di Confronto con Associazioni e Sindacati e al necessario e urgente aggiornamento normativo relativo al Fondo stesso.
«Condividiamo la proposta di un Tavolo di Confronto e – sul tema dell’aumento dei fondi da 7 a 12 milioni di euro – l’Assessore al Bilancio e il Presidente Cirio si sono detti favorevoli»: questo, in estrema sintesi, il senso della risposta da me ricevuta poco fa in Consiglio Regionale alla mia interpellanza sul Fondo Sociale. Abbiamo chiesto con forza entrambe le misure (Tavolo e aumento delle risorse) e ora apprendiamo con soddisfazione che la Giunta si dice sulla stessa nostra lunghezza d’onda. Daremo da questo punto di vista, come Moderati, pieno supporto anche in Aula. Auspichiamo che i nuovi fondi siano allocati già in occasione della prossima variazione di Bilancio: nel frattempo, le prime sedute del Tavolo di Confronto dovranno già essere state convocate e tenute, con la partecipazione e il pieno coinvolgimento (anche, auspicabilmente, in sede di Commissione) delle Associazioni e dei rappresentanti dei soggetti coinvolti, il cui contributo sarà fondamentale anche a livello normativo. Il sostegno nei confronti di chi, incolpevolmente, non riesce a pagare l’affitto è per noi non soltanto una questione di giustizia, ma anche di lungimiranza e risparmio: intervenendo oggi, si evita di dover spendere cifre molto superiori domani per arginare casi più numerosi di emergenza abitativa. Sarà inoltre fondamentale effettuare controlli puntuali (non possiamo permettere che neanche un euro di questi fondi vada a chi non ne ha titolo). L’apporto delle Associazioni e dei Sindacati (Sunia, Sicet e Uniat tra gli altri) sarà fondamentale anche a proposito dell’urgente aggiornamento dell’apparato normativo relativo al Fondo Sociale, all’avanguardia un decennio fa, ma bisognoso oggi di un adeguamento alle nuove condizioni sociali ed economiche. Lo scorso anno in Piemonte sono state 6.358 le richieste di cancellazione dei debiti (spesa per la Regione: 7,3 milioni di euro): a causa di inflazione, caro bollette e crisi economica, il 2023 potrebbe far registrare dati ancora più alti. Allargare la platea degli aventi diritto è fondamentale. La condizione di morosità incolpevole è definita dalla Legge Regionale numero 3 del 17 febbraio 2010.
Ma le potenzialità della Carta Europea della Disabilità, che rientra nel progetto europeo “EU Disability Card”, sono e restano straordinarie: chiediamo che siano subito inviate comunicazioni ai Direttori delle ASL piemontesi e ai dirigenti di tutte le realtà convenzionate affinché le persone con disabilità possano finalmente utilizzare questo strumento in tutte le sue funzioni. Chiederemo inoltre l’audizione dell’Azienda Zero in IV Commissione. Sul tema della Card, ho appena discusso un Question Time a Palazzo Lascaris. Dal punto di vista della digitalizzazione, questo Paese ha bisogno di un repentino cambio di mentalità.
La Carta della Disabilità c’è, ma – al momento – è come se non ci fosse: non è, di fatto, né accettata né riconosciuta presso gli sportelli delle ASL piemontesi e presso altri servizi convenzionati. Ho portato il tema in Consiglio Regionale del Piemonte per chiedere, con un Question Time appena discusso, che questo strumento sia finalmente utilizzabile a pieno titolo. La Carta deve diventare davvero – e non solo in via teorica – lo strumento attraverso il quale le persone con disabilità possono immediatamente certificare, senza necessità di altri documenti o verbali cartacei, la propria condizione di disabilità, semplicemente mostrando il QR code e ottenendo il servizio o l’agevolazione di cui hanno diritto. Perché di questo parliamo: qualità della vita e possibilità di vedersi riconosciuti dei diritti. Possiamo facilmente immaginare i vantaggi di una Disability Card capillarmente diffusa e universalmente utilizzata: possibilità di rinunciare alla voluminosa e pesante documentazione cartacea, velocità e garanzia di correttezza delle operazioni agli sportelli, dati sempre aggiornati in tempo reale. La Card potrebbe, in un futuro che speriamo prossimo, sostituire la BIP Card per tutti i servizi della Regione Piemonte. Sono alcuni dei vantaggi della transizione al digitale, tema sul quale lunga è ancora la strada da percorrere, in questo Paese. La Giunta stessa ha riconosciuto la necessità di attivarsi con l’intervento dell’Azienda Zero (che chiederemo di poter audire al più presto, sul tema, in IV Commissione), diramando indicazioni affinché questa Card possa finalmente essere utilizzata presso tutti gli sportelli delle nostre ASL e presso tutti i luoghi e i servizi convenzionati, dai trasporti ai musei. Ci auguriamo e verificheremo che ciò avvenga al più presto. La Disability Card può essere richiesta sul sito dell’INPS da tutte le persone in condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza.