Posteggio selvaggio nei cortili ATC, condomini di fatto bloccati in casa propria

Gravissimo che, sul tema, l’Amministrazione Civica alzi bandiera bianca: “Non possiamo fare nulla”.

Secondo il Vice Sindaco Montanari, che ha appena risposto in Sala Rossa a una mia interpellanza in merito, non ci sono possibilità, per l’Amministrazione Civica, di intervenire in maniera efficace per risolvere il problema del posteggio selvaggio nei cortili delle case ATC. Particolarmente grave la situazione di via Verdi 34, dove i mezzi posteggiati su ogni metro quadrato disponibile spesso impediscono ai condomini di aprire la porta di casa propria.

«La Municipale non può fare contravvenzioni in uno spazio privato, mentre l’ATC ha il solo strumento della diffida per punire chi trasgredisce», afferma in aula il Vice Sindaco. Come dire: l’Amministrazione Civica si arrende.

Stiamo dicendo, lo apprendo con sbalordimento, che sul nostro territorio c’è una terra di nessuno nella quale chiunque può fare ciò che vuole senza che l’Amministrazione Civica possa intervenire. Il regolamento ATC parla chiaro: nel cortile di via Verdi 34 possono sostare solo i mezzi autorizzati e per il tempo strettamente necessario alle operazioni di carico e scarico. Peccato che le chiavi, e l’ho già fatto presente al Presidente ATC Mazzù, finiscano in mano a un numero di persone molto più ampio.

Il risultato è che i condomini di quello stabile, a causa del posteggio selvaggio, talvolta non riescono neppure ad aprire il portone di casa propria. Ed è gravissimo. La situazione che è materia di questa interpellanza mi è stata segnalata da un condomino in gravi condizioni di salute. Se questa Amministrazione non è in grado di garantire ai suoi cittadini un diritto basilare come quello di entrare in casa propria, consenta almeno a quei condomini di trasferirsi in un altro appartamento. Si risolva il problema, se non per responsabilità politica almeno per una questione di umanità.

In attesa di vedere applicate misure efficaci, prendo atto che non siamo in grado di tutelare un luogo, la casa popolare appunto, che, per sua natura, è appannaggio di chi è in difficoltà.