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Tag: Comune di Torino

Telecamere AxTo: via De Sanctis, via Ormea e piazza Mattirolo spariscono dalla mappa della videosorveglianza e piazza della Repubblica perde due videocamere su tre

La Sindaca dichiara in Aula, rispondendo alla mia interpellanza sul tema, che “i sistemi di videosorveglianza previsti dal progetto sono stati installati”, ma le posizioni citate non coincidono con quelle previste. Chiederemo ragione di queste scelte. Ora si proceda con l’integrazione dei due sistemi (AxTo e Argo) in un’unica rete cittadina, con integrazione anche delle videocamere private e con un giusto riconoscimento anche economico per i soggetti che le mettono a disposizione della sicurezza di tutti.

Chiederemo alla Giunta ragione dell’apparente scomparsa, tra le telecamere di sicurezza del progetto AxTo, dei dispositivi che si sarebbero dovuti installare in via De Sanctis 12, in via Ormea 45 e in piazza Luigi Mattirolo. La Sindaca ha appena affermato in Aula che “Gli impianti di videosorveglianza sono stati installati”, ma non ha menzionato queste tre posizioni strategiche. Anche in piazza della Repubblica le telecamere passano, sembrerebbe, da tre a una: confermata quella in corrispondenza con via Egidi, mentre mancano quelle all’altezza delle vie Cottolengo e Priocca. Di queste scelte chiederemo conto in Consiglio.

Si proceda ora velocemente nell’integrazione dei due sistemi, AxTo e Argo, in un’unica rete di sicurezza. È fondamentale che questa modalità di controllo sia replicabile e che queste innovazioni possano continuare con la prossima consiliatura. Il privato che mette a disposizione la propria tecnologia per un’integrazione con il sistema pubblico deve essere opportunamente riconosciuto anche dal punto di vista economico per questa sua azione a favore della sicurezza di tutti.

Il “Sistema di videosorveglianza integrata per motivi di sicurezza urbana” è un’azione finanziata nell’ambito del progetto “AxTO – Azioni per le periferie torinesi”. Gli obiettivi del progetto sono la realizzazione di una rete di videosorveglianza cittadina che copra i luoghi più a rischio, in termini di sicurezza, delle nostre periferie. Il coinvolgimento dei privati nel sistema di videosorveglianza cittadino è punto fondamentale del progetto.

Un Disability Manager in ciascuna delle Partecipate e un Diversity Manager per la Città di Torino

Queste le richieste che rivolgerò domani alla Giunta Comunale con un’interpellanza che sarà discussa alle ore 13.00 in Sala Rossa. Abbiamo visto quanto possa essere lungo e tortuoso il percorso di selezione e nomina di profili di questo tipo, pertanto urge accelerare i tempi. Il Diversity Manager, che eventualmente si potrà a sua volta estendere anche alle Partecipate, concorre alla creazione di un ambiente di lavoro in grado di valorizzare le potenzialità individuali tenendo conto delle diverse esigenze delle singole risorse umane (per esempio diversi carichi familiari e di cura o eventuali e diverse disabilità).

Ogni Partecipata del Comune di Torino ha un Disability Manager nel proprio organigramma? E nel caso: è una figura autonoma o coincide con un’altra figura dirigenziale? La Città di Torino intende dotarsi di un Diversity Manager? Queste le domande che rivolgerò alla Giunta Appendino, domani in Sala Rossa, con un’interpellanza.

La figura del Disability Manager è decisiva e fondamentale in tutti gli ambiti della Pubblica Amministrazione. Ne abbiamo avuto una prova con l’eccellente lavoro svolto dall’Avvocato Lepore. Il ruolo di monitoraggio e programmazione delle politiche pubbliche svolto dal Disability Manager in un’ottica di pari opportunità e di superamento delle barriere architettoniche, sensoriali e culturali è cruciale lungo la strada di una piena inclusione e di una piena accessibilità. Parallelamente alle funzioni di Disability Management pare opportuno integrare la figura del Diversity Manager.

Che cos’è il Diversity Manager
Il ruolo del Diversity Manager consiste nella gestione e organizzazione di ruoli e peculiarità individuali e delle esigenze specifiche che possono avere un’influenza determinante per la motivazione e l’efficienza al lavoro (per esempio peculiari esigenze di flessibilità, diverse situazioni di famiglia, diverse situazioni di carico famigliare e di cura, eventuali e diverse disabilità). È dimostrato dai fatti come la presenza in organico di un Diversity Manager – figura da anni affermatasi in molti Paesi del mondo – migliori il rendimento delle singole risorse umane e della squadra nel suo complesso. Il Diversity Manager può intervenire in ambiti quali progetti mirati di welfare aziendale, politiche interne di gestione della flessibilità a seconda delle diverse esigenze e gestione di elementi fisici e strutturali (per esempio, abbattimento di barriere architettoniche).
Invece il Disability Manager tiene in considerazione le esigenze delle persone con disabilità verso i servizi esistenti e concorre a mettere in atto o a esigere ogni azione volta a favorire luna piena accessibilità non solo urbanistica.

