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Tag: Assistenza

Disability Card, la carta che non c’è (almeno in Piemonte)

La Carta Europea della Disabilità, che rientra nel progetto europeo “EU Disability Card”, dovrebbe garantire anche ai suoi possessori piemontesi la certificazione della propria condizione di disabilità, ma gli sportelli delle nostre ASL – parrebbe – non la riconoscono. Alcuni operatori hanno dichiarato di non avere ricevuto alcuna informazione a riguardo e di non essere stati dotati degli strumenti e delle istruzioni per accettarla in sostituzione dei documenti cartacei. Domani in Consiglio la discussione del mio Question Time per chiedere alla Giunta di porre rimedio a questa situazione.

Una carta il cui possesso permetta di certificare, senza necessità di altri documenti o verbali cartacei, la propria condizione di disabilità: è questo il senso ed è questa la funzione della Carta Europea della Disabilità, che permette – o meglio: permetterebbe – ai suoi possessori di vedere riconosciuta la propria condizione semplicemente mostrando il QR code. Tutto questo in teoria: nella pratica, gli sportelli delle ASL piemontesi – sembrerebbe – non la accettano. E vi sono operatori che riferiscono non solo di non essere stati dotati degli strumenti tecnologici necessari per accettarla, ma di non avere nemmeno ricevuto, in merito, informazioni specifiche. Chiederò conto alla Giunta, domani in Consiglio Regionale del Piemonte, di questa situazione: se questo scenario fosse confermato, a essere vanificata a livello regionale sarebbe una lodevole ed efficace iniziativa nazionale ed europea, in grado di garantire evidenti vantaggi sia per gli utenti, esentati dall’onere di dover portare con sé la documentazione cartacea, sia per gli uffici pubblici, che potrebbero contare su un’agile modalità per confermare in tempo reale l’esistenza dei requisiti richiesti per l’erogazione di servizi o convenzioni. Con il mio Question Time appena presentato, domani chiederò alla Giunta di attivarsi perché questa Card possa finalmente essere utilizzata presso tutti gli sportelli delle nostre ASL. La Disability Card può essere richiesta sul sito dell’INPS da tutte le persone in condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza.

«Zona che vai, “Vita Indipendente” che trovi»: chiediamo linee guida coerenti

Se accogliamo con soddisfazione la buona notizia del milione di euro stanziato dalla Regione Piemonte per l’esaurimento delle liste d’attesa (lo chiedevamo da tempo, forti anche dell’approvazione a maggioranza di un nostro Ordine del Giorno sul tema), adesso la priorità è l’identificazione di criteri con i quali superare l’attuale situazione di disparità e garantire finalmente una reale uniformità su tutto il territorio regionale. Chiederò all’Aula – nel primo Consiglio utile – l’approvazione del mio Ordine del Giorno presentato lo scorso marzo proprio su questo tema.

Un milione di euro in più stanziato dalla Regione Piemonte per l’esaurimento delle liste d’attesa per i progetti di “Vita Indipendente”: finalmente accolte le nostre richieste, salutiamo questa buona notizia con soddisfazione. Ora l’impegno politico deve essere indirizzato con forza a superare la totale mancanza di uniformità dei progetti sul territorio. Mi auguro che anche la Giunta condivida questa esigenza e che si inizi un ragionamento sull’identificazione di linee guida coerenti. Chiederò all’Aula, nel primo Consiglio utile convocato a Palazzo Lascaris, di approvare il mio Ordine del Giorno che, presentato lo scorso marzo, impegnerebbe la Giunta a colmare le attuali forti disuguaglianze in tema di applicazione della “Vita Indipendente” sul territorio regionale adottando linee guida univoche e importi sufficienti a evitare ogni differenza e discriminazione all’interno della popolazione regionale. Con il medesimo atto, chiediamo inoltre che sia garantita la continuità dei progetti attualmente attivi e le risorse finanziarie necessarie per garantire la continuità lavorativa degli assistenti personali assunti.

Assistenza domiciliare integrata: una popolazione sempre più anziana ne avrebbe assoluto bisogno, ma la nostra Regione è drammaticamente indietro

Scadono tra un mese, come da intesa Stato-Regioni dello scorso 4 agosto, i termini per attivare il sistema di autorizzazione e di accreditamento delle organizzazioni pubbliche e private per l’erogazione di cure domiciliari, ma al Piemonte mancano ancora una serie di passaggi necessari e urgenti per raggiungere questa finalità. In altre Regioni il sistema di compartecipazione pubblico e privato è invece già attivo e i cittadini sono già attualmente seguiti nel contesto delle loro abitazioni: la Giunta si dia da fare per recuperare il tempo perso. Il Piemonte, dalla popolazione sempre più anziana, è ad oggi tra le Regioni con le più basse percentuali di over 65 assistiti in ADI.

Chiediamo cure domiciliari all’altezza delle esigenze di una popolazione regionale sempre più anziana: a che punto è il Piemonte in termini di recepimento dell’intesa della Conferenza Stato-Regioni del 4 agosto scorso sull’autorizzazione e sull’accreditamento degli erogatori ADI pubblici e privati? L’ho chiesto poco fa alla Giunta con un’interpellanza e la risposta è stata preoccupante: siamo, a un mese dalla scadenza, in preoccupante ritardo. Ci importa poco identificare le colpe, né ci interessano rimpalli di responsabilità tra piazza Castello e Roma: ci interessa il bene dei piemontesi e ci auguriamo che la Giunta si attivi per recuperare il tempo perso.

