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Tag: Regione Piemonte

Moderati: a Torino sempre più quartieri senza pediatri, Mirafiori Sud compreso

Si è appena registrato in Circoscrizione 2 l’ennesimo caso di ritiro non sostituito. La nostra proposta: dalle Istituzioni spazi gratuiti per i professionisti disponibili ad aprire uno studio nelle zone sguarnite.

Dopo l’ultimo ritiro dall’attività registrato sul territorio, anche Mirafiori Sud (Circoscrizione 2) entra nell’elenco dei quartieri torinesi nei quali è difficile o impossibile trovare un pediatra. Un problema serio per le famiglie, costrette a lunghi spostamenti o a rivolgersi a una consulenza privata che risulta anche essere, spesso, costosa. Barca, Bertolla, Madonna di Campagna, Vanchiglia, Vanchiglietta, Falchera sono, tra le altre, le zone presso le quali si riscontra questa criticità e nelle quali i pediatri attivi scarseggiano o mancano del tutto.  All’indomani dell’ennesimo e più recente caso di pediatra non sostituito al momento del suo ritiro dall’attività, proponiamo come Moderati ad Atc, Comune e Circoscrizioni di ipotizzare, strutturare e lanciare un progetto sperimentale che consenta di mettere a disposizione gratuitamente spazi, alloggi, studi e strutture non utilizzati per i professionisti che intendano insediare la loro attività in aree cittadine attualmente “scoperte”. Si otterrebbero in questo modo due risultati: la valorizzazione di spazi altrimenti inattivi e l’incentivo ai professionisti potenzialmente in grado di assicurare un servizio fondamentale ai territori che ne hanno esigenza. A Torino risiedono circa 90mila cittadini under 14  e i medici pediatri di libera scelta sono una sessantina. Ci sono quartieri nei quali ogni pediatra deve teoricamente assistere oltre 1.400 bambini.  L’attuale situazione penalizza le famiglie piemontesi e i cittadini più giovani, il cui diritto alla cura rischia di essere messo a repentaglio dalla scarsità di pediatri.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
Simone Fissolo – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.
Ivana Garione – Vice Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.
Alessandro Nucera – Capogruppo Moderati, Circoscrizione 2 Torino.

Si prevede un’estate torrida e senza piogge, urgono invasi

La perdurante siccità ha fatto sì che la prospettiva di una limitazione dei consumi agricoli dell’acqua sia stata oggi esplicitamente formulata dal Presidente Cirio (simili misure sono già realtà in altre Regioni). Le mutate condizioni climatiche sono o saranno la nuova “normalità”.

Ribadiamo in questo contesto – nel giorno dell’incontro tra Regione e Associazioni di Agricoltori sull’irrigazione dei campi – la necessità di una politica coraggiosa e lungimirante sugli invasi, fondamentale per la sostenibilità dell’agricoltura del Piemonte e precondizione affinché si possa affrontare il problema in maniera unitaria e coerente, senza limitarsi a privilegiare uno o l’altro degli interessi in gioco a scapito degli altri, ma garantendo risorse sufficienti per tutti. La nostra regione continua a soffrire un serio deficit pluviometrico. La Coldiretti prevede un’estate 2023 ancora più difficile di quella passata. Si stima che, rispetto agli anni Ottanta e Novanta, la possibilità di verificarsi di un’estate torrida e secca sia oggi del 70% superiore. Le prime proiezioni dei prossimi mesi non escludono un’estate dai fenomeni meteorologici estremi, assaggio di un futuro al quale dobbiamo farci trovare preparati.

Suicidio assistito? Non firmerò

Prima, si costruisca una società in grado di accompagnare davvero ogni persona in maniera caritatevole e dignitosa nelle ultime fasi della propria esistenza, garantendo cure palliative e hospice in quantità sufficiente.

Prendiamo atto dell’invito al Presidente della Regione e al Sindaco di Torino, da parte dei coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, a sottoscrivere la Proposta di Legge sul suicidio assistito; prendiamo atto dell’intenzione del Sindaco Lo Russo di prendere del tempo per valutare se accogliere o meno l’invito. Io non firmerò. Se i Radicali ripetono la formula “Torino capitale dei diritti” al raggiungimento delle mille firme raccolte, aggiungiamo da parte nostra l’auspicio che Torino e Piemonte siano capitali della dignità e del sostegno a chi soffre. La priorità è per noi un serio piano programmatico e di investimenti affinché siano messi a disposizione dei piemontesi più luoghi di accoglienza e ricovero per malati verso il termine della vita, garantendo a tutti cure palliative, sostegno medico, psicologico e spirituale, nonché interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali. 

