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Tag: Cultura

Torèt Toh esposti in centro a Torino: questa Giunta ha scrupolosamente seguito procedure e iter?

Si discuterà lunedì in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema delle tre installazioni dell’artista Nicola Russo: l’estetica dei tre “maxi Torèt” non ha convinto molti torinesi.

I nuovi “Torèt Toh” sono coerenti con il contesto urbanistico e architettonico della nostra città? Sono compatibili con la tradizione torinese? Sono, in una parola, belli? Queste sono domande che hanno a che fare con i gusti di ciascuno. Ogni cittadino può dare la propria risposta.

A quale concorso di idee o altra analoga iniziativa corrisponde il progetto “Toh” dell’artista Nicola Russo? Il concorso è stato presentato in Commissione Cultura? Un’apposita Commissione tecnica comunale ha valutato il progetto? Le opere di quali altri artisti sono state valutate insieme ai “Torèt Toh”, essendo giudicate meno meritevoli di questi ultimi? Queste domande hanno invece a che fare con la corretta e utile amministrazione della Città: le rivolgerò alla Giunta, con un’interpellanza, lunedì in Consiglio Comunale alle ore 12.00.

Chiederò inoltre all’Assessore competente quali deliberazioni, determine o altri atti abbiano accompagnato l’iter per l’affidamento dei lavori all’artista Nicola Russo e con quali atti sia stata autorizzata la collocazione su suolo pubblico delle tre opere. Chiederò se siano previsti oneri finanziari a carico del bilancio cittadino, se saranno messe all’asta anche le tre opere installate in pubblico o solo le loro riproduzioni, se sia confermata la percentuale del 20% del ricavato derivante dalle vendite all’asta delle opere devoluta alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e quale sia la destinazione del restante 80%.

I Torèt Toh sono attualmente esposti in piazzale Valdo Fusi, in via Lagrange e in piazza Arbarello a Torino. Le tre opere intendono rappresentare, secondo il loro autore, la rinascita della città dopo la pandemia. Nei prossimi mesi saranno messe all’asta alcune riproduzioni di dimensioni ridotte e parte del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Le installazioni, lungi dall’incontrare l’unanime apprezzamento dei torinesi, hanno ricevuto invece critiche anche aspre sia per la loro collocazione sia come opere d’arte in sé.

Salviamo la Basilica di Superga

A rischio funzioni religiose e museo: non permettiamo che questo simbolo cittadino chiuda i battenti. Anche la Città deve fare la sua parte. Non nascondo la mia preoccupazione, mi dispiace che le Istituzioni abbiano fatto, finora, davvero poco e che poche voci si stiano alzando a difesa della Basilica. Sul tema, ho appena presentato un’interpellanza in Consiglio Comunale. Salviamo Superga, poi torniamo a valorizzarne pienamente le potenzialità turistiche.

L’Amministrazione si adoperi per evitare il rischio che la Basilica di #Superga chiuda al pubblico già dalle prossime settimane. Lo chiedo a Palazzo Civico con un’interpellanza appena protocollata. In particolare, la chiesa e il museo rischiano di interrompere le funzioni e le attività già dal prossimo mese di luglio.

Con il mio atto chiedo alla Giunta come si stia muovendo per preservare un così importante simbolo religioso, architettonico e storico della nostra Torino e quali misure stia attuando e intenda attuare per scongiurare il rischio di chiusura. La Basilica di Superga riveste, non ultimo, un importante ruolo turistico, per quanto mai abbastanza valorizzato. 

Non nascondo la mia preoccupazione e il mio dispiacere per aver sentito poche voci alzarsi, in questi giorni, a difesa di questo simbolo cittadino. Scongiurare la chiusura di Superga è solo il primo passo: sarà poi necessario impegnarsi dal punto di vista finanziario e strategico, promozionale e trasportistico per una sua piena valorizzazione culturale e turistica.

