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Tag: Regione Piemonte

Dalla parte di chi manifesta perché la scuola torni in presenza

Poco fa davanti a Palazzo Civico il sit-in di “Dalla parte dei ragazzi” e di “A scuola” per chiedere il rientro in classe anche degli studenti delle Superiori: condivido le ragioni della manifestazione, prolungare ulteriormente la DAD rischia di risolversi in danni ancora più gravi per i nostri ragazzi.

Ancora per questa settimana, niente riapertura delle Scuole Secondarie di secondo grado. E chissà che cosa ci attende per il futuro. Mi associo alle richieste di “Dalla parte dei ragazzi” e di “A scuola”, che hanno manifestato di fronte a Palazzo Civico, poco fa, per chiedere un pronto ritorno a scuola in presenza e in massima sicurezza. Tornare a una socialità quotidiana e a un rapporto diretto con insegnanti e compagni di studi è ormai un’urgenza assoluta, in particolar modo per gli studenti adolescenti. I danni, psicologici e fisici, del prolungarsi della modalità a distanza della didattica sono ormai un fatto pacifico e riconosciuto dagli esperti: non solo mal di testa e bruciore agli occhi, ma anche elementi preoccupanti di malessere e disturbi psicologici, con riduzione della capacità di apprendimento. Se oggi le scuole sono ancora in parte chiuse è anche per colpa del tempo perso e delle occasioni mancate dalla politica. Gli studenti dai 14 ai 18 anni pagano il prezzo più alto, così come le loro famiglie, di questa situazione. Da convinto sostenitore della didattica in presenza, continuo a parlare di occasione persa. L’unica cosa che mi interessa è il futuro dei nostri giovani, vero e unico capitale del nostro Paese.

Vaccino anti-COVID: e le persone non autosufficienti?

Al momento, non è prevista alcuna priorità per le persone con patologie croniche o disabilità (per esempio tetraplegia): il Lazio si è già mosso per garantire loro il vaccino in tempi brevi, il Piemonte faccia lo stesso per proteggere loro e chi sta loro vicino.

Persone non autosufficienti escluse, in questa prima fase, dal vaccino: si prevede che gli italiani con almeno una patologia cronica non potranno essere vaccinati prima della prossima primavera (o più tardi ancora). Mi auguro che questa fascia di popolazione possa essere inserita al più presto tra coloro che hanno diritto prioritario al vaccino. Molte persone non autosufficienti, tra l’altro, presentano vulnerabilità proprio all’apparato respiratorio: per esempio, i 20mila nostri concittadini tetraplegici. Vaccinare subito, o comunque nel tempo più breve possibile, le persone che vivono queste condizioni significa proteggere anche coloro che le assistono e che stanno loro accanto: badanti, caregiver, familiari. Ancora una volta, non autosufficienza e disabilità sono le grandi escluse, le grandi dimenticate. La Regione Lazio ha inserito nella “Fase 2”, con una propria determinazione, le persone di ogni età con comorbidità severa, immunodeficienza e fragilità, cioè le persone con disabilità e anche le persone che frequentano le RSA in modalità semiresidenziale (non considerata nel Piano nazionale). Chiederò in Consiglio Regionale che anche il Piemonte si muova in maniera analoga.

Superiori: il rinvio del rientro a scuola è conseguenza del tempo perso e degli errori commessi

La didattica a distanza, soluzione di emergenza, non deve diventare la norma: permettiamo ai nostri studenti, vera e grande risorsa del nostro Paese, di tornare in presenza. Rilevo gravi responsabilità da parte della politica: occasione e tempo persi.

Ancora rinviato il rientro a scuola per gli studenti delle Superiori: è prevista – al netto di sempre possibili aggiornamenti – per lunedì 18 gennaio la riapertura delle Scuole Secondarie di secondo grado. Mi associo alle richieste che da più parti – a partire dagli stessi studenti e dalle sigle sindacali – giungono per un ritorno a scuola in presenza e in massima sicurezza. Le lezioni in presenza sono fondamentali per la crescita dei ragazzi. Se oggi le scuole sono ancora in parte chiuse è anche per colpa del tempo perso e delle occasioni mancate dalla politica. Gli studenti dai 14 ai 18 anni pagano il prezzo più alto, così come le loro famiglie, di questa situazione. Da convinto sostenitore della didattica in presenza, continuo a parlare di occasione persa. L’unica cosa che mi interessa è il futuro dei nostri giovani, vero e unico capitale del nostro Paese.