Abbiamo purtroppo visto in questi anni di GIunta Appendino quanto possano essere lunghe le operazioni di selezione e integrazione in organigramma di figure di questo tipo: occorre dunque accelerare i tempi per arrivare il prima possibile a una piena operatività dei profili selezionati.

La Gigafactory non sarà a Torino: da oggi il nostro territorio è un po’ più periferico

Amarezza e delusione per la sconfitta di Torino nella partita-Gigafactory.

La Giunta Appendino e la Giunta Cirio non sono state in grado di interloquire con il Governo e con l’azienda in maniera abbastanza convincente ed efficace da portare a casa un risultato diverso dall’ennesima batosta per il nostro territorio. Altra occasione gettata al vento: il ritorno in termini economici, occupazionali e di sviluppo sarebbe stato enorme. Torino e il Piemonte sono, oggi, un po’ più periferici rispetto alla parte che economicamente conta del nostro Paese. Faccio mie le parole dell’Arcivescovo Nosiglia, che parla di urgenza di varare una politica industriale condivisa e sottolinea come una città divisa non possa che perdere.

In corso Racconigi angolo corso Vittorio Emanuele II ci troviamo ancora nel bel mezzo di un minisuk

Oltre all’abusivismo commerciale nel tratto di viale dopo il mercato regolare, preoccupano le occupazioni di immobili ATC, le unità abitative utilizzate – pare – come magazzini per la mercanzia degli abusivi, lo spaccio e la mancanza di sicurezza: quali azioni di contrasto sta svolgendo e ha svolto, a riguardo, l’Amministrazione? Quali misure intende attuare perché finalmente la situazione cambi? Lo chiederò lunedì alla Giunta con un’interpellanza da discutere in Sala Rossa.

Il minisuk è ancora lì, appena prima del mercato di corso Racconigi per chi arriva da corso Vittorio Emanuele II. Le occupazioni abusive continuano a essere un problema per gli stabili ATC al civico 25 di corso Racconigi. A queste criticità si aggiungono spaccio e insicurezza. Problemi che si trascinano da anni e che, in questi anni di Amministrazione Appendino, lungi dall’essere stati risolti, sono in alcuni casi peggiorati. Lunedì chiederò conto alla Giunta in Consiglio Comunale, con un’interpellanza. L’ennesima sul tema, del quale mi occupo da anni (primo sopralluogo in zona, 4 anni fa: 18 luglio 2017). Se il problema dell’abusivismo, in concomitanza con la crisi pandemica, ha conosciuto una flessione (peraltro effimera: i venditori sono presto tornati al “loro” posto), si sono invece amplificate le criticità relative allo spaccio e agli alloggi occupati e utilizzati, parrebbe, come deposito della mercanzia venduta dagli abusivi. 

Sul tema, le mie domande alla Giunta: qual è il punto della situazione in merito ai controlli della Municipale contro l’abusivismo commerciale? Quali sono le misure adottate per far fronte al fenomeno delle occupazioni abusive di immobili ATC presso il compendio di corso Racconigi 25? Quali sono stati i risultati degli interventi, se ci sono stati, per contrastare i fenomeni di spaccio e microcriminalità?

Gigafactory non a Torino, nuova sconfitta delle Giunte Appendino e Cirio

Termoli batte Torino.

Né il Comune né la Regione, pur avendo le due rispettive Giunte i piedi ben piantati in questo Governo, sono riusciti a portare a casa il risultato. Sconfitta e delusione gravissime, batosta assoluta per il nostro territorio. Chiederemo conto a Palazzo Lascaris e in Sala Rossa di questa ennesima occasione persa. Torino e il Piemonte non solo risultano sempre più periferici, ma continuano a perdere chance importanti per invertire la tendenza. Il fatto che un territorio con la nostra storia e tradizione industriale sia ancora una volta sconfitto è di per sé un segnale preoccupante. Perdiamo, con la Gigafactory, molto sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dello sviluppo, sia dal punto di vista occupazionale, sia dal punto di vista del prestigio.