Urge convocare un tavolo con tutte le parti interessate per individuare una soluzione positiva per questo monumento e per l’intera città. Se i Servi di Maria dovessero lasciare Superga, nel santuario non sarebbero più celebrate funzioni religiose e sarebbero interrotte le visite alla Cupola e alla Cripta Reale. L’Ordine dei Servi di Maria gestisce le attività di culto, mentre il controllo patrimoniale risulta in capo al Demanio; la ditta “Artis Opera” si occupa dei servizi di biglietteria, biblioteca, museo e bar. 

Anche l’Amministrazione Civica ha il dovere di fare la propria parte. La Basilica di Superga fu eretta, su voto di Vittorio Amedeo II, su progetto dell’architetto Filippo Juvarra. La prima pietra del santuario, dedicato alla Madonna delle Grazie, fu posta nel 1717. 

Museo Lombroso, il Consiglio Comunale risponda compatto alle boutade

La mozione, appena presentata in Commissione, che esprime sostegno al Museo di Antropologia Criminale è un atto importante.

È giusto che i Consiglieri Comunali prendano posizione in maniera netta di fronte alle uscite, finalizzate forse a trovare un po’ di spazio sui giornali, di chi, come recentemente il Senatore Saverio De Bonis, ne chiede ciclicamente la chiusura con motivazioni prive di fondamento. Il Museo non è finalizzato “ad avvalorare una teoria”, come aveva scritto il Senatore nel suo atto presentato al Ministro della Cultura con relativa richiesta di chiudere l’esposizione, ma a testimoniare una fase della nostra storia giuridica. Certe boutade da parte di personaggi che il Museo non l’hanno neanche mai visto, oltretutto, rischiano di mettere in difficoltà una nostra realtà culturale, chi la dirige e chi vi lavora: a tutto questo il Consiglio Comunale si opponga con forza e compattezza.

Giù le mani dal Museo Lombroso

Apprendiamo della boutade di un Parlamentare che, evidentemente in cerca di visibilità personale, ne chiede la chiusura, parlando di “razzismo scientifico”. Caro Senatore De Bonis, compito di questo Museo (e di qualsiasi altro Museo) non è celebrare una qualsivoglia teoria (in questo caso, peraltro, non più considerata valida da nessuno), ma testimoniare una fase della nostra storia giuridica.

Il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso non si chiude. Per una ragione molto semplice: l’esposizione di via Pietro Giuria 1 a Torino non serve “ad avvalorare una teoria”, come scrive il Senatore De Bonis nel suo atto presentato al Ministro della Cultura, ma a testimoniare una fase della nostra storia giuridica. Il Senatore De Bonis cerchi altre modalità più utili e meno stucchevoli per ottenere quella visibilità di cui sente, evidentemente, così tanto bisogno. Le teorie di Lombroso sono ormai unanimemente considerate pseudoscientifiche: compito dell’istituzione-museo non è certo promuovere una teoria che la stessa storia, oltre alla comunità scientifica, ha da tempo smascherato come priva di qualsiasi fondamento, ma narrare in maniera concentrata e fruibile un pezzo della nostra storia giuridica. Raccontare e sostenere sono, per fortuna, concetti molto diversi.

Non si abbandoni e non si trasferisca il Liceo Erba

Mi associo all’appello e faccio mie le parole di Gian Mesturino, Presidente e Direttore Artistico della Fondazione Teatro Nuovo, appena intervenuto in Commissione in Consiglio Regionale: il Liceo Erba deve rimanere a Torino e nell’attuale sede.

Il Liceo Coreutico, scuola paritaria, è un’eccellenza e un vanto per il nostro territorio, fin dal tempo della sua fondazione (nacque nel 1995, primo e all’epoca unico nel nostro Paese). L’attuale incertezza sulla collocazione della sede è una situazione che non possiamo accettare. Anche la Regione deve fare la sua parte, sostenendo il Liceo, con i suoi docenti, i suoi studenti e la sua storia. Nessuna delle ipotesi attualmente al vaglio per la nuova sede è percorribile: parliamo di strutture inadeguate, per le quali sarebbero necessari interventi costosi. Non possiamo permettere che il Liceo Erba sparisca o sia ridimensionato nel nome dell’efficientamento economico e della miopia delle Istituzioni.