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Tag: Ambiente

INTERPELLANZA – Borgo San Secondo ed Ecoisole Smart: se chiedere è lecito, domandare all’Amministrazione maggiore dialogo con i cittadini è troppo?

PREMESSO CHE

  • nel mese di ottobre ha preso avvio la campagna informativa di AMIAT (Gruppo Iren) per l’attivazione del nuovo sistema di raccolta differenziata ad accesso controllato tramite Ecoisole Smart nel quartiere San Secondo/Crocetta;
  • il nuovo servizio dovrebbe interessare un totale di oltre 8000 cittadini residenti nell’area compresa tra corso Sommeiller, via Nizza, corso Vittorio Emanuele II e corso Re Umberto;
  • tale servizio costituisce il proseguimento del progetto avviato inizialmente in via sperimentale a maggio 2019 in zona Lingotto Filadelfia e, recentemente, a luglio 2020 in zona “Spine”;

RILEVATO CHE

  • nei progetti dell’Amministrazione per Borgo San Secondo è prevista la creazione di 7 Ecoisole Smart, ciascuna composta da 4 bidoni, per una formazione complessiva avente lunghezza 5 m. e altezza 1,5 m.;
  • molti residenti e commercianti di via San Secondo hanno reso esplicite le loro lamentele per quello che è stato interpretato come un modo unilaterale di procedere da parte di un’Amministrazione noncurante delle esigenze e delle specificità del territorio;
  • i commercianti temono giustificatamente che l’installazione delle Ecoisole, in aggiunta alle sofferenze derivanti dal periodo di emergenza sanitaria in corso, possano concorrere a inasprire le difficoltà affrontate dal settore;
  • i cittadini residenti in via San Secondo temono altrettanto comprensibilmente che tali Ecoisole, per la loro imponenza e impatto visivo, possano danneggiare il valore, il pregio e, più in generale, la qualità della vita presso i loro condomini;  

CONSIDERATO CHE

  • i vertici di AMIAT si sono pubblicamente dichiarati disponibili (La Stampa del 27 ottobre 2020) a valutare le necessarie modifiche e le differenti collocazioni delle Ecoisole in via San Secondo;
  • con una mail inviata il 15 ottobre 2020 ai Presidenti delle Commissioni Consiliari II e VI lo scrivente ha richiesto la convocazione di una seduta, eventualmente anche congiunta, ove audire l’Associazione Borgo San Secondo (ad oggi non risulta pervenuto alcun cenno di riscontro); 

INTERPELLA

Il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

  1. se l’Amministrazione intenda interloquire con AMIAT al fine di individuare soluzioni più gradite sia ai residenti sia ai commercianti di Borgo San Secondo;
  2. se, al momento del deposito del presente atto, siano già note all’Amministrazione le soluzioni alternative predisposte da AMIAT;
  3. se si intenda quanto prima consentire la convocazione di una Commissione Consiliare, con partecipazione di esponenti della Giunta competenti per materia, ove audire l’Associazione Borgo San Secondo e i cittadini interessati. 

Silvio Magliano

Ecoisole Smart, così non va

Anche in via San Secondo esordio pessimo: la via si trasforma in una discarica a cielo aperto, cestini già colmi a metà mattina.

Asfalto ricoperto di rifiuti, numero totalmente insufficiente di cestini, cocci di bottiglia sparsi sui marciapiedi: anche in via San Secondo inizia con il piede sbagliato la sperimentazione delle Ecoisole Smart. La lezione di altri quartieri cittadini, per esempio Spina Tre, non è stata, evidentemente, imparata.

Fatto salvo il sacrosanto richiamo al senso civico dei cittadini, le ragioni del fallimento sono evidenti anche in Borgo San Secondo: collocazione spesso non ottimale delle campane (in certi casi disposte come una barriera davanti ai negozi, come se la crisi non fosse abbastanza grave) e conformazione non favorevole della via (marciapiedi larghi poco più di un metro) tra le altre.

Risultato: bidoncini colmi già a metà mattina (“Servirebbero quattro o cinque passaggi ogni giorni per svuotarli”, denunciano residenti e commercianti), isolati che stanno diventando una discarica a cielo aperto, vetri appuntiti sull’asfalto come insidia per le zampe degli animali domestici (e non solo per loro).

Mentre l’Amministrazione cerca di giustificare le proprie scelte, anche quelle sbagliate, dietro motivazioni tecniche, urge intervenire per evitare che il nuovo metodo di raccolta naufraghi immediatamente.

