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Tag: Comune di Torino

Lungo Dora Napoli, ferite che ancora sanguinano

Il lungofiume è, oggi, in condizioni peggiori di cinque anni fa: lunedì la mia nuova interpellanza in Sala Rossa per chiedere di fare finalmente qualcosa contro degrado, spaccio, abusivismo.

Luogo di degrado, bivacchi, sporcizia: Lungo Dora non solo non sta meglio di cinque anni fa, ma – al contrario – lo stato della zona è peggiorato sensibilmente nel quinquennio di Amministrazione Cinque Stelle. Agli “storici” problemi del quartiere si sono aggiunti, negli ultimi tempi, una recrudescenza dello spaccio e l’espandersi, durante i sabati, dell’abusivismo del vicino Barattolo fino alle sponde del torrente. Ferite aperte che non guariscono, nuove piaghe che si aprono. Due risse sono scoppiate solo nell’ultima settimana. Le mie domande alla Giunta: quali sono stati, nell’ultimo anno, gli interventi della Municipale? Quali risultati hanno garantito? Quali misure si stanno prendendo contro lo spaccio e contro il consumo di droga? 

Emergenza clochard, certe polemiche sono pura ipocrisia politica

Fuori luogo l’indignazione di facciata di chi, fino a ieri, parlava di “fenomeno da far sparire dal salotto buono di Torino” e oggi alza alte grida di condanna per gli interventi. Questo è invece il momento dell’unità e della collaborazione. Il problema è reale. Auspico che ogni eventuale fenomeno di racket e sfruttamento sia identificato e smantellato. Anche dopo aver rifiutato ogni offerta di aiuto, rispettare le leggi resta un dovere della persona. Mettere a disposizione ogni mezzo perché a tutti sia garantito sostegno è compito delle Istituzioni. Chiesa e Terzo Settore lo fanno da sempre: all’Arcivescovo, alla Curia e ai Volontari – ai quali nessun Consigliere può permettersi di dare lezioni – il mio grazie più sincero.

L’indignazione “a favore di telecamere” di chi, fino a ieri, si riferiva ai clochard quale “fenomeno da portare lontano dal salotto buono della città” e oggi si lamenta per i recenti interventi si smaschera da sé quale mera mossa politica. Un atteggiamento che spiace, perché il problema è reale: questo dovrebbe essere, piuttosto, il momento dell’unità e della collaborazione. Compito e dovere delle Istituzioni è fornire tutte le occasioni, tutti gli strumenti e tutti i percorsi possibili affinché ogni persona possa essere accolta, dormire al caldo, avere l’opportunità di costruirsi di nuovo una vita. Chi invece rifiuta, scientificamente e volontariamente, tutte le occasioni di aiuto ha sempre e comunque il dovere di rispettare le regole e le leggi. Auspico che siano identificati e smantellati gli eventuali fenomeni di racket, ricatto o sfruttamento ai danni delle persone che dormono in strada. Questo non è un tema sul quale dividersi, ma sul quale collaborare. Il mio più grande ringraziamento va all’Arcivescovo e alla Curia, alle Associazioni e ai Volontari, che, da sempre, si impegnano gratuitamente a favore degli ultimi e delle persone più fragili. E quei colleghi Consiglieri che si permettono di invitare a un maggior impegno la Curia e l’Associazionismo la prossima volta si informino meglio su tutto il bene che da sempre Chiesa e Volontari fanno per le persone più fragili.

Ma non abbiamo controllato, prima? Nuovi tram troppo lunghi rispetto al capolinea

Succede in via Brissogne, Borgata Lesna: la storica fermata di partenza della linea 15 non può ospitare, pare, due delle nuove motrici Hitachi incolonnate. La soluzione di spostare il capolinea in via Tofane non ha senso: non si penalizza un territorio perché non siamo in grado di fare programmazione o, semplicemente, di considerare la lunghezza dei tram che acquistiamo. Presenterò sul tema un’interpellanza in Sala Rossa.

