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Tag: Comune di Torino

Morosità, è crisi vera: ora la politica sostenga, con gli inquilini, anche i piccoli proprietari

Sempre più inquilini non riescono a pagare l’affitto: un problema che indirettamente colpisce anche le centinaia di piccoli proprietari (già fortemente gravati dalla pressione dell’IMU) che con i canoni di locazione integrano il proprio reddito mensile. Anche a questi cittadini la politica deve dare risposte: non depauperiamo ulteriormente quel ceto medio che sta tenendo in piedi il Paese. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive.

La sospensione delle procedure di sfratto non esaurisce il problema della crisi di morosità, emersa in tutta la sua drammaticità (dato in crescita del 5% presso le case ATC negli ultimi 12 mesi) questa mattina in Commissione. C’è infatti anche l’altro lato della medaglia, del quale la politica deve farsi carico: quell’ampia platea di centinaia e centinaia di piccoli proprietari per i quali l’affitto mensile incassato dall’inquilino è parte integrante del reddito. Ora queste persone, vincolate dal blocco degli sfratti, rischiano di non farcela più ad andare avanti. La politica deve rispondere anche alle esigenze di cittadini sui quali grava la forte pressione fiscale dell’IMU e di un ceto medio (non parliamo certo di alti tenori di vita) che rischia di essere ulteriormente depauperato. 

La morosità presso le unità abitative ATC è cresciuta, abbiamo visto, del 5% nell’ultimo anno: cresce anche la mia preoccupazione per l’ulteriore espansione del fenomeno delle occupazioni abusive di case ATC. Siamo ora a quota 159, 68 casi in più da marzo in avanti. Anche qui, la politica deve intervenire in maniera decisa. Chi occupa abusivamente sta negando il diritto alla casa a chi ne avrebbe necessità e titolo.

Controllori GTT, no all’esternalizzazione (cioè parziale privatizzazione) del servizio

Davvero l’azienda vuole appaltare questo servizio a ditte esterne, come parrebbe da fonti giornalistiche e sindacali? Si riconverta, piuttosto, il personale dipendente attualmente in cassa integrazione. Ho presentato in Consiglio Comunale un’interpellanza sul tema: la Giunta può e deve farsi sentire.

GTT ha davvero intenzione di appaltare a un soggetto esterno il servizio di controllo biglietti? L’Amministrazione Civica che cosa ne pensa? Come si intende tutelare il personale dipendente? Queste le domande che rivolgerò alla Giunta Comunale, in una prossima seduta del Consiglio, con un’interpellanza da poco presentata. Apprendiamo dell’intenzione dell’azienda di potenziare il settore dei controllori appaltando il servizio a ditte esterne dagli organi di stampa e da comunicazioni sindacali: il risultato sarebbe una pur parziale privatizzazione del servizio. GTT ha la necessità di potenziare la propria squadra di assistenti alla clientela in questa fase di emergenza, che peraltro sta facendo sentire i propri gravi effetti anche sul bilancio aziendale. GTT ha fatto ricorso alla cassa integrazione per molti dipendenti: sarebbe ragionevole, prima di esternalizzare, riconvertire il personale dipendente destinato allo svolgimento di altre mansioni o richiamare in servizio il personale ora in cassa integrazione. Da questo punto di vista, anche un’auspicabile azione di moral suasion da parte della Città di Torino potrà fare la differenza.

Ennesimo Natale drammatico per i dipendenti Tundo: ora ci pensi la Città di Torino con l’Articolo 30

Diversi lavoratori attendono ancora mesi di stipendio. Molti ex dipendenti attendono ancora, da tempo immemore, il TFR. A tutti va la mia totale solidarietà: la situazione è inaccettabile. Mi associo alle richieste dei sindacati: ora intervenga il Comune utilizzando l’Articolo 30 e pagando direttamente. Esprimo inoltre la mia preoccupazione per la procedura aperta, appena andata deserta, relativa al trasporto per i centri diurni: ho presentato un’interpellanza in Sala Rossa per affrontare entrambe le questioni.

Sarà un Natale drammatico, per i dipendenti Tundo. L’ennesimo. La misura è colma, la situazione non è più accettabile. Diversi lavoratori sono in credito di vari stipendi arretrati. In particolare, denunciano le organizzazioni sindacali, gli stipendi di ottobre non sono ancora stati accreditati sui conti correnti di alcuni dipendenti. Non risultano pervenuti gli stipendi relativi ai mesi successivi, né la tredicesima. Solo con molto ritardo (e solo dopo l’istituzione del Tavolo in Prefettura) sono stati versati gli stipendi da giugno a settembre e la quattordicesima. A tutte le persone coinvolte va la mia più assoluta solidarietà: persone già provate dalle vicissitudini di tutti questi mesi e che ora rischiano di arrivare stremate a un Natale di gravissima difficoltà, dal punto di vista economico e dal punto di vista psicologico. Faccio mio l’appello sindacale: vista la comprovata e perdurante incapacità, da parte dell’azienda, di pagare, intervenga la Città di Torino, saldando le spettanze forte dell’Articolo 30 del Codice degli Appalti.
 
