Pace in Artsakh (Nagorno Karabakh), il mio Ordine del Giorno passa in Consiglio Regionale
Un piccolo passo avanti verso una pace duratura e verso l’affermazione della verità storica, un risultato che accolgo con soddisfazione personale e politica. Delusione soltanto per la mancata unanimità. Ora si lavori per mettere in atto l’impegnativa presa: il popolo dell’Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale siedano al tavolo per la pace della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE.
Soddisfazione per l’approvazione, in Consiglio Regionale, del mio Ordine del Giorno sul tema “Per una pace duratura della regione dell’Artsakh (Nagorno Karabakh)”: una soddisfazione più forte del rammarico per alcune astensioni, delle quali resto curioso di conoscere le ragioni. L’atto passa in Consiglio con i voti della Maggioranza. Di fronte a tragedie come questa, la stessa neutralità ha un preciso significato politico. Voltarsi dall’altra parte è esattamente quanto hanno fatto le potenze europee e internazionali durante le settimane di conflitto, mentre morivano civili innocenti e si colpivano obiettivi civili e ospedali.
Registriamo con l’approvazione del mio Ordine del Giorno un piccolo ma significativo passo avanti verso l’affermazione della pace e della verità storica. Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione di un popolo che, ora, ci auguriamo torni a essere pienamente protagonista del proprio destino, senza ingerenze da parte di potenze terze. Ora si lavori per l’impegnativa presa – il popolo dell’Artsakh e la sua rappresentanza politica e istituzionale possano sedere al tavolo per la pace della Copresidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE – e si lavori per la salvaguardia del patrimonio culturale, architettonico e religioso di questa terra.
Ci interessa che si faccia chiarezza sulle ragioni profonde del conflitto, così come sull’ipotesi di impiego di armi, mezzi e metodi bellici proibiti dal diritto internazionale.
La popolazione armena dell’Artsakh (Nagorno Karabakh) è un simbolo per tutto il popolo armeno, disperso nel mondo a causa del primo genocidio del XX secolo, perpetrato dalla Turchia ottomana.