Parkinson, l’Osservatorio non c’è ancora, il Corso di Laurea per formare anche in Piemonte Terapisti Occupazionali non c’è più: si rimedi subito

Al momento la misura della diffusione della malattia nel nostro Paese è affidata a stime e proiezioni; il Corso di Laurea di Moncrivello (Vercelli) per formare Terapisti Occupazionali sarà chiuso dopo 17 anni. Eppure entrambi i servizi sono fondamentali: chiediamo siano implementati al più presto.

Mancano strumenti per determinare, nel nostro Paese, le esatte dimensioni della diffusione del Parkinson, non essendo attivo un Osservatorio sul tema; manca da quest’anno, in Piemonte, un Corso di Laurea specifico per formare Terapisti Occupazionali, figure fondamentali nell’assistenza e nella consulenza quotidiana delle persone con una diagnosi di Parkinson. Entrambi i fatti sono emersi poco fa in Commissione Sanità, in occasione dell’audizione dei rappresentanti delle Associazioni Parkinsoniane a Palazzo Lascaris.

È urgente implementare entrambi i servizi e chiediamo con forza, come Moderati, che ciò avvenga. Con l’Osservatorio sarà possibile quantificare il fenomeno della diffusione del Parkinson in maniera scientifica: numeri esatti, corretti e affidabili sono una precondizione per progettare qualsiasi azione e qualsiasi politica sensata. Attualmente, le cifre in nostro possesso (250mila malati in Italia, 22mila in Piemonte, 7mila a Torino e provincia) sono stime e proiezioni, per quanto significative. Quanto alla terapia occupazionale, essa non è soltanto prevista per legge: ha dimostrato di essere efficace alla prova dei fatti. Il fabbisogno annuale si è assestato, in Piemonte, oltre i 15 posti annuali: ma da quest’anno non formeremo più terapisti di questa specializzazione, vista la chiusura, da parte dell’Università Cattolica, del Corso di Laurea dedicato a Moncrivello (VC). Si allargherà la forchetta con il Lazio (Roma forma 70 professionisti l’anno), con la Lombardia (4) e con la Sicilia (30). In questi anni siamo stati in grado di coprire, come Piemonte, la richiesta di Val d’Aosta e Liguria oltre alla nostra: ora, la più vicina Università per gli studenti piemontesi sarà Pavia. Il corso di Moncrivello (Vercelli) è stato chiuso dall’Università Cattolica per scarsa richiesta e previsione di poche iscrizioni.

I terapisti occupazionali sono 30 ogni 100mila persone in Francia, più di 100 ogni 100mila abitanti nei Paesi scandinavi, appena 4, invece, in Italia e in Piemonte. Questa situazione non si è prodotta per caso, ma quale naturale e immediato esito di una mancanza strutturale. Chiediamo che le Istituzioni si impegnino anche economicamente per potenziare una figura che garantisce assistenza quotidiana alle persone malate, assicura ottimizzazione dei processi e permette un risparmio economico al sistema. Allocare risorse per questo fine non è una spesa, ma un investimento.

Una buona definizione di Terapista Occupazionale è “professionista che si occupa di far sì che la persona malata o con disabilità possa fare al meglio quello che vuole e quello che deve nella sua quotidianità”. Il fine è garantire sempre il massimo dell’autonomia e della soddisfazione della persona seguita. La professione esiste da meno di trent’anni, essendo stata istituzionalizzata nel 1997. Nel comparto pubblico, c’è forte carenza di queste figure: nelle ASL di Torino e di Alessandria, per citare un dato soltanto, non ci sono terapisti occupazionali assunti (il che significa che la funzione è svolta da professionisti senza una competenza specifica o che, semplicemente, il servizio non è garantito). Per tutte queste ragioni e anche per evitare di “regalare” laureati al comparto privato è fondamentale che la politica faccia la sua parte nella valorizzazione di questa figura. 

Energia, trend piemontese positivo: ma nucleare entri a pieno titolo nel dibattito

Dal Rapporto Statistico 2022 sui Consumi Energetici in Piemonte, appena presentato alla stampa, emergono cifre e dati che – almeno secondo certe metriche – inducono a un cauto ottimismo. Se è decisamente positivo che le emissioni nocive siano in diminuzione a fronte di una crescita delle rinnovabili, arrivate a un quinto del totale, ci sono ulteriori margini di crescita. Per questo riteniamo che l’energia nucleare – controllata e sicura – sia un’opzione utile e vantaggiosa da tutti i punti di vista e che, come tale, dovrebbe entrare maggiormente nel dibattito politico come fattore fondamentale per la transizione ecologica e per una piena indipendenza energetica.

Ma le ragioni sono anche più banalmente economiche: anche senza fare riferimento a Paesi scandinavi, con una minore popolazione e condizioni economiche ben diverse dalle nostre, l’esempio francese è, a pochi chilometri da noi, la prova di quanto gli investimenti sul nucleare abbiano esiti virtuosi sull’abbattimento dei costi in bolletta.