Due misure immediate: realizzazione di “nasi” in corrispondenza degli incroci (come quelli già esistenti all’incrocio tra via Gioberti e via Montevecchio) e collocamento sugli stessi nasi di bidoni per la raccolta di piccoli rifiuti. Con una simile misura, si garantirebbe tra l’altro la piena accessibilità degli attraversamenti (da questo punto di vista, la situazione è in zona attualmente pessima) e si contrasterebbe il fenomeno della malasosta presso le intersezioni stradali. Lo chiederò con urgenza alla Giunta Comunale.

Presto alla Tesoriera panchine nuove di zecca

Bel risultato che premia il mio impegno.

La Città di Torino interverrà, come da me richiesto alla Giunta, per ripristinare o sostituire tutte le panchine ammalorate o vandalizzate presso il Parco della Tesoriera. Moltissime delle 120 panchine di pregio presso il parco di corso Francia 186 sono infatti da mesi, di fatto, inutilizzabili. La Giunta, rispondendo poco fa in Consiglio Comunale alla mia interpellanza sul tema, ha garantito che si interverrà nell’ambito di un appalto attualmente in corso per la sostituzione o la manutenzione di tutte le panchine danneggiate. I lavori sono già iniziati e questo mi fa ben sperare su tempistiche ragionevoli. Il Parco della Tesoriera è uno dei luoghi simbolo della Circoscrizione 4 e dell’intera Torino.

Limitazioni al traffico ora? Follia, rischiamo di aprire una nuova catena di contagio

I mezzi pubblici non sono stati potenziati, non possiamo chiedere a chi si muove con un Euro 5 diesel di scegliere se rinunciare al lavoro o intasare ulteriormente tram e bus. Chi ha preso questa decisione è corresponsabile dei rischi che comporta e dimostra di non aver minimamente capito il momento che il mondo del lavoro sta passando.

Il livello del “semaforo dell’inquinamento” sarà anche arancione, ma sta di fatto che il Piemonte è zona rossa: questo – nel quale invece servirebbe buon senso – è il momento peggiore in assoluto perché, dalle ore 8.00 alle ore 19.00 fino a giovedì, tutti coloro che di solito si recano al lavoro a bordo di un mezzo escluso dalla possibilità di circolare si riversino sui mezzi pubblici. Mezzi pubblici che, ricordo, non sono stati potenziati né sono sufficientemente monitorati. Stiamo obbligando chi ha un mezzo Euro 5 diesel di scegliere: rinunciare a lavorare o salire a bordo di bus e tram, intasandoli ulteriormente. Rischiamo di creare un’altra catena di contagio: chi ha preso questa decisione ne sarebbe corresponsabile. Questa Giunta non ha assolutamente capito – oggi ne abbiamo l’ennesima conferma – della condizione nella quale si trova Torino, del periodo che sta vivendo il mondo del lavoro, di quello che stanno passando le categorie che lavorano. Il lavoro è, evidentemente, una dimensione sconosciuta a questa Amministrazione.

Ecoisole Smart? Senza migliorie, misura inutile (o peggio)

Discussa poco fa la mia interpellanza sul tema: se è positiva la promessa di collocare fototrappole, restano le criticità rappresentate dallo scarso numero di campane, dalla loro collocazione rivedibile, dai malfunzionamenti ancora troppo frequenti. L’Amministrazione accompagni i cittadini in questa modifica di abitudini o continueremo per mesi a vedere cumuli di sacchi ai piedi delle nuove campane.

Nuove “Ecoisole Smart”, al momento più ombre che luci: un giudizio che confermo anche dopo aver discusso in Consiglio Comunale la mia interpellanza sul tema. I cambiamenti, di modalità e di raccolta, non sono stati, fin qui, adeguatamente accompagnati dall’Amministrazione. Ai piedi dei nuovi bidoni continuano ad accumularsi rifiuti. Se è positiva la prospettiva della collocazione di fototrappole (lungo le Spine e in Aurora), come garantito dalla Giunta, merita una riflessione di segno totalmente opposto il fatto che ancora diverse di queste Ecoisole non funzionano in maniera ottimale o sono posizionate in maniera non consona. I sacchi (o i rifiuti di altra natura: copertoni, per esempio) accatastati ai piedi delle campane restano in quella posizione per giorni in attesa di essere rimossi da Amiat. Sulla collocazione non idonea delle campane, ho fatto presente a verbale il caso esemplare del civico 23/3 di corso Gamba, con i nuovi bidoni che di fatto pregiudicano l’uscita dai garage. Ho invitato l’Amministrazione a intervenire per migliorare il funzionamento delle campane (che talvolta non si aprono correttamente benché l’utente utilizzi la tessera), ad aumentarne il numero, a razionalizzarne la disposizione e, in generale, a mantenere alta l’attenzione affinché questo importante investimento da parte della Città non si risolva in un nulla di fatto. I cambiamenti di abitudini devono essere accompagnati dall’Amministrazione.