San Salvario, ci vanno mesi perché gli esercizi sanzionati osservino i giorni di sospensione
Molto difficile far osservare le pene accessorie ai locali sanzionati. Praticamente impossibile farlo in tempi ragionevoli. E intanto i residenti continuano a essere tormentati dagli eccessi della movida.
Le sospensioni superiori ai dieci giorni comminate a esercizi che non rispettano le regole (esempio tipico: il minimarket che vende alcolici dopo le ore 23.00) sono, dall’inizio dell’anno, alcune decine. Peccato che, di queste, poche siano poi in effetti osservate e praticamente nessuna sia fatta osservare in tempi ragionevoli.
A spiegare questo meccanismo è la stessa Giunta, per bocca dell’Assessore Tedesco, che ha risposto questa mattina a una mia interpellanza sul tema: il tempo che passa tra un’ordinanza di chiusura temporanea e l’effettiva chiusura conseguente è dell’ordine dei mesi, poiché c’è un tempo tecnico e amministrativo da rispettare, per esempio per consentire le controdeduzioni del caso al soggetto sanzionato.
Una stortura che comporta almeno due conseguenze: primo, l’esercizio finisce per chiudere nel periodo che preferisce, a seconda della convenienza (oppure non chiude per nulla, perché nel frattempo ha cambiato ragione sociale…); secondo, e più grave, i cittadini hanno la percezione che la loro segnalazione non sia stata ascoltata. Quegli stessi cittadini che quotidianamente sono tormentati dai disagi e dagli eccessi della movida, tra schiamazzi, sporcizia e mancanza cronica di posteggio (le circa 200 contravvenzioni comminate ai non residenti posteggiati in stalli riservati sono pochine).
Sacrosanti, lo dico da garantista convinto, sono i diritti dei commercianti sanzionati; questi stessi diritti non possono, tuttavia, essere riconosciuti a discapito di quelli, altrettanto sacrosanti, dei residenti.