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“Pane sospeso”? Va bene, ma non si faccia psicanalisi spicciola su chi vive il disagio della povertà

 

La mozione della Maggioranza sul “pane di solidarietà” è macchiata da irricevibili considerazioni su un presunto “senso di colpa che si avverte di fronte alla Caritas”, da ambigue allusioni all’“assistenzialismo” e da fumose riflessioni sul “senso di quotidianità” di chi vive una condizione di difficoltà economiche. Addirittura, si invita a consegnare lo scontrino al momento della consegna del pane alla persona bisognosa. Ho chiesto la rimozione dell’intero paragrafo.

Ogni libera iniziativa che i cittadini mettono in atto e ogni forma sussidiarietà orizzontale avranno, sempre, il mio appoggio. Pertanto, fatto salvo che già attualmente ci sono tante Associazioni e realtà che si occupano di aiutare chi è in condizioni di povertà assoluta, non sarò mai contrario al cosiddetto “pane sospeso”, proposta che estende al cibo l’analoga tradizione napoletana del caffè.

Ho chiesto invece di omettere dalla stesura finale della proposta di mozione il paragrafo in cui si esprimono alcune considerazioni quantomeno superflue sul “senso di colpa che inevitabilmente si avverte nello stare davanti a luoghi come la Caritas”, sul “mero assistenzialismo” (di chi?) e su un incomprensibile “senso di quotidianità” classificato tra i “diritti del cittadino”. Addirittura, il testo afferma che si dovrà consegnare lo scontrino fiscale contestualmente al bene, cosa che corrisponde a comunicare al beneficiato il valore economico del beneficio: assurdo, umiliante e offensivo.

Invito questa Maggioranza a essere più rispettosa della storia di realtà che da sempre sono in prima fila a fianco delle persone che vivono un disagio o in condizioni di povertà. Non credo che sia compito dell’Amministrazione Civica fare riflessioni psicologiche o psicanalitiche nei confronti di chi vive questo disagio e si trova in queste condizioni. Ecco, in un atto scritto oggettivamente malissimo, emergere tutto lo statalismo del Cinque Stelle. Anche una bella iniziativa spontanea finisce per essere normata e dunque ingabbiata. Il rischio è perdere di spontaneità e di efficacia. Preferisco la libera iniziativa in libero stato.

Pane sospeso