In una delle Regioni più anziane d’Italia (attualmente sono 1 milione e 200mila i piemontesi over 64) sarà, per i prossimi decenni, fondamentale garantire alle fasce di popolazione più anziane una buona qualità della vita: la domiciliarità è o dovrebbe essere, in questo senso, strategica.

Lo scorso agosto la Conferenza Stato-Regioni ha sancito l’intesa sul percorso di autorizzazione e accreditamento per gli enti erogatori di cure domiciliari. I trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi integrati con servizi socio-assistenziali dell’Assistenza Domiciliare Integrata rappresentano un bene fondamentale per i pazienti, soprattutto cronici e anziani, che necessitano di prestazioni di media-alta complessità e che spesso presentano anche fragilità sociali. Eppure l’Assistenza Domiciliare agli anziani continua a essere sottodimensionata rispetto ai bisogni di una popolazione che invecchia, con un conseguente aumento dei casi di cronicità, disabilità e non autosufficienza. Oggi il nostro Servizio Sanitario non è in grado di curare tutte queste persone negli ospedali. Per costruire un sistema sanitario più sostenibile è necessario aggiornare e potenziare il modello organizzativo e strutturale del Sistema Sanitario in modo da renderlo più vicino alle persone e ai nuovi bisogni di salute.

Aumentare le risorse per i posti convenzionati in RSA, puntare sulla domiciliarità in maniera lungimirante e seria

Solo così potremo garantire un futuro dignitoso agli anziani piemontesi (e non solo a loro) e la tenuta stessa del sistema.

Una popolazione sempre più anziana, un tessuto sociale impoverito da crisi e inflazione, costi di gestione sempre più alti: la tempesta perfetta. Di fronte a questo scenario, il tempo delle parole è terminato e occorre agire. Le nostre richieste: incrementare i fondi per avere un maggior numero di posti convenzionati in RSA con retta pagata al 50% dalle ASL, fare programmazione seria in tema di domiciliarità. Quest’ultimo concetto è stato, in anni recenti, più uno slogan che una linea di indirizzo strategico: le cose devono cambiare, per una questione di qualità della vita di nonne e nonni piemontesi, così come delle persone più giovani con malattie neurodegenerative e che necessitano di assistenza, prima di tutto, ma anche per garantire la sostenibilità – economica e organizzativa – di un sistema che dovrà presto far fronte alle esigenze di una popolazione over 65 ancora più ampia di oggi. La Giunta faccia tesoro delle indicazioni arrivate da varie fonti, comprese diverse Diocesi del territorio, che hanno inviato proprio nelle scorse ore una lunga lettera aperta. Da parte nostra, continueremo a garantire il nostro massimo impegno in Aula per costruire un sistema in grado garantire a tutti i piemontesi una qualità della vita dignitosa anche negli ultimi anni della loro esistenza.

Sostegno agli infermieri e assunzioni: ora la Giunta mantenga le promesse

Dopo la manifestazione davanti al Consiglio Regionale della scorsa settimana e dopo le garanzie dateci dalla Giunta lo scorso gennaio rispondendo al Question Time dei Moderati, chiediamo ora, con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio, ulteriori risorse per il triennio finanziario 2022-2024 affinché questo comparto sia adeguatamente sostenuto.

Alle parole seguano i fatti: la Giunta trovi fondi adeguati per quantità e tempistiche per sostenere il comparto infermieristico. In due anni di pandemia, infermiere e infermieri hanno profuso uno sforzo incredibile, in termini di fatica e di rischi: i loro stipendi restano, tuttavia, tra i più bassi d’Europa e oltre 3.500 professionisti assunti a tempo determinato per affrontare la fase più dura dell’emergenza pandemica rischiano di non essere stabilizzati.

Con un Ordine del Giorno collegato al Bilancio, chiediamo ulteriori risorse nel Bilancio di Previsione finanziario 2022-2024 affinché la Regione sostenga, anche economicamente, l’importante lavoro svolto dal personale infermieristico in questo periodo di pandemia. Chiediamo inoltre al Consiglio di impegnare la Giunta a farsi promotrice verso il Governo per sostenere con azioni concrete la professione infermieristica, sia in relazione al compenso spettante ai lavoratori del comparto sia in riferimento alle loro condizioni di lavoro.

Rispondendo a un mio Question Time sullo stesso tema discusso a Palazzo Lascaris lo scorso gennaio, la Giunta si era detta disponibile in merito alla possibilità di sostenere anche economicamente infermiere e infermieri. L’Assessore Icardi aveva pensato all’ipotesi di erogare un contributo una tantum.

Da due anni in prima linea nella battaglia contro la pandemia, il personale infermieristico chiede a gran voce supporto e sostegno: abbiamo raccolto, come Moderati in Consiglio Regionale, queste richieste di aiuto, considerandole più che giustificate dai fatti. In questi 25 mesi, all’aumento dei carichi di lavoro, della pressione e dell’orario non è corrisposto un aumento delle paghe sul territorio italiano, che restano tra le più basse a livello continentale. 

Lo scorso giovedì 21 aprile i lavoratori del comparto hanno manifestato di fronte a Palazzo Lascaris per chiedere di essere stabilizzati e per sottolineare quanto contraddittorio sia chiamare prima “eroi” gli infermieri e poi considerarli, di fatto, un mero peso economico.

I Moderati da sempre sostengono il comparto infermieristico ed esprimono gratitudine per il grande sforzo profuso dalle infermiere e dagli infermieri durante l’emergenza pandemica, ringraziando questi lavoratori sia con l’impegno nelle Aule istituzionali sia, per esempio, con una recente campagna di affissioni.