Rincari strisce blu: vessazione, non redistribuzione
Centinaia di firme raccolte dai residenti per dire NO ai rincari sugli abbonamenti: ma l’Amministrazione le ignora, arroccandosi ideologicamente. Gli aumenti, da sempre osteggiati dai Moderati (anche con una campagna di affissioni), colpiscono molti e non sono bilanciati da sconti per nessuno. Non chiamatela redistribuzione.
Oltre 1.500 firme (in due diverse petizioni) per mettere l’Amministrazione Civica di fronte alla realtà dei fatti: i torinesi non ci stanno, i rincari (fino a quattro volte tanto!) sulla zona blu sono percepiti per quello che sono: un abuso. I Moderati sono assolutamente d’accordo con i cittadini.
Non è d’accordo invece l’Amministrazione, che non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro (e neanche di rinunciare all’incasso extra), e non è d’accordo la Maggioranza, che si avventura in equilibrismi retorici per trovare giustificazioni ideologiche a una scelta tutta politico e tutta finanziaria.
Le tariffe arrivano, per la fascia ISEE più alta, a 180 euro per auto: dunque, una famiglia che disponga di due veicoli arriva a pagare 360 euro l’anno per posteggiare sotto casa. Un terzo di uno stipendio mensile.
È vero, come denunciano i cittadini, che si tratta di rincari iniqui e indiscriminati. Non è vero, come ha più volte provato a sostenere la Giunta, che con i rincari la Città di Torino stia facendo politica di redistribuzione delle risorse. Aumentare le tariffe alle fasce a reddito medio-alto senza abbassarle alle fasce a reddito basso (fa fede l’Isee) non è “politica di redistribuzione”: si chiama “volontà di incassare”.
Chi si aspettava un cambio di rotta con la nuova Amministrazione in termini di attenzione alle fasce a reddito basso è, da tempo, rimasto deluso. Oggi una volta di più.