TRASPORTO CENTRI DIURNI, DESERTA LA PROCEDURA APERTA: LA MIA PREOCCUPAZIONE
Mi preoccupa, inoltre, il fatto che sia andata deserta la procedura aperta relativa alla gara per l’affidamento del servizio di trasporto in presidi diurni a gestione comunale per le persone con disabilità. Ho già predisposto un’interpellanza per affrontare in Sala Rossa entrambe le questioni, chiedendo alla Giunta in quale modo intenda procedere per l’affidamento del servizio centri diurni e se l’Amministrazione stia già portando avanti gli atti propedeutici all’attivazione della procedura ex Articolo 30.

La Giunta Appendino litiga tre volte con il concetto di accessibilità

Mappatura delle barriere architettoniche cittadine, attraversamenti pedonali in Borgo Rossini, passerella della Tettoia ex Strippaggio: tre casi clamorosi (oggetto di altrettante mie interpellanze appena discusse in Consiglio Comunale), la Giunta conferma che questa non è una città per persone con disabilità motoria.

Per anni Torino è stata all’avanguardia sul tema dell’accessibilità: poi è arrivata la Giunta Appendino e tutto è cambiato. La totale mancanza di una mappatura delle barriere architettoniche presenti in città, l’imbarazzante risposta in tema di interventi sugli attraversamenti pedonali in Borgo Rossini e le condizioni di sciatto abbandono della passerella del Parco Dora, argomenti di tre mie interpellanze appena discusse in Consiglio, sono solo i più recenti esempi di una tendenza quasi quinquennale.

LA MAPPATURA CHE NON C’È

La mappatura delle barriere architettoniche è un nostro obiettivo”, afferma con convinzione a verbale l’Assessora Lapietra. “Un nostro obiettivo”? A pochi mesi dalla fine della consiliatura? Non è “un obiettivo”, questo è piuttosto uno dei tanti, tantissimi fallimenti di questa Amministrazione. “Tutte le barriere architettoniche andrebbero mappate”: quante volte gli ex Consiglieri Bertola e Appendino hanno ripetuto questa frase. Ora mancano pochi mesi alle elezioni e la mappatura ancora non esiste.

ATTRAVERSAMENTI PEDONALI IN BORGO ROSSINI, 2 SOLI INTERVENTI SU 31

“Uno scivolo è stato realizzato su corso Palermo e un intervento è stato effettuato sulla rotonda di corso Verona”: parole, ancora, dell’Assessora Lapietra. Peccato che due anni fa, con un’interpellanza simile a quella appena discussa, elencai per Borgo Rossini, strada per strada, ben 31 attraversamenti pedonali non accessibili, chiedendo di intervenire e ricevendo a verbale tante promesse. Di queste, ne sono state mantenute 2 su 31, appunto. In percentuale, fa poco più del 6%. E il quartiere resta sostanzialmente inaccessibile.

PASSERELLA DI PARCO DORA, 2 SU 2 GLI ASCENSORI NON FUNZIONANTI

Ripristinare gli ascensori, da anni non funzionanti, della passerella della Tettoia ex Strippaggio a Parco Dora? Al momento, non se ne parla. Questa volta è l’Assessore Unia a rispondere. In sostanza: tutto resterà così, in stato di abbandono, con buona pace dei torinesi con e senza disabilità. Le priorità, per questa Amministrazione, sono sempre altre. Sarebbe meglio, per assurdo, rinunciare agli ascensori, piuttosto che continuare a vederli in queste condizioni.

Ci auguriamo come Moderati, ancora una volta, che i prossimi mesi passino in fretta e senza ulteriori danni per la Città.

Superbonus 110%, occasione da non perdere per far ripartire non solo l’edilizia, ma l’intera economia

Fondamentale che gli uffici comunali garantiscano tempi celeri per permessi e autorizzazioni: la Giunta, rispondendo poco fa alla mia interpellanza, si è detta pronta, ma le parole non bastano. Quali risorse, umane e tecniche, intendiamo mettere in campo come Città? La questione è strategica per una pronta ripartenza del comparto edilizio e dell’economia tutta.

Superbonus 110%: è fondamentale che la Città di Torino garantisca tempi celeri per permessi e autorizzazioni. In un passato anche recente si è verificato tutto il contrario: cittadini e professionisti lo possono testimoniare. La Giunta si è detta, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, finalmente pronta e preparata. Bene, ma le parole non bastano: da parte mia, mi assicurerò scrupolosamente che alle parole seguano i fatti. 

L’edilizia è uno dei settori strategici per far ripartire l’economia dell’intero Paese. Oggi abbiamo la possibilità di dare nuovo impulso all’intero comparto non con nuove cementificazioni, ma con ristrutturazioni in grado di garantire migliore efficienza energetica ed ecologica. Ci dica la Giunta quali siano al momento le risorse, umane e tecniche, a disposizione e come si intende potenziare la struttura.

Gli effetti positivi dell’innalzamento di due livelli energetici di tanti stabili della città sono facilmente intuibili. Gli interventi potranno avere, inoltre, in tanti casi una valenza anche estetica. Mi auguro che la Giunta faccia di tutto per rendere le procedure spedite e facili per professionisti e privati cittadini. La proroga dei termini appena approvata non diventi un pretesto per prendersela comoda.

Le detrazioni fiscali del 110% sono accordate, secondo quanto disposto dal Decreto Rilancio, per gli interventi in grado di garantire l’innalzamento per lo stabile di almeno due classi energetiche, per la riduzione del rischio sismico e per l’installazione di impianti fotovoltaici o colonnine elettriche.