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Tag: Regione Piemonte

Sostegno alle Scuole di Musica dopo un anno di Covid? Non più rimandabile

Ho appena ribadito questa richiesta in Consiglio Regionale con un’interrogazione urgente: finora, abbiamo garantito bonus a quasi tutti, ma non ad attività (peraltro assolutamente sicure) di questo tipo, che in dodici mesi hanno visto crollare i propri iscritti quasi della metà. La Giunta si dice consapevole e disponibile: noi aspettiamo interventi concreti.

Un dato su tutti per riassumere una crisi tremenda: iscritti crollati del 45% in un anno di pandemia. Parliamo delle Scuole di Musica, tra le pochissime realtà a non aver mai ricevuto neanche la promessa di un bonus. Il codice ATECO 85 59 90 è infatti sempre stato escluso da ogni tipo di sostegno economico. Appena discussa in Consiglio Regionale del Piemonte la mia interrogazione urgente (“urgente” evidentemente solo di nome, essendo stata portata in Aula oltre due mesi dopo essere stata da me presentata…): l’Assessore Poggio si è detta consapevole della drammatica crisi di questo settore e si dichiara possibilista in merito a un futuro sostegno economico, con la possibilità di integrare la Legge Quadro regionale e auspicando il sostegno del Governo. Bene: la Giunta stessa, tuttavia, riconosce esplicitamente che al momento non sono previsti, a bilancio, nuovi bonus. Da parte mia ho sottolineato che anche in questo caso sostenere queste realtà serve anche a evitare fenomeni di abusivismo o perlomeno di improvvisazione. Un sostegno è fondamentale per evitare chiusure a ripetizione e perdita di posti di lavoro. Le Scuole di Musica garantiscono, per loro stessa natura e tipologia organizzativa, una modalità didattica perfettamente sicura dal punto di vista sanitario.

Nessuno tocchi i fondi regionali per la scuola

La Giunta Regionale ha provato a tranquillizzarci, rispondendo poco fa al mio Question Time sul tema, sulla propria intenzione di non ridurre le risorse per l’istruzione né quelle per gli assegni di iscrizione presso le Scuole Paritarie. Negli scorsi giorni, preoccupanti articoli sono stati pubblicati dagli organi di stampa, con la notizia di tagli per 5 milioni di euro nel bilancio di previsione. Ci assicureremo che alle parole dell’Assessore Chiorino seguano i fatti. Scuola e libertà di educazione non possono assorbire nuovi tagli dopo un anno di COVID.

La Giunta assicura, rispondendo a un mio Question Time sul tema, che non ci saranno tagli alle risorse per la scuola: bene, prendiamo atto e verificheremo che alle parole seguano i fatti. Riduzioni rilevanti nel Bilancio Previsionale 2021 su diverse voci, tra le quali la scuola (con 5 milioni di euro in meno) e in particolare gli assegni di iscrizione e frequenza per le Scuole Paritarie (con un milione in meno), sono state nei giorni scorsi oggetto degli articoli degli organi di stampa. Il Piemonte non potrebbe assorbire una diminuzione delle risorse, in una situazione di perdurante emergenza che richiederebbe, al contrario, nuovi fondi su libertà di educazione e diritto allo studio. L’Assessore Chiorino ha negato di voler procedere a tagli, facendo anzi un riferimento a verbale, per quanto generico, a una futura integrazione delle risorse. Ci auguriamo sinceramente, come Moderati, che sia davvero così. Lo stanziamento dei fondi previsto nel bilancio 2020 non è risultato sufficiente a coprire tutte le domande presentate per l’attribuzione dei voucher per libri di testo, materiale didattico, dotazioni tecnologiche funzionali all’istruzione, attività integrative previste dai piani dell’offerta formativa e trasporti. Un anno di pandemia ha colpito in maniera durissima la scuola e le famiglie piemontesi. Oggi più che mai la politica ha il dovere di sostenere l’una e le altre. La scuola è forse l’ultimo vero ascensore sociale rimasto nel nostro Paese. Il Sistema Paritario è riconosciuto dalla Legge Berlinguer del 2000, così come riconosciuta è la sua funzione pubblica. Il centrodestra in Regione, che tante promesse aveva fatto due anni fa in tema di parità scolastica, dimostri nei prossimi mesi e anni di saperle mantenere: fino a questo momento ha, sul tema, più volte deluso.

Vaccini anti-COVID per le persone con disabilità, ora si faccia in fretta

Fondamentale garantire alle persone con disabilità – ma anche alle persone con patologie croniche o rare – l’accesso prioritario all’immunizzazione. Accesso prioritario che a oggi manca: grande preoccupazione, rischiamo di perdere altro tempo. Anche la Regione faccia la sua parte.

