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Via San Francesco, parcheggio selvaggio a pochi passi dal Comune

Nonostante le segnalazioni, gli appelli e la contiguità di Palazzo Civico, sono almeno una decina le auto in sosta nel tratto compreso tra le vie Garibaldi e Barbaroux, teoricamente riservato al trasporto pubblico. A farne le spese sono soprattutto pedoni e ciclisti, costretti a pericolosi percorsi a ostacoli.
Nei soli primi trenta metri circa di via San Francesco (vedi foto in allegato, scattata oggi alle 13.30), sono ben sei veicoli che ingombrano il marciapiede destro, proprio sotto il segnale che indica che l’accesso è riservato al trasporto pubblico. La foto in allegato è stata scattata fuori dall’orario (10.30 – 12.30) in cui la sosta è consentita per lo scarico delle merci presso gli esercizi commerciali. Tra un veicolo e l’altro lo spazio non è sufficiente, in alcuni casi, neppure per consentire il passaggio di un pedone. La situazione è solo leggermente migliore sul lato dei numeri dispari, con “appena” un paio di veicoli malamente parcheggiati.
Sono proprio i pedoni, insieme ai ciclisti, a essere maggiormente penalizzati dalle auto in sosta: i primi sono costretti a difficoltose gimkane tra un’auto e l’altra, mentre i secondi sono obbligati a invadere per lunghi tratti la carreggiata, lungo la quale passano i binari del 4, insidiosi soprattutto nelle giornate di pioggia, con un più che concreto rischio di cadute.
La situazione, grave di per sé, diventa inaccettabile considerando la vicinanza con la sede del Comune e le ripetute segnalazioni del problema da parte di cittadini e organi di stampa.
Posizionare dei paletti dissuasori non è una soluzione percorribile, a causa della presenza di uno degli stalli per il carico e scarico della merce.
Ma il problema si può comunque risolvere: basterebbe un più scrupoloso, attento e metodico controllo da parte della Polizia Municipale.

L’Assessore Curti illude: “Via Po libera dai graffiti prima della fine dell’Ostensione” – Ma un lavoro di pulizia di questo tipo necessita di almeno due mesi

Una delle vie più prestigiose di Torino versa in condizioni impresentabili, proprio mentre la città è pacificamente invasa da turisti e pellegrini. L’Assessore Curti prova a rassicurare sui tempi, garantendo la pulizia dei portici “entro la fine dell’ostensione della Sindone”, il 24 giugno (e sarebbe comunque troppo tardi). Il problema è che questo termine non è credibile: basta un minimo di buon senso per capire che un’opera di pulizia di questo tipo richiede una decina di settimane di lavoro.
Scritte ingiuriose, graffiti, disegni. E ancora slogan, insulti, parolacce. Altro che eleganza sabauda: le condizioni dei portici di via Po, una delle vie più iconiche della città, sono più simili ai muri del Bronx.
Una condizione di fronte alla quale la maggioranza comunale, nella persona dell’Assessore Curti, non sembra particolarmente preoccupata: “Siamo consapevoli della situazione e stiamo provvedendo. La via sarà in condizioni impeccabili entro la chiusura dell’ostensione della Sindone”.
A parte il fatto che si sarebbe dovuto provvedere alla pulizia prima dell’arrivo del grosso dei pellegrini e turisti in città, e non durante la loro permanenza a Torino – quando cioè la città è sotto i riflettori -, sono i tempi promessi a essere del tutto privi di credibilità.
Basta un minimo di buon senso per calcolare che un’opera di pulizia e manutenzione di questo tipo necessità di almeno 8-10 settimane, senza contare il tempo che si è perso interrompendo e facendo riprendere i lavori.
Spiace constatare che, per l’ennesima volta, la Giunta preferisca affrontare i problemi fuori tempo massimo rincorrendo disperatamente scadenze impossibili da rispettare, anziché programmare con un minimo di respiro strategico a favore dei cittadini.

Ex Anaconda: per la Giunta, occupazione, sporcizia e addirittura un allevamento abusivo di maiali non sono ragioni sufficienti per prendere provvedimenti

Inoltre, nell’edificio occupato in via Pianezza non si può escludere la presenza di amianto. Ma per l’Assessore Tedesco non ci sono le condizioni oggettive per far intervenire le Forze dell’Ordine e l’Asl.
L’ex Anaconda, edificio storico sito in via Pianezza, è da tempo occupato da abusivi che ne hanno fatto scempio, trasformandolo di fatto in una discarica. Non solo: dalle segnalazioni dei residenti, puntualmente corredate da foto, risulta che nel cortile attorno allo stabile, addirittura, si allevino maiali.
Una situazione particolare che è solo uno dei sintomi di una condizione generale di tutto il quartiere, abbandonato a se stesso tra degrado, spaccio e consumo di droga, prostituzione, illegalità e criminalità, tanto che – nonostante le vaghe e vane promesse troppe volte ripetute in questi anni – i cittadini hanno dovuto provvedere da soli alla pulizia delle sponde della Dora e i parchi giochi circostanti le case.
Una situazione grave, evidente, innegabile per chiunque. Tranne che per l’Assessore Tedesco, secondo la quale “non vi sono prove concrete che l’edificio di via Pianezza sia stabilmente occupato”.
Tanto basta, secondo l’Assessore, per negare il problema, e quindi il dovere politico di prendere provvedimenti. Un atteggiamento attendista e conservativo che fa pagare ai cittadini l’immobilismo della politica. Per l’ennesima volta.
Auspico a questo punto che il Comune emetta un’ordinanza che impegni i proprietari dello stabile a mantenere sufficienti condizioni di igiene e decoro nella loro proprietà o che, nell’impossibilità di farlo, si mobilitino le autorità competenti per cercare di dare una risposta chiesta a gran voce dai cittadini del quartiere, che da anni devono convivere con tante situazioni inaccettabili.
Nel caso si riscontrasse la presenza di amianto o di altri materiali pericolosi, inoltre, si dovrà procedere immediatamente alla bonifica.