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Tag: Ambiente

Nuove “Ecoisole Smart”: così com’è, il nuovo sistema di raccolta non funziona

Campane di fronte a ristoranti e negozi, interi isolati trasformati in discariche: ecco dove porta l’applicazione meccanica di linee guida ideologiche che non tengono conto della realtà dei fatti.

Nuove “Ecoisole Smart”, così com’è, il nuovo sistema di raccolta non funziona: stiamo vedendo, sul territorio cittadino, campane collocate davanti ai ristoranti, come se l’odore dei rifiuti fosse compatibile con quel tipo di attività, o posizionate come una barriera davanti ai negozi, come se la crisi economica non fosse di per sé abbastanza grave. Interi isolati si stanno trasformando in discariche a cielo aperto: esemplari, tra gli altri, sono i casi di via Massena, dove talvolta i rifiuti sono abbandonati addirittura sui cofani delle auto in sosta, e di via Goito 4F, con le nuove campane posizionate proprio di fronte al Ristorante 2018. Ma potrei citare innumerevoli altri casi. Il cambiamento delle modalità di raccolta non è stato, fin qui, adeguatamente accompagnato dall’Amministrazione. La mera applicazione di linee guida ideologiche che non hanno tenuto conto della realtà concreta del territorio sta creando disastri. Se alla base di tutto ci deve essere sempre il senso civico dei cittadini, resta pacifico il dovere, da parte della politica, di facilitare un cambiamento di abitudini così rilevante. Abbiamo più volte richiesto in Consiglio Comunale la collocazione di fototrappole per identificare i responsabili di comportamenti irregolari; è necessaria una riflessione sulla poca accessibilità delle campane per le persone con disabilità. È necessario razionalizzare la disposizione di molte delle isole e garantire che ogni residente disponga della tessera per il conferimento dei rifiuti. Diversamente, meglio lasciare le nuove Ecoisole sempre aperte, come richiesto da una mozione da me sottoscritta e presto discussa in Sala Rossa.

Il mistero della schiuma nel Po

Da mesi il fenomeno si presenta lungo le sponde cittadine del fiume, in particolare in corrispondenza del ponte di corso Regina Margherita e specialmente durante le mattine dei giorni feriali. Secondo le ricerche dell’Arpa, i versamenti potrebbero derivare da scarichi di impianti di depurazione, da scarichi industriali non completamente depurati e da versamenti illeciti: se così fosse sarebbe gravissimo. Urgono interventi immediati, che cosa stiamo aspettando a risolvere il problema? Ho presentato un’interpellanza per chiedere alla Giunta informazioni ulteriori sull’origine delle schiume e per sapere quali misure si intendano mettere in atto per salvaguardare le acque del fiume e la salute dei torinesi.

La schiuma nel Po è un fenomeno che, da mesi, i cittadini stanno rilevando, in particolare nel tratto in corrispondenza del ponte di corso Regina Margherita e con particolare intensità durante le mattine dei giorni feriali. La preoccupazione dei cittadini è comprensibile: ho appena presentato un‘interpellanza in Sala Rossa per chiedere alla Giunta ulteriori notizie relative alla natura e alla provenienza del fenomeno, nonché aggiornamenti sulle misure prese a tutela delle acque e della salute pubblica. Secondo le ricerche dell’Arpa, la provenienza dei versamenti è individuabile negli scarichi degli impianti di depurazione, ma anche in alcuni scarichi industriali non completamente depurati così come anche sversamenti illeciti. Ipotesi gravi. Che cosa stiamo aspettando a intervenire? Alla Giunta chiederò se si abbia conferma dell’origine “non naturale” delle schiume e se, da parte dei tecnici e degli uffici competenti, siano stati effettuati ulteriori controlli e con quali esiti. Mi aspetto di conoscere, infine, dettagli sulla collaborazione tra Civica Amministrazione e ARPA in merito al piano di monitoraggio del livello di inquinamento e quali siano stati i risultati raggiunti.

L’ex Circolo Ettore Valli è da troppi anni una macchia su un’area che sta cercando di cambiare volto

Prendiamo atto con dispiacere che la situazione di stallo continua.

L’ex Circolo Ettore Valli è da troppi anni una macchia di degrado in un’area cittadina che, al contrario, negli ultimi tempi sta cambiando, con investimenti anche importanti, il proprio volto. C’è inoltre un rilevante portato storico e culturale da difendere. L’area deve tornare a disposizione della cittadinanza e della collettività, nell’assoluto rispetto delle norme e delle regole della civile convivenza. Questo compito – ormai è chiaro – passerà in eredità alla prossima Amministrazione, non essendo stato portato a termine da questa Giunta.

Un piano di comunalizzazioni per “salvare” a Torino le strade private a uso pubblico

Questa la mia richiesta alla Giunta: i cittadini che risiedono o lavorano in questi sedimi, pagando tasse e tributi come gli altri, hanno come gli altri diritto a servizi, pulizia e illuminazione. Significativo il caso di via Reiss Romoli 122 (oggetto di una mia interpellanza appena discussa), dove si è formata una vera discarica a cielo aperto nell’impossibilità, da parte dell’Amministrazione, di intervenire.

Illuminazione scarsa, pochi servizi, talvolta montagne di rifiuti: le vie private a uso pubblico si trasformano troppo spesso, nella nostra città, in altrettante terre di nessuno. Serve un piano di comunalizzazioni, affinché la Città possa assumere su di sé la titolarità di queste strade e dunque il diritto (e il dovere) di garantire pulizia, servizi e illuminazione. Il caso degli interni di via Reiss Romoli 122, oggetto di una mia interpellanza appena discussa in Consiglio Comunale, è significativo. Una vera e propria discarica a cielo aperto, di fronte alla quale la Giunta si difende: “La pulizia è competenza dei proprietari e dei frontisti, non nostra”. Resto convinto che, quando il degrado raggiunge simili proporzioni, l’Amministrazione abbia a prescindere il dovere di intervenire: oggi quella porzione di città è una discarica a cielo aperto. Scenari e riflessioni simili si aprono su altre strade private a uso pubblico: a Torino sono alcune decine. Non possiamo abbandonare cittadini che, come tutti, pagano tasse e tributi e dunque hanno come tutti diritto a servizi, pulizia e illuminazione. La mia richiesta alla Giunta: si definisca un piano di comunalizzazioni, affinché la Città possa prendere in carico pulizia, manutenzione e illuminazione dei sedimi privati a uso pubblico. Questa misura è fondamentale anche per garantire a tutti i torinesi che pagano tasse e tributi gli stessi diritti e sufficienti servizi.

Il Trincerone di via Saint Bon è di nuovo una discarica

Servono fototrappole, presenterò sul tema un’interpellanza in Consiglio Comunale.

Materassi, bidoni, stendi biancheria, rifiuti di ogni natura e di ogni dimensione: parlare di discarica a cielo aperto non è un’iperbole. In questo stato appare in questo momento il Trincerone di via Saint Bon all’altezza di piazza Baldissera. I ripetuti interventi di pulizia da parte di GTT sono stati resi vani dall’inciviltà di qualcuno. I Moderati si occuperanno della questione in Circoscrizione 7, con il Capogruppo Pino La Mendola, e in Consiglio Comunale, dove presenterò un’interpellanza per chiedere la collocazione di fototrappole per identificare e sanzionare i responsabili.