Vaccini anti-COVID per le persone con disabilità? Ancora non si sa quando. Ed è gravissimo. Sostengo convintamente gli appelli di Anffas Torino e delle altre Associazioni che chiedono una revisione dei criteri. La Giunta Regionale si è detta più volte d’accordo sulla necessità di garantire alle persone con disabilità l’accesso ai vaccini: ora è il momento di stringere i tempi. Non è accettabile che le persone con disabilità non ospitate in strutture siano ignorate e scavalcate, contro ogni logica e nonostante tutte le richieste. Chiediamo un accesso prioritario ai vaccini anche per le persone con patologie croniche e rare. Neppure chi assiste una persona con disabilità ha, al momento, alcuna priorità. Molte persone non autosufficienti, tra l’altro, presentano vulnerabilità proprio all’apparato respiratorio: per esempio, i 20mila nostri concittadini tetraplegici. Vaccinare subito, o comunque nel tempo più breve possibile, le persone che vivono queste condizioni significa proteggere anche coloro che le assistono e che stanno loro accanto: badanti, caregiver, familiari. La Giunta si muova.

Sostegno ai circoli culturali e sostegno alle agenzie di viaggi

Le mie richieste alla Giunta Regionale per evitare chiusure a ripetizione e perdita di posti di lavoro.

Niente bonus finora, in questa seconda fase di chiusura, per i circoli culturali e le associazioni di promozione sociale. Una situazione iniqua, che penalizza queste realtà sia in assoluto sia rispetto ad altre attività di somministrazione, che hanno ricevuto una qualche forma di sostegno, per quanto il più delle volte sproporzionata alle perdite e ai mancati guadagni. Ho ribadito questa richiesta alla Giunta Regionale oggi in Commissione. Il blocco della somministrazione è un blocco alle tante attività dei circoli. Mi auguro che la Giunta faccia seguito con i fatti alle parole dell’Assessore Poggio, che ha dichiarato di voler valutare la possibilità di erogare ulteriori contributi. Per quanto riguarda le agenzie di viaggi e il mondo del turismo organizzato, colpiti da una crisi tremenda, un adeguato sostegno non solo economico, ma strutturale, è fondamentale. Anche la Regione può fare la sua parte, per esempio cancellando l’Irpef per tutta la durata dell’emergenza. Serve, inoltre, aprire corridoi turistici, ancora mancanti sul nostro territorio. Il settore è forse il più colpito di tutti da una crisi economica tremenda, che ha già provocato la chiusura di un’agenzia su cinque (7 su 10 rischiano di non farcela). Le agenzie di viaggi hanno perso il 90% del fatturato in questi mesi di crisi: le attività di questo tipo sono quasi 800 sul territorio piemontese e danno lavoro a migliaia di persone.

Pace in Artsakh (Nagorno Karabakh), il mio Ordine del Giorno passa in Consiglio Regionale

Un piccolo passo avanti verso una pace duratura e verso l’affermazione della verità storica, un risultato che accolgo con soddisfazione personale e politica. Delusione soltanto per la mancata unanimità. Ora si lavori per mettere in atto l’impegnativa presa: il popolo dell’Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale siedano al tavolo per la pace della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE.

Soddisfazione per l’approvazione, in Consiglio Regionale, del mio Ordine del Giorno sul tema “Per una pace duratura della regione dell’Artsakh (Nagorno Karabakh)”: una soddisfazione più forte del rammarico per alcune astensioni, delle quali resto curioso di conoscere le ragioni. L’atto passa in Consiglio con i voti della Maggioranza. Di fronte a tragedie come questa, la stessa neutralità ha un preciso significato politico. Voltarsi dall’altra parte è esattamente quanto hanno fatto le potenze europee e internazionali durante le settimane di conflitto, mentre morivano civili innocenti e si colpivano obiettivi civili e ospedali.

Registriamo con l’approvazione del mio Ordine del Giorno un piccolo ma significativo passo avanti verso l’affermazione della pace e della verità storica. Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione di un popolo che, ora, ci auguriamo torni a essere pienamente protagonista del proprio destino, senza ingerenze da parte di potenze terze. Ora si lavori per l’impegnativa presa – il popolo dell’Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale possano sedere al tavolo per la pace della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE – e si lavori per la salvaguardia del patrimonio culturale, architettonico e religioso di questa terra.
 
Ci interessa che si faccia chiarezza sulle ragioni profonde del conflitto, così come sull’ipotesi di impiego di armi, mezzi e metodi bellici proibiti dal diritto internazionale.

La popolazione armena dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) è un simbolo per tutto il popolo armeno, disperso nel mondo a causa del primo genocidio del XX secolo, perpetrato dalla Turchia ottomana.