Prima ordiniamo 30 nuovi tram e poi ci rendiamo conto che sono troppo lunghi per i nostri capolinea: succede, con il 15, in via Brissogne, Borgata Lesna. La soluzione ipotizzata: trasferire, come se nulla fosse, la fermata di partenza della linea in un’altra via (nello specifico: via Tofane, a un chilometro di distanza). Il 15 è, con il 64, l’unico mezzo pubblico che serve Borgata Lesna. Il trasferimento penalizzerebbe fortemente i 10mila residenti del quartiere, ma anche gli abitanti del quartiere Aeronautica e della confinante Grugliasco. La modifica dovrebbe essere operativa a partire dal 2023, anno in cui entrerà in funzione il nuovo piano del trasporto pubblico. I nuovi tram (Hitachi si è aggiudicata il bando di gara per fornire a GTT 30 nuovi mezzi) non potrebbero incolonnarsi, a causa della loro lunghezza lineare (28 metri in totale), in via Brissogne. La spesa per l’acquisto dei tram (63 milioni di euro) è stata interamente coperta dal Ministero dei Trasporti. L’ipotesi di spostare il capolinea sarebbe mai stata presa in considerazione se non si fosse presentato il problema? Porterò il tema in Consiglio Comunale con un’interpellanza, chiedendo spiegazioni e soluzioni.

La Monorotaia di Italia ’61 come la High Line di New York? Sogno possibile

La Giunta è possibilista sul progetto dell’Ingegner Luca Valzano per restituire ai torinesi questo storico collegamento, che diventerebbe una passeggiata sopraelevata: con la mia interpellanza sul tema, appena discussa in Consiglio Comunale, ho chiesto che questo bene possa tornare a nuova vita dopo anni di abbandono.

Una nuova vita per la Monorotaia di Italia ’61, prendendo spunto dalla High Line di New York? Sognare si può. La Giunta, rispondendo poco fa alla mia interpellanza sul tema, si è detta d’accordo sul fatto che un simile progetto sarebbe interessante e darebbe valore a questa storica area da troppo tempo abbandonata a se stessa. Il piano dell’ingegner Luca Valzano consiste nel recupero e nella rifunzionalizzazione della Stazione Sud e del tracciato della Monorotaia, con la trasformazione del binario sopraelevato in una passeggiata aerea, con connessione diretta al Palazzo del Lavoro. Un progetto simile, dunque, al newyorkese High Line, parco lineare realizzato su una sezione in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line. Che l’Amministrazione stia prendendo in considerazione l’ipotesi è già di per sé un fatto positivo: auspico, a questo punto,  un incontro tra l’ingegner Valzano e la Giunta. Abbandonare Italia ’61 nelle sue attuali condizioni significa calpestare la storia stessa della nostra città porgendo un pessimo biglietto da visita, proprio all’ingresso della città, a chi giunge da sud. L’auspicio è che il prossimo Governo possa prendere in considerazione questa progettualità per il Recovery Fund. È fondamentale costruire fin da ora le premesse affinché la prossima Amministrazione possa realizzare un intervento importante. La riqualificazione della Stazione Sud potrebbe ospitare nuove funzioni di pubblica utilità (per esempio una caffetteria al piano terra e uno spazio polivalente per attività socio-culturale al piano sopraelevato) e rappresenterebbe un esempio di innovazione e sostenibilità. 

La Giunta estende la validità del Pass60, ma dimentica di avvertire i torinesi

L’Amministrazione ha, come da me richiesto con un’interpellanza, prorogato la scadenza della tessera culturale dedicata ai neo-sessantenni torinesi, non utilizzata quest’anno a causa del COVID, ma non ha pubblicato la notizia sul sito del Comune: se un diritto non è comunicato non esiste, si provveda subito ad aggiornare la pagina.

Il diritto c’è, ma non si vede. Né si conosce. Dunque, di fatto, non esiste. Ringrazio la Giunta per aver, come da me richiesto con un’interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale, approvato la proroga del periodo di fruizione della tessera Pass60: peccato che la notizia non compaia sull’apposita pagina del sito della Città. Mi auguro che si ponga rimedio quanto prima. La tessera Pass60 garantisce ai torinesi, nell’anno del loro 60esimo compleanno, la possibilità di visitare mostre e musei, di assistere a concerti e di partecipare ad attività sportive. Con l’interpellanza appena discussa chiedevo appunto di estendere il periodo di fruizione della card al nuovo anno dopo mesi di chiusura di musei e mostre, non solo per dare un segnale positivo alla cittadinanza, ma anche per restituire a tanti torinesi la possibilità di non perdere utili opportunità culturali.