Vaccino anti-COVID appena possibile per gli addetti alle vendite

Misura doverosa verso chi, fin dal primo lockdown, è in prima linea dietro alla cassa di un supermercato o a un bancone, assumendosi il massimo del rischio per permettere a tutti noi di condurre una vita quasi normale: porterò in Consiglio Regionale le ragioni di chi mi sta facendo pervenire, in questi giorni, decine di segnalazioni e richieste.

Sempre in prima linea – dietro a un bancone, alla cassa di un supermercato o in un magazzino – fin dalla scorsa primavera, tempo del primo lockdown (quando anche mascherine e guanti non si trovavano per tutti): cassiere, addetti alle vendite, magazzinieri e altre figure professionali hanno continuato a lavorare tutti i giorni, esponendosi in prima persona a tutti i rischi del caso, per permetterci di contare su una disponibilità costante di generi di prima necessità. L’impegno di queste persone sta continuando, con relativi rischi, in queste ultime settimane di zona gialla, arancione o rossa: permettere loro di fare il proprio lavoro in totale sicurezza è doveroso. La mia richiesta in Consiglio Regionale è che, subito dopo il personale impegnato a fronteggiare l’emergenza pandemica e subito dopo i soggetti più fragili, si proceda alla vaccinazione di chi lavora a contatto con il pubblico nelle strutture di vendita. Sarebbe un gesto degno di un Paese civile: mi farò portavoce a Palazzo Lascaris delle decine di segnalazioni che sto ricevendo. La Regione si muova e si faccia sentire per esempio presso il gruppo di lavoro permanente coordinato dalla Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute.

ORDINE DEL GIORNO – Prevenzione dei suicidi, urge anche in Italia una normativa nazionale: la Regione solleciti in questo senso Governo e Parlamento

Il Consiglio Regionale del Piemonte

Premesso che:

• nonostante la prevenzione del suicidio sia stata individuata come obiettivo prioritario dai maggiori Organismi Internazionali, solo pochi Paesi nel mondo hanno sviluppato una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio e l’Italia non è ancora tra questi;
• una strategia nazionale di prevenzione del suicidio risulterà essere più efficace se implementata sulla base dell’individuazione dei principali fattori di rischio a livello locale con interventi mirati anche a livello di comunità.

Premesso, altresì, che:

• in data 8 ottobre 2019 è stata depositata presso la Camera di Deputati la Proposta di Legge n. 2151 “Disposizioni per la prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo” del Deputato Romaniello.

Tenuto conte che:

• tra i vari obiettivi e misure la suddetta Proposta di Legge intende: favorire la conoscenza del fenomeno del suicidio, i comportamenti ad esso connessi e i fattori e le cause che possono determinarlo; migliorare i sistemi di intervento e la formazione del personale; favorire la possibilità di inserimento nel proprio contesto sociale; promuovere la ricerca scientifica; limitare i rischi causati dal cattivo uso della rete; istituzione di un apposito numero verde.

Considerato che:

• in Italia si registrano ogni anno circa 4.000 morti per suicidio;
• secondo i dati ISTAT della “Indagine sulle cause di morte”, nel 2016 nel nostro Paese si sono tolte la vita 3780 persone. Il 78,8% dei morti per suicidio sono uomini, soggetti più vulnerabili a fattori sociali ed economici;
• questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto emergere o esacerbare paure e/o disturbi mentali già presenti nella popolazione;
• le cronache di questi mesi di pandemia hanno raccontato tante storie di sofferenza e si stima che da marzo 2020 ad oggi in Italia si siano registrati 71 suicidi e 46 tentativi di suicidio connessi in maniera diretta o indiretta al Coronavirus.

Constatato che:

• le politiche di prevenzione del suicidio non possono essere confinate al solo ambito sanitario, ma devono tener conto anche dei potenziali fattori di rischio a livello di contesto sociale, economico e relazionale del soggetto;
• è necessario un intervento legislativo che miri nello specifico a prevenire il fenomeno del suicidio e degli atti di autolesionismo.

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale a sollecitare il Governo ed il Parlamento affinché sia approvata una normativa nazionale di riferimento in materia di prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo.